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Autore: Clira    29/11/2013    1 recensioni
Dal testo:
"Tum tum tum tum tum". Era come se fosse un macabro battito cardiaco.
Possibile che quei sotterranei dovessero essere così inquietanti?
Era di nuovo quel rumore che, ormai da qualche sera, le faceva perdere il sonno.
Clary si alzò. Stare sotto terra non le era mai piaciuto e quando, finalmente, era quasi riuscita ad abituarsi a quel dormitorio, erano cominciati quei rumori.
"Tamburi?", aveva pensato la prima volta.
Ma quel che trovò, fu ben diverso. Davanti a sé non aveva tamburi, ma una scatola, una strana scatola con su scritto "Your Mortal Journey".
Il tuo viaggio mortale.
"Ma dove diavolo sono finita?!"
Spero di avervi incuriosito! :)
[Crossover Sahdowhunter/Harry Potter; prendo anche l'idea del gioco Jumanji dall'omonimo film!]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 8  

CAPITOLO 8: NELLA FORESTA (I PARTE)

 

Clary riconobbe quella voce ancor prima di voltarsi: Magnus Bane era arrivato, seguito da Isabelle.

«Vi rendete conto di cosa avete appena fatto?».

Il tono dello Stregone era di un’ottava più alto di quanto fosse normalmente. Cominciò a massaggiarsi le tempie come preso da un terribile mal di testa e passò i suoi occhi da gatto su ognuno dei presenti.

«Era esattamente questo che cercavo di impedire».

«Quindi avresti dovuto avvertirci, Magnus»

Jace aveva un’espressione dura quando parlò.

«Come potevo immaginare che voi… combriccola di disagiati mentali, avreste avuto voglia di farvi una partitina a quel maledetto gioco nel cuore della notte?».

«Non è… non è iniziata esattamente così», intervenne Harry.

«E com’è cominciata allora?», lo sguardo di Magnus avrebbe potuto uccidere in quel momento; sembrava che da un momento all’altro avrebbe potuto iniziare a sputare fuoco.

Così, i ragazzi ricostruirono gli avvenimenti di quelle ultime settimane.

«Dannazione».

«Non c’è niente che tu possa fare per fermarlo?».

«No. Non ora che già tutto è in atto. Dovete andare avanti con la partita e… sperare vivamente di finirla, altrimenti ci saranno conseguenze che non potreste neanche immaginarvi. Io starò con voi, vi posso guidare, ma i miei poteri non hanno effetto su ciò che uscirà dal gioco. Cacciatori, maghi… a voi la prossima mossa».

Il discorso di Magnus era stato piuttosto incisivo.

«D’accordo… tiro io adesso», si offrì Harry.

Il gruppo si dispose seduto in cerchio attorno al gioco, con il Sommo Stregone di Brooklyn che torreggiava sopra di loro e fissava dall’alto il tabellone, con occhi alienati.

Poi, Harry lanciò.

La sua pedina si mosse di sette caselle e sul cerchio apparve una scritta: “Qualcosa dal vostro passato sta per tornare, attenti… farete meglio a non indugiare”.

«Qualcosa dal vostro passato? Che cosa c’è stato esattamente nel vostro passato?», chiese Jace, scattando in piedi.

Clary poteva vederlo benissimo nel suo volto: era allarmato, i muscoli tesi, una spada angelica in mano.

«Credimi… qualunque cosa stia per uscire da quel gioco, non vi piacerà. Nel nostro passato ci sono troppe cose che vorremmo dimenticare», rispose il moro.

Una sorta di basso grugnito però, li fece voltare tutti, simultaneamente.

Clary alzò la testa e sentì il sangue fluire via dal suo volto in modo pericolosamente  veloce, tanto che per un momento le girò la testa.

Hermione gridò, Alec, il calmo, posato Alec, imprecò e Isabelle fece scattare la sua frusta prima di tutti.

«Che diavolo è quella cosa?», chiese la mora, puntando gli occhi sulla creatura alta almeno tre metri e mezzo e che emanava un odore a dir poco sgradevole.

«Un troll! Attenti!», esclamò Harry mentre la bestia calava la sua clava verso i due fratelli Lightwood, che però si scostarono senza grosse difficoltà.

Il troll si guardò attorno con aria piuttosto stupida; era risaputo infatti, che quelle creature non fossero poi così intelligenti, e questo fu un punto a loro favore perché, mentre Alec ed Isabelle attirarono la sua attenzione, i quattro maghi, Clary e Jace lo attaccarono.

Il combattimento si risolse velocemente: i due Cacciatori lo ferirono alle caviglie con le loro spade angeliche, facendolo crollare a terra, mentre e i maghi gli scagliarono contro degli incantesimi per disorientarlo.

