Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Vanoystein    29/11/2013    2 recensioni
Jill tornò a guardare la strada qualche secondo dopo, non ebbè nemmeno il tempo di gridare che si trovò subito ferma, immobile, con la cintura che le stringeva sul petto. La macchina si era letteralmente capottata, i vetri si erano rotti in mille pezzi, vedeva sangue ovunque, lei sanguinava, sua madre aveva perso i sensi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In pochissimo secondi il viso della donna mutò spaventosamente.
Gli occhi ambrati divennero improvvisamente rossi, la pupilla nera si allargò, tempestando poi le palpebre e le guancie di piccole scaglie grigie e ruvide.
Jill indietreggiò velocemente, per poi iniziare a correre verso l’uscita appena anche il corpo dell’infermiera cambiò aspetto.
Un mostro enorme, con scaglie enormi nere, grigie e bianche su tutta la schiena, percorrendo perfettamente la spina dorsale.
Le zampe e la coda nere come la cenere.
Jill riusciva a vedere il male riflesso in quegli occhi inquietanti.
La mora afferrò con forza la maniglia della porta che però era bloccata, forse chiusa a chiave da qualcuno.
– Non uscirai di qui. Almeno, non da viva. – Ringhiò la creatura avvicinandosi a lei furtivamente.
Jill si voltò verso di essa, poggiando la schiena contro la porta facendo scivolare la mano nella tasca della giacca dove teneva una frusta argentata, ripiegata su se stessa.
Estrasse poi l’arma velocemente puntandola verso il mostro che poi si gettò immediatamente contro di lei spingendola via dalla porta con una zampata ribaltandola a terra.
Quella creatura era gigante, almeno il doppio della ragazza.
Quest’ultima si alzò subito in piedi, impugnando la frusta che emanava una luce bianca, quasi accecante.
Colpì ripetutamente il mostro, notando che ogni volta che l’arma veniva a contatto con le scaglie gli lasciava un segno rosso, fumante.
I ringhi della creatura rimbombavano in tutta la stanza, spezzando quel tranquillo silenzio che era solito trovarsi in infermeria.
Jill vide ben presto gli artigli appuntiti delle zampe colpirla sulle gambe aprendo graffi e tagli sui pantaloni aderenti.
La colpì ancora, alle braccia, al petto, stracciandole la giacca di pelle e la maglietta.
La spinse nuovamente a terra, facendole sbattere la testa sul pavimento duro.
I tagli bruciavano e pulsavano sulla sua pelle, la nuca perdeva sangue impiastrandole alcune ciocche di capelli.
La creatura avanzò ancora, fermandosi appena davanti alla ragazza distesa a terra.
Una nuvola di fumo e cenere si gettò su Jill e sul mostro divorando tutta la camera.
I vetri si spaccarono andando in frantumi facendone volare i frammenti per terra.
Jill non capiva cosa stava succedendo.
Avvertì il mostro tirare un grido soffocato, forse un ringhio, per poi cadere a terra infiammandosi.
La ragazza si allontano tirandosi a sedere il più velocemente possibile assistendo alla scena.
Nel giro di poco le fiamme si spensero da sole e tutto quello che era rimasto della creatura era solo un ammasso di cenere.
– Uhm, vediamo, direi che siamo a due. Sì, due volte che ti ho salvato la vita. –
Jill alzò lo sguardo verso il moro davanti a lei che aveva lo sguardo sul pugnale ambrato tra le mani dal quale gocciolava una strana sostanza gialla. – Alec. – Ansimò lei.

Quella cosa che Noah gli aveva iniettato aveva funzionato, e anche perfettamente. Pensò.
Jill si alzò subito in piedi lasciando a terra la frusta che ancora brillava.
Nonostante il dolore e il fastidio delle ferite si lanciò subito addosso ad Alec stringendogli le braccia attorno.
Quella volta la scossa che seguì il contatto fu forte, molto anche.
Jill mugugnò stringendo i denti, ma non si allontanò da lui, anzi, le braccia di Alec che si strinsero nell’abbraccio lo avvicinarono ancora a lei.
– Mi dispiace. – Sussurrò Alec contro l’orecchio di lei.
Jill non gli rispose però, si limito a poggiare la fronte contro la sua spalla.
Un attimo di pura tranquillità, serenità, silenzio attorno a loro, insieme alla voglia che tutto si bloccasse in quell' istante che lei vorrebbe fosse per sempre. *** - Come ha fatto? I demoni non possono entrare qui. -
- Eppure quello ci è riuscito prendendo amorevolmente possesso del corpo di Abigail. – Alec tamburellò le dita sul tavolo di legno fissando Noah, quasi pensieroso, stendersi comodamente sul divano.
