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Autore: Lelusc    29/11/2013    0 recensioni
Dalila è completamente diversa dalla sua famiglia. Tutti hanno i capelli chiari e lei è l'unica scura,tanto che se non fosse per le foto della madre incinta, crederebbe di essere stata adottata. Ma la nostra piccola amica ha un bel segreto. Lei sente nella testa una voce,già proprio così,sente una voce. Chi sarà mai? E quanti misteri nasconderà la sua famiglia? Scopritelo!
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena entro mi guardo intorno impressionata.
“Che ficata!”
Che ficata!”
Esclamiamo in coro io e la mia vocina. Quando la sento trattengo a stento una risata.

“perchè ridi?”mi chiede Vincent
“no, niente, davvero”dico guardandomi intorno.
“che cos’è una base operativa segreta?”
“esatto”
“davvero?”
“davvero?”
Diciamo in coro io e la mia vocina sorpresi.
“affermativo”dice Vincent.
“generale”dice un uomo avvicinandosi a lui.
“Generale!”
“generale!”
Urlo nella mia mente in simbiosi con la mia voce interiore.
Fisso sbalordita Vincent.
(Accidenti)penso.

“Già, ma questo non lo rende simpatico ai miei occhi”dice la vocetta.
Scuoto lentamente il capo, quando Vincent si avvicina al ragazzo che non ha niente del soldato dell’esercito.
Di solito hanno i capelli rasati, ma i suoi non lo sono. Sono corti, non rasati e sono mossi e di un caldo marrone rossiccio. Veste con una mimetica e stivali. Io adoro gli uomini in divisa, mi hanno sempre affascinata.

Lo guardo in volto e mi sorprendo di vedergli un insolito calore nello sguardo e un dolce sorriso sulle labbra.
“Lui è il mio primo ufficiale, agente Deres”.
“agente Deres, lei è Dalila”
“piacere di conoscerti”dice l’agente Deres sorridendomi.
“Piacere mio”
“comunque preferisco essere chiamato per nome, Robin, potresti chiamarmi così e darmi del tu?”Mi chiede.

“Va bene, allora puoi chiamami Dalila e togliere il formale”dico tranquilla con un sorriso stampato in faccia.
“gli stai dando troppa confidenza”
“che balle che sei”dico con un sussurro.
“Hai detto qualcosa?”
“no”dico subito.
“ah, ok allora…”
“io cosa?Guarda che non ti parlo più eh!”
(scusa)penso.
“Accetto le tue scuse”dice in tono dolce.
“allora vieni”mi dice Vincent e prendendomi ancora per mano mi porta al cento della stanza. Saliamo i tre scalini d’acciaio e c’incamminiamo sulla passerella. La base è una grotta con le mura rafforzate per evitare crolli e lungo le pareti ha macchinari grigi, grossi e imponenti, che naturalmente non ho mai visto e che m’incuriosiscono molto e solo in mezzo c’è una passerella d’acciaio che porta da una parte all’altra della base e ai vari macchinari.

“Sei curiosa eh?”
Mi chiede Vincent, notando che non faccio altro che guardarmi intorno.
“sì, non ho mai visto niente del genere”
“lo, so, ma te l’ho detto è top secret”
“lo so, dalla mia bocca non uscirà neanche una sillaba o vocale e nemmeno un verso”dico guardandolo in volto con sguardo dolce.
Mi sorride “ottimo”dice tranquillo.
“Ehi! Stai giocando troppo con lui e lo sguardo che gli hai lanciato prima che voleva dire? Smettila di flirtare”
“ma io non… davvero ti sembrava che stessi…”
“mh?”Mi fa Robin guardandomi
Niente, faccio con le mani e sospiro.

