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Autore: Dark_soul    02/05/2008    1 recensioni
In una cella una donna attendeva. Nulla decorava le pareti spoglie di quella prigione se non una piccola immagine in bianco e nero su cui tante volte la maga posava lo sguardo. Quell’immagine era il suo obiettivo... Alya è la figlia di Bellatrix e Rodulphus Lestrange, ha una missione da portare a termine..
Genere: Triste, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Per motivi stilistici, ho cancellato il precedente aggiornamento, ma per non perdere il capitolo l'ho aggiunto a questo . Ho diviso con una linea i due testi, così chi avesse già letto il capitolo precedente non deve far altro che partire a leggere dalla linea orrizontale.

 

Hogwats splendeva sotto i raggi lunari, e il suo riflesso imponente specchiava sulle acque del lago. Il vento lieve ne increspava la superficie, si insinuava tra le foglie della foresta e giocava tra le fessure del castello.  Non un rumore rompeva l’atmosfera tranquilla, solo il sospiro del vento si aggirava in quella notte fredda.
Alya sedeva immobile sulla torre di Astronomia. Aveva avvolto attorno a sé una spessa coperta, che proteggeva la testa, appoggiata al muro, dal freddo della pietra. Si vedevano i suoi occhi, chiusi, mentre le stelle del cielo si riflettevano sull’ultima lacrima ancora sulle sue gote. Il suo respiro lieve nemmeno si udiva, svelato solo da un ritmico soffio delle sue narici, e le sue mani stringevano ancora i lembi della coperta.
Sargas la osservava attentamente, seduto appoggiato al parapetto con ai suoi piedi la scopa di Victor Krum. Non era stato difficile trovarla: avrebbe giurato che si sarebbe rifugiata nel punto più alto del castello, dove le stelle si vedevano più chiaramente. Aveva sempre conservato un affetto quasi religioso verso la stella da cui prendeva il nome, sin da quando erano piccoli. Almeno questo non era cambiato.
Passò lo sguardo sul suo volto, familiare ma allo stesso tempo estraneo. Sorrise: sembrava una bambina, piccola piccola in una coperta troppo grande.
Poi vide quella lacrima sulle sue guancie e il sorriso gli morì sulle labbra. Un'unica domanda gli rimbombò nella testa: perché?
Non riusciva a capirne il motivo. Lei era sempre stata una ragazza forte, sicura, e mai, mai, avrebbe pensato che piangesse, per lui? Era impossibile, eppure sembrava che non serbasse ricordo di quella notte, ma l’aveva vista, o no? Che cosa aveva visto in quegli occhi poche ore prima, tristezza? Lei? In una mangiamorte?
Troppe domande, troppi dubbi per lasciar correre. Già una volta l’aveva persa, e se c’era anche una sola possibilità per riaverla accanto a sè, non l’avrebbe sprecata. Non un’altra volta.
Si alzò lentamente e si avvicinò ad Alya silenzioso. Uno sguardo di malinconia si dipinse sul volto di Sargas, e allungò la mano, asciugando l’ultima lacrima della sua amica, mangiamorte.

Alya aprì di scatto gli occhi, e un vento freddo le accarezzò il viso, facendola rabbrividire. Le era sembrato di sentire una presenza accanto di sé, ma forse era solo il vento. Alzò gli occhi verso il cielo e vide che le stelle erano già scomparse nel chiarore dell’alba, ormai vicina.
Si passò le mani sul viso umido e ripensò ai fatti della sera precedente. Era stata così sciocca da lasciarsi andare proprio davanti a Sargas, proprio da chi non doveva sapere niente.  Era stato un gesto avventato e adesso doveva trovare il modo di uscire fuori da questa situazione.
Seginus non aveva rispettato il patto, aveva mentito, ingannandola per ottenere i suoi scopi. Si era offerta per salvare Sargas da un destino che non desiderava, ma il suo sacrificio era stato inutile. Inutile. Alya sentì la rabbia montarle, e tutto il disprezzo per quel mago si accrebbe. Non solo perché l’aveva ingannata, ma perché aveva fatto del male al suo amico.
Era chiaro che Seginus voleva vedere suo figlio morto, e per punirlo ulteriormente per la sua insubordinazione gli aveva portato una morte crudele sotto forma della sua migliore amica.  Ma aveva fallito.
Era possibile però che Seginus non sapesse che Sargas era ancora vivo, dato che il ragazzo aveva detto: “se non mi avesse trovato Karkaroff sarei morto ”.
Forse non era ancora tutto perduto. Se avrebbe tenuto duro, poteva ancora fare qualcosa per Sargas: stare zitta. Se avesse spiegato al ragazzo come erano andate le cose, lui certamente sarebbe rimasto o avrebbe fatto chissà quale altra sciocchezza. L’avrebbe riavuto, ma per quanto? Fino a che non sarebbe venuto Seginus a mettere le cose a posto. No. Lui poteva ancora salvarsi. Per il suo bene, era meglio tacere e così nessuno avrebbe perso qualcosa. O almeno, non qualcosa che aveva già perso in passato.



