Ciao a tutti >O< Eccomi già
qui con un nuovo capitolo… perché, diciamocelo, fremevo all’idea di far entrare
in scena l’affascinante playmaker.. XD (tanto ormai lo avete capito tutti dal
titolo del capitolo ù.ù) Beh… vedremo un po’ cosa succede…!
<3
Ho cercato di allungare un po’ il
capitolo, ma tanto posto abbastanza in fretta e penso vada più che bene. Ditemi
se vi sembrano troppo corti!
Mi raccomando, recensite e
commentate! Grazie a tutti quelli che hanno lasciato una recensione dello scorso
capitolo *-* e anche chi ha solo letto! Sono un po’ di fretta e quindi non
riesco a ringraziarvi uno per uno, però sappiate che il mio amore per voi
trascende l’impossibile X3
Buona lettura!!
LiliBlack.
Capitolo
Tre.
Un imprevisto di nome Troy
Bolton.
Alle cinque meno dieci, arrivai
vicino al gelataio del parco, a circa cento metri dal gazebo. Mi ero preparata
per il meglio, e dentro di me, ripassavo tutto il piano.
Dun tratto, squillò il mio
cellulare. “Pronto?”.
“Sha, sono Ryan” disse la voce
maschile.
“Oh, Ryan, come va?” domandai,
sorpresa da quella chiamata.
“Tutto ok… È già arrivato Adam?”.
Aveva una strana nota preoccupata, che mi fece allarmare a mia
volta.
“No, è successo
qualcosa?”.
“Ecco…” rispose, balbettando “Ho
appena sentito Michael… e mi ha detto che… insomma… ha avuto un imprevisto e non
può venire” sussurrò.
“COSA?!”. Due vecchiette si
girarono verso di me. “Come non può venire?! Cos’è successo???” esclamai,
scioccata. Cominciai a mangiarmi nervosamente le unghie.
“Beh… era andato da sua nonna… che
è in una casa di cura… e ha avuto un infarto –la nonna!. Ora è all’ospedale, ma
in pessime condizioni…”.
“Oh…” riuscì a dire, sorpresa. Povero Miky. “Mi
dispiace”.
“Anche a lui” replicò, riprendendo
un attimo di serietà “Comunque ho già trovato il sostituto perfetto, sta
arrivando”.
Solo in quel momento mi ricordai
del piano. “COSA?! Il sostituto?? No, no! Il piano… noi
avevamo…”.
“Sha, non possiamo fare
altrimenti. Non ti preoccupare, sarà perfetto…” mi
rassicurò.
“Ma chi…” ma non conclusi perché
mi parlò sopra “Scusa ma devo andare, sono di fretta” e poi mise
giù.
Oh Dio.
Mi imposi di non gridare e
respirai a fondo dieci volte. Poi mi avvicinai ad una panchina e mi misi seduta.
Cielo, come avrei fatto…? Tutto il
piano, le risposte pronte… tutto… in fumo! Rischiavo addirittura che Adam
pensasse che volevo farlo ingelosire! Quello psicopatico…
“Ciao amore, dov’è
Adam?”.
Voltai sconvolta il capo. Non era
possibile che Miky fosse venuto con la nonna in osp…
Rimasi
scioccata.
Il mio sguardo incontrò un viso
pulito, color biscotto, sorvolato da una massa ribelle castana, con riflessi
biondi. Due occhi azzurri come il cielo d’estate si incatenarono ai miei color
miele, e non li lasciarono più.
Spalancai la bocca e poi la
richiusi.
“B-Bolton?” azzardai, come se solo
nominarlo significasse chissà cosa.
“In carne ed ossa, Sharpay. O
dovrei dire, tesoro”.
Deglutì pesantemente, perché solo
in quel momento mi resi conto che le nostre gambe si sfioravano, che indossava
una camicia che metteva in mostra il suo petto scolpito e che aveva un sorriso
stupefacente.
“Ryan ha dunque chiamato te…?”
domandai, titubante. Come aveva potuto mio fratello tirarmi un colpo così basso?
Sapeva benissimo che al tempo avevo avuto una cotta per lui, che avevo sofferto
tantissimo il suo fidanzamento storico con
“Esattamente. All’inizio pensavo
fosse uno scherzo, ma a quanto pare… davvero uno psicopatico vuole sposarti?
