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Autore: Astrea_    26/11/2013    5 recensioni
“Tu e tuo fratello dovete avere sicuramente un magnifico rapporto se una sua sola telefonata è capace di renderti così tranquilla!”, commentò poi Allie, facendosi più vicina.
Le sorrisi, annuendo con fare convinto.
“Lo adoro.”, confessai con un filo di voce, poi con la mano le feci segno di sedersi accanto a me.
Così, senza neppure sapere esattamente come o perché, io ed Allie iniziammo a parlare delle nostre vite.
-Tratto dal primo capitolo-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Truly, madly, deeply.

La mattina successiva fui svegliata da un incessante ed irritante bussare alla porta che non accennava a smettere. Al contrario, la frequenza sembrava aumentare con il passare dei secondi d’attesa.
“Allie, apri tu.”, mugolai sbadigliando, mentre mi rigiravo pigramente nel letto.
Non ricevetti alcuna risposta. Probabilmente, nonostante quel fastidioso rumore, la mia compagna di stanza non si era ancora svegliata.
Svogliatamente diedi una veloce occhiata all’orologio da polso che avevo lasciato sul comodino accanto al letto: segnava le sei.
Sospirai, pensando a chi potesse presentarsi in camera nostra ad un orario simile, ma provai comunque ad ignorare quell’incessante tamburellare infilando la testa sotto il cuscino.
Non avevo alcuna voglia di alzarmi, soprattutto dopo ciò che era accaduto la sera precedente.
Mi arresi solo quando i colpi si fecero più intensi, prima che quell’individuo riuscisse ad abbattere la porta.
Lentamente percorsi il breve tratto di stanza che mi separava dall’ingresso, poi feci girare la chiave, perennemente inserita nella serratura, ed in un attimo la porta si spalancò, così da far incrociare le sue iridi verdi con le mie.
Harry era davanti a me. Aveva un’espressione sconvolta e preoccupata sul volto. Il livido che avevo visto sul suo viso era ormai scomparso, ma ne notai un altro, seppur poco evidente, all’altezza dello zigomo. Aveva la mano sinistra poggiata sulla parete, come se necessitasse di un supporto per rimanere in piedi. Indossava dei jeans chiari, una maglietta stropicciata ed un giacca nera lasciata aperta. I suoi capelli erano ancora più disordinati del solito ed i suoi occhi suggerivano stanchezza e mancanza di sonno.
“Tutto bene? È successo qualcosa?”, gli domandai in un sussurro, ancora spiazzata dal suo arrivo.
Lui accennò appena un sorriso e due fossette si scavarono sulle sue guance, ma non rispose. Fece un passo in avanti ed in un attimo mi avvolse tra le sue braccia.
Era una stretta forte, energica, possessiva. Il suo odore mi inondò le narici, i suoi ricci mi accarezzavano la fronte, le sue braccia circondavano completamente il mio busto. Esitai qualche istante prima di ricambiare l’abbraccio.
Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare da quella magnifica sensazione di completezza.
“Sono stato così in ansia per te, stanotte.”, confessò al mio orecchio facendomi rabbrividire.
A quelle parole intensificai maggiormente la stretta e premetti il mio viso contro il suo petto, per sentirlo vicino.
“Quando Louis mi ha chiamato dicendomi che eri sola, in mezzo alla strada, di notte…”, iniziò con voce tremante, ma allo steso tempo rancorosa, come se stesse accusando se stesso. “Ho rischiato di impazzire.”, ammise dopo qualche istante.
Solo in quel momento capii.
Capii che il mio cuore accelerava, che le gambe tremavano, il respiro mi mancava, lo stomaco era in subbuglio. Il suo sguardo era capace di ipnotizzarmi, le sue parole di ammaliarmi, le sue carezze di mandarmi in estasi. Ero innamorata di Harry, dei suoi modi, della sua spavalderia che nascondeva la sua infinita dolcezza. Ero innamorata dei suoi ricci, delle sue fossette, dei suoi occhi verdi, del suo sorrisi malizioso, dei suoi odiosi tatuaggi e persino di quegli orribili cappelli di lana. Capii che Harry era davvero preoccupato per me, ogni volta, sempre, e probabilmente aveva sofferto per le parole che gli avevo riservato quando ci eravamo incontrati a casa di Louis.
