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Autore: Feel Good Inc    28/11/2013    2 recensioni
#I. Kevin vede che è arrossita appena, ma la voce è sicura, senza note di soggezione. Si ritrova a sorridere. «Una degna Castle.»
Alexis ridacchia. «Non so se mio padre seguirebbe i miei metodi.»

#II. «Per favore, quando lo trova gli dica che questa volta lo ammazzo.»
È di sicuro un sorriso, quello che sente distintamente prima che lui riagganci.

Kevin/Alexis | accenni Richard/Kate
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kevin Ryan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più stagioni
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hearing ~ le diverse gradazioni di una voce (già) amica

 

 

 

 

Alexis Castle non ha mai avuto particolari problemi nel prendere in mano le situazioni. Ci è stata abituata fin da piccola, più o meno da quando è stata consapevole che né sua madre né suo padre ne sarebbero mai stati in grado al suo posto; e anche più tardi, quando la nonna è venuta a insediarsi tranquillamente in casa come un piccolo terremoto colorato, in un certo senso è rimasta lei l’adulta della famiglia. Ha imparato a friggere le uova per la colazione a sei anni, ad allacciarsi le scarpe a cinque e a comporre il 911 a tre – eppure, una cosa del genere non si è mai ritrovata a fronteggiarla prima: perché per quanto incostante, inaffidabile e potenzialmente pericoloso lui c’è sempre stato.

Attraverso la porta del bagno la nonna canticchia che è tutto a posto, che sicuramente in centrale ci sarà stato un qualche «contrattempo da poliziotto» – sanno benissimo entrambe che lo fa per rassicurare soprattutto se stessa – ma Alexis non riesce a smettere di rigirarsi tra le mani un foglio di taccuino che non si era aspettata di dover ripescare così presto dall’ultimo cassetto a sinistra, anche se, in effetti, è passato più di un anno...

Non sa bene come, ma all’improvviso si ritrova il telefono in mano. Allora sospira e compone il numero del detective Ryan.

Solo un paio di squilli, e lui risponde. Il tono è quello veloce e impersonale dell’investigatore alle prese con il suo caso del giorno.

Lei quasi rimpiange di aver ceduto all’impulso. «Oh, mi scusi, non voglio disturbare...»

«Alexis?»

Confusa, si lascia investire dal suono di quell’unica parola che di colpo trasforma la voce in un porto familiare. Non ha davvero idea di come abbia fatto a riconoscerla subito, dopo un unico incontro di così tanto tempo fa – ma l’ha fatto, e questo basta a schiarirle le idee.

«Sì, sono io. Buonasera, detective. Ecco, non riesco a rintracciare mio padre...» Si accorge di aver stretto così forte il foglio tra le dita da averlo ridotto a una misera pallina stropicciata. Cerca di rilassarsi; probabilmente la nonna ha ragione, probabilmente lui è soltanto così impegnato con il detective Beckett che gli sarà del tutto passata di mente l’idea di avvertire... «Crede che ne avrà ancora per molto? Si sta facendo tardi. Di solito a quest’ora so se devo aspettarlo sveglia o no.»

Ryan non risponde subito e, quando lo fa, Alexis non vorrebbe sentirlo così serio. «Non è qui. Non abbiamo notizie di lui né di Beckett da ore... A dirti la verità, io e il mio collega iniziavamo a chiederci dove...»

Lascia cadere il senso nel vuoto, e Alexis si sente crollare il mondo addosso. Si sforza di non lasciar trasparire in superficie alcuna traccia di paura, ma è ben consapevole della voce che le trema.

«Mio padre mi cerca sempre. A volte devo pensarci prima io, sì, ma mi cerca sempre. Ma adesso... Non... Non è da lui.»

«Ascoltami, Alexis.» Ora Ryan è fermo, sicuro; lei si chiede se in questo momento sia più simile a un amico che ti rassicura o solo a un poliziotto che fa il suo lavoro. «Li troveremo. Tutti e due. Tu sta’ tranquilla, e aspetta la mia chiamata.»

Decide che non le importa.

«Per favore, quando lo trova gli dica che questa volta lo ammazzo.»

È di sicuro un sorriso, quello che sente distintamente prima che lui riagganci.

Alexis Castle è sempre stata brava a prendere in mano le situazioni; ma oggi, riflette passandosi le dita ancora un po’ tremanti tra i capelli, oggi è grata di avere avuto quel biglietto, scritto così, quasi per scherzo, all’ombra di un archivio e uno scambio di battute, a salvarla proprio nel momento in cui non sapeva cosa fare. E poi guarda il display e vede che anche questo secondo colloquio è durato meno di un minuto – e si chiede come faccia, il detective Ryan con la sua voce buona, a farti sentire meglio nell’arco di un così breve tempo.

 

 

 

[ 663 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

D’accordo, sì, c’è un secondo capitolo. Suppongo che adesso possiamo parlare ufficialmente di RACCOLTA. /O/

Questo nuovo breve episodio è ambientato nella puntata 3x17, la stessa in cui Richard e Kate restano rinchiusi a congelare e Kevin riceve una chiamata da Alexis – I CAN SEE THE CANON HERE – che lo mobilita per cercare entrambi. Insomma, vorrebbe essere un vero missing moment, fangirling a parte.

Lasciatevi ringraziare per l’accoglienza generalmente entusiasta: siete delle persone adorabili e grazie a voi il mio ingresso nel fandom è molto meno traumatico di quanto pensassi. :*

A un prossimo aggiornamento, spero!

Aya ~

   
 
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