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Autore: Ayumi Yoshida    29/11/2013    3 recensioni
La guerra è finita, l’esercito alleato ha vinto. Tutto dovrebbe andare per il meglio, tornare alla normalità, ma qualcosa non è andato come avevamo creduto dovesse andare: un compagno potente è tornato a prendersi la sua ricompensa.
“Tra qualche mese morirò. Come avrei potuto dirtelo?”
Fanfiction prima classificata al "NaruHina Contest [V Edizione: 'La nostra leggenda']" di Mokochan, ValeHina e Yume_no_Namida e nella sezione "Rating arancione" e vincitrice dei premi "Miglior Hinata", "Miglior Naruto", "Miglior NaruHina" e "Best rating orange" *___*
Nell'ultimo aggiornamento ci sono gli ultimi tre capitoli! :)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Even more in love with me you'd fall

 

(Hey there Delilah – Plain White T’s)



7 - Sigillo

 


“Bentornato!”
“Hinata?! Cosa ci fai qui?”
Naruto sorrise largamente non appena vide la kunoichi e le corse incontro. Stava cucinando. Le posò una mano sulla spalla e vi si sporse oltre con la testa per poter guardare l'interno della pentola.
“Cosa stai preparando?”
“Le verdure per il contorno. Ho già preparato il riso per la cena.”
“Ah.” commentò Naruto un po' deluso, strappandole un sorriso. Fosse stato per lui, avrebbero mangiato ramen a colazione, pranzo e cena. “Com'è andata la giornata?”
“Bene. Oggi mio padre mi ha anche liberato prima del solito.” Era una bugia: nel pomeriggio aveva discusso con lui perché gli aveva chiesto di andare via prima, ma l'uomo le aveva negato il permesso, dicendole che negli ultimi tempi stava dedicando poco tempo ai suoi doveri di capoclan. Hinata aveva sostenuto che lei si stava impegnando al massimo, gli aveva ricordato anche che alla morte di Naruto mancavano soltanto tre settimane, e l'aveva visto guardarla a disagio. Detestava dover discutere con suo padre, perché affrontarlo era difficile ed i suoi argomenti erano sempre ragionevoli, perché riguardanti la sicurezza del clan, e si sentiva sempre inadeguata. Hiashi era rimasto in silenzio per un poco, poi le aveva ordinato: "Recupererai il tempo perso stanotte." liberandola. Era stato un sollievo. “Tu, invece? Sei andato a trovare Sasuke-kun?”
Il viso di Naruto si fece improvvisamente triste.
“Continua a non parlarmi. Mi chiedo se mi rivolgerà mai la parola prima che io-”
“Lo farà!” esclamò la kunoichi girando la testa per guardarlo. “Ne sono certa.”
Naruto le sorrise, riconoscente. Hinata riusciva a consolarlo anche quando pensava che sarebbe stato meglio già lasciare tutto e morire.