“Mi dispiace.”, mi scusai contro il suo busto.
“L’importante è che ora tu stia bene.”, sentenziò tra i miei capelli.
Scossi il capo, liberandomi di poco dalla sua presa, il necessario per far ricongiungere i nostri sguardi.
“Mi dispiace per quella mattina e mi dispiace anche per averti chiesto di starmi lontana.”, spiegai.
Lui mi accarezzò dolcemente il viso con una mano, mentre con l’altra mi teneva ancora stretta a sé.
“A me dispiace di averti dato della puttana e mi dispiace per Louis e per aver fatto quasi a botte con il tuo ragazzo.”, si scusò rammaricato.
Corrugai la fronte sulle ultime parole, non avendo capito a cosa si stesse riferendo e lui sembrò comprendere all’istante i miei dubbi.
“Stanotte è venuto a cercarmi e se non fosse stato per il ritorno di Louis probabilmente non ci saremmo limitati a qualche pugno.”, borbottò puntando gli occhi oltre le mie spalle.
Con una mano sfiorai il suo livido, comprendendo le ragioni che lo avevano causato.
Harry sussultò al mio tocco improvviso, ma lo vidi rilassarsi poco dopo, mentre con le dita scendevo fino a sfiorargli la mascella. Lui intrappolò la mia mano tra la sua e la strinse forte.
“Perché continui a scappare?”, mi chiese.
Esitai prima di rispondere alla sua domanda. Harry mi fissava impaziente, bisognoso di conoscere quella risposta, come se essa nascondesse chissà quale importante verità.
“Ho avuto paura.”, ammisi. “E non riuscivo ad accettare ciò che avevo fatto e stavo facendo a Niall.”, aggiunsi ricordando quanto mi fossi sentita in colpa nei suoi confronti.
Lui annuì comprensivo, anche se non sembrò soddisfatto delle mie parole.
“Te ne sei pentita?”, domandò dopo qualche istante di silenzio.
Quella volta non ebbi bisogno di neppure un attimo per riflettere, conoscevo perfettamente la risposta.
“No.”, dichiarai con fermezza, sicura di quell’unica sillaba, perdendomi nei suoi occhi verdi e profondi. “E tu?”, gli chiesi con un filo di voce, quasi temendo la sua risposta.
Ora che mi stavo esponendo tanto e per la prima volta mi sentivo vulnerabile. L’amore era in grado di renderti più forte, più felice, ma allo stesso tempo ti rendeva debole e fragile come cristallo o come un ponte di sabbia. Capace di ridurti in brandelli con una sola parola, uno sguardo, un gesto, un’aspettativa tradita o una promessa infranta.
Se per Harry quei baci, quelle parole, io non avessero significato nulla, probabilmente il mio cuore si sarebbe sgretolato in mille piccoli pezzi che difficilmente sarei riuscita a riassemblare.
“Mai, neppure per un istante, neppure quando ti ho vista con Niall.”, mormorò contro la mia fronte, avvicinando le sue labbra alla mia pelle.
Fui sollevata dalla franchezza della sua frase, ma notai come le sua voce si fosse incrinata nel pronunciare il nome del suo amico.
Avevo fatto soffrire entrambi e mi sentivo profondamente in colpa per ciò. Inoltre, l’impossibilità di porre rimedio ai miei errori non faceva altro che acuire i miei rimorsi.
“Mi dispiace anche per quello.”, aggiunsi, ma lui rimase in silenzio.
Non mi aspettavo che mi perdonasse all’istante, del resto nella posizione in cui ero non potevo vantare alcun tipo di pretesa. Speravo solo che il tempo l’avrebbe aiutato a comprendere le mie debolezze, così come io avevo intuito le ragioni delle sue.
“Hai…”, le parole gli morirono in gola senza che riuscisse a terminare quella frase, palesemente indeciso.
Era chiaro che volesse pormi un’altra domanda, ma esitava. Lo guardai dolcemente, accennando un sorriso per invitarlo a continuare. Lui fece un respiro profondo, poi si decide a proseguire.
“Tu e Niall avete fatto sesso?”, chiese tutto d’un fiato, trattenendo il fiato.
In quel momento era vulnerabile, esattamente come me, ma insieme eravamo forti, capaci di superare le mie e le sue debolezze. Scossi il capo in segno di diniego.
