Even
more
in love with me you'd fall
(Hey there Delilah –
Plain White T’s)
7 - Sigillo
“Bentornato!”
“Hinata?! Cosa ci fai qui?”
Naruto sorrise largamente non appena vide la kunoichi e le corse
incontro. Stava
cucinando. Le posò una mano sulla spalla e vi si sporse oltre con la
testa per
poter guardare l'interno della pentola.
“Cosa stai preparando?”
“Le verdure per il contorno. Ho già preparato il riso per la cena.”
“Ah.” commentò Naruto un po' deluso, strappandole un sorriso. Fosse
stato per
lui, avrebbero mangiato ramen a colazione, pranzo e cena. “Com'è andata
la
giornata?”
“Bene. Oggi mio padre mi ha anche liberato prima del solito.” Era una
bugia:
nel pomeriggio aveva discusso con lui perché gli aveva chiesto di
andare via
prima, ma l'uomo le aveva negato il permesso, dicendole che negli
ultimi tempi
stava dedicando poco tempo ai suoi doveri di capoclan. Hinata aveva
sostenuto
che lei si stava impegnando al massimo, gli aveva ricordato anche che
alla
morte di Naruto mancavano soltanto tre settimane, e l'aveva visto
guardarla a
disagio. Detestava dover discutere con suo padre, perché affrontarlo
era
difficile ed i suoi argomenti erano sempre ragionevoli, perché
riguardanti la
sicurezza del clan, e si sentiva sempre inadeguata. Hiashi era rimasto
in
silenzio per un poco, poi le aveva ordinato: "Recupererai il tempo
perso stanotte."
liberandola. Era stato un sollievo. “Tu, invece? Sei andato a trovare
Sasuke-kun?”
Il viso di Naruto si fece improvvisamente triste.
“Continua a non parlarmi. Mi chiedo se mi rivolgerà mai la parola prima
che io-”
“Lo farà!” esclamò la kunoichi girando la testa per guardarlo. “Ne sono
certa.”
Naruto le sorrise, riconoscente. Hinata riusciva a consolarlo anche
quando
pensava che sarebbe stato meglio già lasciare tutto e morire.
“Vuoi stenderti accanto a me?”
Naruto batté leggermente la mano sul letto accanto a sé per invitare
Hinata a
sedersi, ma lei scosse la testa dispiaciuta.
“Oggi non posso restare a dormire, mi dispiace. Mio padre mi ha chiesto
di tornare
a casa.”
“Ah.” Lo shinobi la guardò, visibilmente più deluso di quanto lo era
stato per
non aver potuto mangiare ramen a cena, ma cercò di minimizzare: “Non
preoccuparti, non fa niente, resterai domani!”
Hinata annuì e gli prese timidamente la mano.
“Se vuoi, posso restare con te finché non ti addormenti.” gli propose
in un
mormorio, e lui annuì con entusiasmo.
“Ti amo.” le sussurrò poco prima di addormentarsi, sorridendole e
strappandole
il cuore dal petto per l'ennesima volta. Hinata si riscoprì a respirare
a
fatica, a portarsi una mano al petto per cercare di calmare i battiti
del suo
cuore come le era accaduto quando aveva dodici anni e Naruto le aveva
detto per
la prima volta che lei gli piaceva. Respirò a pieni polmoni e lo
guardò:
dormiva tranquillo, a pancia in su, le braccia e le gambe spalancate.
L'occasione perfetta. Sentendo il cuore battere di nuovo a mille, si
recò in
cucina cercando di non fare rumore per chiamare il quarto Hokage.
Minato le
aveva detto che per fare quello che aveva in mente avrebbero dovuto
trovare il
momento giusto, in cui Naruto fosse stato tranquillo, ignaro, e quella
era
certamente l’occasione che aspettavano. Si rese conto di essere pronta,
di non
avere paura. Si affacciò alla porta della cucina e bisbigliò:
“Hokage-sama, la
prego, può venire nell'altra stanza? É il momento!”
L'uomo sollevò lo sguardo dal giornale che stava leggendo ed annuì. Si
alzò
senza far rumore, come un morto, e la seguì in punta di piedi nella
camera di
Naruto, che non aveva cambiato posizione.
“Sei certa di volerlo fare?” le chiese per l'ultima volta, e Hinata
annuì senza
mostrarsi timorosa: aveva già deciso tutto da un pezzo. Minato sospirò
e
ripeté: “Come ti ho già detto, per via delle mie condizioni non ho
abbastanza
chakra per ripristinare il sigillo, ma si é indebolito a causa di tutte
le
volte in cui Naruto ha usato il potere di Kurama, quindi forse potrei
riuscire
a modificarlo. Ho pensato di inserire un poco del tuo chakra nel
sigillo, ma
dev’essere una quantità davvero minima per non mettere troppo in
allarme la
volpe. Questo, però, ti permetterà di incontrarla soltanto per poco. Ho
intenzione di inserire il tuo chakra nel punto in cui avevo inserito il
mio, ma
non so quando apparirai nel subconscio di Naruto, perché non sappiamo
come si
comporterà la volpe, potrebbe accadere in qualunque momento.”
L'uomo si interruppe per riprendere fiato e fece un respiro profondo.
