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Autore: Riveraythn    29/11/2013    7 recensioni
-Dipende da chi m’invita- okay, se ci fosse stato Louis mi avrebbe detto che ci stavo provando spudoratamente e in effetti era vero. Zayn aguzzò lo sguardo e si morse l’interno del labbro.
-T'invito io- la sua voce era cambiata, ora era istigante e intrigante. Ampliai il mio sorriso.
-Allora non posso proprio rifiutare- 
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Smise di succhiare e mi lasciò andare il labbro. Le sue labbra erano sporche di sangue, che leccò via subito. Un gesto tremendamente sexy, lo spinsi contro di me e lo ribaciai, sentii i canini appuntiti contro le labbra. Un gesto veloce e completamente pazzo.
Mi ritrassi velocemente, un cazzo di vampiro! Ma i vampiri non esistono!
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 Io non amavo nessuno, dopo che quella sera avevo perso tutto, avevo smesso di amare e avevo smesso di cercare di essere amato. Io non meritavo l’amore di nessuno. Amare era una parola troppo pura per un mostro come me.
Zarry e Lilo :) è la prima volta che scrivo qualcosa, spero che piaccia :)
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 33
"Un giorno troverò le parole giuste e saranno semplici."
 Jack Kerouac_


Harry pov
La porta fu chiusa, il rumore dello schiocco della serratura riempì l'aria di quella casa troppo grande per sole due persone. Rimbombò nella mia mente. La prima volta che ci avevo messo piede era stato mesi prima, insieme a Lou ed Eleanor. Eravamo in un certo senso più giovani, ignari di tante cose. A quel tempo non avrei mai creduto nei Nephilim o nelle Rune. Nemmeno conoscevo gli antichi. Invece mi erano bastate due ambre chiare per cambiare drasticamente tutto. Quando con El e Lou mi ero trasferito qui, era solo per guardare e studiare Zayn da lontano, un casa isolata e grande abbastanza per tre persone. Non avrei mai pensato che questa casa potesse contenere tanti ricordi, ormai sfumati col tempo. Eleanor era morta, Louis era partito, ora c'ero solo io. Una casa creata per viverci in tre e di quei tre solo uno era rimasto. Sembrava identica alla prima volta che l'avevo vista, ma solo un piccolo, immenso, dettaglio era cambiato. Ora non avevo in mano le mille valigie di Eleanor e non avevo accanto Louis intento a prendermi in giro. Avevo la mano calda di Zayn stretta alla mia e la sua presenza capace di tranquillizzarmi dentro. I dolore con cui quella casa mia aveva accolto, era ormai scemato, grazie al moro che avevo tra le braccia. Era cambiato così tanto in questi mesi. Ero cresciuto. Non credevo possibile che un vampiro potesse crescere ancora, ma in quel mese era successo. Lou ed El da amici, a fidanzati. Poi lei era morta, e un dolce lupacchiotto era riuscito a riempire e farsi spazio nel cuore di mio fratello. Quella casa aveva accolto tanti grandi amore. Cher e Niall si erano conosciuti qui, ed erano ripartiti da qui. Eleanor era morta qui, e Louis era ripartito da qui, con nuovo compagno: Liam. Questa casa aveva accolto tante persone. Cinque ragazzi divenuti amici, fratelli. Cinque fratelli che avevano trovato la loro famiglia. Tutti qui, in poche settimane. Io ero cambiato, Zayn era cambiato. Arrivato qui con l'intento di fissarlo solo da lontano e finito col farci l'amore, sul letto della mia camera. Non ci avrei mai creduto se non l'avessi vissuto. Zayn era diventato il mio tutto.
Ma adesso questa casa sembrava così vuota rispetto a quel giorno di mesi prima, così diversa. Ci erano passati amori, tradimenti, morti, dolori, tristezze e infine gioie. Tutti avevano deciso di ripartire da qui e qui non avevano lasciato niente se non una vita passata. Io e Zayn cosa centravamo? Era come se ora fossimo bloccati in un tempo ghiacciato, mentre il resto del mondo correva tranquillo nelle proprie veloci, monotone, giornate. Questa casa era una bolla estraniata dal tempo creata solo per me e il moro. -Che facciamo?- guardai gli occhi ambrati di Zayn, leggendoci i miei stessi pensieri -Andiamo in città?- fece una smorfia di disapprovazione -Troppi ricordi, ormai quella città mi porta solo dolore. Non c'è più nessuno, né Liam, né Niall e tanto meno mia zia o la mia famiglia. Sono solo, in una città che non mi appartiene- e io? Mi dimenticava così facilmente? Mi guardò per un lungo interminabile minuto, nel quale il mio sorriso malizioso si ampliò -Ormai ho solo te- soffiò sulle mie labbra, prima di avventarsi sopra. Le stesse tentatrici di quel ragazzo incontrato per la prima volta a quella festa. Quel ragazzo cambiato e cresciuto. Sentii la lingua ruvida leccarmi il labbro inferiore, staccandosi quando ormai il permesso di addentrarsi nella mia bocca glielo avevo dato. La risata del moro mi riportò alla realtà -Non voglio finire ansate e sudato nel tuo letto a fare cose poco caste- sgranai gli occhi e rimasi scioccato. Mi toccai il sesso d'istinto e rimasi davvero senza parole. Lui amava fare cose da bollino rosso nel mio letto! E lo amavo anche io. -Andiamo a casa mia, devo fare una cosa prima di ritrovarmi eccitato nel tuo letto- ecco, quel prima prometteva bene. Non vedeva l'ora di finire sotto il mio corpo in camera mia e io ero della stessa opinione. -Cosa devi fare?- mi prese la mano e mi trascinò fuori, le ali gli rispuntarono e prese a volare a gran velocità e a gran altitudine dal bosco, continuando a stringermi per non lasciarmi cadere nel buio. Ero un vampiro, ma cadere da quell'altezza non era una bella prospettiva. Deglutii e strinsi maggiormente il suo polso, mi fidavo di lui, ma sempre meglio prevenire.