“Anche se avessi voluto, non ci sarei mai riuscita.”, confessai senza attendere oltre, sapendo quanto straziante potesse essere il silenzio.
Lui tirò un sospiro di sollievo e le sue labbra si piegarono in un ampio sorriso che mise in mostra le fossette sulle sue guance.
Esattamente come poco prima sentii l’impellente esigenza di porgli la stessa domanda. Non volevo che mi ritenesse una ragazzina gelosa alle prese con la sua prima cotta, ma il mio cuore ed il mio cervello necessitavano di sapere con quali modalità procedessero le relazioni di Harry.
In passato non aveva avuto problemi nel frequentare più donne contemporaneamente, ma da quando mi erano giunte notizie della sua rottura con Taylor non erano sopraggiunte altre ragazze. Rimaneva, tuttavia, l’incognita rappresentata da Caroline.
“Hai più visto Caroline?”, domandai con un filo di voce, percependo quella stesa sensazione che prima avevo solo potuto immaginare attraverso gli occhi di Harry.
“No, quella mattina è stata l’ultima.”, spiegò.
Era la prima volta che entrambi deponevamo le asce e le armi da guerra. Era la prima volta che entrambi facevamo completamente crollare le corazze che avevano avvolto le nostre anime per un tempo tanto lungo da farle quasi diventare una doppia pelle. Era la prima volta che decidevamo entrambi di essere completamente sinceri.
“E ce ne sono state altre?”, indagai ancora scoprendo un nuovo aspetto di me.
Non ero brava nel gestire le relazioni, ero del tutto inesperta in questo campo e, purtroppo, nessun libro per quanto ben scritto, accurato e approfondito avrebbe potuto sopperire alla mancanza di esperienza.
Harry sogghignò, forse divertito e compiaciuto dalla mia gelosia.
“In verità circa un centinaio.”, scherzò smorzando la serietà del clima che si era creato.
Feci il broncio e gli tirai un leggero buffetto dietro la nuca.
“Non sei affatto spiritoso.”, bofonchiai con un’espressione di rimprovero.
“E va bene, confesso.”, mi concesse. “Nessuna, neppure per uno sguardo o un commento.”, sussurrò mentre si avvicinava pericolosamente al mio viso.
Sorrisi, sollevata da quella risposta, e lo fissai con sguardo complice.
Non avevo più paura di tutti quei mille brividi che continuavo a provare in sua presenza. Non mi spaventava il vuoto che si apriva nella mia mente quando i suoi occhi verdi imprigionavano i miei o il tremolio che scuoteva le mie ginocchia quando il suo respiro sfiorava la mia pelle, solleticandola.
Si fermò solo quando i nostri volti erano talmente vicini da non riuscire a distinguerne i lineamenti.
“Sbaglio o dovevo starti lontano?”, mi provocò incurvando le labbra in un ghigno malizioso.
Un’ondata di calore proveniente dall’interno colpì le mie guance, dando loro quell’imbarazzante colorito.
Non ero ancora in grado di gestire una situazione del genere, probabilmente non lo sarei mai stata. Harry era capace di scombussolarmi con poco, mentre io non potevo fare appiglio a nulla per procurare in lui le stesse reazioni che lui faceva scaturire in me.
Non ero sensuale, sfacciata, estroversa o schietta, non sapevo stare a quel gioco di sottili provocazioni senza sentirmi a disagio.
La sua espressione si tramutò ben presto, lasciando spazio ad un tenero sorriso.
“Adoro le tue guance rosse ed adoro la tua timidezza. Adoro quando solo con uno sguardo riesci ad andare oltre le apparenze ed adoro quando è sufficiente il tuo volto basito per farmi vacillare.”, mormorò sistemando una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio.
“Adoro come tu non ti accorga dell’effetto che mi fai.”, aggiunse sfiorando la mia guancia con le sue labbra.
“E, per la cronaca, detesto come tu riesca a farmi essere disgustosamente dolce e melenso.”, ironizzò soffocando una risata.
Sorrisi anche io, poi le sue labbra premettero sulle mie. Non attesi neppure un attimo prima di portare entrambe le braccia intorno al suo collo, percependo il bisogno di sentire la sua pelle a contatto con la mia.