Hinata
annuì con la testa.
“Bene, cominciamo.”
Sollevò la maglia arancione che Naruto indossava e il sigillo che
teneva
bloccata la volpe troneggiò ai loro occhi come se fosse stato marcato
con il
fuoco. La kunoichi si accorse che le mani avevano preso a tremarle:
quel
sigillo la intimoriva. Rappresentava la fonte di tutte le sofferenze
passate e
presenti di Naruto, la sua maledizione infinita. Voleva liberarlo a
tutti i
costi.
Il quarto Hokage sollevò la mano destra all'altezza del petto e
all'improvviso
le sue dita risplendettero di piccole fiamme di chakra bluastro.
Avvicinò la
mano a Naruto.
“Non appena te lo ordino, posa le mani sul sigillo. Comincia a
raccogliere
chakra già adesso.” bisbigliò, poi posò le dita sui bordi del sigillo e
chiuse
gli occhi. Naruto non si mosse. Deglutendo, la kunoichi spalancò le
braccia
verso l'esterno e si concentrò per far confluire tutto il chakra verso
le mani,
sentendole appesantirsi mentre il resto del corpo si sgravava del peso.
Si
avvicinò lentamente al letto, in attesa e in silenzio, senza staccare
gli occhi
dal viso di Naruto per accertarsi che stesse ancora dormendo. Poi
accadde tutto
in un attimo: Minato ordinò quasi in un sibilo: “Adesso!”, lei posò le
mani sul
sigillo, il viso di Naruto si contorse per un momento che sembrò
infinito,
Hinata cadde in ginocchio, madida di sudore.
"Stai bene?" le chiese immediatamente Minato, preoccupato. La
kunoichi annuì, e si alzò in piedi scostandosi i capelli dalla fronte:
non si
sentiva debole, né stanca, anche Naruto stava ancora dormendo. Sembrava
che non
fosse successo nulla. Sollevata, sorrise, e Minato la imitò.
“A vedere il sigillo, sembra che sia andato tutto bene. Non credevo di
farcela.”
sussurrò. Hinata osservò il sigillo: era leggermente mutato nel
disegno, ma si
trattava di modifiche quasi impossibili da notare. Ce l'avevano fatta.
Mancava soltanto
l’ultima battaglia.
“La ringrazio davvero di cuore, Hokage-sama, le devo la vita!” sussurrò
Hinata
inchinandosi profondamente. Sentì Minato sospirare.
“Spero che tu non debba darmela davvero.” mormorò lui, preoccupato.
La parte di lei che era dentro
Naruto non l'aveva ancora richiamata a sé, e Hinata cominciava a
sentirsi
inquieta. Forse la modifica al sigillo non aveva funzionato, forse il
cambiamento del segno del sigillo li aveva ingannati, ma il tempo
continuava a
scorrere imperterrito, lasciandole soltanto altri sette giorni di vita
con
Naruto. Sentiva di stare impazzendo, intrappolata in un vicolo stretto
senza
uscita. Naruto ormai non parlava più, chiuso nei suoi pensieri e in
rari
sorrisi che racchiudevano tutta la sua ineluttabile disperazione, la
sua
amarezza. A volte la abbracciava senza motivo per ore, e la kunoichi se
ne
stava in silenzio, bruciando di tristezza perché avrebbe voluto
consolarlo,
dirgli qualcosa, ma non sapeva cosa. La distanza tra di loro si stava
acuendo
proprio quando avrebbe dovuto essere inesistente. Si sentiva una
fallita.
"Allora é deciso!" La voce dell'Hokage la risvegliò dai suoi
pensieri, e la kunoichi si mise finalmente in ascolto: non aveva
prestato
attenzione neanche ad una parola che era stata detta in quell'ultimo
incontro
con tutti i capoclan. "In questa ultima settimana Naruto Uzumaki si
trasferirà in un luogo fuori dal villaggio in cui io, Minato-sama e gli
altri
membri designati potremo meglio controllare la volpe."
Tra i presenti si alzarono mormorii generali di assenso: tutti erano
finalmente
soddisfatti, avevano messo al sicuro le loro vite e potevano ritornare
ai loro
affari con la coscienza pulita. Hinata fu la prima ad alzarsi per
andarsene,
indignata, ma il quarto Hokage sussurrò, fermandola: " Non puoi andare
via, sei stata scelta per scortare Naruto, dobbiamo restare."
Incredula, la kunoichi riprese posto sentendosi le gambe pesanti: forse
la
fortuna non le aveva ancora del tutto voltato le spalle, avrebbe potuto
trascorrere con Naruto le ultima ore della sua vita senza doversi
preoccupare
di suo padre o del suo clan, senza sentirsi ulteriormente in colpa.
Note dopo la lettura:
La
prima scena di azione della fic! Spero
che non faccia schifo! *corre a nascondersi
XD*
Vi chiedo umilmente scusa per questo aggiornamento così tardo, ma l'università e il lavoro mi stanno davvero impegnando tantissimo. Spero, in ogni caso, che la fic possa continuare a piacervi e ringrazio di cuore coloro che hanno recensito lo scorso capitolo! (_ _)
Alla prossima! :)