Erano passate
due settimane dalla prima lezione segreta dell'Es, ed Harry non faceva
altro che desiderare ne arrivasse un'altra, ma in quelle due settimane
non aveva avuto tempo di organizzarsi con Cristina, specie nell'ultima
in cui lui, Ron e tutta la squadra dei Grifondoro era stata sottoposta
a duri allenamenti da parte di Angelina.
La partita si
avvicinava sempre di più, ed Harry non vedeva l'ora di
scontrarsi con i Serpeverde. Mancava un giorno all'evento e lo si
capiva dalle occhiate ancora più perfide che si lanciavano i
componenti delle due case. Persino la Mc Granitt aveva smesso di dare
compiti in quella settimana.
"Mi sono
abituata ad avere la Coppa nel mio studio...non vorrei cederla al
Professor Piton" aveva confessato una volta a Ron ed Harry.
Lo stesso non
si poteva dire di Piton. Il professore di Pozioni studiava ogni metodo
per sottrarre punti ai Grifondoro, anche se non facevano nulla.
L'ultima che si era inventato era stata di togliere 3 punti a Cristina
perchè si aggirava per i corridoi con aria troppo sicura e
seducente distraendo i ragazzi.
Tuttavia la
ragazza a quella punizione si era messa a sorridere, ed Harry, per un
attimo, aveva rivisto Sirius in quel sorriso. Non sentiva il padrino da
quando era apparsa la mano della Umbridge nel camino, se solo avesse
potuto spedirgli una lettera... anche solo per raccontargli dei torti
che Piton infliggeva ai Grifondoro. Inconsciamente sorrise pensando ad
una probabile reazione di Sirius se ne fosse venuto a conoscenza,
sapeva che odiava Piton dalla prima volta che si erano incontrati a
scuola.
"Harry? Che
è successo? Perchè sorridi come un ebete?" la
voce di Ron lo riportò alla realtà.
Si trovava sul
divano della Sala Comune insieme ai suoi amici. Erano come minimo le
undici, e come capitava spesso ormai, la sala era deserta se non per
loro quattro.
"Pensavo..."
rispose Harry distrattamente.
Hermione lo
guardò titubante e Ron inarcò un sopracciglio,
chiedendosi cosa avesse portato l'amico a sorridere così,
mentre Cristina...Harry sgranò gli occhi prima di poter
rendersi davvero conto di quello che stava facendo; Cristina stava
leggendo un libro sugli elfi domestici.
Guardandola
incredulo, Harry pensò che la ragazza era stata troppo a
contatto con Hermione, e che questa aveva finito per contagiarla.
"Cristina, cosa
stai leggendo?" chiese fissandola ancora allucinato.
In quel momento
anche Ron ed Hermione si voltarono a guardarla. Le espressioni
totalmente diverse dei due ragazzi fecero sorridere Harry. Hermione la
guardava ammirata e fiera, mentre Ron sgranava gli occhi e scuoteva la
testa.
"Devi smetterla
di frequentare Hermione, Cri..." le disse " ti sta facendo il lavaggio
del cervello" aggiunse scoccando un occhiata furtiva ad Hermione.
"Ronald, se tu
non fossi maledettamente insensibile, capiresti che gli elfi hanno dei
sentimenti e che vanno rispettati..." gli fece la predica la ragazza,
lanciandogli di rimando uno sguardo furente.
Cristina aveva
alzato gli occhi dal libro e guardava la scena sorridendo come Harry.
Come al solito quei due trovavano ogni pretesto per stuzzicarsi.
"Hermione, per
quanto io sappia che tu hai dei nobili scopi,..." prese a parlare " non
stavo cercando dei metodi per liberare gli elfi di Hogwarts, in fondo
loro non vogliono essere liberati..." concluse riposando lo sguardo sul
volume che aveva in mano.
L'amica la
guardò stranita, mentre Ron sorrideva compiaciuto con un
espressione da "Te-l'avevo-detto-io..."