“Harry, per fortuna avevi detto di aver già risolto l’indovinello dell’uovo.” Proruppe Hermione, irritata.
Lei, Ron, Harry e Alya si trovavano nella biblioteca in cerca di un modo per respirare per un’ora sott’acqua. Harry infatti aprendo l’uovo d’oro sott’acqua, aveva scoperto in cosa consisteva la prima prova: immergersi nell’acqua gelata del lago e andare a riprendere ciò che le sirene avevano rubato e che era più caro al ragazzo.

I quattro erano seduti su un tavolo circolare, con al centro una grande quantità di libri che quasi non permetteva loro di vedersi l’un l’altro. Avevano avuto una pesante giornata nelle lezioni, ma tutto il tempo libero era stato speso in biblioteca per aiutare Harry. Ma ormai era quasi ora di andare.
“Hermione, è la trecento quindicesima volta che lo ripeti. Direi che ha afferrato il messaggio.” Le rispose Ron, mentre sfogliava di malavoglia un grosso libro nero.
“Lo spero bene! Manca solo una settimana alla prima prova e noi siamo ancora in alto mare!” sibilò la Grifondoro, chiudendo di scatto il libro che aveva tra le mani, gettandolo nel mucchio davanti a lei.

Harry non rispose, e cercò di concentrare tutta la sua attenzione sul libro che stava leggendo. Una terribile morsa gli si strinse allo stomaco.
“Hermione, se fossi in te non userei metafore sull’acqua.” Le sussurrò Ron, con aria cospiratoria. “E guardalo, mi pare che stia abbastanza male senza che ti ci metta anche tu.”
La ragazza si allungò sopra la montagna di libri, e, vedendo l’aria afflitta di Harry, soggiunse ad alta voce: “beh, meglio tardi che mai. Ora siamo qui, e sono sicura che troveremo qualcosa.” Ma nella sua voce non c’era troppa sicurezza. “Oh, ci sarà qualcosa.”

Alya non rispose, e continuò nel suo lavoro: inutile immischiarsi in futili battibecchi. Harry pochi giorni prima le aveva chiesto se poteva dargli una mano nelle ricerche, e lei, osservando la sua aria smunta e pallida, non poteva fare altro che accettare. In verità era anche un’ottima scusa per evitare Sargas, che ultimamente aveva cominciato ad aggirarsi per il castello. Ogni volta accompagnato da una ragazza diversa.
La ragazza chiuse di scatto il libro e ne prese un altro, mentre Hermione la osservava di soppiatto.
“Alya, conosci per caso un certo Sargas? E’ un ragazzo di Durmstrang.” Chiese la Grifondoro, con una certa curiosità.
Alya non si mosse, e continuò a sfogliare il libro indifferente. “Di vista. Perché?”

“Perché l’altro giorno sono uscita con Victor …” ma venne interrotta da un tonfo. Ron strabuzzò gli occhi e disse: “Con Viky? E come è andata con Viky?
Hermione non lo degnò di uno sguardo e continuò a parlare: “e c’era anche Sargas con un’altra ragazza  (piuttosto stupida a dire il vero). Abbiamo parlato del più e del meno, quando mi ha fatto delle domande su di te: da quanto tempo ti frequento, la mia impressione, e poche altre.”
“Anche a te?” la interruppe Ron, cambiando espressione curioso, cercando di vedere Alya oltre il mucchio di libri. “Una volta ha fermato me e Harry appena fuori dalla Sala Grande, subito dopo pranzo …”
“Sì, e ci ha fatto le stesse domande: come ti comporti, cosa noi pensiamo di te, …” disse Harry, annuendo.

