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Autore: Pretty_Liar    27/11/2013    5 recensioni
Darcy è una ragazza di venti anni.Ha il suo lavoro, le sue amiche... E un marito famoso che vuole a tutti i costi avere un bambino! E se lei non si sentisse pronta? Se avesse paura di diventare mamma? Tra litigi con il proprio marito, consigli, amiche pettegole e madri impiccione, Darcy si troverà ad affrontare la peggior gravidanza della sua vita!
*********
"Perché! Spiegami solo il cazzo di motivo per cui è 'NO'!"
"Perché NO, Harry! Non c'è un motivo preciso!", dissi piegando le maglie del riccio sparse per casa.
"Non ha significato la tua risposta!", urlò lui, facendo gonfiare le vene sul collo.
"Devo mettere in ordine il tuo casino! Non mi rompere!"
Accesi la luce nel salone, illuminando la stanza sotto sopra.
Ero stata via due giorni a causa di un'intervista e lui mi faceva trovare un porcile... Non una casa!
Lui mi seguì, sventolando per aria un paio di pantaloni puliti.
"Darcy... Quando fai così sei insopportabile!", sbraitò, infilando i jeans e rimanendo a torso nudo.
"Io?! Io sono insopportabile, Harry?! Per favore non ne parliamo!", dissi con arroganza, alzando una scatola di patatine dal pavimento.
"No, invece! Parliamone!", disse esasperato, allacciandosi con furia la cintura.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Vuoi una mano tesoro?", mi chiese Anne dal salone.
"No... Ce la faccio da sola!", esclamai allungandomi verso la credenza dei bicchieri in cucina.
Avevo una mano sull'enorme pancione. Respirai velocemente, poggiando l'altra mano sulla schiena dolorante a causa di tutto quel peso che ero costretta a reggere.
"Sicura?"
Anne, la madre di Harry, fece capolino fissandomi con i suoi occhi verdi. Aveva i capelli neri legati in una crocchia veloce ed era truccata e vestita di tutto punto, elegante come sempre.
"Forse una manina mi farebbe comodo", sorrisi sedendomi affaticata.
"Quanti mesi mancano?", chiese prendendo due bicchieri e versando il latte in ognuno di essi.
Poi, prese del cioccolato e lo versò in quel liquido bianco, girando e porgendomi un bicchiere.
Amavo quella bevanda e Harry  ogni volta che tornava a casa dopo il lavoro, me la preparava.
"Sei davvero stupenda!", mi sorrise sedendosi difronte a me.
Arrossii, guardando da un'altra parte e pensando a quanto fosse gentile e generosa quella donna... Un po' come Harry, solo che lui era maledettamente cocciuto e ciò giocava a suo svantaggio.
"Mancano due mesi", risposi alla domanda di mia suocera, facendo il numero con le dita della mia mano destra, mentre quella sinistra reggeva il bicchiere a mezz'aria.
"Harry mi ha detto che è una femmina!", sorrise lei bevendo un sorso di latte e cioccolato.
"Si... Volevamo chiamarla Candy", sorrisi ricordando il perché di quella scelta insensata e dolce allo stesso tempo.
*Inizio Flashback*
"Darcy svegliati dai!"
Harry saltò sul letto, levandomi con un gesto secco le coperte da sopra il mio corpo rannicchiato.
Borbottai contrariata, affondando la faccia nel cuscino e mettendo sotto di esso entrambe le mani.
Avevamo saputo da due mesi che nella mia pancia si trovava una splendida bambina ed Harry era più euforico del solito.
"Avanti amore! Dai!", disse tirandomi per la mano, come un bambino fa con la sua mamma quando vuole andare al parco.
"Perché?!", dissi strofinandomi gli occhi azzurri con le mani.
Ero ancora tutta intorpidita, così Harry mi afferrò da dietro la schiena, facendomi sedere a gambe incrociate difronte a lui.
Lasciai cadere la mia testa sulla sua spalla, sbadigliando contro il suo collo fresco.
"Perché questa mattina voglio andare al centro commerciale!", disse afferrandomi il mento e costringendomi così a guardare i suoi profondi occhi verdi che mi imploravano.
Assottigliai gli occhi, guardandolo con curiosità.
"Che c'è?", chiese sorridendo.
"Mi domandavo se avessi la febbre!", esclamai portando una mano sulla sua fronte.
"No!", rise prendendomi la mano e baciandola con le sue labbra rosee e carnose.