Rimisi i piedi a terra dopo una quindicina di minuti, volare era straziante, non era per niente divertente. Un conto erano gli aerei, un conto era restare con i piedi all'aria e solo una mano a tenerti. Zayn rise -E pensare che avevo paura a volare- non era divertente. Sarei potuto morire d'infarto, se fossi stato umano. -Cosa ci facciamo qui?- si ricompose e richiuse le ali, che scomparirono. Era strano, eppure era così enigmatica come cosa. Lo guardai affascinato dal gesto e il sorriso mi uscì spontaneo. -Andiamo a casa mia, devo fare una cosa- sorrisi e lo presi per mano.
Le strade erano già illuminate dalle diverse luci colorate, il natale si stava avvicinando e il sindaco stava facendo le cose in grande. Nonostante il sole, l'aria che fredda, colpiva il viso, rendeva la temperatura invernale. Sembrava tutto normale, le luci che ritraevano la scritta "Grill" brillarono al nostro passaggio, passando dal verde, al rosso, al blu e al giallo. Diverse persone ci passavano accanto entusiaste e pensando già ai futuri regali da fare. Non eravamo nemmeno a dicembre, ma a quanto pareva nessuno se ne ricordava.
Zayn sorrise quando passammo davanti alla vecchia scuola, era lì che ci eravamo conosciuti. Un vecchio edificio ancora in piedi dopo tanto tempo. Lo fermai e gli indicai un albero -È da lì che ti ho fissato il primo giorno di scuola, per tutto il tempo, ricordo che mi hai quasi scoperto quel giorno. Poi Liam ti ha costretto a entrare- mi fissò, stringendo la lingua tra i denti e continuando a sorridere. Era troppo sexy. Era così dannatamente enigmatico, in questi casi non riuscivo proprio a capirlo. Rimanevo ammaliato dalle sue ambre dorate -Ricordo il tuo sguardo insistente e la tua entrata in segreteria. I tuoi occhi li ho ancora impressi nella mente. Mi hai ipnotizzato fin da subito. Ricordo la tua mano quando l'ho stretta la prima volta e la tua risata bassa quando sono arrossito. Ricordo tutto di quel giorno- sorrisi radioso e strinsi maggiormente la sua mano, riprendendo a camminare lungo le vie asfaltate. La pioggia continuava a cadere da quando Liam, Louis e Niall erano partiti. Era leggera e non era pesante, un leggero tocco. Quasi non si sentiva sulla pelle.
Andai a sbattere contro la schiena muscolosa di Zayn, fermo e attento. Guardai nella stessa direzione e notai la casa di Josh -Come avevi fatto a farti invitare?- sorrisi. Eleanor. Grazie al suo consiglio. Sembrava trascorso così tanto tempo da quelle buffe litigate tra lei e Louis. Da quella sera in cui mi ero lasciato scoprire così facilmente dal mio moretto -Mi è bastato chiedere, trovarti è stato più difficile- scoppiò a ridere e annuì -Infatti ti avevo trovato io, ricordo di averti anche invitato a ballare, mentre lo facevo pensavo 'che cazzo fai? Tu non sai ballare!' E invece grazie a quella mia uscita, mi ero ritrovato addosso a te, con le tue labbra sulle mie e i tuoi canini nella carne- risi di gusto, cavolo quanto era vero. Non ero riuscito proprio a trattenermi. E pensare che potevo morire per colpa del suo sangue. Pericolo ignaro al quale ero scampato. -Non mi sembra di ricordare che ti abbia dato fastidio- le sue mani finirono nelle tasche della mia giacca marroncina, stringendole e portandomi più vicino a lui -No infatti, ero solo scombussolato dal ritrovarmi un vampiro davanti- e mi baciò, unendo le labbra in un dolce tocco, tranquillo e delicato. -Non dovevamo andare a casa tua?- annuì e mi riprese per mano, trascinandomi lungo la stessa via che avevo seguito io quella sera, per riportarlo a casa dopo averlo morso. Sorrisi, ora era lui a trascinare me.