“Eccoci arrivati”dice Vincent aprendo una doppia porta.
E mi ritrovo in un salottino fatto nella roccia, in sostanza è un’altra caverna rafforzata e arredata con gusto.
(una televisione? Come fanno ad avere segnale sottoterra?)Mi chiedo.
“Prego, accomodati, dobbiamo parlare”dice Vincent sedendosi su una poltroncina difronte a me.
Faccio come mi ha suggerito e Robin si siede accanto a me sul divanetto.
“Ehi! Perché lui sta seduto vicino a te, lì c’è una poltrona libera”
“stai esagerando”dico in un sussurro.

Dopo alzo lo sguardo.
Entrambi mi stanno guardando, mi hanno scoperta e ora?
“Dalila”
“Sì?”Esclamo agitata e timorosa.
“vuoi qualcosa da bere? Un tè, un caffè, del succo?”
“Un tè”
“bene”dice Vincent, si alza, spinge un pulsante alla parete e si risiede di fronte a me con un sorriso.
Guardo il pulsante curiosa. (Chissà a che serve?)Mi chiedo.
All’improvviso la porta si spalanca ed entra un ragazzo dai capelli rossi, vestito con uno smoking nero e camicia bianca. Chi sia un maggiordomo? Mi chiedo.

Il giovane viene avanti e guarda tutti con sguardo seccato e sprezzante.
“Terry, la signorina vorrebbe un tè e noi due un caffè, grazie”dice Vincent e lo sguardo di Terry si ferma su si me.
Sembra scocciato.
“subito”dice acido e va via.
Mi rimane in testa solo una gran confusione, cavolo non stiamo nel medioevo.
“scusate, ma chi era? Un cameriere? Un maggiordomo?”
“è una lunga storia Dalila e non ti serve saperla, anche perché darebbe fastidio a Terry se te la raccontassimo, odia la storia del nostro incontro, lo fa sentire un inetto, quindi preferirei non dirtela”
“va bene”.
“ma ora è il momento di parlare di una cosa che ti riguarda da vicino”
“e cosa?”
“pronta a sentire senza interrompere?”
“sì, credo”
“no, senza credo, non dovrai interrompermi,ok?”
Annuisco.
“che vorrà dirti?”
Alzo le spalle e stranamente Robin e Vincent non dicono niente, eppure mi hanno visto.

Prima che cominci a parlare, la porta si apre ed entra Terry con un vassoio in mano e sopra tre tazze che posa ognuna sul tavolino di fronte a noi come richiesto. È bravo, penso.
“beh, non ci vuole tanto, deve solo portare le tazze giuste e ricordare chi a chiesto cosa?Ci sarà abituato”dice la mia vocetta.
“dici?”
Sì”
Fisso il ragazzo finche non esce e si chiude la porta alle spalle, poi ritorno a guardare Vincent e Robin.
“Allora prego”dice Vincent indicando la tazza di tè fumante.
La prendo con due mani e la porto alle labbra.
(ci voleva)penso, mentre assaporo tranquillamente il sorso di tè dall’aroma fruttato con un leggero retrogusto aspro, quando il mio sguardo cade sul tavolino dove ci sono dei biscottini da tè, non li avevo notati.

“Comunque ora credo che tu voglia sapere perché ti ho portata qui”dice Vincent.
Poso la tazza e lo guardo.
“sì, visto che non ti conosco”dico guardandolo calma.
“allora devi sapere che noi ti conosciamo”Comincia a dire Vincent.
“In che se…”
“sss, ti avevamo chiesto di non interrompere”.
Ma come si permette?!”Dice la mia vocetta arrabbiata.
Annuisco.
“Bene, dicevo. Ti seguiamo da molto tempo e sappiamo tutto di te”
“dalla tua espressione capisco che non ci credi”dice Robin.
“infatti”
“allora ti dirò delle informazioni personali e fondamentali che ti riguardano”dice Vincent e comincia.

