Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: holls    26/11/2013    6 recensioni
Mary Sullivan è la classica ragazza perfetta: è bravissima, è bellissima e, soprattutto, è terribilmente odiosa.
Susy Carlsson è la classica ragazza normale: voti mediocri, né bella né brutta e, soprattutto, odia Mary Sullivan.
Ma cosa potrebbe accadere se le due si ritrovassero insieme per una ricerca di scienze? Mary Sullivan sarà davvero così perfetta come sembra?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5. La derisione di Mary Sullivan
 

Sono con Monica e Lara, le mie amiche di sempre. Eppure non mi sto divertendo. Non riesco a togliermi dalla testa gli occhi di Mary, che sembravano quasi implorarmi di restare, nonostante le sue parole. Sapevo che lo avrebbe voluto, eppure l’ho tradita così! Se penso che poco prima mi aveva confessato di essere felice della mia visita! Mi sento una persona orribile. Forse lo sono.
Io e Lara, intanto, aspettiamo che Monica si provi un paio di pantaloni. Guardo il mio riflesso nel corridoio dei camerini e noto la mia faccia scura.
« Tutto bene, Susy? È un po’ di giorni che sei strana. »
« Sì, sto bene. »
Ma Lara non è cretina e non ci casca. Lo vede che non sono esuberante come al solito, segno che qualcosa non va. Non posso fare a meno di essere un libro aperto per chiunque, purtroppo. Chissà se Mary avrà letto il dispiacere nel mio sguardo. Spero proprio di sì.
« Ah! Non ti ho detto cosa abbiamo fatto oggi io e Monica, mentre eri chissà dove. »
Lara tira fuori dalla borsa un uniposca nero e me lo sventola sotto al naso.
« Abbiamo scritto sui muri del bagno! Tante belle frasi sulla nostra adorata Mary… vero, Monica? »
Lei si affaccia dal camerino e sorride soddisfatta.
« Sì, proprio così. Lara mi ci ha trascinato. »
« Non dire scemenze, anche tu eri contenta all’idea! »
Scoppiano a ridere. Io mi uniformo per non destare sospetti. Ecco, allora, chi sono le autrici di quelle frasi poco eleganti su Mary. Le avrà lette? E cosa avrà pensato?
Mi chiedo da quando le mie amiche siano diventate così. Sapevo che odiavano Mary, ma non immaginavo che fossero così meschine. Forse non sono vere amiche come credevo? Forse sono io quella sbagliata e fuori posto?
Lara ripone il pennarello in borsa.
« Comunque, lo ripeto: sei strana, Susy. Non ti starai mica stancando di noi? »
« Ma che stai dicendo? Come potrei! »
« Perfetto! Allora, domani, ti unirai alla nostra retata contro Mary Sullivan. »
Torno sul pianeta Terra e spalanco gli occhi.
« Cosa? »
« Sì, carina, e stavolta non ti dilegui! Prendi qualche farmaco, se stai male! »
Noto una punta di acidità nella voce di Lara. Il battito del mio cuore accelera, e so anche perché. Temo che abbiano intuito qualcosa su me e Mary. Effettivamente, sono diventata strana da quando è scoppiato lo scandalo.
Mi chiedo in cosa consista questa ‘retata’ contro Mary. Cosa dovrò fare?
Monica esce dal camerino col suo paio di pantaloni, pronta a pagarli.
E io continuo a seguirle, come un’ombra segue il proprio padrone.
 