Lentamente riscoprimmo i nostri sapori, assaporando l’uno il gusto dell’altra. Non c’era urgenza, fretta o smania. Entrambi avevamo atteso, forse per troppo, questo momento per poterlo banalizzare in un impeto di passione. Con le dita accarezzai i suoi ricci, per poi scendere sul suo viso e seguire i lineamenti del suo volto. Harry aveva una mano ferma sul mio bacino, il suo tocco delicato mi teneva ben salda a lui, mentre l’altra scorreva adagio sulla mia schiena.
Ancora con estrema calma ci allontanammo di poco, ansanti, ed i suoi occhi verdi e luccicanti si fissarono nei miei.
“Ti amo.”, confessò con il fiato corto e le labbra rosse.
M’immobilizzai all’istante, sorpresa dalla disinvoltura con la quale aveva pronunciato quelle parole.
Harry si irrigidì, infastidito dal mio silenzio. Forzai un sorriso, cercando di risolvere il caos che si era scatenato nella mia mente.
“Non dici nulla?”, domandò quasi con tono accusatorio assottigliando lo sguardo.
“Harry, io…”, provai, ma la mia voce titubante non convinse neppure me.
Ero innamorata di Harry, lo ero per davvero e con tutta me stessa, ma in quel momento sentii come un blocco formarsi all’altezza della gola che mi impediva di ricambiare quella dichiarazione.
“Io…”, tentai ancora e nuovamente le parole morirono ancor prima di essere fuoriuscite dalle mia bocca.
Riscosse il capo, scrollando i ricci ed aumentò le distanze tra i nostri corpi.
“Non aggiungere altro, credo di aver capito.”, sentenziò con fare frustrato.
Sgranai gli occhi e scossi il capo in segno di diniego.
“Assolutamente no! Non è come pensi!”, esclamai alzando il tono di voce.
Lui mi ignorò e diede una veloce occhiata alla porta ancora aperta alle sue spalle. Il corridoio era ancora deserto e silenzioso.
“Devo andare ora.”, esordì mentendo spudoratamente.
“Andiamo Harry, dammi il tempo di spiegare. Io ti…”, esordii, ma questa volta fu lui a mettermi a tacere.
“Non dirlo, non ora. Non avrebbe senso.”, m’interruppe.
Mi maledissi per non essere riuscita a replicare immediatamente quelle due semplici parole. Mi aveva presa alla sprovvista ed io ne ero rimasta completamente spiazzata, tanto da non riuscire a proferir parola.
Lui si era sentito non corrisposto, rifiutato ed ora probabilmente credeva fossi guidata da nuovi sensi di colpa.
“Ti chiamo io.”, mi salutò e senza lasciarmi il tempo di replicare andò via, chiudendo la porta alle sue spalle.
Chiusi gli occhi ed indietreggiai fino a far aderire la mia schiena al legno, poi mi lasciai cadere sul freddo pavimento.
Chiusi le mani in due pugni e infilzai energicamente le unghie nella pelle dei palmi, fino a farmi male, mentre delle prime lacrime scendevano sul mio viso.
Mi sentivo una sciocca per come ero riuscita a far scappare via da me la cosa più bella che mi fosse mai capitata: Harry.
“Lizzie, stasera gli sarà già passata.”, esordì Allie con voce rassicurante alzandosi dal letto.
Puntai il mio sguardo scettico su di lei.
“Mi sono svegliata quando eravate ancora alle scuse.”, spiegò porgendomi una mano.
La afferrai e con l’altra mi asciugai le guance.
“Eri scossa.”, mi rincuorò. “Dopo tutto quello che ti è capitato in quest’ultimo periodo è normale essere confusi.”, aggiunse per dare una spiegazione al mio comportamento.
“Ma io non sono confusa. Io so cosa provo.”, controbattei con tono flebile.
Allie mi sorrise ed avvolse un braccio intorno alle mie spalle.
“Allora devi solo aspettare il momento in cui sarai pronta a dirglielo.”, disse. “Ed ora non farti abbattere. La tua chiacchierata mattutina è stata più lunga del previsto, quindi sbrigati a prepararti che stamattina abbiamo lezione.”, trillò energicamente regalandomi una buffa espressione.