Casa sua era silenziosa e immutata, esattamente come sempre. Il dondolo era immobile, la porta era integra e chiusa. Tutto era dannatamente silenzioso. Nessun suono, nemmeno il più piccolo rumore. Zayn sospirò pesantemente, fissando la buca delle lettere, ricolma di cartacce varie. Un simbolo che indicava da quanto tempo non veniva più qui. Lo vidi tremare davanti al vialetto che portava davanti alla porta, strinse il pugno e prese un respiro profondo. Quella casa era così buia, ripiena di ricordi dolorosi. Ricordi della sua infanzia e ricordi della sua adolescenza. Ricordi ripieni di menzogne, ricordi di mezze verità e ricordi di realtà nascoste. -Su quel dondolo ti sei dichiarato, mi hai iniziato a dire la verità sulla mia vita. Poi sono dovuto andare via, per raggiungere Liam la prima notte di luna piena- annuii, ricordava tutto, esattamente come me. Si, lì gli avevo confessato che gli volevo restare accanto, per proteggerlo e amarlo. L'avrei rifatto altre mille volte. -Io direi che sei scappato da Liam- il suo pugno mi arrivò dritto sul fianco, troppo debole per essere un vero pugno o per volermi fare realmente male. Gli misi le mani nelle tasche dei jeans neri, quelle posteriori, sulle natiche e mi lasciai guidare lungo il viale, percorrendo il piccolo giardino. La porta in legno bianca era identica a quella sera, solo che ora non c'era più la presenza di sua zia dall'altra parte, per spiarci in ogni nostro piccolo movimento oppure per sorridere dei nostri baci del buongiorno o della buona notte. Sembrava tutto così immobile nel viale del tempo. -Entriamo o prima vuoi darmi un bacio?- ricordava anche lui, premetti il mento sulla sua spalla e sorrisi -Entriamo, le coccole dopo nel mio letto- sorrise anche lui e toccò la maniglia, abbassandola. Prima che aprisse la porta però non mancò il bacio sul suo zigomo sinistro, perfetto e ambrato. Scosse il capo al mio gesto e aprì completamente la porta, travolgendoci col buio di casa sua.
 
 
Zayn pov
Tutto identico, tutto immutato. Harry accese la luce del salone, illuminando le scale sulla destra. Sul divano c'era ancora la sagoma sdraiata di mia zia, una zia vampirizzata e uccisa. Era su quel divano che tempo prima mi aveva fatto il doppio senso su Harry, l'ultima sua pessima battuta o comunque l'ultima che io avevo sentito. Sospirai e salii lentamente le scale, trascinando ogni passo. Ricordavo come da piccolo mi buttavo dalla rampa di scale col cuscino, scivolando sul legno, seguito dalle risate di mia sorella e i rimproveri di mia madre. Arrivai al ultimo gradino, ritrovandomi davanti il piccolo corridoio in legno, che sulla destra dava alla mia camera, sulla sinistra dava alla camera dei miei genitori e a quella degli ospiti, divenuta poi la camera di mia zia quando ormai i miei famigliari erano morti. Accanto alla camera della zia c'era quella di mia sorella, il bagno tra la stanza di quest'ultima e la mia. Quanti ricordi, quante urla tra una stanza e l'altra. Non entravo più in quelle camere da una vita, un vita passata, fatta di bugie. Si, perché quelli non erano i miei veri genitori. Sospirai nuovamente mentre Harry accese la luce di camera mia, invitandomi a entrare. Mi guardai attorno, possibile che quella fosse realmente la mia camera? Sembrava non appartenermi più. Era tutto così diverso adesso. La foto di famiglia sul mobile attirò la mia attenzione, la guardai per diversi secondi, prima che la grandi mani di Harry mi distrassero.

Ci buttò sul letto, finii sopra il suo petto muscoloso e caldo nonostante le temperature basse. Inspirai il suo profumo, provando a scordare quello chiuso di una camera non più mia. -Da quella finestra ti fissavo per giorni interi- sorrisi, lo ricordavo. Avevo passato un mese a chiedermi se ero pazzo, o davvero qualcuno mi stava spiando. -Poi non hai resistito e mi hai dovuto conoscere- la sua risata investì il silenzio tombale tra quelle mura dimenticate, mi vibrò dentro, ricordandomi che ora non ero più solo, che ora avevo lui e anche gli altri, nonostante fossero partiti. -Hai ragione- concesse, mi tirai sui gomiti e lo fissai. I ricci erano costretti nel suo cappellino nero, la maglia grigia, slabbrata e scollata, lo rendeva malizioso al punto giusto. Lasciava intravedere l'inizio dei pettorali e delle colombe tatuateci sopra, pelle nivea e bianca. Il sorrisetto malizioso con tanto di fossette nacque sulle sue guance, rendendolo adorabile e sexy al tempo stesso. Gli occhi verdi indagatori e ammaliatori mi spinsero a buttarmi sulle labbra rosse e gonfie, succhiandole e stringendole tra i denti. La lingua calda entrò nella mia bocca, iniziando a fare movimenti concentrici ed esperti, ispezionando la mia bocca e seguendo la mia, che identica si muoveva nella sua bocca. Sorrisi nel bacio quando lo sentii succhiarmi il labbro superiore, tirandomi più vicino a lui e lasciandolo andare per paura di farmi male. Sorrisi tranquillo e gli diedi un bacio a stampo, prima di alzarmi da quella comoda posizione e scendere nuovamente al piano di sotto. Andando in garage.
 