"Sei strano... Hai sempre odiato i centri commerciali. Come mai vuoi andarci?", chiesi questa volta io, poggiando le mani sulle sue ginocchia fasciate da un paio di jeans stretti e strappati.
"Voglio comprare le cose per la bambina", sorrise battendo le mani come un ragazzino.
Così, quella mattina, mi ritrovai nel negozio per bambini più grande al mondo.
Io ed Harry correvamo da una parte all'altra, con un grande cesto tra le mani pieno di vestitini e scarpine.
"Questo?", chiese lui alzando un vestitino blu con dei fiori rosa ricamati sulla gonnellina.
"Si... Carino", ammisi gelosa di non averlo trovato io.
"Solo carino?", mi schernì lui mettendo l'indumento nel cesto e baciandomi a stampo.
"Ok... Lo adoro!", sbuffai prendendo tra le mani un cappellino di lana rosso, come quello di un elfo. Era enorme, ma me ne innamorai subito, immaginandolo sul capo di mia figlia a Natale.
Lo alzai in aria, sventolandolo sotto il naso di Harry.
"Dove l'hai trovato?", chiese prendendolo fra le mani.
"Com'è?", chiesi pavoneggiandomi un po'.
"Carino", mi imitò facendo l'indifferente.
Era come se facessimo una gara a chi trovava il vestito più bello, ma tutto ciò che riponevamo in quel carrello era stupendo e, ogni cosa, la immaginavo su mia figlia.
Arrivammo alla cassa con così tanta roba che la cassiera ci guardò male e, mentre passava i prodotti sul banco, sbuffava non vedendo l'ora di finire.
Io ed Harry, allora, per farla innervosire ancora di più, aggiungevamo sempre più roba, anche se era insignificante e, sghignazzavamo quando lei sbarrava gli occhi.
"E l'hai vista quando le ho messo fra le mani lo stesso ciucciotto?", rise Harry, piegandosi in avanti e mantenendosi la pancia.
Sorrisi, guardando interessata le vetrine, finché il mio sguardo non si posò su un negozio di caramelle.
Osservai sognante i dolci e, strinsi la mano ad Harry per fargli capire cosa desiderassi di più al mondo in quel momento.
Il riccio rise, entrando nel negozio e prendendo una busta di caramelle che, in un attimo  aprii ed iniziai a divorare.
"Calma amore! Non scappano mica!", ironizzò lui addentandone una.
Lo guardai male, prima di ritornare a gustarmi quella meraviglia.
"Come la chiamiamo?", mi chiese Harry dopo un po' fissandomi la pancia sotto la maglietta.
Scrollai le spalle, non riuscendo a pensare ad altro che non fossero quelle caramelle.
Harry fissò per un po' la busta che avevo fra le mani, prima di puntare gli occhi nei miei e sorridere a trentadue denti.
"Cosa pensi?", chiesi con la voce impastata dalla mille caramelle che avevo fra le labbra.
"Chiamiamola Candy!", esclamò.
"Che?!"
"Candy, come queste caramelle che ti piacciono tanto", disse indicando la marca della busta con l'indice affusolato.
Sorrisi.
"È stupendo", mormorai con le lacrime agli occhi.
Harry avvicinò le labbra alla mia pancia:"Ti piace piccola?"
Sentii un calcetto e, feci poggiare la mano di Harry sulla pancia.
La bambina continuò a scalciare leggermente, facendo emozionare il padre.
"Le piace", sussurrai baciando il riccio che  aveva iniziato a piangere.
*Fine Flashback*
Pov. Harry
Scesi dalla macchina, chiudendo con cura lo sportello.
Mi misi lo zaino su una spalla, frugando nella tasca dei jeans per trovare le chiavi di casa.
Aprii la porta, dirigendomi silenziosamente in cucina dove, sedute al tavolo, trovai Darcy e mia madre bere del latte con il cioccolato.
"È davvero un nome magnifico!", esclamò mia madre accarezzando la pancia di Darcy, che arrossì.
"L'ha scelto Harry... Io non ho fatto granché", disse imbarazzata.
"Mio figlio ha sempre avuto una predisposizione per le cose dolci", ammise mia madre alzandosi e riponendo le tazze nel lavandino.
Sorrisi, poggiando lo zaino al suolo ed entrando in cucina.
"Ciao!", esclamai dando un bacio sulla guancia a mia madre e uno sulle labbra a Darcy.
"Tesoro! Stavo facendo compagnia a Darcy ma... Adesso che sei arrivato tolgo il disturbo!", sorrise alzando le braccia in aria e raccogliendo le sue cose.
"Grazie Anne", disse Darcy alzandosi a fatica dalla sedia.