“Forza, forza!”, mi incitò fingendosi di buon umore per risollevare il mio morale, ma in realtà sapevo quanto anche lei stesse soffrendo per via di Liam e Zayn.
In poco tempo ci preparammo, così ci dirigemmo di buon ora verso la caffetteria del campus, pronte ad iniziare un’altra giornata.
Allie ordinò i due suoi soliti caffè necessari per svegliarla dal profondo coma nel quale rischiava di cadere puntualmente ogni mattina durante le spiegazioni più noiose, mentre io optai per un tè nero.
Allie aveva le gambe accavallate, un gomito poggiato sul tavolo e con la mano destra reggeva la testa. I suoi occhi faticavano a rimanere aperti. Io tenevo lo sguardo perso nel vuoto, il capo reclinato a sinistra e un’espressione triste ed angosciata disegnata sul volto. Nessuna delle due parlava.
“Ecco a voi ragazze!”, esclamò il cameriere appena giunse nuovamente da noi.
Con dei gesti fluidi sistemò le due tazzine di caffè al centro, poi mi porse quella più grande, infine sistemò un piccolo piattino proprio davanti alla figura distratta di Allie.
Corrugai la fronte, non avendo capito di cosa si trattasse, ma quel ragazzo fece spallucce senza fornirci alcuna spiegazione, poi si dileguò per tornare alle sue faccende.
La bionda parve notare lo strano contenuto solo quando vagò con lo sguardo alla ricerca della sua preziosa bevanda.
“Che cos’è?”, mi chiese studiando quella che sembrava essere una pila di post-it colorati a forma di cuore.
“Non lo so.”, risposi sincera, scrutando attentamente quegli strani foglietti. “C’è scritto qualcosa?”, le domandai sempre più curiosa di scoprire quale segreto nascondessero.
Allie li afferrò con un gesto deciso, poi iniziò a girarseli nelle mani. Il retro era completamente vuoto, esattamente come il primo post-it.
“Sarà qualche stupido scherzo.”, borbottò indispettita.
Li sfogliò distrattamente ed il suo volto si tramutò in un’inconfondibile espressione di stupore. Con foga staccò il primo foglietto, scoprendo delle parole scritte su uno sfondo giallo con una calligrafia ordinata ed elegante.
Lesse il primo messaggio con voce tremante, emozionata.
“Hello, hello. I know it’s been a while but baby I got something that I wanna let you know.”, iniziò confusa.
“E poi?”, la esortai sorridendole.
“E poi è finito.”, mormorò indecisa ed insicura come mai l’avevo vista.
Ero abituata alla Allie grintosa e vitale, testarda ed estroversa, non a quella sensibile e fragile.
“Vai a quello successivo, dai!”, la incitai ancora, cercando di essere convincente.
Lei annuii, prese un respiro è staccò un altro post-it, rivelandone uno rosa.
“You say to everybody that you hate me.
Conuldn’t blame you ‘cause I know I left you all alone.”, lesse ancora mentre la sua voce iniziava ad incrinarsi per l’emozione.
Erano parole di Liam e quella era una delle ultime canzoni che avevano composto.
Con urgenza e fretta rimosse un altro post-it, facendone emergere uno di colore verde.
“Now I’m back at your door, you’re looking me unsure, I should have seen it before.”, continuò per poi andare avanti con un nuovo post-it arancione.
“You’re all I think about, baby.”

Incurvò le labbra in un sorriso, il suo volto era chiara espressione di stupore, ma allo stesso tempo incertezza. Non c’era quello strano luccichio nei suoi occhi.
“Ti prego continua a leggere tu.”, mi supplicò. “Io credo di non farcela a continuare.”, spiegò mordendo forte tra i denti il labbro inferiore.
Annuii comprensiva ed accettai il blocco di foglietti che mi aveva appena allungato. Staccai quello che aveva già letto e proseguii.
“I was so stupid for letting you go, but I know you’re still the one.”, declamai cercando di dare un tono a quelle meravigliose parole.
“You might have moved on, but girl you should know you’re still the one.”, proferii prima di essere interrotta da un suo sospiro.
“I know I’m saying too much, but I will never give up. I was so stupid for letting you go, but I know you’re still the one.”, terminai la lettura di un’altro post-it azzurro.
“Hello, hello. I’m really hoping you forgive me.”, c’era scritto sull’ennesimo foglietto verde.