Il sacco da box era ancora lì, i guantoni neri erano ancora sul solito mobiletto. Li presi e li indossai come la prima volta, stringendoli al punto giusto e iniziando a tirare qualche pugno timoroso. Le prime volte che tiravo i pugni ero sempre timoroso, sempre spaventato dalla mia forza, poi col tempo avevo imparato a controllarmi e misurarmi. Piano piano, lentamente, aumentai la forza del pugno, colpendo ripetutamente quel saccone pesante. Sentii la presenza di Harry restare a fissarmi a debita distanza, contemplandomi in ogni movimento. Amavo il fatto che riuscisse a capire i miei momenti di silenzio, riusciva ad aspettarmi senza mettermi fretta. Quel saccone mi aveva aiutato così tante volte nella vita, lui era testimone di molti episodi della mia vita eppure ora mi era così estraneo. Non lo riconoscevo. Semplicemente perché non mi era servito più negli ultimi tempi, ora c'era Harry a riempirmi. Sorrisi e mi fermai, voltandomi verso il mio ricciolino, che sorrise tranquillo. -Da quando sei entrato nella mia vita, questo sacco ne è uscito- svelai, dicendo più di quanto volessi lasciare intendere. Si avvicinò e mise le mani nelle tasche dei miei jeans, costringendomi ad abbracciarlo, cos'era quell'aria calda e sensuale tra noi? -Ne vado fiero di questo, mi hai appena confessato una cosa importante- annuii, rapito dal movimento delle sue labbra e dai suoi occhi ancor più verdi e luminosi. Il suo ego sarebbe cresciuto, sapeva di essere essenziale ormai nella mia vita, ma sentirselo dire era sempre bello per lui. Me l'avrebbe rinfacciato per molto tempo. -Devi fare una cosa con me- dissi sicuro, stringendo i suoi fianchi tra i guantoni neri, che mi tolsi un attimo dopo. Quella sarebbe stata l'ultima volta che li avrei indossati. Era stato un addio quella semplice serie di pugni, era il giusto addio. Non avevo più bisogno del sacco da box o dei guantoni. Li lasciai cadere a terra e baciai Harry proprio sotto l'orecchio, il suo punto debole da sempre. Il suo gemito roco mi perforò i timpani, facendomi sorridere sulla sua pelle. -Cosa dobbiamo fare?- mi staccai e indicai i barili di benzina, che mio padre teneva di scorta per il Suv nero. -Voglio bruciare questa casa, ormai fa parte di un passato che non mi appartiene più- la voce mi uscì stranamente calma e tranquilla. Harry mi fissò, poi lasciò andare le mie tasche e andò verso i barili -Come preferisci-

La benzina bagnò il pavimento di camera mia, finendo sul legno che per anni aveva accolto i miei passi da bambino, da ragazzo e da adolescente più maturo. Ero cresciuto inevitabilmente, ora non potevo più scappare da chi ero realmente. Ricoprii di benzina ogni centimetro della casa, con l'aiuto di Harry. -Sei pronto?- annuii, guardandomi l'ultima volta intorno, ripercorrendo un'ultima volta il viale dei miei ricordi più vecchi. Poi accesi l'accendino che avevo in mano, lasciandolo cadere sul pavimento. Una scia di fuoco si creò dal nulla e si propagò per tutta casa, io e il riccio ne uscimmo, restando a fissare quelle lingue di fuoco che disintegravano tutto al loro passaggio. Vidi le fiamme in camera mia, nel garage e sul tetto. Tutto era in fiamme, tutto bruciava, anche il dondolo, anche la veranda. Tutto stava bruciando e ardendo davanti a me e Harry. Uno spettacolo come pochi, uno spettacolo che stava chiudendo il sipario alla mio passato, alla mia vecchia vita. Chiudendo le tende e scrivendo la parola fine a tutte quelle vecchie menzogne. Harry mi prese per mano, restando in silenzio. Abbassai il capo e mi girai verso di lui, dando le spalle al fuoco
 -Torniamo a casa- annuì e mi seguì.
 