Infine, Alec, gli piantò una lama dritta nel petto, uccidendolo.

Per diversi secondi regnò il silenzio tra i presenti, poi Jace parlò: «Esattamente… di cos’altro ci dovremmo preoccupare  che potrebbe sputare fuori dal vostro passato?».

Clary vide Ron sbuffare divertito: «Amico… abbiamo una lista lunga sei anni e davvero… sarebbe meglio non perdere tempo».

«Io devo avvertire il vostro preside».

«No, Magnus, non puoi andare via!», esclamò Clary.

«Deve essere messo al corrente di una cosa del genere e devo dirgli che cerchi di tenere tutti il più lontano possibile da qui mentre la partita è in corso. Torno presto, tanto ho visto che per ora ve la cavate piuttosto bene».

«Ma non possiamo sapere cosa uscirà da quel gioco al prossimo turno!», intervenne Hermione.

«Volete mettere in pericolo le vite dei vostri compagni e professori? Io non credo, perciò devo lanciare un allarme. Ora continuate, sarò di ritorno prima di quanto immaginiate».

Detto questo, lo Stregone voltò le spalle al gruppo e tornò a grandi passi verso il castello.

«D’accordo allora… chi gioca adesso?», chiese Clary.

«Vado io», rispose Jace.

Il ragazzo prese in mano i dadi e li tirò sul tabellone, facendo scattare un’altra pedina, che si mosse di dodici caselle.

Sul cerchio di vetro apparve un altro simbolo demoniaco e, tenendo gli occhi fissi sul ragazzo, Clary lo vide scambiarsi un’occhiata allarmata con Alec, poi entrambi scattarono in piedi, imitati dagli altri.

«Cosa dobbiamo aspettarci?», chiese Malfoy, con la bacchetta stretta bene in pugno.

«Quelli!», esclamò Isabelle puntando il dito davanti a sé.

Clary conosceva quei demoni, li aveva già visti ad Alicante.

Esseri disgustosi, enormi, viscidi e informi, con una doppia fila di denti che correva per tutta la lunghezza del loro corpo.

La ragazza ricordava diverse cose di quei demoni: potevano teletrasportarsi e il loro muco era letale. Si nutrivano di qualunque cosa, inclusi esseri umani ed erano semicorporei, quindi difficili da uccidere. Riuscivano a rigenerare le loro ferite, ma questo costava loro energia, quindi era fondamentale colpirli ripetutamente per ucciderli.

Si chiamavano demoni Behemoth.

«Ok, dobbiamo restare uniti e agire tutti insieme, d’accordo?», disse Isabelle.

«Aspettate ancora un secondo e… adesso!».

Dalle bacchette dei quattro maghi partirono scintille rosse e verdi, mentre gli Shadowhunters si avventavano sui demoni con le loro armi.

Clary cercò di evitare il muco di quelle creature il più possibile, ma non c’era molto da fare… era impossibile non essere schizzati da quella sostanza ustionante.

Nonostante tutto, la ragazza continuò a colpire più e più volte quella creatura che la attaccava e si contorceva, tornando poi a riformarsi.

Purtroppo erano almeno in quattro e per ucciderne uno si perdeva parecchio tempo, dando così modo agli altri di avvicinarsi.

I maghi ne stavano mettendo alle strette uno, ma per loro era più semplice dato che con le bacchette non c’era bisogno di avvicinarsi.

Loro riuscirono ad ucciderne uno piuttosto in fretta, passando così al successivo, mentre i Cacciatori dovettero infilzare il loro ancora parecchie volte prima che questo morisse, dissolvendosi in una pozza di fluido verde e bollente.

A quel punto, i quattro si avventarono sull’altro, che però sparò contro di loro un getto di muco che andò a colpire in pieno Isabelle, che urlò dal dolore.

«Izzy!», gridò Alec, correndo vicino alla sorella.

«Allontanala da qui e falle l’iratze; di questo ci occupiamo io e Clary!», esclamò Jace.

«D’accordo».

Clary poté udire i lamenti di Isabelle mentre il fratello la sollevava da terra per portarla distante da quei demoni e curarla.

«Ce la farà, vero?», chiese Clary a Jace, mentre affondava nuovamente la sua spada angelica nel corpo del demone.

«Certo che ce la farà! Stiamo parlando di Isabelle».

La ragazza fu un po’ rassicurata da quelle parole e nel giro di altri due minuti, i Cacciatori ebbero ucciso il demone.

Quando si voltarono, trovarono i maghi seduti per terra, provati e con il fiatone.

«Accidenti… erano brutti quelli», disse Ron.

«Vanno da così a peggio, credimi».

In quel momento arrivò Alec, sorreggendo una Isabelle un po’ traballante, ma comunque in piedi.