"E allora cosa
ci fai con quello in mano?" domandò Hermione indicando il
libro sulle ginocchia della ragazza, che tanto attentamente lo scrutava.
"Studio..."
rispose la ragazza, inarcando un sopracciglio " Non è
ovvio?" chiese poi guardando tutti e tre gli amici.
"Quello era
abbastanza comprensibile..." affermò Harry " ma cosa di
preciso?" chiese poi, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che
aveva ripreso a contemplare il tomo.
"Voglio sapere
come fanno a far smaterializzare gli oggetti e farli apparire
altrove..." disse lei con calma, accennando un ghigno quando vide le
facce smarrite degli altri.
"Perchè
voi sapete che le tavole imbandite di Hogwarts sono merito loro, vero?"
aggiunse poi, con espressione divertita.
"Certo, per chi
c'hai preso" rispose Ron "...ma come fanno a far materializzare il cibo
sui tavoli senza muoversi dalle cucine?" domandò non
nascondendo una certa curiosità.
Cristina si
richinò sul libro e mormorò: " A saperlo..."
"Scusa, ma a te
perchè serve?" si intromise Hermione. La ragazza era rimasta
sorpresa dalla conoscenza dell'amica sugli elfi domestici di Hogwarts.
Sapeva più di quanto avesse saputo lei, che stava in quella
scuola da cinque anni. Hermione non potè far a meno di
pentirsi per non essersi spinta a fare ricerche più
avanzate, ma al contempo mostrò una certa diffidenza verso
Cristina. Non riusciva a capacitarsi sul perchè di quelle
ricerche.
"Voglio capire
come fanno, così posso impararlo e mandare le lettere a
Giada e Lory...non posso usare il gufo, non ce la farebbe mai...sai
quant'è lunga da qui all'Italia?" disse Cristina, rimanendo
fissa sul libro.
"Lory??? Ehi
non è che hai in progetto di tradire Fred, Cri?"
domandò Harry sorridendo, come risposta gli
arrivò un cuscino in faccia.
"Ma ti pare? Al
massimo mio fratello lo tradisce con Neville..." disse Ron ridendo
scompostamente. Cristina si alzò con espressione stizzita,
fece per andarsene, ma improvvisamente afferrò un cuscino,
si diresse verso Ron e cominciarono a prendersi a cuscinate. Hermione,
eseguendo il ruolo di prefetto, li richiamò all'ordine.
I due
lanciarono Reparo sui cuscini, che avevano riversato un enorme
quantità piume per tutta la stanza, e quelli tornarono
perfettamente all'aspetto di prima, come se non fosseto stati vittime
di quella lotta.
Quando Cristina
tornò a sedersi al suo posto afferrò il libro,
che aveva lasciato sul divano, e , ancora ridente, riprese la lettura.
"Comunque se
vuoi ti posso aiutare..." disse Harry, distraendola dalle pagine del
ricco volume " conosciamo un elfo di Hogwarts...anzi due"
continuò, attirando completamente su di sè
l'attenzione della ragazza.
"Beh, ma Winky
non è da tenersi molto in considerazione...è
sempre brilla!" esclamò Ron, suscitando lo sdegno di
Hermione, che urlò alzandosi in piedi: "Non è
colpa sua, se Crouch non l'avesse maltratta così...oh povera
Winky!"
Harry, abituato
ai litigi frai due amici, proseguì, degnandoli, a mala pena,
di un occhiata distratta: "Vuoi che andiamo a cercarli?" chiese Harry a
Cristina.
Alla ragazza si
illuminarono gli occhi e annuì col capo.
"Bene...vado a
prendere il mantello." disse Harry lasciando la sala con Ron ed
Hermione che ancora stavano litigando.
Quando scese
però i due si erano calmati, e Cristina lo guardava con un
aria decisamente confusa.
"Qualcosa non
va?" domandò Harry all'amica.
