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Autore: CassandraLeben    03/05/2008    4 recensioni
< Scusi Clarissa, non è che potrebbe aiutarci? Isabella è caduta e credo abbia bisogno dei punti … i moduli li riempirò dopo, mentre attenderemo l'esito delle analisi …> Come diavolo faceva ad essere così sexy la sua voce? Alzai una palpebra e tanto mi bastò per scorgere una giovane infermiera arrossire violentemente e coprirsi il volto fino agli occhi con una cartella clinica, per nascondere le gote diventate bordeaux. Era giovane, era carina, e Edward la stava incantando con il suo sguardo ammaliatore. Poveretta.
Ho provato a immaginare come potrebbe essere l'inizio del "dopo Eclipse" con annessi e connessi! Ed ecco qua ... un'altra storia!!! spero vi piaccia! Questa volta ho provato qualcosa di un po' più allegro. Lasciate una traccia del vostro passaggio su queste pagine per farmi sapere cosa ve ne pare! Grazie!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Edward, sto bene … non è il caso che ti preoccupi in questo modo ! >

< Sì, sì. Adesso però stai zitta . >

Quando Edward faceva così era proprio insopportabile .

Correvamo, o meglio, correva con me in braccio, a quella che per i miei standard ancora tristemente umani era una velocità inaudita, giù per la montagna, schivando gli alberi che ogni volta parevano sfiorarci pericolosamente.

Chiusi gli occhi e cercai di respirare con la bocca. L'odore del sangue mi dava un fastidio tremendo e non sapevo se la nausea fosse dovuta alla velocità incredibile o ai rivoli rossi che mi attraversavano il volto e macchiavano la mia camicetta. In bocca sentivo un tremendo sapore di ferro e sale … disgustoso. Il mal di testa era probabilmente dovuto alla fasciatura improvvisata e un po' troppo stretta che mi aveva fatto Edward. Il suo bel maglioncino color panna era irrimediabilmente rovinato. Un vero spreco a parer mio.

Poggiai il capo sul suo petto freddo e duro ma allo stesso tempo accogliente.

< Ti senti male? > La sua voce era tesa, preoccupata.

< No, per la centesima volta. Sto bene.  Le ferite al capo … >

< … Sanguinano molto. Lo so. Guarda che ho due lauree in medicina. >

< Ecco, e allora perché mi esasperi l'anima in questo modo? >

< Non è colpa mia se ti fai sempre male . >

< Guarda che se non fosse stato per quella radice non sarei inciampata, e non è di certo colpa mia se quel sasso si trovava proprio dove ho sbattuto il capo. È la mia solita fortuna …>

< Hai ragione, avrei dovuto fare attenzione . >

< Ti prego, non ricominciare con la solita storia. Non può essere tutto colpa tua.  Ora, se proprio ci tieni, portami a casa tua. Carlisle mi darà un paio di punti e via, fine della storia. >

< Carlisle ed Esme sono a caccia. Ma vedrai che il dottor Gerandly ti rimetterà a posto in un secondo.  >

No, all'ospedale no. Charlie si sarebbe preoccupato per nulla e io avrei dovuto riempire centinaia di moduli per l'ennesima volta. Con tutte le volte che ero stata lì, avrebbero potuto tranquillamente fotocopiare i miei dati.

Non feci in tempo ad elaborare questo mio ultimo pensiero che improvvisamente Edward smise di correre. Me ne accorsi perché i miei capelli mi ricaddero morbidi sulle guance. Tranne quelli  incrostati di sangue naturalmente. Quelli mi si erano incollati al volto.

Aprì una porta tenendomi sempre in braccio e fece alcuni passi. Riconobbi l'odore tipico e familiare dell'ospedale: Disinfettante.

Circa cinque secondi dopo sentii Edward parlare con il suo tono seducente:

< Scusi Clarissa, non è che potrebbe aiutarci? Isabella è caduta e credo abbia bisogno dei punti … i moduli li riempirò dopo, mentre attenderemo l'esito delle analisi …>

Come diavolo faceva ad essere così sexy la sua voce? Alzai una palpebra e tanto mi bastò per scorgere una giovane infermiera arrossire violentemente e coprirsi il volto fino agli occhi con una cartella clinica, per nascondere le gote diventate bordeaux.  Era giovane, era carina, e Edward la stava incantando con il suo sguardo ammaliatore. Poveretta.

