Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Fantfree    30/11/2013    3 recensioni
Dopo una gita in un parco tematico, sette ragazzi si conoscono per caso all'entrata delle montagne russe chiamate Atlantipse, particolarmente conosciute per il loro tunnel del terrore (tunnel buio dove non si vede nulla). Saliranno tutti più o meno felici e quando tutto sembra andare alla perfezione... Il carrello si blocca proprio lì dentro...
Discutendo sul da farsi decidono di liberarsi ed andare a chiamare aiuto ma... si ritroveranno in una città completamente disabitata e distrutta...
Da lì comincia il loro viaggio... La loro avventura farà scoprire loro il grande segreto che si cela dietro quel mondo apparentemente diverso ed il motivo di essere arrivati fino a lì...
Un'umanità schiavizzata in un mondo dove ormai la tecnologia sembra essere stata del tutto sostituita dalla magia, la quale è posseduta solo da coloro che si fanno chiamare abitanti di Atlantide. Intanto, qualcuno da lontano sta preparando la sua vendetta e sta attendendo il momento giusto per colpire...
Che cosa c'entrano allora Cora, Blake, Clark, Mya e Dean con tutto questo?
Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Afterworld'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Finalmente eccomi di nuovo qui! Ci ho messo un po' ad aggiornare, è vero, ma ho avuto davvero un sacco di impegni... Che dire... Pian piano ci si sta avviciando alla verità effettuale, tenetevi pronti ed occhi puntati sugli indizi posti un po' qua ed un po' là nella storia... Perchè arriverà il momento di farli emergere improvvisamente, in maniera completamente inaspettata... Lo dico solo per "preservarvi", perchè non voglio farvi spaventare troppo... State in guardia, ci stiamo avvicinando... 

Con uno schiocco di dita, l'acqua del locale scomparve in pochissimo tempo. I tritoni e le sirene clienti del locale si ritrovarono completamente senza più un liquido in cui restare, colti alla sprovvista.

<< Ehi! >> Urlarono.

<< Ah già. >> Rispose lei guardando la sua coda blu e luccicante. Ma non appena tirò fuori un bracciale con una gemma blu e se lo mise addosso, acquistò una forma umana. << Bene, signori. Vi prego di scusare il disguido ma adesso rimedierò subito. >> Iniziò così ad agitare le sue mani in aria mentre del liquido pian piano si stava formando dal nulla. In men ce non si dica, si formarono delle grandissime gocce che levitavano in aria, come se aspettassero un comando. Difatti lo fece: con le sue esili e graziose mani iniziò ad avvolgere il liquido attorno ai clienti del locale e poi li inglobò completamente. << Meglio ora? >>

<< Principe. >> Sussurrò Cora al ragazzo.

<< Sì? >>

<< Ma assisteranno tutti? >>

<< Sì. Lo so, può sembrare strano: qui a Thera a volte i reali si materializzano in mezzo alle persone come se fossero gente comune e sono rispettati come tali. >>

<< Dev'essere un'antica tradizione... >>

<< Certo. >> Rispose lui orgogliosamente. << Più sei vicino al tuo popolo e più lui ti amerà e ti imparerà a conoscere. >>

<< Non lo metto in dubbio. >> Affermò la ragazza sorridendo allo strano comportamento di quegli abitanti di Atlantide che aveva conosciuto fino a quel momento...

<< Scusate il disguido, maestà. >>

<< Oh, di nulla. >> Rispose lui. << Però sarebbe meglio cominciare subito, che ne dite, Cora? >>

La ragazza lo guardò perplessa: e se fossero stati dei balli al di fuori dei suoi limiti? Si impose di non pensarci e di stare al gioco. << Sì. >> Concluse lei. Non sapeva che cosa sarebbe successo ma era molto curiosa di scoprirlo.

La donna la guardò per bene: << Caspita che abiti strani che avete! >>

Cora si squadrò per bene e per l'ennesima volta si sentì inadeguata.

<< Nello Stato dell'Estremo si vestono così. >> Rispose il principe.

