Un diamante allo stato grezzo

Ogni volta che riusciva a sgattaiolare via dal palazzo, Liam correva dritto al mercato perché niente riusciva a far bene alla sua anima come quell'esplosione di stoffe colorate e spezie che solo le bancarelle di Agrabah riuscivano ad offrire.
Amava, il figlio del sultano, uscire a confrontarsi con le bellezze del mondo vero, quel mondo profumato di libertà e sorrisi che prima di diventare grande non aveva che potuto conoscere grazie alle storie che tutti non facevano che raccontargli a palazzo, che leggeva in tutti i libri della grande biblioteca, che vedeva dal balcone luminoso della sua grande stanza.
La cosa che più amava, del mondo fuori dalle mura d'oro del palazzo, era sicuramente la grande piazza della città, dove ogni mercoledì mattina decine di bambini si sedevano attorno a quel ragazzo dagli occhi così scuri e penetranti nei quali quasi si era ritrovato ad affogare quelle poche volte che avevano ricambiato con un sorriso i suoi sguardi curiosi e insistenti.
Lo chiamavano tutti Al, ma Liam era più che sicuro che quello fosse solo un soprannome, dato dai paesani a quel giovane dalla vita stretta e le braccia bronzee tatuate di nero, in onore di quel poverello dal cuore di diamante che secoli e secoli prima, secondo la legenda, si era rivelato l'unico degno di sposare la principessa Jasmine riuscendo nell'impresa di far capire al regno che l'unica vera ricchezza era quella interiore.
E, più passavano le settimane, i mesi, più Liam non riusciva a far altro che vivere in attesa del mercoledì per andare a sedersi sul bordo di quella fontana e sperare di vedere quelle labbra rosse piegarsi in un sorriso micidiale, quelle mani grandi passare tra i capelli neri come a sistemarli ma con l'unico risultato di incasinarli ancora di più.
E ormai ne era quasi convinto, Liam, che la gente avesse ragione a chiamarlo Aladdin, perché quegli occhi così luminosi non potevano che essere uno specchio sull'anima più pura che Agrabah, il regno e il mondo intero avessero mai visto.
Ma, in tutti quei mercoledì passati ad osservarlo raccontare storie ai bambini, farli ridere e insegnar loro qualsiasi cosa, non era mai riuscito a raccimolare un po' di coraggio ed avvicinarsi, anche solo per lasciargli un sorriso o studiare i suoi lineamenti spigolosi più da vicino, magari per scoprire quel piccolo neo proprio appena fuori dalla sua iride sinistra o per bearsi in modo assolutamente migliore di quel contrasto straordinario che la barba nera, spesso lasciata incolta, faceva sulla sua mascella marcata, sul suo mento quadrato.
"Sei un cagasotto, Liam" lo prendeva in giro Niall, consigliere e migliore amico, ogni volta che il principe tornava a palazzo senza novità da annunciare.
E non aveva tutti i torti, il biondo proveniente dall'europa, ma Liam proprio non riusciva a trovare il coraggio di avvicinarsi e "Ciao, ammiro tanto quello che fai per tutta questa gente. So che ti chiamano Aladdin, ma non ho mai capito il tuo nome" dirgli con confidenza. Ma nonostante ogni martedì sera si convincesse di poterlo fare, tutti i mercoledì, seduto su quella fontana, non riusciva a fare altro che pensare a quanto fosse stupido il volergli parlare ad ogni costo.
E poi, cosa avrebbe potuto avere a che fare lui, un principe che nella vita aveva avuto a portata di dita ogni suo desiderio, con quel ragazzo pieno di sogni e bellezza?
Oh, che cosa buffa.
Liam aveva diamanti raffinati da vedere quando tutto quello che desiderava era quel diamante allo stato grezzo che, senza neanche che lo sapesse, gli aveva rubato il cuore.
Tutto, si sarebbe aspettato il principe, tranne che nel bel mezzo della sua solita riflessione sull'andare o meno a parlargli una folata di menta fresca e cannella gli avrebbe inondato la mente e che voltandosi si sarebbe ritrovato difronte a sorriso più bianco che avesse mai visto.
Mai Liam avrebbe immaginato che "Salve sua maestà" lo avrebbe salutato Al "Ho notato che negli ultimi mesi è venuto spesso alle riunioni del mercoledì e mi chiedevo se le andasse di partecipare, un giorno o l'altro. O magari se le andasse di restare con noi per pranzo" avrebbe finito guardandolo dritto negli occhi.
In quel momento strano Liam aveva scoperto molte cose. Aveva scoperto quel neo che rendeva i suoi occhia ancora più unici, aveva avuto conferma che sì, avrebbe potuto passare ore e ore ad osservare quella mascella contrarsi ad ogni sorriso, e avrebbe tanto voluto rispondergli che se avesse voluto sarebbe rimasto per pranzo, per cena e per tutta la vita.
Ma "Soltanto se mi chiami Liam" gli aveva risposto sorridendogli.
"Perfetto, Liam. Io sono Zayn, comunque."

Zayn.
Liam non faceva che ripetere nella sua mente quel nome, girandosi ancora e ancora tra le lenzuola di seta quella sera, il sorriso più felice che avesse mai avuto stampato sul viso e la voglia di addormentarsi all'istante perché la mattina successiva sarebbe stato il primo giovedì di tanti altri passato al mercato con Zayn.



 

Suvvia, è inutile che ci prendiamo in giro. 
Sapevamo tutti che prima o poi questo Aladdin! Zayn sarebbe arrivato, è inutile meravigliarsi. Sono secoli che lo ripeto a chiunque incontro: Zayn è Aladdin e questa cosa mi uccide.
Sapete una cosa buffa? Io da piccola dicevo che avrei sposato Aladdin poi è arrivato questo Badboy da Bradford e con quel sorrisone smagliante mi ha conquistata in tre nanosecondi.
Ma vi rendete conto di quanto sia illegalmente bello? Dovrebbero censurarlo per la salute mentale mia e di molte altre persone.
Ok, basta divagare.
Torniamo a questa cosa senza capo ne coda che bussava incessantemente alla porta del mio cervello e chiedeva disperatamente di essere scritta da mesi e mesi. Ci è voluto il Wanki con il  suo bellissimo prompt tentatore dello Zayn!Fest per farmela scrivere!
Come potete immaginare ci tengo tanto, perchè i colori e le spezie e tutti gli odori buoni del mercato sono quelli che sogno da sempre, pensando alle notti d'oriente; perché gli occhi di Liam vedono esattamente quello che vedrei io e perché davanti ad un cuore così puro e genuino come quello di Al non si può che rimanere incantati a sperare di ricevere un po' della lucentezza che quel diamante allo stato grezzo riflette.
Potrei stare qui le ore a parlare della preziosità dei diamanti grezzi, delle miniere a cielo aperto, di Aladdin e di come l mia macchina si chiami Jasmine perchè (lets face it) I'm pretty hopeless.

Mi farebbe tanto tanto piacere spere cosa ne pensate <3
Un bacione grande,
la vostra Debs
( esaurita e svilita dal mattone di ben 400+ pagine di storia dell'architettura che la fissa dalla scrivania e che deve essere studiato entro mercoledì 4 #sigh)