“I keep talking begging, tell me what I wanna hear.”continuai passando ad uno di colore giallo.
“I remember all the times and all the words that we said.”, esclamai soffermandomi su quella frase che spiccava dallo sfondo rosa.
Allie era palesemente combattuta, chiusa in uno stato di apparente quiete. Si arricciava una ciocca dei lunghi capelli, poi giocava con le dita delle mani, intrecciandole, ticchettava sul legno del tavolo, si massaggiava il volto, si copriva la bocca con una mando, cercando di concentrare la sua attenzione altrove, di distogliere lo sguardo da quella pila di foglietti.
“I can’t get it out of my head.”, ripresi.
“Because…”, cercai di allungare il suono delle ultime lettere, così da riuscire a rendere la punteggiatura che accompagnava quell’unica parola segnata su un post-it azzurro.
“Truly, madly, deeply I am”, lessi mentre un sorriso spontaneo si disegnava sulle mie labbra.
Allie cercò il mio sguardo, trattenendo il fiato mentre aspettava che le rivelassi il contenuto del successive biglietto.
“Foolishly, completely fallin’”, le riferii.
“And somehow you caved all my walls in.”, continuai sfogliando quello successivo.
“So baby, baby say you’ll always keep me.”, dissi.
Allie mi guardava con aria sconcertata, impacciata. Alle sue spalle intravidi Liam, ma lui mi fece cenno di proseguire, probabilmente voleva attendere la fine prima di rivelare la sua presenza alla mia amica.
Staccai un altro post-it e questa volta rimasi sorpresa dall’unica grande parola che si mostrava.
“Truly.”, lessi semplicemente.
“Madly.”, ripresi cercando di dare ad ogni avverbio il giusto spessore.
“Crazy.”, ridacchiai pensando a quanto quel termine fosse appropriato.
“Deeply.”, pronunciai facendo scorrere il dito sul nuovo biglietto.
“In love.”, sospirai osservando Allie che batteva freneticamente le ciglia.
“With you.”, aggiunsi andando avanti.
“In love with you.”, conclusi leggendo l’ultimo post-it che era stato scritto.

“Ti amo.”, confessò Liam alle sue spalle che nel frattempo ci aveva raggiunte.
Allie scattò in piedi, per poi voltarsi e sorprendersi nel constatare che Liam fosse davvero lì. Le porse la rosa rossa che teneva tra le mani, esattamente come al loro primo appuntamento.
Lei la accettò di buon grado, sorridendogli.
“Grazie, grazie davvero Liam.”, iniziò.
Sorrise appena, con la testa china. Aveva gradito quella sorpresa, avevo visto i suoi occhi tentennare, ma sapevo quanto ancora non fosse pronta a ricominciare tutto dall’inizio. Con Liam era stato come essere travolti da un uragano. Aveva provato in tutti i modi a farsi notare da lui, aveva lottato, aspettato, pazientato, sorvolato e sofferto.
“Ti ringrazio, davvero, ma non posso accettare.”, riprese riconsegnandogli l’unica e grande rosa rossa. “Ho bisogno di tempo, ho bisogno di far chiarezza.”, spiegò inarcando lievemente le spalle. Non era solo Liam ad arrecarle dolore, ma anche l’ormai avvenuta perdita di Zayn. Lo aveva sottovalutato sin dall’inizio, lo aveva dato per scontato ed ora pagava le conseguenze della sua superficialità. Non l’aveva ammesso apertamente, ma lo aveva lasciato chiaramente intuire appena poche sere prima, quando eravamo finite casualmente a commentare un bacio che avevamo visto proprio tra Zayn e Perrie. Se l’era fatto scappare, troppo impegnata a seguire un ragazzo che si era rivelato ben diverso dalle sue aspettative.
“Mi dispiace.”, concluse con aria affranta, congedandolo.
Mi rivolse un leggero sguardo di scuse, poi con passo deciso andò via, allontanandosi da quel luogo. L’aveva fatto, Allie era andata oltre, Allie era riuscita a rinunciare, era maturata, cresciuta. Aveva rinunciato a quell’infantile obiettivo che si era preposta di raggiungere ed aveva rinunciato a Zayn perché sapeva quanto poco avrebbe potuto renderlo felice rispetto a Perrie e alle sue mille attenzioni.