Quella
guardò prima lui, poi il mantello, e infine
domandò con espressione corrucciata: " Perchè il
mantello, non fa così freddo!"
Harry
fissò incredulo Cristina, poi iniziò a ridere
insieme agli altri, la faccia dell'amica si fece ancora più
confusa.
"No, Cri,
questo è un mantello dell'invisibilità!"
esclamò cercando di soffocare le risate.
"Ahhhh" disse
lei ridendo a sua volta.
"Su, andiamo
prima di svegliare qualcuno" disse Hermione, saggiamente. I quattro
amici si avviarono verso il ritratto della signora grassa, quando
uscirono si ricoprirono accuratamente con il mantello
dell'invisibiltà.
Harry si
strinse insieme a Ron ed Hermione aspettando che anche l'altra si
accucciasse come loro, ma quella non lo fece.
Proprio mentre
Harry stava per intimarle di mettersi al riparo sotto il mantello
dell'invisibilità, la ragazza sussurrò qualcosa e
scomparve.
"Certo!
Cristina non ha bisogno del mantello, lei sa fare da sola."
bisbigliò Hermione, dopodichè una mano le prese
la sua.
"Dobbiamo
rimanere vicini, io non so da che parte si va" spiegò in un
sussurro Cristina.
Harry
cominciò a camminare, in breve tempo si ritrovarono di
fronte alla cucina, e grazie alla Mappa dei Malandrini evitarono per
poco Gazza e la sua gatta.
Quando entrarno
nella Stanza, trovarono un gran numero di elfi alla presa con delle
padelle.
"Dobby!"
gridò Harry riconoscendo un elfo poco lontando da lui.
L'elfo si guardò attorno spaesato, mentre lasciava la
padella incrostata che aveva in mano.
"Harry Potter
è qui, signore?" chiese scrutando l'aria intorno a lui. Fu
allora che Harry si rese conto di avere ancora indosso il mantello e lo
tolse co un gesto brusco.
Dobby corse
incontro ai tre ragazzi, mentre una quarta si materializzava, poco
distante. Dopo aver salutato Harry, Ron ed Hermione, spostò
lo sguardo sulla ragazza estasiato, fece un profondo inchino vedendola.
Il gesto spiazzò Cristina, mentre gli altri guardavano
divertiti la faccia imbarazzata dell'amica.
"Dobby ha
sentito dire che Lei era qui ad Hogwarts, ma Dobby non immaginava che
lei si sarebbe spinta a venire fino a qui..." disse l'elfo chinandosi
ancora di più.
" Grazie ma non
devi inchinarti! Non c'è bisogno, davvero!" lo riprese
Cristina, e l'elfo, allora si alzò di scatto.
"Ehy Dobby come
sta Winky?" chiese Ron, mandando uno sguardo di tralice ad Hermione.
Dobby si
girò verso il ragazzo che aveva parlato, e senza dire nulla
indicò un angolo dell'immensa cucina. In quell'angolo,
rannicchiata su uno sgabbello stava Winky. Aveva in mano una bottiglia
di whisky, quasi terminata, e, sparpagliate intorno, altre bottiglie di
vino e champagne.
" Winky beve
ancora tanto, Dobby le ha detto di smettere, ma lei non fa altro
ormai..." disse guardando orripilato l'altra elfa.
Cristina
fissava la scena non capacitandosi di cosa avesse potuto ridurre
così un elfo. Eppure aveva letto che erano astemi, e che
erano dei gran lavoratori, ma guardando la piccola figura in
quell'angolo tutto le sembrava tranne che questo.
Dobby,si
voltò a guardare i ragazzi e poi con gli occhi speranzosi
domandò: "Dobby può essere d'aiuto? I signori
hanno fame?"
"Oh, no, grazie
Dobby" rispose Harry gentilmente. "Ma Cristina voleva chiederti una
cosa..." aggiunse indirizzando gli occhi verso la ragazza.