«Credo che dovremmo fermarci un momento e riprendere fiato».

Propose Hermione.

«Va bene. Intanto pensate a chi vuole tirare il prossimo turno».

«No, tocca di nuovo a Jace, è uscito dodici, un doppio. Deve tirare un’altra volta».

«Cerca di non fare troppi danni, Jace. I demoni Behemoth non mi sono piaciuti molto», disse Isabelle.

«Oh, scusami, la prossima volta farò uscire degli agnellini impauriti».

La sorella adottiva lo fulminò con un’occhiataccia e Alec fece un mezzo sorriso.

«Smettetela voi due e cercate di riposare. Prendiamoci un quarto d’ora, poi ricominciamo», propose Alec.

«D’accordo».

Clary guardò Jace.

All’apparenza sembrava calmo, ma in realtà era nervoso, lo si capiva da ogni suo movimento.

Si era allontanato dal gruppo e Clary non riusciva quasi più a vederlo.

In un momento, scattò in piedi e lo seguì a passo svelto.

Si addentrò ancor di più nella foresta per stargli dietro e alla fine lo trovò in una piccola radura, seduto su una roccia.

Si era tolto la maglietta e solo guardarlo a Clary fece venire i brividi di freddo, ma non solo.

Vederlo lì, a torso nudo, illuminato dall’argentea luce della luna, provocò in lei un lungo fremito che le percorse tutta la spina dorsale.

Lui aveva in mano lo stilo e si stava tracciando delle rune.

«Jace… », lo chiamò piano Clary.

Lui si voltò e puntò i suoi occhi da un impossibile colore che si fondeva tra l’oro e l’argento, a causa di quella luce, nei suoi.

«Clary… cosa ci fai qui?».

«Ti ho seguito. Non dobbiamo dividerci dal gruppo, non è sicuro. Va bene che per adesso il gioco è fermo, ma la Foresta rappresenta ugualmente un pericolo. Torniamo dagli altri, ok?».

Il ragazzo, che intanto si era rimesso la maglietta, le si avvicinò.

«Aspetta ancora un momento».

«Cosa c’è?».

Lui distese il suo braccio, che in quel momento le parve bianco come quella stessa luna che in quel momento risplendeva su di loro, porgendole una mano che, dopo un istante di esitazione, la ragazza afferrò.

«Jace… ».

Ma inaspettatamente, lui la tirò a sé, e Clary sentì il proprio corpo irrigidirsi contro quello del ragazzo.

«Sssh», sussurrò lui stringendola forte tra le sue braccia.

Clary era immobile come una statua.

Quello non era decisamente un comportamento da Jace.

«Mi dispiace. Mi dispiace averti messa in pericolo».

«Jace… non dipende da te; ogni volta che tiriamo i dadi… ».

«Non mi riferivo a stasera… al gioco. Da quando sono entrato nella tua vita… », ma a quel punto Clary si staccò e lo guardò negli occhi.

«Tu mi hai salvato la vita. Se non fosse stato per te, quel giorno, nel mio appartamento a New York, quel Divoratore mi avrebbe uccisa. Tu mi hai solo aperto gli occhi, mi hai fatto capire chi sono».

A quelle parole, il ragazzo la strinse forte per le spalle e  poggiò la sua fronte a quella della ragazza, chiudendo gli occhi.

«Comunque andrà stasera, sappi che… ».

Ma Clary non seppe mai cosa Jace stesse per dirle, perché in quel momento arrivò Harry ad avvertirli che dovevano riprendere il gioco e i due si staccarono bruscamente l’uno dall’altra.

Tornando dagli altri, i due ragazzi si accorsero della presenza di Magnus, che aveva avvertito il preside, che in quel momento stava già ergendo delle misure di sicurezza per fare in modo che nessuno, studente o insegnante che fosse, si avvicinasse alla Foresta.

La cosa però era rimasta segreta; nessuno era stato avvertito al di fuori del professor Silente.

Meno persone ne erano a conoscenza, meno il pericolo era esteso.

«Allora tocca di nuovo a te, Jace… », disse Hermione porgendogli i dadi.

Lui li prese, lanciando un ultimo sguardo a Clary e tirò.

Stavolta la pedina si spostò di cinque caselle.

Il gruppo aspettò che comparisse il simbolo demoniaco e, quando apparve, subito i ragazzi sentirono degli strani rumori.

«Demoni Moloch», disse Isabelle, che si era quasi ripresa.

«Combattono in gruppo, hanno artigli affilatissimi e occhi vuoti da cui gettano fiamme. State attenti».

Tutti si prepararono e quando i demoni furono vicini, scattarono in avanti e cominciarono a colpirli con incantesimi e spade angeliche.