“Curioso.” Commentò Alya, ironicamente.
“Ma, c’è una ragione in particolare? Vi frequentate?” disse Hermione, seria.
Alya scosse la testa, cercando di rimanere impassibile. “No. E’ un ragazzo che ci ha provato con me al ballo, ma io l’ho respinto e ora cerca tutti i modi per avvicinarmi. Patetico.”
Ron, rimasto deluso dallo scoop mancato, si afflosciò sulla sedia e continuò a girare le pagine svogliato, sotto gli occhi severi di Hermione. Harry non commentò, e lanciando un’occhiata fuori dalla finestra vide un allocco che raspava il vetro per entrare. Incuriosito, si alzò ed andò ad aprire la finestra, facendolo entrare. L’animale si alzò in volo e planò sopra Alya, lasciandole cadere una busta proprio innanzi. Seginus.

Sbigottita, riconobbe la scrittura e infilata velocemente la pergamena nella borsa, si alzò in piedi. “Mi dispiace non potermi trattenere ancora, ma devo rispondere alla lettera di mia zia. Non sta molto bene, e spero non ci siano cattive notizie.”
Velocemente uscì dalla biblioteca, senza lasciare il tempo agli altri di rispondere. Svoltato l’angolo , si nascose dietro una statua e aprì la busta. Dentro c’era un biglietto con la stessa scrittura fluida che aveva tracciato l’indirizzo sulla busta, con poche parole scritte: “Ha un servo fedele all’interno. TROVALO.”

Alya fece un sospiro di sollievo: Seginus non aveva ancora scoperto di Sargas. Ma come avrebbe potuto? Perché preoccuparsi per niente? Si stava creando problemi da sola, come se ne avesse pochi. Sbuffò, e si concentrò sulla lettera appena ricevuta, dirigendosi verso i dormitori.
Così Seginus era riuscito a scoprire un dettaglio del piano dell’Oscuro Signore. Un servo fedele. Facile a dirsi. C’erano centinaia di persone dentro la scuola e sicuramente si nascondeva sotto un’altra identità, forse un alunno o addirittura un insegnante. Certo! Un’insegnante poteva aver accesso a tutto il castello, esser vicini al preside e prender parte ai retro scena di Hogwarts. Senza dubbio per una talpa doveva essere la posizione migliore. Ma anche la più difficile. Silente non era uno sprovveduto, e non si faceva abbindolare facilmente.

Bisogna anche considerare che ogni insegnante godeva della più completa fiducia del preside, e viveva ad Hogwarts da … Un momento! C’era solo un professore nuovo per quest’anno, ed era quello di Difesa contro le Arti Oscure. Moody. Ma no. Era un ex auror: ha combattuto per anni contro i Mangiamorte. Impossibile. Eppure, come poteva sapere della vera identità di Alya? Quel giorno, con la maledizione Imperius, sembrava sapesse esattamente cosa ci fosse sul suo avambraccio sinistro. Forse, avendo  avuto contatti con i Mangiamorte per anni potrebbe sapere molte più cose di quanto non sappia il Ministero.  E perché tenerlo nascosto allora?

Era strano, e anche se le sembrava impossibile, decise di tenerlo d’occhio. Tuttavia un altro insegnante le destava maggior sospetto: Piton. Era stato un Mangiamorte, lo sapeva, ma non era chiaro il motivo per cui si diceva che fosse passato all’altra fazione durante la guerra.  Un Mangiamorte pentito? Ne aveva visti tanti, ma tutti dopo la caduta del Signore Oscuro. Perché cambiare quando Voldemort era potente? Non aveva senso ...

Mentre rifletteva, quasi non si accorse di essere arrivata davanti al ritratto di Serpeverde, e, avendo pronunciato la parola d’ordine a mezza voce, attraversò la Sala Comune così immersa nei propri pensieri che quasi andò addosso a Pansy Parkinson.
“Hei! Stai un po’ attenta, Babbanofila dei miei stivali.” Sibilò Pansy, risentita. Aveva preso l’abitudine di chiamare Alya così da quanto passava più tempo con Harry e gli altri.