Lei fece cenno di sì e disse:

< Certo Edward, seguimi . vuoi che ti porti una barella? >

< No, la tengo in braccio. > Rise sotto i baffi.  gli lanciai uno sguardo indagatore e lui se ne accorse. si chinò in avanti e mi sfiorò la punta del naso con le sue labbra fredde. < Ti amo, ma sarà meglio che ti lavino la faccia.  Sei una tentazione insostenibile così. >

< Se vuoi cammino. Così, se mi allontano, potrai ricominciare a respirare. >

< Te ne eri accorta? > < Certo. Che cosa credevi? >

< No,niente. comunque , preferisco portarti io. > la nostra conversazione sussurrata venne interrotta da Clarissa che, con una nota di rammarico nella voce ci disse:

< Ecco, Edward … oggi tuo padre è di riposo > Mi parve di cogliere un sospiro triste nella sua voce. < Si occuperà di voi il dottor Walters. Beh, allora a presto. Se avrete bisogno di me non esitate a chiamarmi. > Così dicendo si fermò davanti alla porta di uno studio del pronto soccorso. Bussò, entrò e dopo circa un minuto ci fece entrare. Lanciò un ultimo sguardo carico di ammirazione verso Edward e uno denso d'invidia verso di me. Tre secondi dopo il mio meraviglioso Edward mi mise su un lettino e quel medico dall'aspetto gracilino mi esaminò la fronte. Sciolse, con un po' di fatica , la fasciatura e mi passò un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante sulla ferita.  In circa 2 ore riuscirono a dimettermi dal pronto soccorso. Edward teneva in mano le mie radiografie e continuava a sghignazzare. Io me ne stavo seduta in sala d'aspetto in attesa che Alice venisse a prenderci in macchina.

Già mi immaginavo la faccia di Charlie al mio rientro. Ogni volta che tornavo a casa un nuovo cerotto si era aggiunto alla collezione ma stavolta sembravo una reduce di guerra. Possibile che avessero dovuto farmi una fasciatura così vistosa? In fondo otto punti non sono poi così tanti …

Mentre ero immersa nei miei pensieri due labbra fredde mi accarezzarono le guance. Arrossii.

Chiusi gli occhi e mi appoggiai alla sua spalla. Sentii le sue mani scorrermi lungo la schiena  e percorrermi il volto. Le sue dita si strinsero su quelle della mia mano destra, che giaceva inerme sul mio ginocchio.

< Tutto a posto? >  la sua voce mi faceva mozzare il fiato e il suo respiro perdere la testa.

Sorrisi e annuii. Sentii il suo braccio stringermi al suo corpo e le sue labbra sfiorare le mie.

< Perché prima ridevi? > Domandai a un certo punto.

< Perché Clarissa ha pensato una cosa molto divertente. >

< Che cosa? > < Ha immaginato quanto le sarebbe piaciuto trovarsi al tuo posto tra le mie braccia, anche con la testa spaccata a metà, purché in braccio a me. Aveva creato un'immagine alquanto vivida. >

Annuii contrariata. Perché tutte desideravano il mio ragazzo? Beh, forse perché era bellissimo, dolcissimo,  affettuosissimo, sensualissimo …  potrei continuare all'infinito.

Però, chissà quante di loro, se avessero saputo la verità, sarebbero state disposte a stargli accanto? Amare Edward era la cosa più bella che avrebbe mai potuto capitarmi ma il prezzo che io ero disposta a pagare forse ad altre sarebbe parso troppo alto. Nessuna lo conosceva come me. Il nostro non era semplice amore. No, era indiscutibilmente qualcosa di molto, molto più grande. Una relazione come la nostra era basata su legami che alla maggior parte delle persone potrebbero sembrare impossibili da concepire. Il nostro era un sentimento che trascendeva le nostre differenti nature e che avrebbe attraversato il tempo. Perché quando si prova quello che Edward mi trasmette, ci si rende conto che c'è qualcosa che va oltre il conoscibile.

< Bella, amore, è arrivata Alice. >

Aprii gli occhi e vidi Edward che mi guardava preoccupato. 

< Sei sicura di sentirti bene? >

Pensandoci bene, anche lui aveva i suoi difetti. Era un po' troppo protettivo, si sarebbe sentito in colpa anche si mi avesse colpito un fulmine, si preoccupava anche quando starnutivo. A sua discolpa però, c'era la consapevolezza di sapere che lui mi vedeva come una sorta di bambolina di porcellana. Bella, e questo lo vedeva solo lui, e immensamente fragile.

In risposta alla sua domanda sollevai il capo e appoggiai le mie labbra sulle sue. Mi parve piacevolmente sorpreso. 

< Insomma, sono venuta apposta a prendervi. Se volevate un posto tranquillo dove pomiciare, potevate scegliervene un altro. L'ospedale non mi pare proprio la scelta più adatta.

