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Autore: Kalyptein    25/11/2013    6 recensioni
Charlie Undersee è la ragazza tipica americana per antonomasia: passa le sua mattine a giocare a Call of Duty, guarda le repliche di Dottor Who con sua madre sul divano del loro appartamento in affitto nel Queen e si strafoga di gelato al pistacchio. Chiaramente, una ragazza del genere è destinata a vivere una vita del tutto normale.
Ed era così che la pensava Charlie, fino a quando alla morte della madre non trova una lettera che la indirizza al Campo Mezzosangue di Long Island.
«Allora, fantomatici eroi [...] prima che il vostro deficit di attenzione - che a mio parere è solo stupidità acuta - inizi a farvi perdere colpi, voglio informarvi nel nostro nuovo arrivo. La piccola Comesichiama, figlia di Nessuno»
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce della luna rende la pelle di Nev particolarmente pallida, questa sera. Osservo una gocciolina di sudore colargli giù dalla fronte, non perdendomi neanche un millimetro del percorso sulla sua faccia. So che dovrei essere nella mia Casa in questo momento e so anche che se qualcuno dovesse trovare me e Nev probabilmente finiremo a lavare i piatti per il resto delle nostre vite da semidei, eppure la mia parte razionale da figlio di Atena non è abbastanza forte da costringermi ad abbandonare Nev.
Mi sistemo meglio contro il tronco dell'albero, aspettando che lui si svegli. È la seconda volta che lo vedo ridotto in questo stato e so già che il risveglio non sarà molto piacevole – per quanto Nev possa essere piacevole di solito, s'intende. Avevamo entrambi tredici anni ed era solo la mia seconda estate al Campo Mezzosangue, mentre Nev conosceva già tutto. Ricordo tutto di quel giorno. Il giorno in cui ho visto Nev Norris distrutto.
Chirone era riuscito a rintracciare il fratello della madre di Nev, un militare in servizio in qualche buco di mondo. Lui gli aveva spedito l'ultima lettera che gli era stata recapitata, di qualche mese prima. Sua madre era morta. Quel giorno Nev era sparito dalla circolazione. Avevo perlustrato ogni buco che mi aveva mostrato nel corso di quelle due estati, fino a quando non avevo sentito dei singhiozzi soffocati provenire da una rientranza minuscola nella stalla dei pegasi.
Sotto tutti gli strati di cattiveria, rabbia, odio e cinismo, si nascondeva un ragazzino che era stato abbandonato anche dall'ultima persona che avrebbe potuto prendersi cura di lui. Nel suo stato, continuava a ripetere una sola ed unica frase: Credevo che l'ambrosia avrebbe fatto passare tutto il dolore.
I suoi occhi, dello stesso colore del carro del padre, non avevano versato neanche una lacrima. Non ho mai visto Nev piangere.
Sobbalzo, quando un rantolo di Nev mi fa spaventare. Apre un po' gli occhi che, anche se sembrano decisamente più normali del solito, emanano ancora un bagliore dorato. «Ciao» sussurro, tornando a guardare il cielo stellato.
«Da quanto tempo aspetti?» chiede Nev, con la voce ancora roca.
«Abbastanza da notare che sbavi nel sonno» Nev ride, portandosi le mani dietro la testa. Mi lascio scappare un sorriso anche io. Ed è davvero una cosa assurda, considerato che a questo punto dovremmo dileguarci ognuno nelle nostre Case prima di fare anche un solo fiato.
«Non volevo» dice lui, con una nota strana nella voce. «Lo sai, vero?»
Non dico niente. Le parole sono arme molto potenti, perfino più di una lama completamente rivestita di bronzo celeste. E so esattamente quale sia il tallone di Achille di Nev. L'unica crepa nella corazza che si porta addosso. Me. L'unica persona in grado di portarlo indietro dal baratro in cui ogni tanto cade. O meglio, in cui decide di buttarsi di petto. L'unica persona che può vagamente ricollegare al concetto di famiglia. «Le stelle sono particolarmente belle questa sera» sussurro, ingoiando tutte le parole che potrebbero far crollare la sua corazza.
«No, le stelle possono tradirti. Non sono mai un punto fermo, non possono rassicurarti e i desideri che richiediamo possono procurarci più disturbi che piaceri» sussurra le ultime parole lasciando trasparire l'amarezza che gli accarezza il palato, in netto contrasto con il sapore dell'ambrosia. «E non cambiare discorso»
«Cosa vuoi che ti dica, Nev? È il tuo difetto fatale» dico, mordendomi le labbra per non alzare la voce. «L'autodistruzione»
«Magari ci riuscissi davvero»
Raccolgo un sassolino dal suolo e lo lancia, prendendo la fronte di Nev in pieno. «Non te lo permetterei mai, lo sai»
Nev rilancia il sassolino, mancandomi disastrosamente. «Non devi farlo»
«È questo quello che facciamo, Nev» rispondo, abbandonandomi al tronco con gli occhi chiusi. «Ci pariamo il culo a vicenda»
«In quanto tuo paratore di culo personale dovrei dirti di smetterla di friggerti il cervello con la storia dell'impresa» ribatte Nev. Non rispondo. Non posso dargli ragione questa volta. Sento ancora il dolore sordo dell'esplosione riecheggiarmi nelle mani, sotto la pelle, nelle ossa, dove nessuno può vedere. Forse solo Nev può. È colpa mia. «È il tuo difetto fatale, no? Vuoi piacere a tutti» mi scimmiotta dopo un po'.
Inizio a grattare le mani con rabbia, sentendo le lacrime pungermi negli occhi. Nev si solleva a sedere, stropicciandosi gli occhi con insistenza. «Voglio rifarlo»
«Cosa?» borbotta lui. «Assistermi mentre mi riprendo dal mondo dei morti?»
Le parole mi si bloccano in gola. Mi abbandono al tronco, chiudendo gli occhi per non dover assistere alla reazione di Nev. «Voglio chiedere a Chirone un'impresa»
Mi sembra uno di quei momenti da film, il momento al rallentatore, dove c'è un silenzio tombale e si sente il battito del cuore dell'altro, la goccia di sudore che cala dalla fronte e altre cavolate del genere. E il momento dopo tutti riprendono ad urlare. «Che idea stupida! Sicuro di non aver preso anche tu dell'ambrosia, Cal?!»
Riapro gli occhi, uno dopo l'altro, lentamente. La faccia di Nev è diventata di una sfumatura rossa e gli occhi sembrano più infuocati di prima. «Sto benissimo» replico a voce bassa.
«Non si direbbe proprio! E scommetto che nemmeno Chirone ti lascerà andare!»
«Sono il migliore con la spada, sono il capo cabina migliore del Campo e ho anche esperienza sufficiente per non commettere errori da principiante. Io ci devo andare, Nev, devo. Credevo di sapere cosa fosse la paura. Ma non è vero. Non finché non l'ho vista. Vista davvero. A quel punto ti ossessiona e vive dentro di te. Stai sull'orlo delle cose e la guardi scorrere, ma non le vivi. Non veramente. Non c'è niente da fare. Posso solo affrontarla»
Nev si alza in piedi, instabile sulle sue gambe, e mi prende per le spalle. «Non farlo, okay? Non ora»
«Perchè non ora e in qualsiasi altro momento sì?»
Lui dice un sola parola, l'unica che riesce a stuzzicare il mio cervello già troppo impegnato con i miei pensieri: «Charlie»
«Charlie?» balbetto.
«Devi badare a lei adesso, ha bisogno di te» Il fuoco negli occhi di Nev si spegne lentamente, le palpebre si abbassano fino a che non riesco più a vedere l'oro. Charlie ha bisogno di me. Il pensiero che Thorne possa sfiorare un solo capello di Charlie mi manda fuori di testa, così come la sola idea di doverla lasciare e non poterla vedere per chissà quanto tempo. No, Charlie non ha bisogno di me. Sono io ad aver bisogno di lei.
«Ha anche te adesso» protesto debolmente, sollevando un lato della bocca in un sorrisetto.
Le sue labbra si curvano di conseguenza, nel consueto misto di amarezza e divertimento. «Non lo sai, Cal?»
«Cosa?» Nev si allontana di un passo da me, dandomi la possibilità di alzarmi in piedi. Anche così mi supera in altezza, quindi devo alzare un po' la testa. Lui inclina la testa, come se il fosse il concetto più ovvio del mondo.
«Dove vai tu, vado anche io»