Il sole era ormai alto nel cielo e la spalla del mio vampiro non era mai stata più comoda. La sua mano continuava ad accarezzarmi il viso ripetutamente e con calma, senza fretta. Tutto era così tranquillo. -Che ne dici di partire? Ormai qui non ci rimane niente- alzai di poco il viso e fissai Harry negli occhi, quanto li amavo? -Si, mi sembra una bella idea- aprì la bocca per dire qualcosa, poi mi guardò stranito -Sei d'accordo?- annuii, ridendo della sua faccia basita. -Mi stai prendendo in giro?- mi morsi il labbro inferiore e fissai l'adorabile broncio sul suo viso, trattenendo la risata interrotta. Era così dolce con quell'aria da finto offeso, i suoi pozzi verdi studiarono le mie labbra e qualche secondo mi ritrovai sotto il suo corpo, costretto tra lui e il materasso che tante volte aveva ospitato il nostro amore. Sentii le sue lunghe dita finire sotto il maglione nero che avevo addosso, scivolando sui miei fianchi e iniziando a sfiorarli leggermente. Mi guardò sensualmente continuando la sua leggera e lenta tortura, quella maglia grigia gli stava veramente troppo bene, sembrava disegnata per lui. In un secondo tutta la sensualità svanì, lasciando spazio a una vera tortura: il solletico.
Iniziai a ridere senza freno, pregandolo di smettere e contorcendomi sotto la sua forte presa. Ma le sue gambe strette alle mie cosce, la sua mano che teneva sopra la il mio capo le mie, mentre l'altra continuava quel odiosa tortura, non mi dava tregue. Sentii il respiro mancarmi ogni attimo di più, mentre le sue dita continuavano a graffiare sulla mia pelle. Tutta la resistenza che stavo opponendo era inutile -Chi è che prendi in giro? Implorami- provai a ribattere tra una risata e l'altra, mentre il suo sorriso furbo non lasciava le sue guance. Provai con tutto me stesso a invertire i ruoli, ma era impossibile -Stronzo- riuscii a dire tra un sospiro e l'altro, in cerca d'aria. Mi guardo scioccato e aumentò il solletico, avvicinando il viso al mio e leccandomi il collo, sotto la mascella. La lingua lecco la pelle ruvida, unendo anche quella dolce tortura all'altra ancora in atto. Divenne tutto così eccitante, mentre il solletico si trasformava in voglia mal trattenuta. Ben presto il solletico lasciò spazio alle carezze appena accennate, sentii il sesso risvegliarsi nei boxer e non potei fare a meno di guardare il riccio con sempre più desiderio nascosto. I suoi occhi ricambiarono il mio sguardo insistente. Ora non dovevano più preoccuparci della privacy, eravamo soli. Sembrava ieri che la presenza di Eleanor e Louis impediva ai nostri ormoni di comandare. Ma ora non c'erano più vampiri all'ascolto, o lupi, solo io e Harry. La nostra camera, il nostro letto, le nostre coccole e la nostra intimità.
 
Mi liberò le mani dalla sua morsa salda, non persi tempo e me lo buttai addosso, abbracciandolo con possessione e tanto amore. Inspirando il suo profumo e lasciandomi solleticare il naso dai suoi riccioli, non più stretti in un cappello. Lo strinsi con forza, aggrappandomi alle sue scapole e lui non disse niente, restò tranquillo tra le mie braccia, accoccolandosi maggiormente sul mio petto. Ricambiando quell'abbraccio disperato e amorevole. Lo avevo desiderato così a lungo e ora era qui, tra le mie braccia.
Lasciai un bacio tra i suoi riccioli, alzò il viso, guardandomi con amore. Gli diedi un leggero bacio a stampo, su quelle labbra così candide e rosse, esperte. -Vuoi possedermi?- lo fissai stupefatto, il giorno prima l'avevo preso con forza, ora me lo stava chiedendo. Eppure no, non volevo. Volevo, desideravo solo lasciarmi andare sul suo corpo, farmi riempire da lui. Scossi il capo sorridendogli -No, voglio lasciarmi possedere- ricambiò il mio sorriso e riprese a leccarmi il collo, togliendomi il maglione. Il freddo della camera mi fece rabbrividire, ma subito la sua lingua sui pettorali mi riscaldò. Gli slacciai la cintura dei pantaloni, mentre lui baciava i miei addominali. Tutto stava divenendo bollente, in netto contrasto col freddo invernale. In meno di un secondo ci trovammo entrambi con solo i boxer, capivo il mio riccio, era impaziente di riunirci. La sua mano accarezzò il mio sesso stretto ancora nei boxer, baciandolo sulla stoffa nera e facendomi sospirare di piacere. Lo volevo, adesso. E poi vidi la cosa che fu la mia fine, la cosa che mi fece perdere il controllo. Harry si stava toccando da solo, la sua mano dentro le sue mutande stava facendo dei gesti lenti e continui, dannata stoffa a impedirmi la visuale. Non avrei resistito oltre se fosse andato avanti così. Stavo già scoppiando sentendo la sua bocca sulla mia erezione, alzai il bacino, abbassandomi di poco i boxer. Harry sorrise, lasciandosi scappare un rauco gemito di piacere e iniziando a sospirare pesantemente contro il mio sesso ormai eretto, svettato fuori dai miei boxer neri, ormai arrivati alle caviglie e infine tolti malamente. Se non si fosse fermato sarebbe arrivato prima del dovuto. La sua lingua toccò leggera i miei testicoli, risalendo lungo tutta la lunghezza e leccando la punta, soffermandosi su di essa. Lasciai andare il fiato trattenuto a lungo, tutto questo era troppo eccitante. Sentii la lingua ferma sulla punta, era calda e mi stava facendo impazzire. Volevo che succedesse qualcosa, lo esigevo. La mano di Harry ancora nelle sue mutande velocizzò i movimenti e l'aria del suo gemito arrivò sulla mia punta, che in un secondo fu inglobata dalla sua bocca calda. Le fossette si incavarono e succhiò avidamente il mio sesso, che si fece ancor più duro. Strinsi istintivamente il lenzuolo, serrando la mascella. Era tutto così dannatamente caldo. La sua lingua continuava ad accarezzare la mia punta, scivolando e insalivandola, succhiandola e marchiandola. Stavo per venire. Strinsi i suoi capelli e riuscii a spostarlo prima di venire sul serio. Tutto si arrestò. Era stato troppo provocante, masturbarsi da solo era stato un gesto avventato da parte sua. Era il momento della vendetta, gli sorrisi.
 