“Nome: Dalila Rosenberg.
“Nata il: 12 Marzo del 95”
“Età: 18 anni”
“Colore preferito: Lilla”
“Abiti in: via Irose 15, precisamente in un appartamento al terzo piano”.
“Sei di nazionalità: americana”
“Stato civile: non sei sposata e non hai un ragazzo”
“Professione: studentessa, ma lavori part- time in una pasticceria vicino casa”
“Sei alta: un metro e sessanta nove, quasi settanta”.
“Peso: 55 Kg”
“misura dei piedi: 40”
“corporatura: alta slanciata”
“Taglia: media”
“ cartella clinica: eccellente, non hai problemi”
“media scolastica: superiore alla media”
“amicizie: 0”
“ragazzi avuti 0 apparte una cotta alle medie”
“gruppo sanguigno: A positivo”
“dolce preferito: Torta, la sant’Honoré”
“Hobby: leggere, fare dolci e guardare film vari”

“c’è altro? Mi pare di aver detto tutto, ora ci credi?”
Li guardo allibita e spaventata.
“Generale, credo abbia esagerato”dice Robin.
“Ma…ma, come sanno tutto questo!?” Esclama la mia vocetta interiore
“ma come diavolo fate a sapere tutto!”Esclamo arrabbiata dopo essermi ripresa dallo shock.
“su, su, calmati, te l’ho detto, sappiamo tutto di te”
“e perchè dovreste! Questo è contro la legge, avete disintegrato la mia privacy, non ne avete il diritto!”
“veramente sì”dice Vincent serio.

Mi ammutolisco. “E perché?”
“Noi siamo dei soldati, ma non i soldati di cui senti in tv, le forze dell’ordine normali non ci conoscono, noi siamo con la legge, combattiamo per la giustizia, ma nessuno ci conosce”.
“Che giustizia è quella che penetra e spia nel profondo di una persona e tira fuori tutte le tue cose personali senza permesso? La vostra forse? Perche quella che conosco io, è diversa!”Esclamo adirata stringendo mortalmente con una mano il bracciolo del divanetto e con l’altra l’orlo della maglietta”.

“Sì, esatto, la nostra, tu ancora non devi e non puoi sapere tutto, ma sappi che noi lavoriamo per la legge e le nostre azioni sono buone e per una giusta causa, questo è tutto quello che devi sapere”dice Vincent smettendo si essere serio e addolcendo lo sguardo e la voce, ma prima che potessi controbattere, mi prende le mani e mi guarda negli occhi.
“Ti ricordi quando ti ho detto di stare tranquilla, ebbene, ci devi stare anche adesso, fidati di me nonostante abbiamo violato il tuo spazio e i tuoi dati personali, per favore, c’è un motivo”.
“Quale?”Gli chiedo curiosa guardandolo negli occhi molto più calma.
“Non te lo posso dire per ora, o meglio, tu non sei pronta a saperlo, quello che ti diremo oggi sarà già abbastanza, credimi”
Lo guardo negli occhi senza riuscire a dire una parola, non so come mi sento dentro, forse spaventata, o confusa, ho molti altri sentimenti intrecciati dentro, ma una cosa la so, loro sanno delle cose che nessuno sa, piccolezze di me, del mio essere e altri segreti che io stessa non so, ma so anche che nonostante tutte queste stranezze, il mio cuore a differenza della mia testa e della mia ragione mi dicono di fidarmi di Vincent.

“Ho capito, mi fiderò”
“bene”dice Vincent lasciandomi le mani e sorridendomi.
“Ora, andiamo al punto di cui non ho parlato: la famiglia”
“tu sei figlia unica, vero Dalila?”Mi chiede Robin.
mi volto verso di lui.
“sì”
“e come reagiresti se ti dicessimo che non è così?”Chiede Vincent.
Lo guardo inclinando la testa di lato e corrugando la fronte, confusa.
“Che vuoi dire?”
“quello che ho detto, che non è così”
“sai noi conosciamo un tuo segreto importante”dice Robin.
“non sarà…?
“non mi dire che…”
Esatto, sappiamo della tua voce nella testa”
“Cosa?!”Esclamo alzandomi dalla sedia,non so come ho fatto prima,quando mi hanno detto tutti i mie dati personali a non alzarmi,ma ora mi è venuto spontaneo”