<< Avete mai conosciuto una persona proveniente dallo stato dell'estremo prima d'ora, altezza? >>

<< Sì. >> Indicò la ragazza. << Lei. >>

<< No, io non intendevo lei. Intendevo qualcun altro. >>

<< Mai. È un evento che capita davvero molto di rado. >>

La donna si rivolse a Cora: << Che cosa ci fate qui, allora? >>

La ragazza non sapeva che cosa rispondere: che cosa le avrebbe dovuto dire?

<< Importanti questioni reali. >> Intervenne il principe.

<< Ossia? >>

<< Non vi è dato saperlo. >>

“Ahia.” Pensò la ragazza. “ Qui si comincerà a parlare che qualcosa non sta andando. Ma che cosa non dovrebbe andare? Che cos'è quella profezia?” Si domandò lei. Aveva troppe domande lasciate lì in sospeso e che le facevano venire voglia di lasciar perdere tutto. E così aveva fatto. Si domandò perciò se avrebbe dovuto continuare o se fosse stato meglio indagare. Non lo sapeva e prese la momentanea decisione di lasciare tutto in sospeso, così come aveva fatto fino a quel momento.

<< Chiedo umilmente scusa. >> Si inchinò la donna in segno di rispetto.

<< Che cosa mi volete insegnare? >> Domandò Cora.

<< Balli semplici semplici ma molto diffusi fra le corti. >>

<< Ossia? >>

<< Iniziamo con un ballo che noi chiamiamo “La danza del cerchio.” >>

<< Ossia? >> Domandò il principe perplesso: si era dimenticato un bel po' di titoli delle musiche che sovente ballava per le feste.

La donna sgranò gli occhi, sorpresa: << Non la conoscete? >>

<< Probabilmente sì. Purtroppo non ricordo alcun titolo. >>

<< Forse la musica vi rischiarerà le idee. >> Poi urlò: << Musica! >>

In quell'istante la sala si riempì di una bellissima musica che ricordava quelle celtiche: era allegra ma allo stesso tempo triste e faceva venire voglia di ballarla chiunque la ascoltasse. Difatti fu quello che fece Cora non appena ne intuì il ritmo così coinvolgente.

Si mise a ballare come mai aveva fatto in vita sua e che mai credeva che lo avesse potuto fare, sotto gli occhi curiosi del principe e della donna che aveva un sorriso sempre più convinto ad ogni suo movimento.

Ad un certo punto però urlò: << Basta così! >> E la musica smise all'istante di suonare.

La ragazza le si avvicinò sorridente ed un po' imbarazzata ma sapeva che era stato più forte di lei, non aveva potuto farci niente. Si era accorta di avere appena scoperto un lato della personalità che non sapeva neanche di possedere.

Anche Blake sorrise nel sentire quella vivacissima canzone ma rimase fermo dov'era ad ascoltare quelle bellissime note, mentre Dean e Mya avevano deciso di muovere le mani che tenevano insieme avanti ed indietro a ritmo: quel ballo aveva da sempre avuto un successone e da molto tempo non smetteva di essere presente nelle corti e di far divertire tutti coloro che sentivano quella musica così incantevole.

<< Hai un grande potenziale, brava ragazza! >> Disse la donna applaudendo. Il principe sotto la maschera sorrise. Chissà se anche lei aveva fatto tante lezioni di portamento e di postura per riuscire a ballare così bene! << Direi dunque di cominciare.>>

<< Cora, è una danza davvero semplicissima! >> La incoraggiò il principe.

<< Porgetemi la mano, Cora. >> La invitò la donna.

<< Per il momento non ballerai con me. >> Disse il ragazzo un po' triste.

<< Perchè? >> Domandò lei in maniera il meno offensivo possibile.

<< Perchè Sua Altezza il principe ballerà con lei già stasera. >>

Il ragazzo si pose una mano sul cuore: avrebbe tanto voluto farlo, ma il protocollo reale esigeva così e doveva assolutamente rispettarlo. Non voleva, ma doveva attenersi alle regole per diventare un buon re stimato dal suo popolo.