Si teneva la schiena con una mano, affannandosi per stare in piedi.
L'aiutai a camminare fino all'ingresso, tendendola per le braccia, dove salutammo mia madre.
"Anne è davvero fantastica", mi sorrise allacciando le braccia dietro il mio collo.
Mi abbassai alla sua altezza, baciandole il naso.
Lei sorrise ma, un attimo dopo, arricciò le labbra, iniziando ad urlare.
"Che succede?!", chiesi allarmato, facendola sedere sul divano che, finalmente, ero riuscito a cambiare.
"Scalcia!", disse fra i denti  tenendosi la pancia.
Inclinai la testa di lato.
"È tremenda come te!", ironizzò Darcy, gettando il capo all'indietro.
Mi abbassai all'altezza del pancione, scostando la maglia.
Poi, avvicinai le labbra, sperando che mia figlia mi sentisse.
Iniziai a cantare, sfiorando con le labbra la pelle calda e dura del ventre di Darcy.
"Isn't she lovely, isn't she wonderful, isn't precious, less than one minute old. I never tought  through love we'd be making one as lovely and she... But isn't she lovely made from love"
Darcy mi guardò stupita:"Ha smesso!"
Sorrisi, immaginando di cantare quella canzone con lei fra le braccia.
"Potrebbe farci l'abitudine, ti conviene non viziarla troppo!", esclamò Darcy accarezzandomi i capelli.
Chiuso gli occhi, rilassandomi finalmente in quella giornata.
"Come è andata al lavoro?", mi chiese lei.
Poggiai il mento sulle sue gambe, guardandola con occhi stanchi.
"Una faticaccia! Le prove sono sempre più stressanti e Louis sta diventando sempre più isterico"
Darcy rise, baciandomi il naso e facendomi segno di sedermi vicino a lei.
Mi accoccolai fra le sue braccia, poggiando la testa sulla sua spalle e baciandole il collo scoperto.
"Ti immagini quando sarà grande", dissi dopo un po' ad occhi chiusi.
"Chi?", chiese lei stendendosi e poggiando la testa sulle mie gambe.
"Candy... Tutti quei ragazzi che le andranno dietro!", risi isterico.
"Sarà bellissima come il papà!", ammise lei arrossendo.
"Spezzerò le gambe a chiunque le si avvicinerà!", dissi maligno, sfregando le mani fra di loro.
"Harry comincia! Lei deve avere la sua libertà!", esclamò lei alzandosi e andando in camera a stendersi sul letto.
Guardai per due minuti il vuoto, prima di alzarmi di scatto.
"No! Darcy non se ne parla! Lei è mia!", urlai sedendomi sul letto.
"Harry, parliamone quando avrà fatto diciotto anni!", disse esasperata lei,"Mi fai un massaggio?"
Inizia ad accarezzarle la schiena, facendola rilassare ma, in tutto questo, pensavo a come contrastare chiunque si sarebbe avvicinato alla mia piccola Candy.
"Posso almeno tenerla con me fino a ventitré anni?", chiesi dopo un po', facendo ridere Darcy.
"Non lo trovo divertente!", dissi imbronciato continuando a muovere le mani sulla sua schiena.
"Harry, immagina se mio padre non avesse voluto farmi toccare da nessuno fino a ventitré anni... Adesso non sarei qui!", rise nuovamente, guardandomi con tenerezza.
In effetti, Darcy aveva ancora solo venti anni e già faceva la mamma.
L'avevo toccata più di una volta.
"Mi sarei ammazzato!", affermai mettendomi sopra di lei senza toccare la pancia.
"Si, sono troppo essenziale per la tua sopravvivenza!", mi schernì stringendomi le guance fra le sue dita fredde come al solito.
Sorrisi malizioso, desiderando fare l'amore con lei, ma sapevo che non potevamo ancora.
"Lo sai che sei meraviglioso quando sorridi?", mi chiese scostandomi un riccio dalla fronte.
"Solo quando sorrido, piccola?"
Lei arrossì, per la millesima volta in quella giornata e si coprì il volto con le mani.
Era tenerissima, così non potei fare a meno di baciarla.
"Ah! Ti ho portato una cosa!", dissi balzando giù dal letto e frugando nella borsa.
"Cosa?", chiese incuriosita mettendosi a sedere.
Le porsi un sacchetto della spesa.
Lei ne rovesciò il contenuto sulle coperte, sorridendo.
"Le caramelle Candy", dicemmo nello stesso momento.
E mangiammo tutta la sera quelle caramelle, immaginando come fosse nostra figlia.
Ma, posso dire, che è molto meglio di come l'immaginammo su quel letto.
Candy.