“Sì, lo sappiamo”dicono calmi e noto di essere l’unica agitata e sentendomi fuori posto, mi risiedo.
“è per questo che non eravate confusi o spaventati quando mi avete notato parlare da sola?”
“Esatto, sappiamo della voce nella tua mente e ti dirò di più, quella voce è la tua metà, tuo fratello”.
Rimango paralizzata sulla poltrona e li guardo fissi, ammutolita.
“Dai, che scherzo pessimo, è proprio di cattivo guasto”dico sorridendo
“ti sembra che stiamo scherzando?”Mi chiede Vincent guardandomi serio.
“no, e questo mi spaventa”
“perché?”Mi chiede Vincent prendendomi gentilmente le mani.

“tu non hai sempre desiderato avere dei fratelli poiché sei figlia unica?”
“sì, ma…io, non”
“tu hai un fratello, ma non fisicamente, lo hai nella testa, è sempre stato con te dall’inizio, non sei mai stata sola”.
Mi soffermo a pensare.(Ha ragione)
“è vero”dico sorridendo.

“Ho sempre avuto questa vocina, ma non l’ho mai detto a nessuno, perchè non è una cosa normale, ma è sempre stata con me, mi consolava, mi sgridava e mi teneva compagnia, credevo fossi io, in qualche modo, ma crescendo capii che era una cosa ben distinta da me,un’altra persona,con suoi pensieri e sue emozioni,è per me è diventata un amica,qualcuno con cui stare e a cui rivolgermi”
“esatto e ora ti dico che è tuo fratello”
“sarebbe una cosa bellissima”dico quasi in lacrime.
“Ho sempre voluto un fratello o una sorella, questo sarebbe il mio più grande desiderio realizzato, ma è così assurdo, com’è possibile?”Chiedo sporgendomi un po’ verso di Vincent.

“Questa è un'altra cosa che ti dirò un’altra volta,ora devi solamente decidere,sarà strano,non ci crederai, ma noi abbiamo una magia per liberare tuo fratello da dentro di te e fartelo avere fisicamente”.
“Una magia? Ma non esiste la magia”
“lo so che è assurdo, ma è così, io, no, noi, veniamo da un'altro mondo, lo so che ti sembra strano e il tuo viso ce lo dimostra,ma è vero,poi ti spiegheremo tutto”mi prende per le spalle delicatamente e mi guarda.
“Io, so come fare, per ridarti tuo fratello, in carne ed ossa,per fare in modo che ti sia sempre accanto,sia sempre con te”dice queste parole serio, sicuro e con voce chiara per fami capire tutto bene.
“ma la domanda è questa; Tu vuoi un fratello? Vuoi qualcuno accanto? Devi solo decidere”dice per poi zittirsi e lasciarmi riflettere.
(Oh santo cielo,non ha senso)

“Dici? Anch’io ho capito che sei una persona ben distinta da me e ti reputo una persona importante, a cui sono legato profondamente,questa storia della magia ,sì,è assurda,insensata e terrificante,ma se fosse vero? Io credo di essere davvero tuo fratello e se potessi avere un corpo, sarei per sempre con te e non solo mentalmente, ma anche fisicamente, non vorresti tentare? Non vorresti che ci fossi e non solo mentalmente?Io vorrei parlati,guardarti negli occhi,abbracciarti. Tu no?”

Rimango immobile.
(Non lo so, ho paura, se fosse possibile mi piacerebbe,sei mio fratello,ho sempre sognato di averne uno e anche io sono legata a te)
“Mi fa piacere sentirtelo dire, vogliamo tentare?”
“sì, tentiamo”
E se succede qualcosa di brutto, sappi che resterò per sempre accanto a te. Qualsiasi cosa succeda, mi dispiace ma non ti scrollerai di dosso tanto facilmente il sottoscritto”dice ironico.

(allora ok)dico e mi rivolgo a Vincent e Robin.

“Abbiamo deciso”.
  
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