 
Harry pov
Ribaltò le posizioni, strusciando i suoi glutei perfetti contro il mio sesso stretto nella mia mano. Sussurrai il suo nome con tanto desiderio velato e lui ampliò il sorriso furbo dipinto sul suo volto. E poi fece ciò che solo nelle mie più profonde e nascoste perversioni avevo immaginato. Si penetrò da solo con le sue dita, prima con un dito, poi con due e infine con tre. Uscendo ed entrando ripetutamente dal suo corpo, tutto questo sopra la mia eccitazione stretta nelle mutande. Che ora pulsava per sostituire quelle dita tentatrici. Zayn lasciò che lungo gemito sfuggisse dalla sua bocca, guardandomi con tanta malizia. Le sue dita erano nel suo corpo e gli stavano procurando piacere, le sue gambe strette alle mie e il suo bacino sul mio, a debita distanza per permettersi l’auto penetrazione. Mi morsi il labbro inferiore, lo stavo desiderando veramente troppo, sarei potuto venire da un momento all'altro così. Mi tolsi le mutande, lasciando finalmente libero il sesso eretto e duro. Lo strinsi nuovamente in mano e rincominciai a masturbarmi velocemente, in sincronia con le sue dita, finché le sue ali non comparirono sulla sua schiena e ci avvolsero in un caldo abbraccio, sostituendo le lenzuola. Il bianco delle sue piume ci invase la vista, permettendo ai nostri petti di scontrarsi, avvicinarsi e finalmente le sue mani furono sostituite dalla mia erezione. Finalmente lo penetrai e mi sentii inglobale nel suo corpo, le sue labbra ricercarono le mie mentre si lasciò completamente andare sul mio sesso, sedendosi sopra. Le lingue si scontrarono e le salive si mischiarono, i respiri si fusero finché non divennero uno solo. Le spinte si velocizzarono e quando trovai il suo punto, anche le voci si unirono. Il suo sesso tra i nostri petti fu stretto nella mia mano, trovando subito la giusta frizione con le spinte. I nomi l'uno dell'altro riempirono il silenzio della nostra camera. Le dita si intrecciarono e dopo poco, il calore esplose, venni riempiendo il suo corpo mentre lui, copioso, venne tra i nostri corpi. L'orgasmo riempì i polmoni, lasciandoli poi per riempire la camera. Il fiato venne a mancare e l'aria fu subito ricercata.
 
Zayn continuò a restare seduto sul mio sesso per altri interminabili minuti. Rimanemmo stretti in un dolce abbraccio. Le sue braccia avvolgevano il mio collo, le sue mani le sentivo premute sulle scapole. Il mio viso era appoggiato sul suo pettorale, sopra il cuore, mentre il suo era appoggiato tra i miei capelli. Le mie braccia stringevano i suoi fianchi e le sue ali incorniciavano il tutto. Eravamo tranquilli, in pace.
 
Dopo quella che sembrò un'eternità l'abbraccio si sciolse, gli occhi nocciola dorati di Zayn mi fecero sentire davvero amato in quel momento, erano così splendenti e felici. Era stato magnifico. -Se ora ti dicessi che Ti Amo sarebbe scontato?- chiese, guardandomi con un sorriso gentile e premuroso. Cavolo quanto lo stavo amando, era così bello. Non solo esteticamente. Esteticamente era un figo. Ma lui era proprio bello, il suo carattere lo era e ciò che i suoi occhi trasmettevano. Era la creatura più bella sul pianeta, era il mio angelo. -E se ti dicessi che Anche Io Ti Amo, lo sarebbe?- ampliò il sorriso e mi diede un bacio a stampo, premendo dolcemente le labbra sulle mie. -Sarebbe perfetto- annuii e mi lasciai ricadere sul letto. Zayn si alzò dal mio bacino, facendomi così uscire dal suo corpo, le ali scomparvero e si sdraiò accanto a me, continuando a sorridere. Lo ammirai ancora per qualche secondo, prima che il brontolio del suo stomaco ci riportasse alla realtà. –Fame?- annuii come un bimbo beccato a fare qualcosa che non deve. Sorrisi e mi alzai, rivestendomi alla veloce e prendendolo per mano per costringerlo a seguirmi in cucina.
 