"Vuoi una mano tesoro?", mi chiese Anne dal salone.

"No... Ce la faccio da sola!", esclamai allungandomi verso la credenza dei bicchieri in cucina.

Avevo una mano sull'enorme pancione. Respirai velocemente, poggiando l'altra mano sulla schiena dolorante a causa di tutto quel peso che ero costretta a reggere.

"Sicura?"

Anne, la madre di Harry, fece capolino fissandomi con i suoi occhi verdi. Aveva i capelli neri legati in una crocchia veloce ed era truccata e vestita di tutto punto, elegante come sempre.

"Forse una manina mi farebbe comodo", sorrisi sedendomi affaticata.

"Quanti mesi mancano?", chiese prendendo due bicchieri e versando il latte in ognuno di essi.

Poi, prese del cioccolato e lo versò in quel liquido bianco, girando e porgendomi un bicchiere. Amavo quella bevanda e Harry  ogni volta che tornava a casa dopo il lavoro, me la preparava.

"Sei davvero stupenda!", mi sorrise sedendosi difronte a me.

Arrossii, guardando da un'altra parte e pensando a quanto fosse gentile e generosa quella donna... Un po' come Harry, solo che lui era maledettamente cocciuto e ciò giocava a suo svantaggio.

"Mancano due mesi", risposi alla domanda di mia suocera, facendo il numero con le dita della mia mano destra, mentre quella sinistra reggeva il bicchiere a mezz'aria.

"Harry mi ha detto che è una femmina!", sorrise lei bevendo un sorso di latte e cioccolato.

"Si... Volevamo chiamarla Candy", sorrisi ricordando il perché di quella scelta insensata e dolce allo stesso tempo.


*Inizio Flashback*

"Darcy svegliati dai!"

Harry saltò sul letto, levandomi con un gesto secco le coperte da sopra il mio corpo rannicchiato. Borbottai contrariata, affondando la faccia nel cuscino e mettendo sotto di esso entrambe le mani. Avevamo saputo da due mesi che nella mia pancia si trovava una splendida bambina ed Harry era più euforico del solito.

"Avanti amore! Dai!", disse tirandomi per la mano, come un bambino fa con la sua mamma quando vuole andare al parco.

"Perché?!", dissi strofinandomi gli occhi azzurri con le mani.

Ero ancora tutta intorpidita, così Harry mi afferrò da dietro la schiena, facendomi sedere a gambe incrociate difronte a lui. Lasciai cadere la mia testa sulla sua spalla, sbadigliando contro il suo collo fresco.

"Perché questa mattina voglio andare al centro commerciale!", disse afferrandomi il mento e costringendomi così a guardare i suoi profondi occhi verdi che mi imploravano.

Assottigliai gli occhi, guardandolo con curiosità.

"Che c'è?", chiese sorridendo.

"Mi domandavo se avessi la febbre!", esclamai portando una mano sulla sua fronte.

"No!", rise prendendomi la mano e baciandola con le sue labbra rosee e carnose.

"Sei strano... Hai sempre odiato i centri commerciali. Come mai vuoi andarci?", chiesi questa volta io, poggiando le mani sulle sue ginocchia fasciate da un paio di jeans stretti e strappati.

"Voglio comprare le cose per la bambina", sorrise battendo le mani come un ragazzino.

Così, quella mattina, mi ritrovai nel negozio per bambini più grande al mondo. Io ed Harry correvamo da una parte all'altra, con un grande cesto tra le mani pieno di vestitini e scarpine.

"Questo?", chiese lui alzando un vestitino blu con dei fiori rosa ricamati sulla gonnellina."

Si... Carino", ammisi gelosa di non averlo trovato io.

"Solo carino?", mi schernì lui mettendo l'indumento nel cesto e baciandomi a stampo.

"Ok... Lo adoro!", sbuffai prendendo tra le mani un cappellino di lana rosso, come quello di un elfo. Era enorme, ma me ne innamorai subito, immaginandolo sul capo di mia figlia a Natale. Lo alzai in aria, sventolandolo sotto il naso di Harry.