Cora guardò il bellissimo fisico alto, elegante e snello del principe: sapeva che lui sarebbe stato un ballerino perfetto e decise di fidarsi del suo buon senso: avrebbe aspettato. Dopotutto le belle sorprese sono sempre ben gradite!

Lo guardò in tutto il suo splendore: quel fisico alto e snello, quei movimenti così aggraziati... Come poteva non essere un buon ballerino? Sorrise.

<< E sia! Proviamo! >> Disse la ragazza meravigliata da quella maestosa presenza.

E così fu. Provò, provò e provò: voleva far bella figura con tutti gli ospiti della corte e soprattutto con lui, colui che adesso la stava guardando con tanta ammirazione ed un po' di stupore.

Nonostante i passi fossero davvero molto difficili, la ragazza ce la mise tutta e benchè fosse stremata dalla fatica continuava a provare e riprovare finchè non riusciva nel suo intento. Quella era una parte della sua personalità che e apparteneva da sempre e che sarebbe rimasta immutata anche nella nuova Cora che si era andata a formare in quella bellissima avventura.

Riuscì ad imparare ben cinque balli e tutti di una difficoltà impressionante. Non era brava nello sport e non aveva nemmeno una grande resistenza (basti pensare al sacrificio che fece Clark perchè lei si era fermata sfinita dalla fatica) ma adesso un nuovo movente la stava facendo sentire più viva, più nuova di come non fosse mai stata. E forse quel movente era proprio lì accanto a lei: il principe. Sebbene non potesse vedere i lineamenti del volto, ormai qualcosa in lei era cambiato: non ci dava più peso ed in fondo non le importava che faccia avesse quel ragazzo, forse perchè a volte ciò che conta sono i sentimenti ed il modo in cui vengono espressi e non l'apparire. Questo il principe non voleva farlo, anche perchè si sentiva molto a disagio con quella maschera, eppure di tanto in tanto si domandava come si sarebbe sentito una volta “libero”. Voleva poter fare grandi cose ma qualcosa da dentro lo bloccava: forse era una piccola insicurezza che gli impediva di fare grandi passi, oppure quella sorta di “protezione” che la corte fino a quel momento gli aveva garantito. Eppure l'arrivo della silfide gli faceva credere che qualcosa di non buono stesse per accadere e l'arrivo di quella ragazza aveva turbato ancora di più il suo stato d'animo, affermando le sue convinzioni. Era sempre più certo che qualcosa stesse per accadere e lui avrebbe dovuto gestire la situazione, uscendo per sempre da quella prigionia che dopotutto gli andava comoda. Scosse la testa e ercò di convincersi del contrario, eppure più ci pensava e più si ricredeva sulle sue irremovibili convinzioni. Quella Cora però aveva qualcosa di diverso, non sembrava per niente minacciosa, il suo cuore lo rassicurava: non c'era nulla da temere. Osservò la ragazza: aveva un grande carisma, un senso dell'umorismo molto spiccato ed un bellissimo aspetto... In quel momento si sentì diverso, in quel momento qualcosa in lui cambiò: perchè adesso i suoi occhi ridenti sembravano ancora più vispi? Perchè quel sorriso era ancora più dolce? Perchè quella ragazza stava cambiando?