I demoni però erano troppi, Clary sentì una fitta lancinante quando uno di loro le dilaniò il braccio sinistro con uno dei suoi artigli.

La ragazza gridò, assestandogli un potente calciò su quello che avrebbe dovuto essere il muso, infilzandolo poi con la sua spada. Era già la terza che usava e se andavano avanti di questo passo, avrebbe finito le armi.

Per fortuna, Jace, Alec ed Isabelle ne avevano in abbondanza.

Tutti loro stavano combattendo accanitamente, Magnus guardava preoccupato; i suoi incantesimi non potevano essere usati sui demoni scaturiti dal gioco e lo stregone si era reso invisibile per fare in modo di non essere attaccato dalle creature.

La situazione però stava peggiorando in fretta, sfuggendo di mano agli Shadowhunters, tanto che ad un tratto Alec urlò: «Dobbiamo separarci! Così divideremo anche loro!».

Clary non se lo fece ripetere due volte; agguantò un braccio a caso nella mischia e lo trascinò via, correndo all’impazzata nel folto della Foresta Proibita.

Dopo almeno un paio di minuti si voltò a guardare chi aveva afferrato, trovandosi davanti il volto pallido di un Malfoy dall’aria sconvolta.

«Corri più veloce!», disse la ragazza notando i due demoni alle loro spalle.

Erano grossi, ma incredibilmente rapidi.

«Andiamo!», lo incitò lei.

Il ragazzo però aveva il fiato grosso e  gocce di sudore che gli colavano lungo le tempie.

Allora la rossa agì in fretta: spinse il mago da una parte dietro un albero e si voltò ad affrontare i due demoni.

Ognuna delle sue mani era occupata da una spada angelica, ma si trovavano nella quasi totale oscurità perché in quel punto della Foresta, gli alberi erano talmente alti da non far filtrare la luce lunare.

Dopo un momento però, uno dei demoni le sputò contro del fuoco dalle sue orbite vuote e Clary si scansò, rotolando da una parte.

Almeno le fiamme avevano bruciato una striscia di terreno che adesso rischiarava parzialmente la zona.

La ragazza chiamò le due spade angeliche che si misero a brillare e, con un movimento fluido, scattò in avanti e affondò entrambe le lame ognuna in uno degli avversari, che continuavano ad avvicinarsi.

La ferita al braccio le provocava un dolore d’inferno, ma non poteva certo abbassare la guardia, altrimenti sarebbe morta nel giro di un minuto.

Continuò a colpire i due demoni, riuscendo ad ucciderne uno, ma poi, perse l’equilibrio mettendo un piede sopra una pietra e cadde rovinosamente a terra, picchiando forte la testa contro un albero.

Per un momento le passò davanti agli occhi una scintilla bianca e tutto ciò che la ragazza riuscì a pensare fu “Sto per morire”, ma poi venne distratta da parole che non aveva mai udito in vita sua prima di allora.

«Avada Kedavra!».

Ci fu un lampo di luce verde ed ebbe la sensazione di scivolare nelle tenebre, poi tutto fu buio.

 

NOTE:

 

Eccomi qui! Ebbene, che dire? In questo capitolo il gioco prosegue, sempre tra spade angeliche e colpi di magia.

Come avrete notato ho mantenuto tutto il capitolo dal punto di vista di Clary; più che altro perché qui sono sempre stati tutti insieme, perciò abbiamo potuto osservare ognuno di loro, ma dal prossimo capitolo, “le strade si divideranno” nuovamente! XD

Spero di non aver fatto errori di battitura o altro, in caso, perdonatemi, ma sono esaltata perché tra un’oretta andrò a vedere “Catching Fire”, quindi non ci sto con la testa!

Ad ogni modo, volevo fare un piccolo annuncio: dato che non riesco molto a rispettare la puntualità in questo periodo, non assicuro più che gli aggiornamenti saranno di mercoledì.

Vi garantisco che ce ne sarà almeno uno alla settimana, ma sul giorno non mi pronuncio, soprattutto la settimana prossima che i miei genitori mi trascinano a Bolzano per andare a vedere i mercatini di Natale.

Un’altra cosa: siccome sono un genio (-.-‘), la settimana scorsa avevo detto che vi avrei lasciato il link della mio account FB, cosa che poi ho dimenticato di fare, quindi ve lo lascio qui oggi.

Detto ciò, ringrazio di cuore le persone che hanno aggiunto ItD alle preferite/seguite o qualunque altra categoria e anche le meravigliose persone che recensiscono!

Mi migliorate le giornate, davvero!

Ecco, insomma… metto il link e smetto di tediarvi; buona serata e un bacio a tutti!

Il mio account Facebook:  https://www.facebook.com/profile.php?id=100002495356960

  
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