"Dove l'hai trovato?", chiese prendendolo fra le mani.

"Com'è?", chiesi pavoneggiandomi un po'.

"Carino", mi imitò facendo l'indifferente.

Era come se facessimo una gara a chi trovava il vestito più bello, ma tutto ciò che riponevamo in quel carrello era stupendo e, ogni cosa, la immaginavo su mia figlia. Arrivammo alla cassa con così tanta roba che la cassiera ci guardò male e, mentre passava i prodotti sul banco, sbuffava non vedendo l'ora di finire. Io ed Harry, allora, per farla innervosire ancora di più, aggiungevamo sempre più roba, anche se era insignificante e, sghignazzavamo quando lei sbarrava gli occhi.

 

 

"E l'hai vista quando le ho messo fra le mani lo stesso ciucciotto?", rise Harry, piegandosi in avanti e mantenendosi la pancia.

Sorrisi, guardando interessata le vetrine, finché il mio sguardo non si posò su un negozio di caramelle. Osservai sognante i dolci e, strinsi la mano ad Harry per fargli capire cosa desiderassi di più al mondo in quel momento. Il riccio rise, entrando nel negozio e prendendo una busta di caramelle che, in un attimo  aprii ed iniziai a divorare.

"Calma amore! Non scappano mica!", ironizzò lui addentandone una.Lo guardai male, prima di ritornare a gustarmi quella meraviglia.

"Come la chiamiamo?", mi chiese Harry dopo un po' fissandomi la pancia sotto la maglietta.

Scrollai le spalle, non riuscendo a pensare ad altro che non fossero quelle caramelle. Harry fissò per un po' la busta che avevo fra le mani, prima di puntare gli occhi nei miei e sorridere a trentadue denti.

"Cosa pensi?", chiesi con la voce impastata dalla mille caramelle che avevo fra le labbra.

"Chiamiamola Candy!", esclamò.

"Che?!"

"Candy, come queste caramelle che ti piacciono tanto", disse indicando la marca della busta con l'indice affusolato.

Sorrisi.

"È stupendo", mormorai con le lacrime agli occhi.

Harry avvicinò le labbra alla mia pancia:"Ti piace piccola?"

Sentii un calcetto e, feci poggiare la mano di Harry sulla pancia. La bambina continuò a scalciare leggermente, facendo emozionare il padre.

"Le piace", sussurrai baciando il riccio che  aveva iniziato a piangere.

*Fine Flashback*

 

Pov. Harry

Scesi dalla macchina, chiudendo con cura lo sportello. Mi misi lo zaino su una spalla, frugando nella tasca dei jeans per trovare le chiavi di casa. Aprii la porta, dirigendomi silenziosamente in cucina dove, sedute al tavolo, trovai Darcy e mia madre bere del latte con il cioccolato.

"È davvero un nome magnifico!", esclamò mia madre accarezzando la pancia di Darcy, che arrossì.

"L'ha scelto Harry... Io non ho fatto granché", disse imbarazzata.

"Mio figlio ha sempre avuto una predisposizione per le cose dolci", ammise mia madre alzandosi e riponendo le tazze nel lavandino.

Sorrisi, poggiando lo zaino al suolo ed entrando in cucina.

"Ciao!", esclamai dando un bacio sulla guancia a mia madre e uno sulle labbra a Darcy.

"Tesoro! Stavo facendo compagnia a Darcy ma... Adesso che sei arrivato tolgo il disturbo!", sorrise alzando le braccia in aria e raccogliendo le sue cose.

"Grazie Anne", disse Darcy alzandosi a fatica dalla sedia. Si teneva la schiena con una mano, affannandosi per stare in piedi. L'aiutai a camminare fino all'ingresso, tendendola per le braccia, dove salutammo mia madre.

"Anne è davvero fantastica", mi sorrise allacciando le braccia dietro il mio collo.

Mi abbassai alla sua altezza, baciandole il naso. Lei sorrise ma, un attimo dopo, arricciò le labbra, iniziando ad urlare.

"Che succede?!", chiesi allarmato, facendola sedere sul divano che, finalmente, ero riuscito a cambiare.

"Scalcia!", disse fra i denti  tenendosi la pancia.

Inclinai la testa di lato.

"È tremenda come te!", ironizzò Darcy, gettando il capo all'indietro.