***
 
La retata è cominciata. Siamo nascoste dietro a un muro, con un paio di uova in mano. Sì, uova. Scopo della retata: rompere un uovo per terra e far scivolare Mary. Poi, se non saranno soddisfatte, lanceranno il rimanente addosso.
Sto cercando un modo per sfuggire a tutto questo, ma non lo trovo. Monica e Lara sono troppo insospettite dal mio recente dileguarmi, non mi permettono di allontanarmi in alcun modo. Che cosa posso fare?
Io e Lara abbiamo un uovo ciascuna. Monica fa da vedetta e ci segnala il momento buono, quando sarà. Il cuore mi batte a mille e le gambe mi tremano.
All’improvviso, Monica si volta verso di noi, eccitata.
« Sta arrivando! Sta arrivando! »
Mi affaccio ed è proprio così: Mary cammina da sola, in mezzo al corridoio, sotto gli occhi di tutti. Io stringo la mano intorno all’uovo: non ce la faccio. Come posso gettarlo a terra per farla scivolare? È più forte di me. Devo trovare una via d’uscita!
Mary si avvicina sempre più, Lara si volta verso di me e mi fa cenno di gettare l’uovo a terra. Io la guardo impietrita, mentre lei mi fissa sicura di sé.
« Forza, Susy. Prima tu. »
Devo fare qualcosa. Ma cosa? Mary arriva e io non riesco a muovere un muscolo. Non ci riesco. No.
Lara si volta ancora verso di me, sbuffa e scuote il capo, con sguardo sprezzante.
« Sei proprio una cacasotto. »
E getta l’uovo a terra. Alla mia sinistra spunta Monica e fa altrettanto. Da quando aveva un uovo?
Do una sbirciata verso Mary, che è stata intercettata da alcune ragazze. La trattengono, le dicono qualcosa e lei torna a camminare, sovrappensiero.
Mary, sveglia! Guarda in basso! È scivoloso, Mary!
Perché non riesco a urlarlo? Perché non ho il coraggio di uscire da questo nascondiglio e dire a Mary del pericolo che sta correndo? Perché sono così codarda?
Vorrei strapparmi i capelli, cadere in ginocchio e piangere. Mi odio.
Osservo Lara e Monica sogghignare e mi sento male. Odio anche loro!
Come Mary si avvicina al luogo dello scherzo, sento il mio cuore battere sempre più forte. Un passo, un battito in più.
Ma non riesco a gridare.
Eccola.
Ha lo sguardo perso.
Scivola.
Cade malissimo e fa un tonfo inaudito, coperto dalle risate di Monica e Lara e da quelle di altri ragazzi, venuti apposta per assistere alla scena.
Sento i miei occhi che si riempiono di lacrime, mentre osservo Mary totalmente imbrattata da quella roba appiccicosa. Si scrolla le mani, cercando di liberarsi dall’albume colloso, ma ormai anche i suoi vestiti sono rovinati.
Ho sempre odiato Mary. Ho sempre odiato i suoi vestiti alla moda, diversi ogni giorno, così eleganti. Forse perché erano l’opposto dei miei. Forse perché, in fondo, volevo essere un po’ come lei. Ma adesso so che, probabilmente, lei vorrebbe essere un po’ come me. Non è quella che sembra, ma nessuno riesce a capirlo. Nessuno tace di fronte a Mary che trattiene le lacrime per le vessazioni che sta subendo.
Nessuno tace. Tutti ridono.
E io li odio.
Comprese le due ragazze al mio fianco, che mi straziano con le loro risate.
 
Dopo essersi pulita, Mary si guarda intorno. Vuole vedere chi sono i responsabili, fisici o morali, di questa atrocità.
I nostri occhi si incrociano, ma i miei la supplicano. Forse come i suoi hanno supplicato me, ieri pomeriggio.
Mary se ne va, senza dare alcuna soddisfazione a questo branco di idioti, nel quale forse ci sono anch’io.
Sono livida di rabbia. E, stranamente, il mio uovo è ancora stretto nella mia mano, intero.
Faccio qualche passo verso il corridoio. Mi volto verso Lara, e lei, di rimando, mi guarda senza capire.
Alzo il braccio.
Lo lancio in avanti.
E, nel frattempo, lascio l’uovo.
Si spiaccica completamente sulla faccia di Lara, incollandole i capelli.
Faccio appena in tempo a vedere i suoi occhi sbarrati e la sua bocca spalancata, prima di fuggire via nella stessa direzione di Mary.
 