Dev’essere proprio pazzo” disse, ridacchiando.
Sentì un brivido risalirmi lungo
la schiena. Però non lo ricordavo così… fastidioso. “Fottiti Bolton” esalai,
scocciata.
“Dovresti dire ‘fottiti amore’,
Sharpay” sussurrò, sfiorandomi la guancia con la mascella virile. Raggiunse il
mio orecchio e mi disse: “Siamo fidanzati adesso”.
Io sentii una scossa di adrenalina
percorrermi tutto il corpo. Fidanzata con Troy Bolton? Era stato… come dire… il
mio sogno segreto, da liceale.
Mi scostai di scatto. Io non ero
più una liceale, non amavo più Bolton. Si trattava solo di un patto fra
conoscenti. “Bol… Amore, questo è
lavoro”.
“Ma certo” mi replicò, con un
sorriso sornione.
“Ci conosciamo da un
anno”.
“Si…” mi rispose,
disinteressato.
“Ci amiamo”.
“Ah-ah”.
“Non viviamo
assieme”.
“CHE COSA?!” domandò, scioccato,
improvvisamente rinsavito “Come facciamo a stare insieme da un anno e non fare
sesso tutte le notti?!”.
I miei pensieri volarono alle
parole “Sharpay+Troy=sesso” e arrossì di botto. “Ci amiamo!” replicai, colta sul
vivo.
“Si, ma non c’è solo l’amore, c’è
anche il sesso, l’attrazione, il piacere, il godimento,
il..!”.
“Ehm-ehm!” urlò una voce lì
vicino. Una delle due vecchiette ci fissava indignata.
“Lo scusi” mormorai, a capo chino.
Poi lo fissai, irata. “Amore, tappati
quella boccuccia o te la cucio”.
“Sharpay, non posso fingere di
amare una donna in modo così platonico… lo sai benissimo!” mi disse, come se io
lo sapessi davvero. Il mio occhio cadde sul suo corpo palestrato e mi chiesi
quale donna lo avrebbe amato in modo platonico. Arrossì di
nuovo.
“Beh… comunque… Adam vive qui da
solo sei mesi…” balbettai, presa alla sprovvista.
“Benissimo. Possiamo dirgli che…
abbiamo avuto una piccola crisi di coppia”.
Io spalancai gli occhi. “NO! Sei
pazzo?! Quello lì ci stresserà dicendo che la nostra storia è finita!! Non va
bene” proruppi, sconvolta.
“Oh beh… diremo che io ero in
viaggio per lavoro”.
La proposta mi sembrò ragionevole.
“Ah proposito, che lavoro fai?”.
“Studio all’università” mi
rispose, disinteressato.
“Ah, davvero? Che
cosa?”.
“Grecia
Antica”.
Io spalancai gli occhi. Troy
Bolton studiava Grecia Antica?! Cioè Socrate, Platone,
“Si, lo so” disse, con un sorriso
favoloso “è parecchio strano. Hai fatto la stessa identica faccia di Chad quando
gliel’ho detto!”.
Mi imbronciai. Io paragonata ad uno squallido
Wildcats?! Lui scoppiò a ridere. “Amore, devo sapere altro?” domandò, ad
un tratto.
Io andai nel panico, un po’ perché
me lo disse guardandomi negli occhi –con quelle pozze azzurre e profonde come il
mare; un po’ perché eravamo ancora troppo vicini per i miei gusti. Sorrideva in
maniera maliziosa, e sentì il mio stomaco ribellarsi al poco
spazio.
“Ah… tu saresti dunque il
fidanzato di Sharpay, giusto?”.
Mi voltai di scatto ed incontrai
gli occhi abbastanza scettici di Adam. Aveva però anche uno sguardo nervoso:
probabilmente aveva guardato prima se stesso e poi Bolton ed aveva notato che
non c’era il minimo
confronto.
“Piacere, Troy Bolton” si presentò
subito il mio ragazzo,
disinvolto.
Io rimasi un attimo
spaesata.
“Adam Kine” rispose, come se non
ritenesse importante l’ex playmaker. Guardava invece fisso me.
“Sharpay mi ha detto che in
quest’ultimo periodo l’hai infastidita” cominciò. Io alzai lo sguardo,
spaventata da quel modo diretto di porre la questione, ma poi lo abbassai
subito, perché sentì la mano grande di Troy sfiorare le mie dita ed intrecciarle
dolcemente. La strinsi nella mia, sorpresa. Era calda.