Ma ad un certo punto capì: “NO!” Pensò: si era innamorato. E questo era un male: lui era già promesso ad una principessa dello Stato dell'Estremo e da lì a poco si sarebbe dovuto sposare. La questione era solo una: non l'aveva mai vista dal vero, solo attraverso un ritratto. Più volte si era domandato se quelle fossero davvero le fattezze reali di quella ragazza, oppure solamente una copertura. Anche lui non era da meno: con quella maschera non avrebbe mai potuto essere riconosciuto! Rischiava di fare la stessa fine di suo padre: una volta conosciuta sua madre dovettero passare un po' di anni prima di arrivare alla cerimonia dell'incoronazione e prima che i due si innamorassero davvero. Sapeva che sue madre non gli avrebbe mai ceduto il trono per garantirgli una libertà, per fargli vedere il mondo ed uscire da quelle mura che una volta sovrano lo avrebbero confinato lì per sempre. Avrebbe potuto vedere il mondo, a condizione che il mondo non vedesse lui. Una volta diventato sovrano il mondo lo avrebbe conosciuto ma lui non avrebbe più potuto visitare il mondo! Il suo, pensò, era un destino davvero troppo crudele. Anche quello dei suoi antenati che per generazioni si erano impegnati a fondo nelle loro imprese. Però adesso era particolarmente più dura, per una questione molto importante. Quale fosse, a lui non era dato saperlo, eppure ne era benissimo al corrente. Ripensò a quando i sovrani viaggiavano in lungo ed in largo per lo Stato dell'Estremo a fortificare i confini e farsi acclamare dalla gente. Adesso che il territorio era stato espanso anche ai suoi antichi territori, purtroppo, non era più possibile. Quella guerra aveva compromesso le sorti di tutta quanta l'umanità e degli abitanti di Atlantide stessi, andando a formare un equilibrio forzatamente stabile. L'arrivo della silfide, creatura ritenuta solo più una leggenda, faceva presagire qualcosa di molto, molto negativo, forse la rottura di quegli equilibri stessi. E chissà, magari Cora era venuta lì ad annunciare qualcosa di positivo: forse i legami si sarebbero sì rotti, ma a trionfare sarebbe stata nuovamente Atlantide e questa volta, una volta per tutte.

Non si fidava affatto degli umani, eppure vedeva che quella Cora riusciva ad interagire con loro come se niente fosse. Il principe non l'aveva mai temuta: l'incantesimo che le aveva fatto la madre per scoprire se quello che diceva fosse stato vero lo confermava: da lì si era fidato di lei, aveva capito che quella ragazza non aveva cattive intenzioni. Adesso era lì che la fissava completamente estasiato e se non avesse avuto la maschera, sarebbe sprofondato rosso come un peperone. Non gli era mai successa una cosa del genere, eppure adesso si stava distraendo da quei brutti pensieri, nonostante non se ne fosse neanche accorto.

La ragazza ballava e ballava, provava e riprovava e si impegnava come mai aveva fatto in vita sua.

I loro cuori sembravano già destinati ad incontrarsi...

Eppure c'era qualcuno che nascosto nell'ombra sperava, sperava di dirglielo. E quel qualcuno era Blake. In quel momento l'unica cosa che vedeva era il nero della sua bendatura e non vedeva l'ora di ornare a vedere e di chiedere alla ragazza tutto quello che aveva scoperto: il suo obiettivo era fisso, mai e poi mai avrebbe rinnegato la promessa che aveva fatto a Clark!

Sentiva la musica e sapeva che Cora stava ballando. Quanto avrebbe voluto vederla ballare, quanto avrebbe voluto essere presente a quella scena! Anche lui sapeva muoversi bene in pista e questo non gli aveva portato altro che piccole storie finite in pochi giorni.

Sapeva però che con lei era diverso: da ragazza timida ed introversa aveva visto modificare il suo fragile carattere in quello di una ragazza carismatica ed estroversa, ambiziosa e determinata.

L'amava e avrebbe voluto urlarglielo. Ma quello non era il momento opportuno: avrebbero potuto ucciderlo perchè considerato inferiore al valore di qualsiasi oggetto. Lui era solo uno schiavo, nient'altro: in quei giorni si era sentito pressare la sua libertà sotto i piedi, era stato schiacciato e soffocato. Ma sapeva che se voleva qualcosa doveva chiederlo a Cora, in quel momento avrebbe potuto contare solo su di lei. L'aveva protetta dall'attacco del giaguaro ed adesso lei stava facendo lo stesso. Eppure si sentiva in debito, sapeva che non avrebbe mai potuto fare abbastanza. Abbassò la testa ed ansimò, cercò di immaginarsi la ragazza mentre danzava felice in una grande e sfarzosa sala.