Lei non c’è. Ho cercato dappertutto, ma non la trovo. Entro in bagno, dove campeggiano quelle scritte su Mary a caratteri cubitali e tiro fuori dalla tasca un pennarello nero. Il piano di Lara e Monica prevedeva anche questo: aumentare il repertorio di graffiti encomiabili.
Stappo il pennarello e mi avvicino alla prima scritta.
“Mary Sullivan racchia”.
Con una calligrafia ancora più grande, se possibile, aggiungo sotto ciò che avrei voluto dire da troppo tempo.
“Stupide!”
Decoro le restanti scritte con quell’unica parola. Una volta terminato, faccio qualche passo indietro e ammiro il mio lavoro. Non servirà mai a cancellare la mia colpa, ma mi sento meglio. Sento di aver fatto qualcosa per Mary, anche se piccola.
Un singhiozzo.
Mi volto istintivamente, cercando di capirne la provenienza. Viene da uno dei bagni, ne sono certa. E se fosse Mary? Ma mica posso chiedere “Scusa, sei Mary? Sono Susy!”. Devo cercare di essere più anonima.
Tossicchio.
« Ehm, chi c’è? Tutto bene? »
Il mio piano deve aver funzionato, perché la porta, piano piano, si apre. E mi bastano quelle poche ciocche bionde per capire che quella chiusa dentro è proprio Mary.
Faccio qualche passo verso di lei, che quasi richiude la porta.
« Mary, aspetta! Sono Susy! »
Ma lei chiude, senza darmi la possibilità di fare altro.
« Mary, ti prego, apri. Mi dispiace da morire, perdonami! Perdonami, Mary! »
Lei apre la porta. Il riflesso della luce mi permette di vedere la scia che le lacrime le hanno lasciato sul viso. Mary abbassa lo sguardo.
« Dov’è il tuo uovo? »
« L’ho gettato addosso a Lara! Mi dispiace, Mary, perdonami! »
Senza neanche accorgermene, mi ritrovo inginocchiata davanti a lei, con le mani incrociate. Non credevo che avrei mai supplicato qualcuno di perdonarmi. Sicuramente non Mary Sullivan, questo è certo.
« L’hai gettato addosso alla tua amica? »
« Sì! È una stupida! »
Mary socchiude appena la bocca. Probabilmente è stupita da quanto ho detto. Ma è la verità: Lara è una stupida. E Monica con lei.
« Alzati, Susy, dai. »
Quel tono di voce quasi sussurrato, così dolce e rassicurante, mi tranquillizza e mi culla. Mi alzo in piedi e, in barba allo sporco, la abbraccio.
Stringo le mie braccia intorno al suo corpo così esile e sento che, timidamente, anche lei ricambia. Prima piano, poi stringe sempre più. E stringo anch’io.
I suoi capelli mi solleticano la guancia e mi ci tuffo ancora di più: sono talmente morbidi e lisci! Sono così belli che vorrei accarezzarli tutto il giorno, vorrei pettinarli e acconciarli.
Le mie mani sfiorano il suo maglioncino e non posso fare a meno di notare quanto sia morbido. È sicuramente molto costoso, perché i miei, dopo un paio di lavaggi, sono già diventati tutti stoppacciosi e hanno già fatto una quantità inimmaginabile di pallini.
Non so perché mi stia perdendo in pensieri tanto sciocchi. Forse perché oggi, dopo tanto tempo, mi sento in pace. Con me stessa e col mondo. Sto stringendo Mary, abbiamo fatto pace e sono felice.
Ci sciogliamo dall’abbraccio e lei sorride. Allunga una mano verso i miei capelli, per poi ritrarla con qualcosa tra le dita.
« Avevi un po’ di guscio. »
Ridacchiamo insieme, io e Mary. Sono così felice!
Mary strappa un po’ di carta igienica e si pulisce l’ultimo rimasuglio di uovo dai vestiti. Per i capelli, purtroppo, c’è poco da fare. Non che siano granché sporchi, ma nella caduta le punte si sono inzuppate nel lago.
« Sai, Susy, fino a pochi minuti fa pensavo che questo fosse il compleanno più orribile della mia vita. Adesso, invece, credo che sia il più bello. Ci sei tu! »
Rimango sorpresa.
« È il tuo compleanno, Mary? »
Lei annuisce. Io continuo a domandare, incuriosita.
« Farai una festa? »
Le sue labbra si schiudono in un sorriso, ma i suoi occhi non mentono.
« In realtà pensavo di farla domani. Ma adesso è inutile prepararla, non verrebbe nessuno. »
« Io sì! »
Mary sorride talmente tanto che, se potesse, quel sorriso le occuperebbe tutta la faccia.
« Davvero? Davvero verrai? »
« Ma certo! »
Mi abbraccia ancora, questione di un attimo, ma riesco a percepire tutta la sua gioia.
« Sono così felice! Grazie, grazie, Susy! »
 
***
 
Ho riaccompagnato Mary a casa. Siamo state brave a non farci vedere dalle nostre compagne! E siamo anche riuscite a scampare alle domande di suo padre, confidandoci con la domestica – che, per la cronaca, si chiama Clarissa.
Ho raccontato a Mary della mia personale guerra col giardiniere ed è scoppiata a ridere. È stato bello vederla così felice, nonostante i capelli zozzi e i vestiti da lavare. Sembrava che non le importasse nulla di quello che era accaduto a scuola. E pensare di essere riuscita a tirarle su il morale mi rende molto felice!
Mi ha riferito, comunque, che il giardiniere è scorbutico di suo. Non ci si può far niente, però lavora bene, a quanto pare.

Sono sulla via del ritorno ed è quasi sera. Mary mi è sembrata davvero felice riguardo al suo compleanno di domani. Probabilmente ci sarò davvero solo io, ma sono certa che ci divertiremo.
Il mio telefono squilla ancora. Lo tiro fuori dalla tasca: è Monica.
Titubante, premo il tasto verde e porto il cellulare all’orecchio.
« Susy? »
Il modo in cui dice il mio nome mi fa tremare.
« Sì, dimmi. »
So che vorrà dirmi qualcosa riguardo all’uovo che ho tirato in testa a Lara.
« Se pensi che vogliamo scaricarti, non è così. Ti diamo un’opportunità per farti perdonare. »
Dovrei sorridere, ma non ci riesco. A malapena contraggo i muscoli del viso. Monica continua.
« Domani pomeriggio, Lara darà una festa. Vieni e falle un bel regalo, e ti perdoneremo. Altrimenti… »
« Altrimenti cosa? »
La sento emettere un risolino.
« Ti conviene venire, Susy. Non vorrei essere al tuo posto, sennò. Ciao ciao! »
Monica mi riattacca in faccia. Nemmeno il tempo di salutare o di ribattere.
Sono preoccupata.
Che cosa mi accadrà se non andrò alla festa di Lara?
Ma soprattutto, come faccio a tradire Mary ancora una volta, dopo quell’abbraccio sincero che ci siamo scambiate?
Si tratta di scegliere con chi voglio stare. Si tratta di scegliere a chi sono più legata.
È la resa dei conti.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: holls