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Autore: P h o e    30/11/2013    9 recensioni
[STORIA SOSPESA MOMENTANEAMENTE]
L'amore profumava di rosso, come i suoi occhi. | Prologo.
«Dal modo in cui ti guarda, lascia chiaramente sotto intendere che tra di voi non c'è nessun filo rosso ad unirvi» ammise risoluto.
La principessa, abbattuta, abbassò lo sguardo.
«...Ma un intero spago.»

Quando Fine, principessa e futura regina del Paese di mezzo, scopre di essere stata promessa in sposa ad un completo estraneo a soli pochi mesi prima della nascita, la sua vita svolta non una pagina, ma un intero capitolo, capovolgendo tutta la sua piccola realtà.
Su ordine, quindi, parte con sua sorella (anch'essa vittima della stessa sorte) per un Regno lontano, completamente catapultata in un'accademia dove i giudizi sono all'ordine del giorno e le regole regnano sovrane.
La principessa si ritroverà quindi a lottare con dedizione e coraggio contro quella tradizione in vigore da più di mille anni e contro un amore orgoglioso che profumerà di rosso, proprio come i suoi occhi.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Enchanting 
Atto XII Il sentimento svelato.







Il sole inondò violentemente la stanza, colpendo ogni angolo.
Fine inspirò profondamente, spostando anche l'ultimo tendaggio presente nella camera e sorridendo compiaciuta dal sole accecante che si presentava già a quell'ora della mattina. 
Domenica, si disse con profondo sollievo, l'unico giorno della settimana in cui gli studenti erano astenuti dalle pesanti lezioni e assolti da ogni compito riguardante il matrimonio o il protocollo. L'unico giorno in cui la loro responsabilità veniva lasciata libera.
In particolare, Fine sentì di doversi svagare quel giorno, se fosse rimasta in quella camera che ormai profumava dello stesso identico aroma di sempre, non avrebbe retto per un'altra settimana. Inoltre, Madame Price Taylor l'aveva informata che l'orario si sarebbe intensificato con il passare del tempo, per abituare gli studenti alle responsabilità che ha un sovrano del suo Paese.
Al solo pensiero Fine si sentì mancare.
Poi un pensiero le sfiorò la mente. Si voltò, con le mani ancora sul tessuto della tenda, e fissò il letto dove Shade ancora dormiva. Probabilmente non doveva essere stata una settimana leggera nemmeno per lui, considerando che non era bastato nemmeno il sole sfavillante di quella mattina per destarlo dai suoi sogni ancora inaccessibili per la principessa.
Un lato di lei si sentì egoista per aver scaricato in quel modo la sua tensione su Shade, il giorno precedente e non se la sentì di svegliarlo proprio mentre dormiva così beatamente. Si avvicinò con cautela, con lo stesso passo di un gatto di notte e s'inginocchiò all'altezza del letto, perpendicolarmente al viso del principe.
Lo studiò a fondo, senza perdersi un minimo particolare di quel viso d'angelo rilassato. Le lunghe ciglia nere, a contrasto col sole mattutino, proiettavano ombre sotto agli occhi, i lineamenti rilassati, morbidi come nemmeno quelli di un neonato sarebbero potuti essere e la bocca leggermente dischiusa.
Fine incrociò le braccia sul materasso e vi ci appoggiò la testa sopra, fissandolo come quando sua madre aveva regalato a lei e a Rein quel meraviglioso Carillon, il quale aprendosi svelava la bambola di una ballerina in porcellana che si muoveva circolarmente, a ritmo con la melodia.
Ed istintivamente, i suoi pensieri formularono un filmato, in cui la principessa vide tutto quello che avevano passato assieme in quella settimana, ormai conclusasi. Ogni gesto, ogni parola a partire dalla più insignificante alla più rilevante.
Era vero, Noche le era stato accanto ed era la prima persona di cui si era fidata ciecamente da quando era arrivata, ma Shade...Shade aveva acceso quella scintilla che ora stava crescendo a poco a poco, diventando una fiamma ardente. Era come se qualcosa le dicesse, nonostante la popolarità di Shade tra le ragazze, di buttarsi fra le sue braccia, di buttarsi e non pensare a nulla, in sua presenza avvertiva solo lui ed un enorme sfondo bianco dietro.
Come se Shade fosse l'unica via, l'unica strada e al mondo non ci fosse nient'altro.
Eppure non era mai stata una ragazza sola, come invece molte autrici dei suoi libri si ostinavano a rappresentare. Insieme a lei c'era sempre stata la sua famiglia, Rein in particolare, la sua fidata gemella, con la quale aveva condiviso per fino l'anima. Noche, non lo conosceva da molto, ma c'era sempre stato nel momento del bisogno e dopotutto chi l'avrebbe considerato una cattiva persona?
Ma Fine, in quella vasta scelta di persone care, di parenti, vedeva solo Shade, Shade e un'immensa distesa bianca.
Lentamente chiuse gli occhi ed immaginò di trovarsi nel suo palazzo, assorta dalla melodia di quel Carillon e comandata da un irrefrenabile impulso, immerse la mano nei capelli di Shade.
Santa Grace, da quanto desiderava farlo.
Dal momento in cui aveva visto Shade, aveva sempre desiderato immergere la mano tra quegli spettinati filamenti cobalto, per constatarne la morbidezza ed ora che ne aveva avuto la possibilità, poteva ritenersi soddisfatta.
Avrebbe potuto continuare così per ore, ma Shade emise un rantolo di fastidio e Fine, come risvegliata da un sogno ad occhi aperti, ritirò la mano e, in men che non si dica, era già uscita dalla stanza.