Accanto a lui, invece, c'erano Mya e Dean che continuavano a darsi la mano. Anche loro erano sempre più vicini ed ormai le parole non contavano più: erano insieme senza neanche esserselo chiesto, erano insieme punto e basta. Ma qualcosa li spingeva a non dirsi nulla, a non avvicinarsi: forse era ancora quel lieve velo di diffidenza che separava i loro cuori, ma che da lì a poco li avrebbe potuti unire.

Sembravano attimi interminabili, ma poi alla fine il loro tempo a disposizione passò e fu lì che il principe disse: << Mi dispiace interrompere la vostra lezione, ma purtroppo dobbiamo andare. >>

<< Sapete, >> Disse la donna << siete molto brava. Abbiamo fatto grandi progressi che non avrei mai creduto di fare con nessuno. Vi ho vista molto impegnata e determinata, si vede che siete una grande ragazza. >>

<< Grazie. >> Ringraziò imbarazzata la ragazza.

<< Principe, se fossi in voi, me la terrei ben stretta fra le braccia stasera. >>

Il ragazzo, rosso dall'imbarazzo, si bloccò e non seppe più che cosa dire. Anche Cora a quelle parole si sentì il cuore a mille. In quel momento dimenticò del tutto Ydatos e fece spazio a quel misterioso principe mascherato che le stava accanto.

Dopo un attimo di esitazione, il ragazzo si schiarì la voce e disse: << Andiamo! >>

<< Sì, Vostra Altezza! Vi seguo, vi seguo! >> Rispose Cora imbarazzata cercando di non incrociare lo sguardo, nonostante non conoscesse il colore dei suoi occhi.

<< Ragazzi! >> Attirò dunque l'attenzione dei tre ragazzi che erano rimasti in attesa per tutto quel tempo: << Vamos! >>

Blake la ascoltò con curiosità: << Spero vivamente di poter tornare al castello a togliere questa brutta benda... Ho una voglia immensa di sapere che cosa hai scoperto. >>

<< Non c'è fretta, Blake. Non c'è fretta. >> Rispose lei senza saper bene che cosa dire, lasciando al ragazzo ulteriori dubbi. Ma adesso sapeva che doveva assolutamente fidarsi di Cora, non poteva fare altro.

Cercò lo sguardo del principe in quella maschera, cercò il punto preciso degli occhi, ma non vide nulla se non quel finto volto da felino.

<< Siete pronta, adesso. >> Disse lui porgendole la mano e, anche se lei non lo poteva notare, sorridendo.

<< Così? >> Si guardò i vestiti sentendosi nuovamente inadeguata.

Il principe si portò una mano dietro alla testa, guardando il suo modo strano di vestirsi, che non ricordava né quello umano, né quello del suo popolo. Anche i suoi schiavi erano molto strani, era come se non c'entrassero nulla con tutto quello che stava succedendo. Eppure le magie veritiere di sua madre non mentivano mai. Doveva semplicemente fidarsi.

<< Noi qui a Thera rispettiamo le tradizioni altrui. Se voi ritenete giusto restare vestita così, porterete le tradizioni del vostro meraviglioso paese. >>

La ragazza sorrise. Se da un lato si sentiva inadeguata, dall'altro si sentiva sicura e protetta, come se quegli abiti fossero l'unico ricordo del suo passato, della sua vecchia “Cora” che lei non voleva abbandonare. Stava cambiando e se ne era accorta. Ma dimenticare quello che era stato non si poteva, perchè prima o poi sarebbe tornata indietro.

Il principe fece lo stesso rituale che aveva fatto prima di entrare in quel luogo: quella era la magia che avrebbe permesso loro di respirare sott'acqua senza bagnarsi.

Entrambi salutarono ed uscirono, seguiti dalle guardie e da Blake, Mya e Dean, tenuti sotto stretta sorveglianza.

