Capitolo 8
Tutto è reale.

Tagliava, sminuzzava, assaggiava, Sanji preparava le sue squisite pietanze, accompagnato dal sonoro rumore dello stomaco di Rufy. Se ne stava nascosto dietro il tavolo da pranzo, studiando chissà quale piano. Il cuoco con la coda dell'occhio osservò attentamente le mosse del suo capitano, cercò di capire l'intento di quella baca. Fece spallucce, chissà forse stava studiando una delle sue classiche imboscate, oppure se ne stava semplicemente li ad osservare soffrendo in silenzio fino all'ora di cena.
Prese l'insalata fra le mani, e non volendo gli venne in mente Zoro. La sera prima avevano chiarito i loro sentimenti, quel buzzurro gli aveva confessato quello che veramente provava per lui. Finalmente erano arrivati a un dunque, ora non dovevano più nascondersi. I loro compagni,anzi Robin quindi di conseguenza anche Nami, sapevano di loro, ma Sanji era convinto che oramai la situazione che era nata fra lui e Zoro era diventata di dominio pubblico.
Sorrise al pensiero della sera precedente, non aveva mai visto lo spadaccino così impacciato, non era da lui. Era curioso di sapere come si sarebbero svolti i fatti da li in avanti. Sapeva che quel buzzurro non era tipo da smancerie, quindi decise di aspettare una sua mossa.
Ormai tutto era in tavola, il cuoco aveva finito di preparare la cena, appoggiò l'ultimo piatto sul tavolo quando Rufy sbucò fuori dal suo nascondiglio urlando come un ossesso.
<< CIBOOOO!!! >>
Dopo quel'assordante urlò si sentì solamente l'eco di una padella finita perfettamente sul volto del capitano. Sanji non si sprecò a chiamare il resto della ciurma perchè quello era stato l'avviso che la cena era pronta.
Arrivarono tutti, il cuoco lasciò la presa dalle mani di Rufy e così iniziarono a mangiare.
Si raccontarono della giornata, Robin e Chopper spiegavano a Nami di un libro letto da entrambi che parlava di ogni isola presente nel nuovo mondo. Sanji non si permise di interromperli con le sue smancerie, anche se aveva una voglia matta di corteggiare le sue amate donzelle, però continuò a mangiare tranquillo. Il suo sguardo per un attimo incrociò quello dello spadaccino che se ne stava li vicino al capitano a ingozzarzi come ogni sera. Il cuoco sorrise e subito dopo Zoro distolse lo sguardo. Il biondo non diede peso alla cosa, sapeva come era fatto lo spadaccino, ma forse non lo conosceva poi così bene.

<< Sanji questo arrosto è veramente delizioso, complimenti! >>
Dalle mani di tutti i componenti della ciurma caddero le forchette. Erano pietrificati, a bocca spalancata e occhi sgranati, non potevano credere alle parole appena pronunciate da Zoro.
Anche Rufy si era miracolosamente fermato a fissare il suo vice che nel frattempo aveva continuato a mangiare come se i complimenti alla cucina di Sanji fossero di routine, quando non era vero. Era stato reputato da lui un cuoco da strapazzo, da osteria, buono a nulla, ma non avevano mai sentito uscire un complimento dalla sua bocca.
Il biondo lo guardò anche lui scandalizzato, ma era contento, contento che Zoro gli avesse fatto un complimento. Chissà, forse in lui qualcosa era cambiato, chissà forse in fin dei conti lo spadaccino era un tipo da smancerie. Sorrise nuovamente Sanji per poi riprendere a mangiare.
<< Zoro ma che ti è successo? >> Chiese Nami curiosa della risposta.

<< Niente ho solamente detto che l'arrosto è buono! Che c'è di strano? >> Ingoiò l'ultimo boccone e dopo aver scolato anche l'ennesima bottiglia di sakè si alzò e uscì dalla cucina.