Mi abbassai all'altezza del pancione, scostando la maglia.Poi, avvicinai le labbra, sperando che mia figlia mi sentisse. Iniziai a cantare, sfiorando con le labbra la pelle calda e dura del ventre di Darcy.

"Isn't she lovely, isn't she wonderful, isn't precious, less than one minute old. I never tought  through love we'd be making one as lovely and she... But isn't she lovely made from love"

Darcy mi guardò stupita:"Ha smesso!"

Sorrisi, immaginando di cantare quella canzone con lei fra le braccia.

"Potrebbe farci l'abitudine, ti conviene non viziarla troppo!", esclamò Darcy accarezzandomi i capelli.

Chiusi gli occhi, rilassandomi finalmente in quella giornata.

"Come è andata al lavoro?", mi chiese lei.

Poggiai il mento sulle sue gambe, guardandola con occhi stanchi.

"Una faticaccia! Le prove sono sempre più stressanti e Louis sta diventando sempre più isterico"

Darcy rise, baciandomi il naso e facendomi segno di sedermi vicino a lei. Mi accoccolai fra le sue braccia, poggiando la testa sulla sua spalle e baciandole il collo scoperto.

"Ti immagini quando sarà grande", dissi dopo un po' ad occhi chiusi.

"Chi?", chiese lei stendendosi e poggiando la testa sulle mie gambe.

"Candy... Tutti quei ragazzi che le andranno dietro!", risi isterico.

"Sarà bellissima come il papà!", ammise lei arrossendo.

"Spezzerò le gambe a chiunque le si avvicinerà!", dissi maligno, sfregando le mani fra di loro.

"Harry comincia! Lei deve avere la sua libertà!", esclamò lei alzandosi e andando in camera a stendersi sul letto.

Guardai per due minuti il vuoto, prima di alzarmi di scatto.

"No! Darcy non se ne parla! Lei è mia!", urlai sedendomi sul letto.

"Harry, parliamone quando avrà fatto diciotto anni!", disse esasperata lei,"Mi fai un massaggio?"

Inizia ad accarezzarle la schiena, facendola rilassare ma, in tutto questo, pensavo a come contrastare chiunque si sarebbe avvicinato alla mia piccola Candy.

"Posso almeno tenerla con me fino a ventitré anni?", chiesi dopo un po', facendo ridere Darcy.

"Non lo trovo divertente!", dissi imbronciato continuando a muovere le mani sulla sua schiena.

"Harry, immagina se mio padre non avesse voluto farmi toccare da nessuno fino a ventitré anni... Adesso non sarei qui!", rise nuovamente, guardandomi con tenerezza.

In effetti, Darcy aveva ancora solo venti anni e già faceva la mamma. L'avevo toccata più di una volta.

"Mi sarei ammazzato!", affermai mettendomi sopra di lei senza toccare la pancia.

"Si, sono troppo essenziale per la tua sopravvivenza!", mi schernì stringendomi le guance fra le sue dita fredde come al solito.

Sorrisi malizioso, desiderando fare l'amore con lei, ma sapevo che non potevamo ancora.

"Lo sai che sei meraviglioso quando sorridi?", mi chiese scostandomi un riccio dalla fronte.

"Solo quando sorrido, piccola?"

Lei arrossì, per la millesima volta in quella giornata e si coprì il volto con le mani. Era tenerissima, così non potei fare a meno di baciarla.

"Ah! Ti ho portato una cosa!", dissi balzando giù dal letto e frugando nella borsa.

"Cosa?", chiese incuriosita mettendosi a sedere.

Le porsi un sacchetto della spesa. Lei ne rovesciò il contenuto sulle coperte, sorridendo.

"Le caramelle Candy", dicemmo nello stesso momento.

E mangiammo tutta la sera quelle caramelle, immaginando come fosse nostra figlia.

Ma, posso dire, che è molto meglio di come l'immaginammo su quel letto.

Candy.

 

Note Autore:

Ecco il capitolo. Allora... Cosa ne pensate? Spero vi piaccia... Avete preso il CD di Midnight Memories? Io si e sto ascoltando da ieri tutte le canzoni. Quando ho sentito "You & I", ho iniziato a piangere. È la mia preferita, ma anche le altre sono fantastiche. Il miglior album dell'anno! Li adoro! Ooooook, ora vado. Grazie per che legge la storia. Fatemi sapere se vi è piaciuto. See you soon :D

 

  
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