Il principe scostò leggermente il guanto, mostrando al di sotto di esso una bellissima stoffa bianca perlata e guardò il suo orologio.

“Orologio?” Si domandò Cora.

<< Sembrate confusa. >> Disse lui.

<< Giusto un po'. >> Rispose lei.

<< Vi turba? >> Domandò il principe indicando lo strumento che aveva al polso.

<< No, no... >>

<< Questo è un orologio. È uno strumento che serve a misurare il tempo e a stabilire... >> Si bloccò. Era difficile spiegare che cosa fosse un orologio! << A stabilire che momento della giornata stai vivendo, così da metterti d'accordo con le altre persone per vederle in un preciso momento. >>

Cora lo guardò confusa: quello era un orologio! Ma allora c'era ancora un legame col suo presente?

<< Si tratta di uno strumento umano. È molto utile. >> Aggiunse infine.

<< Odiate gli umani ma i loro strumenti d'uso comune li usate? >> Domandò un po' seccata.

<< Certo. >> Rispose il principe. << Ma solo ciò che ci è utile. >>

Ripresero a camminare.

<< Quindi perchè dite che siamo in ritardo? >> Domandò la ragazza.

<< Perchè devo ancora cambiarmi per il ballo reale. >>

<< Come vi vestirete? >>

<< Preferisco fare a tutti una sorpresa. >> Rispose lui. Sapeva però che non avrebbe mai potuto togliere quella maschera, sapeva che quella non sarebbe stata l'occasione per farsi conoscere. Ma voleva dimostrare a Cora chi era lui, che cosa sarebbe mai stato capace di fare. Sorrise. Il suo potere era un potere unico, raro.

<< D'accordo. Avviamoci allora. >> Rispose lei aumentando il passo.

Stupito, il principe la seguì senza esitazione ma poi le disse: << Il palazzo reale si trova esattamente qui sopra. >>

<< Dobbiamo andare alla piramide! >> Disse Cora.

<< Ma quella non è l'unica via d'uscita. >> Rispose lui ridendo. << Ce ne sono altre. Su, venite con me. >> Le porse una mano in segno d'invito.

La ragazza sorrise e questa volta accettò, sempre più folgorata da quella misteriosa figura. Sebbene non volesse conoscere i lineamenti de volto, dall'altra parte le vene il desiderio di vederne il colore degli occhi e dei capelli. Si accorse di essere ancora più confusa di prima, ma non più disperata, perchè aveva capito di aver trovato il posto dove avrebbe compreso le risposte. Si sbagliava. Da lì a poco sarebbe successo di nuovo un altro sconvolgimento della sua vita. Ma questo lei ancora non lo sapeva e non poteva immaginarsi nulla di quello che il destino le avrebbe ancora riservato.

Beh, quest'ultima parte lascia un po' turbati tutti i lettori... Non è niente di che ma... Anche un orologio da polso adesso! Non bastavano gli pterodattili e le sirene più tutte le altre cose? Potrebbe far andare in confusione ma vi assicuro che anche questo indizio è importante... Bene, il ballo ci attende... Sono curiosa di sapere come si vestirà il principe... Come il racconto ci suggerisce, purtroppo non si mostrerà, ma sono sicura che in un futuro non poi così lontano potremo conoscerlo meglio... Escluderei però qualsiasi contatto con le persone che già conosciamo, intuisco che si tratta di un personaggio completamente nuovo, un ersonaggio che i ragazzi ancora non conoscono. No, non sto parlando dell'altro personaggio che ancora non conosciamo ma che sarà davvero importante per capire molte cose, parlo proprio del principe di Thera... Provate ad immaginare il volto che si nasconde dietro a quella maschera e poi vedremo se avrete indovinato... Comunque sia, spero di scoprire qualcos altro di lui nel prossimo capitolo, sono davvero curiosa di quale tipo di potere sia predisposto... Anche voi? Vabbè, ora devo proprio andare, ma ci rivedremo presto. E questa volta speriamo davvero che sia quella buona!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Fantfree