< Ciao Alice. >  Sussurrò Edward staccandosi controvoglia dalle mie labbra. Sicuramente lei lo aveva sentito tanto che rispose: < Sì, sì. Ciao. Muovetevi. Non ho voglia di rimanere qui tutta la giornata. Ah, Bella  …>

Il suo tono di voce improvvisamente entusiasta mi fece paura. Quando voleva, Alice sapeva essere davvero spaventosa. < Bella, ti va di venire ad Olympia con me? Dobbiamo andare a comperare alcune cose per il gran giorno  … >

Ecco, lo aveva fatto. Aveva pronunciato la frase fatale. Sentii il pavimento, la sedia e tutto il mio corpo sprofondare sotto terra. Per fortuna il mio angelo disse:

< Alice, per favore. Lasciala in pace.  > < Edward, non puoi monopolizzare Bella in questo modo. Ho bisogno di lei per scegliere gli ultimi dettagli. > < Alice, sono io che sto per sposarla. Non tu. > < Lo so, lo so. È solo che ormai manca così poco … A proposito Bella, sarà  il caso che tu faccia più attenzione a dove metti i piedi. Non vorrai che il giorno della cerimonia Charlie sia costretto ad accompagnare all'altare sua figlia con una gamba rotta … >

Talvolta Alice sapeva essere peggio che terribile.

Il matrimonio. Come faceva ad essere ormai così vicino? Ancora solo due settimane

Ebbi un conato di vomito causato dalla tensione improvvisa. Chiusi gli occhi e mi appoggiai allo schienale della scomoda poltroncina di plastica. Sentii Edward irrigidirsi di fianco a me.

< Bella? >

< Che c'è? >  chiesi esasperata.

< Che Hai? >

< Niente, voglio tornare a casa. >

Le sue forti braccia marmoree mi cinsero in un abbraccio tenero e rassicurante. < Mia o tua? > Mi domandò malizioso.  Lo guardai negli occhi e sussurrai: < Dov'è la differenza? >

Mi scompigliò i capelli e sorrise. Si alzò e mi porse la mano. Io l'afferrai e mi ritrovai stretta tra le sue braccia. I suoi occhi color caramello fissi nei miei.

Sentii Alice sbuffare.

Salimmo in macchina. Edward si era accomodato insieme a me, sul sedile posteriore e continuava ad accarezzarmi i capelli.

Improvvisamente mi chiese: < Bella, dove ti piacerebbe andare in viaggio di nozze?>

Lì per lì rimasi interdetta. Lo squadrai in faccia e lui sorrise colpevole.

< E dai, amore … quindici giorni in più, cosa vuoi che siano? In fondo la luna di miele è compresa nel matrimonio … E ti prometto che la prima sera … >

< Edward! > Urlai scandalizzata e rossa di vergogna. Va bene che Alice era la mia migliore amica, anzi, era ormai praticamente mia sorella ma di certe cose avrei preferito non parlarle. Non per adesso almeno.

< Allora? L'unica cosa, eviterei luoghi molto soleggiati, vorrei evitare spiacevoli inconvenienti … >

< Dobbiamo proprio? > sebbene la mia voce fosse scocciata, non mi dispiaceva affatto l'idea di passare quindici giorni da sola con lui. Il luogo non aveva alcuna rilevanza. Avremmo potuto anche andare in una grotta che non mi sarebbe importato.  Edward interpretò il mio silenzio nel modo sbagliato e mi sussurrò all'orecchio : < E se la prima volta ci riusciamo, potremo provarci ancora … Solo altri quindici-venti giorni …>

< Ehi! Non esagerare . comunque, a me va bene qualsiasi posto, basta che non faccia troppo freddo e che a te piaccia …> < Grazie.> Alzai lo sguardo e incontrai il suo. Mi parve davvero, davvero felice della mia risposta. C'era un'ombra di tristezza nei suoi occhi però. Gli presi la mano e glie la portai sul mio cuore.

< Anche quando questo mio cuore non batterà più, non potrò smettere mai di amarti. So che non sarò più calda e  morbida ma in compenso non dovrai più fare attenzione quando anche solo mi sfiori. Non dovrai più annoiarti aspettando che mi svegli.> < Guardarti dormire è un piacere per me infinito paragonabile solo a quello che mi trasmette il calore della tua pelle e il battito del tuo cuore è il suono più dolce che io abbia mai udito. Sapere però che, rinunciando a tutto questo, potrai stare con me per sempre mi fa sentire felice.  È molto ingiusto ed egoista da parte mia ma … >

< Voi due, la volete piantare? >

Alice …  certe volte …

Sentii Edward ridere e poi farsi improvvisamente serio.

< Alice, non oserai? >  < Certo che oso. In fondo lo faccio per voi.  > < Bella vuole tornare a casa. Deve riposare. > < Avrebbe potuto riposare in macchina se non aveste giocato ai fidanzatini tutto il tempo, e poi Bella non oserebbe mai ferirmi in questo modo, vero Bella? >

Il suo tono supplichevole mi fece stringere lo stomaco. Non risposi ma guardai fuori dal finestrino.

Un moto di rabbia risalì il mio stomaco.  Eravamo a Port Angels …

< Alice …> Implorai io

 < Bella …> mi fece eco lei

< Edward !>  gridai con i lacrimoni che mi colmavano gli occhi. La rabbia, che brutta cosa …

< Vedetevela voi. > Così dicendo uscì dall'auto.

Lo seguii ben decisa a non guardare Alice.
  
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