"Sì,
Dobby, ti dispiace?" chiese lei, tornando a fissare l'elfo che le si
trovava davanti.
"Dobby
è felice di aiutare Harry Potter e tutti i suoi amici "
disse l'elfo orgoglioso.
"Allora, non
è che potresti dirmi come si fa a far smaterializzare gli
oggetti?" domandò Cristina con un tono convincente, cercando
allo stesso tempo di essere il meno possibile indiscreta.
"Dobby non
può...è magia troppo potente per giovani maghi."
rispose Dobby.
"Non puoi
proprio?" chiese Harry.
"Sì,
non lo vuole fare a scopi malvagi" aggiunse Ron.
"E poi,
è una strega molto dotata, sai Dobby" rincarò la
dose Hermione.
Cristina, li
guardò sorridendo. La stavano aiutando tantissimo, ed era
felice di essersi conquistata la loro fiducia.
"E va bene,
Dobby ci può provare..." sentenziò l'elfo
spostando lo sguardo dall'uno all'altro dei tre maghi.
Gli occhi di
Cristina si illuminarono.
"Davvero?"
chiese fissandolo negli occhi azzurri. "Oh grazie Dobby sei
gentilissimo!" aggiunse poi.
Gli amici si
guardarono soddisfatti, mentre Dobby si allontanava con Cristina.
"Allora..."
cominciò l'elfo "Deve concentrarsi sulla persona che vuole
riceva l'oggetto, oppure sul luogo dove vuole che appaia...precisamente
dove deve far arrivare gli oggetti?" chiese.
"In Italia..."
mormorò Cristina.
Dobby la
guardò un attimo sorpreso poi riprese il discorso: " Non
soltanto, deve pensare ad un motivo forte per cui l'oggetto deve
raggiungere il mittente..."
"Infine
pronunciare "Mitto", ma ora provi" disse porgendole uno straccio.
Cristina
guardò il pezzo di stoffa, poi socchiuse gli occhi, e
pronunciò la parola, ma non successe nulla: lo straccio era
ancora fra le mani di Dobby.
"Coraggio, si
concentri, Dobby sente che ce la può fare...riprovi" la
incoraggiò l'elfo. La ragazza sorrise dolcemente e
ritentò, ma ancora non succedette nulla.
Al nono
tentativo lo straccio si smaterializzò, ma finì
in testa ad un elfo, che si era avvicinato a Ron Hermione ed Harry.
Dopo altri
svariati tentativi vani lo straccio si smaterializzò, e
finì nelle mani di Harry Potter.
"Ce l'ha fatta
Ce l'ha fatta! Dobby lo sapeva! Dobby ne era certo!" squittì
l'elfo, ma poco dopo venne fortemente abbracciato da Cristina, che si
era chinata per ringraziarlo.
"Grazie mille,
davvero, sei stato bravissimo." gli sussurrò ad un orecchio.
Gli occhi del piccolo elfo si inumidirono appena.
"Ora che hai
imparato possiamo andare?" Domandò Ron, sbadigliando
vistosamente.
La ragazza
annuì e dopo aver di nuovo ringraziato Dobby, e aver
salutato tutti gli altri elfi, uscì dalla cucina con gli
amici.
Harry
tirò fuori la Mappa del Malandrino e il mantello e
ricoprì sè stesso e gli amici, mentre Cristina si
faceva Evanescere afferrando la mano di Ron.
Harry fu certo
di vedere Ron avvampare e le sue orecchie tingersi di rosso a quel
contatto inaspettato.
Rientrarono in Sala Comune tardissimo, e si salutarono velocemente, infilandosi ciascuno nel proprio dormitorio.
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Volevo ringraziare Honey Evans, che spero di aver accontentato con questo capitolo...grazie anche per aver messo la fiction tra i preferiti...e con l'occasione ringrazio anche le altre persone che l'hanno messa nella loro lista di preferiti...un bacione al prossimo capitolo!!!