“Io non l’ho infastidita” precisò
subito, e sembrava più nervoso di prima “L’ho solo
corteggiata”.
Io fissai i due ragazzi,
lentamente. Adam aveva un cipiglio nervoso, mentre Troy appariva
tranquillissimo, e giocava con le mie dita come per
tranquillizzarmi.
“A-Adam…” riuscì a dire “Io ti ho
rifiutato parecchie volte” dissi, come ad avvalorare la tesi del mio fidanzato.
Lui aggrottò le sopracciglia. “Non
mi è parso affatto”.
Questa volta, Troy mi lanciò
un’occhiatina alquanto seccata. Poi però, tornò subito tranquillo. “Certo,
Sharpay mi ha detto tutto. Mi ha raccontato che non voleva umiliarti e perciò ha
preferito sperare in un tuo cambiamento”.
Io annuì leggermente. Senza
saperlo, Troy aveva detto la verità. Strinsi vagamente le sue dita, mi dava
coraggio.
“Voglio sentirlo dire da lei, se
non ti dispiace, visto che la situazione riguarda solo noi due” disse dun tratto,
stizzito, prendendo la classica posizione del ragazzo
geloso.
Troy aggrottò le sopracciglia a
sua volta. Il suo profilo, illuminato dal sole, era splendido. Lo fissai,
aspettando la sua replica.
“Mi dispiace contraddirti, ma lei
è la mia fidanzata. Abbiamo stipulato
quest’incontro solo per farti rendere conto che stai perdendo tempo. Il tuo
amore non è ricambiato”. Era stato molto duro, e guardai subito Adam, notando
come il suo sguardo si incrinò. Mi strinsi inconsapevolmente contro
Troy.
“Perché il tuo si, giusto?! Ma per
favore, si vede benissimo che è una farsa! Sharpay non ha mai frequentato
nessuno!!” ci accusò, improvvisamente arrabbiato.
“Mi dispiace nuovamente
contraddirti, ma ti stai sbagliando. Negli ultimi mesi, sono stato in viaggio
studio lontano dalla città, e difatti Sharpay era da sola. Ma prima di ciò,
passavamo insieme tutte le notti” disse, per poi guardare me con sorriso
malizioso.
Io avvampai di botto; non avevo
bisogno di recitare per farlo.
“Davvero?! E allora dimmi, su!
Quando vi sareste conosciuti?!” esclamò, sempre più
arrabbiato.
“Al liceo. Lei era la regina del
club di teatro, io il playmaker. Ci siamo subito piaciuti, anche se la cotta
l’ha avuta Sharpay per prima”. Io arrossii a questa esclamazione, ed Adam lo
notò. “Poi entrò in scena una nuova studentessa, di cui io mi innamorai. La mia
attrazione nei confronti di Sharpay era palese, e difatti la mia fidanzata me lo
fece presente più volte. Alla fine, subito dopo il diploma, ci lasciammo, e poi,
beh… puoi benissimo immaginarlo”.
Io lo fissai, scioccata. Aveva…
inventato la nostra storia, al momento, e sembrava così vera, così reale…
Sembrava davvero
Adam sembrava quasi convinto.
“Sharpay, non hai ancora parlato” mi ammonì.
Io aprì gli occhi. Li avevo chiusi
un istante, avvolta dal profumo di Troy. Era davvero buonissimo. E poi, mi stava
carezzando i capelli in maniera così dolce… era soporifero. Rizzai la mia schiena un
attimo, e strinsi di più le mani del mio ragazzo. “… Troy ha detto tutto. La
nostra storia, il nostro rapporto… l’inizio, il passato… fino ad ora: il presente. E io...lo amo, lo amo
davvero. Siamo felici” conclusi, quasi commossa. Era sicuramente stato il
rivangare il passato, il ricordo di quel vecchio sentimento… ma mi sembrava
quasi una dichiarazione.
Adam boccheggiò un istante.
“Sharpay, io ti amo dal profondo del mio cuore. Non sono ancora convinto che lui
sia la tua anima gemella, ma me ne vado” asserì. Mi mandò un bacio come al
solito e si allontanò, a grandi falcate.
Lanciai un sospiro.
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