-Cosa fai?- chiese, raggiungendomi dopo esseri rivestito anche lui, vedendomi indaffarato –Ti cucino qualcosa di commestibile, proteste?- lo guardai divertito e lui scosse il capo, alzando una parte delle labbra e facendo il suo bellissimo sorrisetto sghembo. Andò in salone, lasciandomi concentrare in cucina. Dopo cinque minuti sentii già la sua mancanza, misi in fuori il labbro inferiore, facendo la classica smorfia di quando tolgono il giocattolo a un bambino. Non poteva essere vero, Zayn non poteva mancarmi, era nell’altra stanza! Lo richiamai in un sussurro, consapevole che non mi sentisse. Sbuffai e continuai a impastare.
-Ti mancavo?- le sue labbra si posarono sul mio orecchio, lasciandoci un bacio divertito, le sue mani mi strinsero i fianchi. Sospirai, ora stavo meglio. –Non ti risponderò- rise allegro e guardò la pizza in forno. –Pizza?- annuii soddisfatto di me stesso, incrociando le braccia al petto.-E tu non hai fame?- i miei scattarono nei suoi e sorrisi maliziosamente, o si che ne avevo. Alzò il mento, porgendomi il collo e indicandosi i due piccoli fori creati dal primo morso datogli. Mi leccai istintivamente le labbra e mi avvicinai a lui, stringendogli i fianchi e attaccandolo al muro dietro di lui. La mia gamba finì tra le sue e sentii chiara l’eccitazione tornare, baciai la pelle del collo ruvida e secca, la leccai sentendo il suo buon sapore. Appoggiai un dente e feci poca pressione, il sangue subito ne uscì, buono, delizioso, estasi allo stato puro. Morsi senza più pensarci e bevvi quel liquido rosso che ora scivolava nel mio organismo, riempiendomi. Le sue mani finirono sulle mie natiche, stringendole. Sospirò di piacere, mi spinse contro il suo petto e nuovamente ci ritrovammo sul pavimento, senza vestiti.
 

Zayn pov
Il mio sesso nel suo corpo era finalmente al caldo, le sue labbra erano schiacciate al mio orecchio, continuavano a lasciarmi gemiti e aria bollente sopra. Le sue mani a spettinare i miei capelli e la mia ancora appoggiata sul suo gluteo, continuando a stringerlo, mentre spingendo in sincronia con l’altra mano che stringeva la sua erezione, stavo per arrivare. Cercai con tutto le mie forze di ritardare l’amplesso, ma sembrava impossibile stretto dal suo fascio di muscoli. Troppo caldo. Troppo bello, troppo tutto. Harry mi morse nuovamente il collo e venne sul mio corpo, macchiandomi col suo seme. E allora non riuscii a trattenermi oltre, liberai l’orgasmo che avevo in corpo e venni anche io, riempiendolo.  Appoggiò la fronte alla mia e respirò affannosamente, aveva gli occhi chiusi e i capelli scomposti sul viso. Una visione bellissima, baciai appena le sue labbra carnose e sorrisi nel sentirlo ancora sopra di me. Era una bella sensazione, non avevo freddo.
 
-Hai fatto bruciare la pizza- disse imbronciato, con nuovamente quella maglia grigia addosso, era impossibile che una maglia del genere potesse farmi impazzire, insomma, era solo una maglia! Una fottutissima maglia che gli stava fottutamente troppo bene. –E sarebbe colpa mia?- alzò un sopracciglio, come se la cosa fosse ovvia. –Non mi sembra che ci fossi solo io sul pavimento e non mi sembra che la cosa ti sia dispiaciuta- scosse il capo e sbuffò, non riuscendo a rispondermi a tono. Risi divertito e presi un pezzo di pizza bruciacchiato, addentandolo. Mi guardò stupefatto –È buona- non era male, certo, era praticamente carbonizzata, ma avevo mangiato di peggio –Bugiardo- sorrise e mi tolse il pezzo dalle mani, scuotendo il capo divertito. Accese i fornelli e mise su l’acqua per la pasta.
-Quando partiamo?- lo vidi pensarci su un po’, poi fece spallucce –Quando vuoi- mi sedetti sul tavolo in cucina, mentre lui guardava la pasta nella pentola –Il prima possibile- annuì e prese un piatto dalla credenza, riempiendolo con qualcosa di commestibile. –Mangia- lo stomaco mi brontolò nuovamente, era imbarazzante! Dannatamente imbarazzante. Eppure sembrava divertirlo.
 