~



OMG, su questa storia devo dire troppe cose e devo pur cominciare da qualche parte, so.. IL RITORNO DAL MONDO DEI MORTI, quasi LETTERALMENTE.
Questo capitolo è il risultato di ore e ore e ore di appunti nelle ore di economia, appunti abbastanza nosense che spero abbiano trovato un sense. Sperando.
So che non è esattamente quello che vi sareste aspettate da un aggiornamento di questa fanfiction, ma ho i miei buoni motivi. Primo, volevo evidenziare il rapporto tra Cal e Nev, a prescindere da Charlie. E poi, ci voleva una svolta e un po' di azione e quindi la mia question per voi. Vi piacerebbero altri "extra"? Aka altri capitoli dal punto di vista di questi due ragazzuoli durante le loro avventure? (ma come parlo..!?)
Btw, la mia domanda del giorno è.. come vi immaginate la famiglia di Cal?
Sì, perchè ho notato ci sono un bel po' di team Nev, e volevo sapere un po' cosa ne pensate di Cal, della sua vita, il suo personaggio. Tutto quello che vi passa in mente, insomma!
Inutile dirvi quanto sia dispiaciuto per avervi fatto aspettare tanto per questo (quasi) capitolo. ;__; Davvero, il prossimo arriverà decisamente prima, pinky swear!
Un'ultima cosa, io sono reperibile su Twitter (@loustaches, sono troppo pigra per linkarlo ;___;) se avete qualcosa da dirmi, o comunque solo parlare. O, altrimenti, inviatemi un messaggio su EFP. Quindi, sì, just sayin' ♥♥ PS. Un saluto a _Maryanne perchè abbiamo avuto una cosa aggiornamento-telepatica!
E alla prossima! (Poi se vi sto sulle palle e faccio bene a non aggiornare è un altro discorso ♥♥)



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