“Pansy, non è colpa mia se occupi la quasi totalità di spazio qui dentro."
La ragazza fece un’aria risentita, fece per allontanarsi altezzosa quando un pensiero le passò  in mente e si rivolse ad Alya, che stava già aprendo la porta per il dormitorio.
“Senti un po’ – disse, con il tono misteriosamente cambiato, gentile forse – c’è un ragazzo di Durmstrang che fa domande su di te in giro …”
“E’ tutto tuo Pansy.” Le rispose Alya con sufficienza, nascondendo un mezzo sorriso. Almeno così Sargas se ne sarebbe stato lontano dal castello per un po’ pur di non incontrare Pansy per i corridoi.
“Beh, non ti lamentare se dopo starà con me allora.” Le rispose l’altra con un ghigno. Alya scosse la testa alzando gli occhi ed entrò nel dormitorio, mentre Pansy pensava già al metodo migliore di abbordaggio.

Alya chiuse con forza la porta, e controllò che in camera non ci fosse nessuno. Poi lanciò la borsa sopra il letto, e cominciò a prendere a pugni il cuscino. Di tutte le persone del castello, proprio a Pansy doveva andare a parlare quello stupido? Non si poteva fare gli affarracci suoi? Sembrava che fosse venuto ad Hogwarts solo per scombinarle la vita. Prima del suo arrivo non c'era nessuno che la scocciava, se ne stava pacificamente da sola e stava bene così! Ora invece si ritrovava Pansy Parkinson fuori dalla porta che studiava un piano di conquista del suo migliore amico che poche settimane prima l'aveva vista piangere. Oh, ma gliel'avrebbe fatta pagare, in un modo o nell'altro. Anche a costo di rimandarlo nella sua scuola a suon di Cruciatus.

Alya con un sospiro si distese a letto, osservando il soffitto in pietra. Cercò di accantonare il pensiero di Sargas, per concentrarsi sulla missione che le aveva affidato Seginus, ma le riusciva sempre più difficile pensare con lucidità mentre le venivano in mente scene del ragazzo abbracciato a Pansy. Con un brivido di disgusto si rigirò nel letto e, vestita com'era, chiuse gli occhi, rimandando ogni decisione al giorno dopo.

 



 

Ciao! Mi scuso con i lettori per il casotto che ho fatto con il capitolo (sopratutto con nana_stile per aver dovuto cancellare la sua recensione), ma quello precendete non mi piaceva proprio (e neanche a voi visto il numero di letture) e ho deciso di agglomerarlo a questo nuovo. Mi scuso anche se non aggiorno più con regolarità, ma trovo sempre più difficile trovare un momento per scrivere e il risultato non è sempre ottimo. Comunque, parlando della FF: ho cercato di adattare la prima reazione di Alya alla lettera di Seginus con quella che potrebbe avere il lettore. Si, insomma, ho creduto che dopo 5 capitoli incentrati solo su Sargas il lettore sia portato a pensare al ragazzo, o no? Ditemi se sbaglio!

Ringrazio tutti per la lettura! Alla prossima!

Dark Soul

 

nana_style:scena d'amore!! scena d'amore!! Non c'era nessuna scena d'amore... Anzi non mi apreva proprio che tra i due ci fosse un sentimento benevolo. Non so tu dove l'hai visto l'amore =.=

Erika91:Ti ringrazio per avermi consolata, almeno così so che non faceva proprio tanto schifo! xDD

chibi_elyion:Chibiiiiiiiiii! Mi sei mancata T_____T Ogni giorno accendevo il computer con la speranza di una tua possibile recensione, e alla fine sono stata soddisfatta. Grazie. Nella tua recensione mi hai fatto una domanda e spero che questo capitolo ti abbia dato la risposta. Alya è fragile, sì, ma non per questo si piange addosso. Mi pareva di averlo già detto, ma lei trova sempre in un modo o nell'altro la forza per riemergere. e in questo senso è molto più forte di tante altre persone che conosco. Sarà anche fragile, ma ha anche una forza da leone.

  
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