Ci lasciammo cadere sul divano, passai un braccio intorno alle spalle di Harry e lui appoggiò il capo sulla mia spalla, tranquillo. –I Nephilim invecchiano? Non vorrei ritrovarmi vecchio con un ragazzo vampiro ancora perfetto- la sua risata mi perforò l’udito, mi guardò con tanto affetto e non riuscii a fare l’offeso. La cosa mi preoccupava davvero e avevo realmente paura. –Arrivi tardi, di questo mi ero già preoccupato io tempo fa’- aprii la bocca per spiccicare parola, ma non mi uscì niente. Si ero preoccupato già per questa cosa? Cosa aspettava a rispondermi allora?! Mi guardò divertito e rimase in silenzio –Quando sarai vecchio sarò io guidare la tua carrozzina- cosa? Scherzava vero? Mi sentii sbiancare. No, non sarei mai andato in giro con un vampiro ancora giovane e bello, mentre io sarei stato decrepito e anziano.
Scoppiò nuovamente a ridere –Scherzavo, arrivati ai vent’anni i Nephilim non invecchiano più. I tuoi genitori infatti erano giovanissimi- gli diedi un pizzicotto sul fianco sinistro, che lo fece saltare sul posto. Che adorabile stronzetto! Porca miseria se mi aveva fatto prendere un colpo! Lasciai andare l’aria trattenuta e mi unii al suo sorriso. Tranquillamente si riappoggiò alla mia spalla, annusandomi –Questo maglione ti sta veramente bene, te l’avevo già detto?- volevamo parlare della sua maledetta maglia?    
-Partiamo adesso-

 
Harry pov
Lasciammo tutto intatto a casa, prendemmo solo la roba che serviva e uscimmo, restando a fissare la villa in giardino. –Questo sarà il punto di ritrovo per tutti noi, qui siamo cresciuti e abbiamo imparato a essere un vera famiglia- annuii e intrecciai le nostre mani –Hai ragione, questa ormai è casa nostra- mi sorrise e fissò nuovamente la villa ricoperta di edera. –Ricordo ancora quando sono arrivato qui, ero al oscuro di tante cose e pensavo a quanto la mia vita fosse cambiata, ma più ci pensavo, più capivo che per incontrarti avrei passato tutto questo altre mille volte- lo abbracciai da dietro –Siamo cresciuti e cambiati tutti, non solo voi. Tante cose sono cambiate e abbiamo affrontato tutto insieme, dalla vita, alla morte- mi prese nuovamente la mano e ampliò il sorriso, mordendosi il labbro inferiore –Un giorno torneremo qui, non solo io e te, ma tutti. Ci riuniremo e vivremo altre avventure fantastiche, cresceremo ancora- gli diedi un bacio sullo zigomo perfetto e mi trovai assolutamente d’accordo con lui. Era tutto così apposto adesso, quando ero arrivato ero solo e non mi importava molto dell’amore. E ora stavo ripartendo con il mio amore finalmente trovato. Era tutto fantastico, un Nephilim e un Vampiro, così diversi tra noi, eppure così simili. Adesso, finalmente, tutto andava bene.
 
Zayn pov
Voltai le spalle alla villa, seguendo la schiena di Harry, avvicinandoci al bosco. La mia vita stava per cambiare nuovamente, adesso, se avessi varcato quegli alberi mi sarei lasciato alle spalle davvero tutto il mio passato. Ero spaventato. Ero cambiato così tanto, grazie a Harry il mostro dentro di me era scomparso, non mi sentivo più impotente, ma avevo scoperto di essere il Cacciatore più potente. Ero fidanzato con un Vampiro meraviglioso e dopotutto ciò che avevo passato, finalmente ero in Pace. Avevo deciso di combattere per ciò che volevo e avevo vinto. Mi sentivo più forte, mi sentivo cresciuto.
Harry mi tese la mano, che subito accettai e mi portò vicino a sé  -Ci sono io adesso- sussurrò sul mio viso, dandomi un leggero bacio, annuii contro le sue labbra, sorridendo come un’idiota. –Anche io ci sono, per te- specificai, guardandolo nei suoi pozzi verdi. Quel verde che già dal primo giorno mi aveva amato e capito. Donandomi la speranza e la pace bramata per una vita intera. No, con lui al mio fianco non avevo paura.
 Insieme varcammo quegli alberi, addentrandoci nel bosco, mano nella mano, come sarebbe sempre stato, com’era giusto che fosse.
 
Se ti lasci spaventare da una nuvola, non ti metterai mai in viaggio_




 
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Angolo autrice
E siamo arrivati alla fine, sono triste lo ammetto. 
Va bene, ringrazio veramente tutti voi che siete arrivati fino a qui, spero di non averi deluso in alcun modo!
Per fare questa fic ci ho messo l'anima, perciò spero che vi sia piaciuta. Spero davvero che abbiate riso e pianto insieme ai personaggi. 
Spero davvero di essere riuscita a trasmettere anche la più piccola sfumatura di questa fic :) 
Non so cosa dire se non: Grazie veramente a tutti! Vi amo!
Ren xx

Ps. Se volete leggere un'altra fic che ho iniziato passate da Obsession ;)
  
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