“Vuoi stenderti accanto a me?”
Naruto batté leggermente la mano sul letto accanto a sé per invitare Hinata a sedersi, ma lei scosse la testa dispiaciuta.
“Oggi non posso restare a dormire, mi dispiace. Mio padre mi ha chiesto di tornare a casa.”
“Ah.” Lo shinobi la guardò, visibilmente più deluso di quanto lo era stato per non aver potuto mangiare ramen a cena, ma cercò di minimizzare: “Non preoccuparti, non fa niente, resterai domani!”
Hinata annuì e gli prese timidamente la mano.
“Se vuoi, posso restare con te finché non ti addormenti.” gli propose in un mormorio, e lui annuì con entusiasmo.
“Ti amo.” le sussurrò poco prima di addormentarsi, sorridendole e strappandole il cuore dal petto per l'ennesima volta. Hinata si riscoprì a respirare a fatica, a portarsi una mano al petto per cercare di calmare i battiti del suo cuore come le era accaduto quando aveva dodici anni e Naruto le aveva detto per la prima volta che lei gli piaceva. Respirò a pieni polmoni e lo guardò: dormiva tranquillo, a pancia in su, le braccia e le gambe spalancate. L'occasione perfetta. Sentendo il cuore battere di nuovo a mille, si recò in cucina cercando di non fare rumore per chiamare il quarto Hokage. Minato le aveva detto che per fare quello che aveva in mente avrebbero dovuto trovare il momento giusto, in cui Naruto fosse stato tranquillo, ignaro, e quella era certamente l’occasione che aspettavano. Si rese conto di essere pronta, di non avere paura. Si affacciò alla porta della cucina e bisbigliò: “Hokage-sama, la prego, può venire nell'altra stanza? É il momento!”
L'uomo sollevò lo sguardo dal giornale che stava leggendo ed annuì. Si alzò senza far rumore, come un morto, e la seguì in punta di piedi nella camera di Naruto, che non aveva cambiato posizione.
“Sei certa di volerlo fare?” le chiese per l'ultima volta, e Hinata annuì senza mostrarsi timorosa: aveva già deciso tutto da un pezzo. Minato sospirò e ripeté: “Come ti ho già detto, per via delle mie condizioni non ho abbastanza chakra per ripristinare il sigillo, ma si é indebolito a causa di tutte le volte in cui Naruto ha usato il potere di Kurama, quindi forse potrei riuscire a modificarlo. Ho pensato di inserire un poco del tuo chakra nel sigillo, ma dev’essere una quantità davvero minima per non mettere troppo in allarme la volpe. Questo, però, ti permetterà di incontrarla soltanto per poco. Ho intenzione di inserire il tuo chakra nel punto in cui avevo inserito il mio, ma non so quando apparirai nel subconscio di Naruto, perché non sappiamo come si comporterà la volpe, potrebbe accadere in qualunque momento.”
L'uomo si interruppe per riprendere fiato e fece un respiro profondo. Hinata annuì con la testa.
“Bene, cominciamo.”
Sollevò la maglia arancione che Naruto indossava e il sigillo che teneva bloccata la volpe troneggiò ai loro occhi come se fosse stato marcato con il fuoco. La kunoichi si accorse che le mani avevano preso a tremarle: quel sigillo la intimoriva. Rappresentava la fonte di tutte le sofferenze passate e presenti di Naruto, la sua maledizione infinita. Voleva liberarlo a tutti i costi.
Il quarto Hokage sollevò la mano destra all'altezza del petto e all'improvviso le sue dita risplendettero di piccole fiamme di chakra bluastro. Avvicinò la mano a Naruto.
“Non appena te lo ordino, posa le mani sul sigillo. Comincia a raccogliere chakra già adesso.” bisbigliò, poi posò le dita sui bordi del sigillo e chiuse gli occhi. Naruto non si mosse. Deglutendo, la kunoichi spalancò le braccia verso l'esterno e si concentrò per far confluire tutto il chakra verso le mani, sentendole appesantirsi mentre il resto del corpo si sgravava del peso. Si avvicinò lentamente al letto, in attesa e in silenzio, senza staccare gli occhi dal viso di Naruto per accertarsi che stesse ancora dormendo. Poi accadde tutto in un attimo: Minato ordinò quasi in un sibilo: “Adesso!”, lei posò le mani sul sigillo, il viso di Naruto si contorse per un momento che sembrò infinito, Hinata cadde in ginocchio, madida di sudore.
"Stai bene?" le chiese immediatamente Minato, preoccupato. La kunoichi annuì, e si alzò in piedi scostandosi i capelli dalla fronte: non si sentiva debole, né stanca, anche Naruto stava ancora dormendo. Sembrava che non fosse successo nulla. Sollevata, sorrise, e Minato la imitò.
“A vedere il sigillo, sembra che sia andato tutto bene. Non credevo di farcela.” sussurrò. Hinata osservò il sigillo: era leggermente mutato nel disegno, ma si trattava di modifiche quasi impossibili da notare. Ce l'avevano fatta. Mancava soltanto l’ultima battaglia.
“La ringrazio davvero di cuore, Hokage-sama, le devo la vita!” sussurrò Hinata inchinandosi profondamente. Sentì Minato sospirare.
“Spero che tu non debba darmela davvero.” mormorò lui, preoccupato.

 

La parte di lei che era dentro Naruto non l'aveva ancora richiamata a sé, e Hinata cominciava a sentirsi inquieta. Forse la modifica al sigillo non aveva funzionato, forse il cambiamento del segno del sigillo li aveva ingannati, ma il tempo continuava a scorrere imperterrito, lasciandole soltanto altri sette giorni di vita con Naruto. Sentiva di stare impazzendo, intrappolata in un vicolo stretto senza uscita. Naruto ormai non parlava più, chiuso nei suoi pensieri e in rari sorrisi che racchiudevano tutta la sua ineluttabile disperazione, la sua amarezza. A volte la abbracciava senza motivo per ore, e la kunoichi se ne stava in silenzio, bruciando di tristezza perché avrebbe voluto consolarlo, dirgli qualcosa, ma non sapeva cosa. La distanza tra di loro si stava acuendo proprio quando avrebbe dovuto essere inesistente. Si sentiva una fallita.
"Allora é deciso!" La voce dell'Hokage la risvegliò dai suoi pensieri, e la kunoichi si mise finalmente in ascolto: non aveva prestato attenzione neanche ad una parola che era stata detta in quell'ultimo incontro con tutti i capoclan. "In questa ultima settimana Naruto Uzumaki si trasferirà in un luogo fuori dal villaggio in cui io, Minato-sama e gli altri membri designati potremo meglio controllare la volpe."
Tra i presenti si alzarono mormorii generali di assenso: tutti erano finalmente soddisfatti, avevano messo al sicuro le loro vite e potevano ritornare ai loro affari con la coscienza pulita. Hinata fu la prima ad alzarsi per andarsene, indignata, ma il quarto Hokage sussurrò, fermandola: " Non puoi andare via, sei stata scelta per scortare Naruto, dobbiamo restare."
Incredula, la kunoichi riprese posto sentendosi le gambe pesanti: forse la fortuna non le aveva ancora del tutto voltato le spalle, avrebbe potuto trascorrere con Naruto le ultima ore della sua vita senza doversi preoccupare di suo padre o del suo clan, senza sentirsi ulteriormente in colpa.

 

 

Note dopo la lettura:
La prima scena di azione della fic! Spero che non faccia schifo! *corre a nascondersi XD*

Vi chiedo umilmente scusa per questo aggiornamento così tardo, ma l'università e il lavoro mi stanno davvero impegnando tantissimo. Spero, in ogni caso, che la fic possa continuare a piacervi e ringrazio di cuore coloro che hanno recensito lo scorso capitolo!  (_  _)

Alla prossima! :)




   
 
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