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Autore: thedragontosaphira    28/11/2013    16 recensioni
Una mini long natalizia
Ispirata dal film Nine month, e rivisitata per l'occasione
Draco ed Hermione sono una coppia ben affiatata
Ma qualcosa arriva inaspettata a sconvolgere la loro routine
Dal prologo:
....
Il mio cuore perse un battito, non ero brava a mentire e, mordendomi il labbro mentre scomparivo veloce nel bagno, cercai di recuperare.
- Si, si .. Tutto bene, nessun problema, sono solo un po' stanca. -
Lo sentii rispondere
- Potevi dirmelo, avrei rimandato la cena. -
Dentro di me un tumulto, poi continuò con tono preoccupato
- In effetti ho notato che da qualche giorno hai delle occhiaie profonde e sei un po' pallida, magari sarebbe utile ti facessi vedere. -
Per poco non m strozzai con la mia stessa saliva.
" Si era accorto? E da quando era così attento, che sospettasse qualcosa? "
Mentre rieccomi sintonizzata sul canale della " Granger picture ", sentii delle voci provenire da basso, sicuramente gli ospiti erano arrivati.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Cap 1 Aprile-Maggio









                                                                         Aprile - Maggio
                                        cap 1





















Quando tutto sembra andare per il meglio, siamo felici di quello che abbiamo, ecco che la vita ci porta ad un bivio o ci pone un ostacolo, che mai avremmo immaginato di dovere affrontare.

Io l'eroina del mondo magico, osannata dai più, messa K.O. da un bastoncino.

Mentre mi preparavo per la cena avevo lo stomaco chiuso in una morsa, il pensiero ostinato tornava sempre lì, a quel bastoncino che mi aveva cambiato la vita. Draco aveva notato che qualcosa non andava, suggeriva una visita medica. Se solo avesse saputo...

Con la scusa di andare a ricevere i nostri amici evitai di rispondergli.
Non ero brava a mentire.

****

La osservai perplesso, mi pareva sfuggente, come se qualcosa la tormentasse.
A volte davo troppe cose per scontate, e non mi rendevo conto che lei aveva bisogno di conferme.

Il mondo femminile era complicato, ma io lo ignoravo volutamente. Non ero pronto a fare certi discorsi. Per ora mi beavo del nostro rapporto, che mi piaceva esattamente così com'era. Ero consapevole che in fondo il mio era timore di tuffarmi, a volte saliva alla mia coscienza la sensazione di tenere un comportamento un po' vigliacco.
Ma ricacciavo in fretta questi pensieri.

Solo in seguito avrei compreso il mio egoismo.

In fondo sia io che lei eravamo felici così, perché complicarsi la vita?

Con lei avevo trovato il mio equilibrio, oltrepassare certe soglie poteva essere pericoloso.

Non ero pronto al grande salto, ma sapevo  che prima o poi l'avrei dovuto affrontare, lei era quella giusta, dopo tante femmine passate nel mio letto, avevo trovato in lei la perfezione.

Sapeva completarmi, sapeva stimolarmi e non solo fisicamente, ma anche nella mente.

Brillante, con un ottimo eloquio, intelligente sopra la media, con una carriera fantastica.
Pratica, non appiccicosa, sapeva come e quando doveva ritirarsi  lasciandomi i miei spazi.

Era perfetta, e non l'avrei cambiata con nessun altra al mondo.
Adoravo quel modo sexy di mordicchiarsi il labbro quando aveva un dubbio o doveva porre qualche domanda, il portarsi dietro l'orecchio i capelli quando leggeva concentrata.
Oppure quel modo buffo di mettere le mani sui fianchi, se era pronta ad una filippica.

Ma ora ero perplesso, comunque so che presto ne avremmo parlato, forse doveva metabolizzare il problema, anche se non sapevo qual'era.

Quando la raggiunsi sorrideva, mentre offriva un aperitivo ai nostri amici, il ruolo di Lady le calzava a pennello.

Era perfetta.
Dovevo solo ammetterlo con me stesso.


Sapeva come muoversi in ogni occasione, con lei non avevo mai fatto brutte figure.