Dopo poco anche gli altri finirono di mangiare e andarono ognuno nella propria cabina. Sanji rimase solo a pulire la sua splendida cucina, non ringrazierà mai abbastanza Franky per averla costruita. Mentre era concentrato a lavare i piatti, sentì la porta aprirsi, si voltò e non si stupì nel vedere Zoro.
<< Mi dispiace dirtelo dato che ti era piaciuto così tanto, ma l'arrosto è finito. >>
Lo spadaccino ghignò nel sentire quella frase, si avvicinò a Sanji << Vuoi una mano? >> Il biondo lo fissò meravigliato << Ma veramente che ti è successo? Non sei in te! >>
Zoro grugnì << Una volta che cercavo di essere gentile, va bè! >> Prese una bottiglia di sakè e si sedette al tavolo. Sanji dopo poco lo rangiunse e inziarono a bere. Bicchiere dopo bicchiere, bottiglia dopo bottiglia, erano cotti come due mele. Fra un discorso e l'altro si era accesa una discussione fra i due,

<< Io sono il più forte, potrei sottomettere chi mi pare e piace al mio potere. >> Affermo Zoro sbattendo il bicchiere sul tavolo.
<< Si come no, secondo me non ne saresti capace. >> Sanji lo snobbò al massimo e questo fece infuriare lo spadaccino.
<< Vuoi una dimostrazione per caso? >>
Sanji rimase un attimo confuso da quella proposta. << Scusa e come faresti adesso a dimostrarmi che tu puoi sottomettere chiunque? >> Il cuoco in quell'istante si pentì di aver detto quelle parole. Si ritrovò al muro con la bocca del verde a un millimetro dalla sua. << Ecco come farò! >> Il soffiò del suo alito sul collo fece eccitare Sanji che per un attimo pensò di ritirare tutto ciò che aveva detto, ma non si arrese così facilmente. Con forza afferrò i polsi di Zoro e riuscì a ribaltare la situazione. Un ghigno nacque sulle labbra del verde che però fu annientato dalle labbra di Sanji. Un bacio disordinato, niente delicatezza o romanticismo, era un bacio che rispecchiava entrambi i caratteri. L'odore di fumo e spezie penetrò nelle narici di Zoro che per poco non cedette, infatti di nuovo la situazione si capovolse. Ora era Zoro che dominava di nuovo. Sanji sentiva sempre più che quei baci non gli bastavano più, e notò con piacere che anche l'altro la pensasse come lui. Si spogliarono, anzi si strapparano praticamente i vestiti, ora rimaneva solo un problema, nessuno dei due voleva cedere. L'orgoglio di entrambi prese il sopravvento, ma alla fine questo non impedì ai due amanti di consumare il loro amore proprio li, sul pavimento gelido della cucina.
Così finalmente il loro amore fu concreco.
Dopo Rose, alla fine è arrivato Sanji.

... Alcuni sostengono che questi sono senza vergogna, ma si ingannano: essi fanno questo infatti, non per mancanza di pudore, ma per il loro ardimento e coraggio e per la loro mascolinità bramano quel che è simile ad essi.

Allessor... E alla fine arrivi tu!

Angolo dell'autrice:
Tutti voi in coro: Un miraggio, un miraggio!!
No raga non è un miraggio è tutto vero, ecco a voi l'ottavo capitolo di "E alla fine arrivi tu!" Si è fatto desiderare, ma spero davvero che vi abbia soddisfatto dopo tutta questa attesa.
E con questo capitolo annuncio la fine di questa fiction. Mi odierete perchè dopo tutta quest'attesa ritorno semplicemente con un capitolo e vi dico che è l'ultimo. Perchè questa decisione?
Perchè volevo una storia con il lieto fine e lo scritta, voglio finirla così, con una parte di una citazione di Platone. Mi piace come idea, e reputo questo il finale più bello di tutte le mie longfiction. Perchè? Perchè lascia spazio all'immaginazione, lascia spazio a tutto. Vi ringrazio tanto per esserci stati in tutto questo periodo, che mi abbiate aspettato. Spero di non avervi deluso, ma non preoccupatevi, non abbandonerò il mio Sanjino e testa verde. Scriverò altro su di loro e spero tanto di ritrovarvi! :D Grazie davvero, fatemi sapere che ne pensate, ci terrei molto a saperlo, (Sono accettati anche ferri da stiro e pentole in testa!). Grazie ancora, ci risentiremo molto prestooo! Un bacione a tutti, a chi ha messo questa storia fra le preferite, le seguite e le ricordate, a chi nonostante il tempo non abbia perso la speranza di vederla completata e a chi è sempre stato presente con le recensioni e naturalmente un grazie anche a voi lettori sileziosi. :D Un abbraccio grande, e un bacione enorme, a presto, Ro! :D