Sorrisi amaramente, mentre una sensazione di vuoto dilagava nel mio petto. Avevo lasciato andar via Harry.
Non ero riuscita a tirar fuori quelle due semplici parole. Senza neppure salutare un Liam sorpreso e confuso, scappai via, dirigendomi nella mia stanza. Quel giorno non sarei andata a lezione, del resto sarebbe stato totalmente inutile. Avrei passato tutta la mattinata ad incolparmi per ciò che era accaduto con Harry, senza riuscire a seguire neppure un piccolo frammento di una qualsiasi spiegazione.
Corsi per il breve tragitto che distanziava la mia stanza dalla caffetteria, poi mi catapultai all’interno. Con poche falcate raggiunsi la scrivania ed iniziai a frugare tra i cassetti, alla ricerca della mia Moleskine azzurra. Solo quando la trovai riuscii a calmarmi. Presi posto sulla sedia e poggiai entrambi i gomiti sulla superficie di legno, poi mi concentrai ed iniziai a scrivere.
Avevo registrato ogni singolo avvenimento sulle pagine di quell’agenda, anche quelli apparentemente meno significativi. Avevo appuntato idee, impressioni e citazioni che mi avevano colpita, ma mai una lettera.
Terminai nel giro di poco, soddisfatta di ciò che il mio istinto mi aveva portata a scrivere di getto. Sapevo cosa avrei voluto fare e, nonostante fosse una pazzia, decisi di farlo.
Racchetai qualche vestito dal mio armadio e lo infilai nel primo borsone che trovai, poi presi dei soldi, il cellulare, i documenti e la mia agenda ed in un attimo fui fuori dal college.
Decisi di agire immediatamente, se avessi atteso ulteriormente avrei finito per ripensarci.
Chiamai un taxi e mi feci accompagnare presso l’autonoleggio più vicino. Per l’occasione scelsi una Bmw decappottabile che avrei sperimentato immediatamente guidando fino a casa di Louis.
Scesi dalla macchina con la Moleskine in mano, poi la lasciai nella cassetta della posta di mio fratello.
Mi costringevo a non pensare, preoccupandomi solo di seguire scrupolosamente le istruzioni dettate dall’esigenza di fare qualcosa di insensato.
Tornai in auto e chiamai mio fratello.
“Louis, sono Lizzie.”, lo salutai.
Lui ricambiò, forse frastornato a causa dell’orario eccessivamente mattiniero.
“Sto partendo ora per Doncaster, resto qualche giorno da mamma e papà.”, lo informai. “Ho lasciato una cosa per Harry tra la posta, puoi dargliela tu?”, gli chiesi non lasciandogli neppure il tempo di controbattere. “Ok, grazie. Ciao.”, terminai la telefonata prima che potesse effettivamente rendersi conto del significato delle mie parole.

Spensi il cellulare e sorrisi soddisfatta mentre stringevo il volante tra le mani, poi misi in moto e partii.
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Angolo Autrice
Buonasera a tutti!:D
Allora, avrei voluto pubblicare questo capitolo ieri, ma purtroppo non sono riuscita a trovare neppure un attimo di tempo,
così ho dovuto rimandare ad oggi ed addio 25 novembre!xD
    Comunque sia, è piuttosto lunghetto e stavolta ho inserito anche una loro canzone!:D
Credo non ci sia bisogno neppure di dirlo, però, per dovere di cronaca, la canzone è Truly, Madly, Deeply. *.*
Lizzie è sempre più no commnet, Harry è semplicemnete wow, Liam dolcissino ed Allie... bah, forse confusa...
Ormai siamo agli sgoccioli, anzi, annuncio che il prossimo sarà l'ultimo capitolo!!!
Non so se ruscirò a pubblicarlo in settimana, ultimamente sono molto indaffarata...
Però ci provo, al massimo lo troverete sicuramente entro giovedì prossimo!;)
Anyway, ormai ne succedono di tutti i colori e tutti i tipi, eh??
Ringrazio le splendide persone che continuano a seguie, preferire e ricordare,
quelle coraggiose che non hanno smesso di leggere
e quelle grandi eroine che commentano!! Grazie mille, davvero!!!<3
Alla prossima!:*
                                                                                Astrea_

  
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