La cena fu perfetta, le conversazioni anche, ma qualcosa la disturbò. Improvvisamente il suo sguardo si velò, la voce le si strozzò quando la moglie di Potter annunciò

- Bene, visto che siamo riuniti, io ed Harry vogliamo farvi partecipi del nostro piccolo segreto, aspettiamo il nostro secondo figlio. -

La vidi diventare di marmo, impallidire, felicitarsi frettolosamente, posare il tovagliolo e con una scusa eclissarsi, mentre i brindisi fioccavano insieme alle congratulazioni.

La seguii con lo sguardo, perplesso cominciai a pormi domande.
Che fosse andata in crisi, vedendo i suoi amici con una vita avviata, una famiglia in itinere, mentre per lei ancora tutto era da venire?
Mi sentii in colpa, sapevo che mia era la responsabilità, sapevo, percepivo che lei voleva di più, ma fingevo di ignorarlo cullandomi sul fatto che lei nulla aveva preteso.

Forse era giunto il momento di fare il giro di boa, ufficializzare il rapporto con un fidanzamento, ed in seguito il matrimonio. Era la donna giusta e lo sapevo, perché esitare?

Ma il solo pensiero mi procurava un peso alla bocca dello stomaco.

All'idea di matrimonio e “ per sempre ” mi si formava un nodo, che mi paralizzava. Era il panico.

Se chiudevo gli occhi, rivedevo i miei genitori ed il loro matrimonio, falso, a tratti crudele. Il classico freddo rapporto combinato tra purosangue di alto lignaggio.

Sarei stato in grado di essere diverso?

Ero terrorizzato, era inutile negarlo, e mi nascondevo dietro a finte scuse.

Ma non sapevo che invece lei nascondeva un segreto più grande delle mie stesse paure.

Un segreto che  mi avrebbe portato a scelte non sempre giuste.

Molto era cambiato nel mondo magico, leggi obsolete erano state riviste, ma a volte alcune rimangono tali e quali, almeno per chi è stato cresciuto con ideali che aveva radici antiche.


Guardandomi intorno notai che nessuno si era accorto che lei era fuggita, nemmeno io in un primo momento mi resi conto che qualcosa non andava, ma quando non la vidi rientrare, l'andai a cercare.

La trovai affacciata alla terrazza che ammirava il tramonto su Londra, le luci dei lampioni una ad una si stavano accendendo, il garrire delle rondini echeggiava intorno.

Eppure lei sembrava lontana, persa nei suoi pensieri. E a giudicare dall'espressione tirata, non dovevano essere piacevoli.

- Cosa c'è che non va? - Le chiesi diretto, mentre le poggiavo uno scialle sulle spalle.

Sospirando lo strinse a se quasi a trarne forza, poi con un sussurro tremolante mi disse senza guardarmi

- Sono incinta. -

Rimasi muto, spiazzato, destabilizzato, incapace di realizzare, di reagire, il mondo mi crollò letteralmente addosso. Un figlio non era in programma.

Solo poco prima avevo pensato di dare una svolta al nostro rapporto con un fidanzamento, ed ora lei era incinta.

Era un brutto sogno, non stava veramente accadendo a me, non ero pronto, io quel figlio non lo volevo.

Non volevo fare il padre, chi non ha ricevuto non sa dare.

Ero spaventato, come lo può essere un cucciolo davanti al fuoco.

E come un idiota dissi la cosa più sbagliata.
Le parole mi uscirono di getto, prima ancora che la bocca si collegasse al cervello.

- Cosa pensi di fare? Io non sono pronto ad un moccioso piagnucolante che mi stravolge la vita .-  La frase mi sfuggì per pura autodifesa. Era dura, fredda, cattiva, ma in quel momento non me ne curai, né mi resi conto del male che potesse farle.
In quel momento pensavo egoisticamente solo a me, non a lei.

Hermione si girò, alzò lo sguardo su di me, in quegli occhi che amavo lessi così tanto dolore, che mi sentii invadere come da un onda. Rimasi senza fiato, realizzando solo in quel momento quello che avevo fatto.
L'avevo uccisa.

Scosse il capo e mentre si allontanava rispose atona

- Tranquillo, non è un tuo problema. Hai chiarito perfettamente come la pensi. Non ti coinvolgerò. Non avere paura. -

La fissai mentre con quelle parole, l'unica donna che mi aveva fatto sentire vivo usciva dalla mia vita.

Solo in seguito mi sarei reso conto che ero un emerito coglione.


   
 
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