– E che ne so io. Magari c’è una spia o roba del genere. Magari qualcuno che vuole Jill morta. -
- Oltre a te e Ginevra, ovviamente. – Esordì Jill inclinando la testa di lato.
– Ah, che spiritosa. – Sbuffò Noah mentre avvertì il fratello soffocare una risata divertita.
- Comunque una strega non ci sarebbe riuscita. Ricorda che qui gli stregoni sono inesperti praticamente. Per abbattere quel tipo di magia che tiene fuori Angeli e Demoni ci vorrebbe qualcuno di potente. -
Noah girò lo sguardo verso Jill.- Un guardiano però riuscirebbe a farlo. -
- Cosa stai insinuando?! – Sbottò subito la mora. – Mio fratello non mi vuole morta, sai? -
- Ne sei sicura? Perché mi pare proprio che ci sia un po’ di tensione tra voi. – Ribattè Noah scrollando le spalle per poi alzarsi nuovamente in piedi. – Forse tu non te ne sei accorta ma io non sono scemo. Vedo benissimo come si comporta. -
- In che senso? -
- Nel senso…- Noah si fermò qualche secondo lanciando un’occhiata ad Alec. – Niente. – Sospirò. – Lascia stare. -
- No. Non lascio stare. Parla! -
- Oh avanti. Lo credi davvero? Ne sei proprio convinto? – Alec si intromise ridacchiando e incrociando le braccia.
– Ma cosa?! Volete dirmelo?! – Jill li guardò entrambi. Prima Alec, poi Noah che già sbuffava irritato.
– Dimmi una cosa. – Disse quest’ultimo avvicinandosi a Jill. –Tuo fratello è gay, vero? –
Jill inarcò le sopracciglia incredula.
Sentì Alec ridere a crepapelle in parte a lei, ma l’espressione di Noah in viso era serissima.
– Mi prendi in giro? -
- Ecco, vedi? Siete tutti un branco di idioti. Possibile che davvero non ve ne siate accorti? E’ evidente! – Noah si girò di spalle roteando gli occhi al cielo.
Jill girò lo sguardo verso Alec che non la smetteva di ridere. – La vuoi finire?! – Quasi lo fulminò.
Le dava quasi la sensazione che con quelle risatine irritanti stesse prendendo in giro Vincent.
– Ma insomma, ora capisci cosa devo sopportare ogni giorno? Mio fratello spara cazzate dalla mattina alla sera! – Le disse Alec cercando di trattenere le risate.
Noah si passò nervoso una mano tra i morbidi capelli voltandosi nuovamente verso i due.
– Non ti rendi conto di come ti guarda? – Noah girò lo sguardo verso il fratello che gli lanciò un altro sguardo divertito.
- Io? Come mi guarda scusa? Okay che sono dannatamente sexy ma non credevo di fare questo grande effetto anche sugli uomini. – Alec si portò la mano sopra le labbra, mordendosele, per evitare di ridere ancora.
– Ma stai zitto tu. – Disse Jill fulminandolo con lo sguardo per poi guardare di nuovo Noah. – Se la metti così allora gli parlerò. Vediamo cosa ne pensa lui.-
- E già che ci sei chiedi se c’entra qualcosa con quel demone. – Aggiunse Noah.
- Vincent non lo farebbe. Finiscila di dargli contro! -
- Giusto. Come il fatto che non mi avrebbe mai piantato una lama impiastrata di sangue demoniaco nel collo? – Alec si scrollò dal muro storcendo il naso.
Jill sorrise compiaciuta verso Noah. – Piuttosto, Noah, perché non dici che cosa hai iniettato nel corpo di tuo fratello? -
- Di cosa parli? – Le chiese subito Alec. – Ma tu non impari mai a startene zitta? – Le ringhiò contro Noah.
- Che cosa hai fatto? – Alec girò lo sguardo verso il fratello
- Insomma, davvero non ti chiedi come hai fatto a saltare giù dal letto così velocemente per uccidere un mostro? Ti ho solo iniettato una sostanza che accellera la guarigione. Di parecchio anche, a quanto pare. -
- Quale sostanza quindi? – Domandò la ragazza accigliata.
- Non importa, okay? Ora è apposto. E’ guarito. E’ questo che conta. – Disse infine Noah per poi svignarsela senza aggiungere altro.
Se ne andò velocemente dalla capanna di Alec sbattendo la porta.
  
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