La porta si aprì, rivelando una chioma celeste, immersa in un sobrio abito color conchiglia che Fine non vedeva da molto tempo.
«Fine» Rein parve quasi sorpresa di vedere sua sorella. «Sei già sveglia.»
Fine teneva gli occhi incollati al pavimento, era inutile negarlo e dopotutto per sua sorella era un libro aperto. «Possiamo parlare?»
Fine raccontò per filo e per segno quello che le stava accadendo quest'ultima settimana, tutto sembrava stesse passando come un treno in corsa, così veloce che per Fine fu come cercare di proseguire in linea retta dopo aver ruotato su se stessa così tante volte da non saper più distinguere nemmeno la terra dal cielo.
Era come se Shade le avesse messo a soqquadro il suo piccolo mondo, rovesciando completamente quel poco che le era rimasto.
Rein l'ascoltava senza parlare, aveva preferito appartarsi in un luogo solitario e l'aveva invitata ad entrare in camera, approfittando del fatto che Bright era sceso a ritirare qualche libro su cui studiare.
Il sentimento che sua sorella nutriva verso Shade era chiaro come l'acqua, ma la cosa risultò a Rein così strana che non riuscì nemmeno a realizzarla.
Ad un certo punto della storia Fine scoppiò in lacrime, disperata.
«Rein ti prego, devi aiutarmi!» singhiozzò, aggrappandosi al vestito di Rein e guardandola con quegli occhi scarlatti, lucidi per le lacrime.
La gemella la guardò compassionevole, era la maggiore, poiché era nata qualche minuto prima di Fine e per tanto era suo dovere consolarla nel momento del bisogno, anche se quelle lacrime, le lacrime di Fine erano del tutto nuove agli occhi di Rein, che non aveva mai visto la sorella scoppiare in quel modo a piangere.
Ricordò le parole della mamma, poco prima di partire: "Proteggetevi a vicenda" aveva detto.
«Fine» la chiamò dolcemente, poggiandole le mani sulle esili spalle. «Quello che tu ora stai sentendo, quel sentimento che si fa largo nel tuo cuore quando sei con Shade, quel desiderio di esclusività nei suoi confronti, quella volontà di protezione che nutri verso di lui, anche se non necessaria, si chiama amore.»
«Amore?» Fine sembrò cadere dalle nuvole, eppure ne aveva letti tanti di romanzi che contenevano storie d'amore anche molto passionali.
Rein sorrise. «Esatto, non c'è una definizione per questa parola. L'unica cosa che senti sono la mente e il cuore in contrapposizione, lo stomaco sottosopra, che sembra quasi una teca colma di farfalle e il cuore tamburellante, come se battesse solo per lui.»
Fine si portò una mano sulla fronte, sconvolta. 
Non avrebbe mai pensato che sarebbe successo tutto questo, non avrebbe mai pensato che sarebbe caduta nella rete di Shade come il resto delle ragazze che gli stava dietro. Sin da bambina, leggendo i romanzi e le storie d'amore, si era sempre promessa che non si sarebbe innamorata, non avrebbe ripetuto l'errore di tutte quelle donne che donavano anima e corpo al loro amato, lei si era sempre sentita diversa, non quel tipo di persona che si innamora del bel ragazzo di turno.
Anche perché non avrebbe mai potuto funzionare, a parte la storia del matrimonio, questo non era un libro, era la realtà.
«Ma...è passato così poco tempo...» cercò di farsi sentire, ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra, fu poco più di un semplice respiro.
«L'amore non conosce tempo, né età» disse Rein cristallina. «Ascolta Fine, se lo ami diglielo e basta, il destino vi ha ormai legati, siete spos-»
«NON DIRLO!» urlò alzandosi di scatto dal letto, facendo sobbalzare Rein e cadere un cuscino. «Non dire quella parola! Noi non siamo legati e io non appartengo proprio a nessuno!»
«E' vero, non appartieni a nessuno» anche lei alzò il tono di voce, per farsi valere. «Però tu e Shade vi appartenete a vicenda, non puoi negare il fatto che un giorno vi sposerete, come me e Bright e come tutte le persone che ora sono sotto questo tetto!»
Fine strinse i pugni e fece combaciare i denti fra di loro, non lo sopportava, non poteva sopportarlo.
Quindi, senza sapere bene cosa rispondere, uscì dalla stanza e da quell'Accademia che aveva cambiato la sua vita nel corso di una sola settimana.


 

N/A
Ehilà, ragazze e ragazzi :)
Ho aggiornato finalmente anche questa storia, Santa Grace, che pazienza!
La scuola mi sta ammazzando.
Va beh, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, ditemi se qualcosa non vi piace o non vi convince.
Un bacione da Alice!

 
  
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