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Autore: luz79    04/05/2008    11 recensioni
Draco Malfoy nasconde un segreto... Hermione Granger vuole scoprire di cosa si tratta... ce la farà? La storia parla di come dai pregiudizi può nascere un'amicizia o forse qualcosa di più! Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21. Amici?! Ma quali amici!

Alla ricerca del cuore di Drago.

21. Amici?! Ma quali amici!

Mentre un tenue sole d’inizio primavera abbandonava il giorno per andare lentamente a morire tra le cime ancora imbiancate della fredda Scozia, quattro giovani, quattro amici, passeggiavano lungo il sentiero che portava verso la casupola che mille e mille volte era stata teatro delle loro avventure.

Il ragazzo moro che teneva testa alla banda si fermò all’improvviso, guardandosi intorno con circospezione.

Gli altri tre componenti del gruppo non avevano ancora compreso il motivo di tanta insistenza nel voler fare quella camminata, ma, quando alcune scie luminose cominciarono ad esplodere lungo la linea dell’orizzonte, parvero capire.

Fuochi d’artificio.

Giochi di colore presero forma nel cielo brunito. Milioni di puntini di polvere di stelle scoppiarono nell’etere dando vita a girandole e spruzzi di luce che costringevano a tenere il naso per aria, in attesa che la magia di quello spettacolo pirotecnico aumentasse d’intensità fino a raggiungere il suo culmine.

Nell’aria si respirava un leggero profumo di viole e rose.

Rose e solennità.

Viole e aspettativa…

Quando l’ultima folgore parve decretare la fine dei giochi, nel buio della sera iniziarono ad accendersi tante piccole fiammelle.

Le fiamme della speranza.

Le fiamme dell’amore…

Più lumini comparivano, più risultavano nitide delle lettere che andavano a comporre parole, che a loro volta davano forma a frasi.

La volta celeste non si stava marchiando di simboli sinistri che generavano paure, ma semplicemente permetteva lo scorrere di pensieri d’amore.

Quando fu chiaro per tutti a chi fosse rivolto quel messaggio, la fanciulla dai grandi occhi celesti, cercò lo sguardo smeraldino del ragazzo che l’aveva condotta fino a lì.

Suoni ovattati di arpe e violini si unirono al magico bagliore delle stelle, delle fiamme e dei loro occhi.

Il ragazzo moro inginocchiato di fronte a lei, la contemplava rapito, tendendole una mano.

La sua voce emozionata, ma sicura, riecheggiò in tutta la radura e con il coraggio che solo un vero grifondoro sapeva di possedere, seguì la scia delle parole incise nel firmamento.

Promise di donarle spirito, anima, corpo, tempo, cura, …amore.

Manifestò il solenne impegno a renderla felice per il resto della vita.

Fu così, alla luce della luna e al fianco dei suoi amici, l’unica vera famiglia che avesse mai avuto, che quel giovane fece la sua promessa di matrimonio.

La promessa che nel proprio futuro e soprattutto nel proprio cuore non ci sarebbe più stato spazio per la solitudine, l’abbandono, la rabbia, la guerra… perché soltanto l’amore avrebbe finalmente regnato.

***

Qualcosa non andava…

Draco, dopo una doccia lampo, era rientrato in camera da letto e aveva volto lo sguardo alla finestra.

Qualcosa decisamente non andava…

Avrebbe trascorso tutta la sera con lo sguardo perso oltre l’orizzonte, se Viorel, uno dei due compagni di corso con cui divideva l’appartamento, non l’avesse chiamato per la cena.

Il biondo si era lasciato convincere a buttar giù qualcosa da mangiare, cercando di dimenticare la strana sensazione che si era fatta strada in lui da sette giorni a quella parte.

Soltanto dopo una gloriosa cena rumena, a base di "pastrama" e verdure miste, un paio di partite a poker e due firewhisky dopo, si era convinto ad andare a dormire.

Come aveva immaginato, la sua stanza era vuota e silenziosa.

Appollaiato alla finestra non c’era nessun barbagianni dalle piume brunastre che non recava tra le zampe nessuna pergamena.

La terza…

Nervoso si passò ripetutamente le mani tra i crini sciolti e iniziò una lenta marcia per la stanza. Dopo svariati minuti, in cui non accadde nulla, Draco si lasciò cadere pesantemente sul letto, imprecando mentalmente.

Gli occhi presero a saettare per la camera e si acquietarono soltanto di fronte alla cornice di legno che faceva bella mostra di sé sul comodino che aveva accanto.

Senza rendersene conto, prese tra le mani l’oggetto, rimanendo imbambolato a fissare la foto che Emil, l’altro mago con cui divideva l’alloggio, aveva scattato durante le vacanze natalizie.

La fotografia ritraeva lui e Hermione abbracciati sotto il grande albero di Natale che adornava la piazza dell’Università babbana di Bucarest.

La mente scivolò ai ricordi delle giornate allegre e spensierate di qualche mese prima.

Alla risata argentina di Hermione che si divertiva nel sentire i suo compagni prenderlo in giro per le sue fisse da "snob inglese".

Alla voce melodiosa di lei che provava a ripetere le parolacce in rumeno, mentre percorrevano in barca i canali selvaggi del Delta, osservando i numerosi villaggi di pescatori.

Al suo sguardo curioso ed intelligente, quando erano andati ad esplorare il castello transilvanico dove era vissuto il principe Vlad Tepes, meglio noto come conte Dracula.

Draco posò la fotografia e stizzito aprì l’ultimo cassetto del comodino, tirandone fuori quell’infernale aggeggio babbano che lei gli aveva voluto, a tutti i costi, regalare un paio di mesi addietro.

"Se tu non ti ostinassi ad essere il solito retrogrado purosangue della malora, potresti anche imparare qualcosa di utile dai nati babbani" l’aveva rimbrottato Hermione, mentre tentava di spiegargli il funzionamento di quel "coso".

Draco si rigirò tra le mani il piccolo aggeggio, esaminandone la forma e il peso, prima di iniziare a pigiare qualche bottone. Entusiasta per essersi ricordato il funzionamento, digitò il numero di lei e rimase in attesa. Solo quando dall’oggetto sentì una voce metallica che in inglese lo informava che l’utente non era raggiungibile, cominciò a sentirsi seriamente frustrato.

Non andava…

Hermione aveva saltato la terza lettera consecutiva.

Da, esattamente, sette giorni non aveva sue notizie.

Quella notte, Draco fu svegliato da un fastidioso cicaleccio che sembrava partirgli dalla pancia. Pareva che un uccello si fosse inglobato nel suo stomaco e che pigolasse e vibrasse per poter uscire.

Solo dopo lunghi secondi si rese conto che si era addormentato vestito e che il cellulare che gli aveva donato Hermione si stava muovendo sopra il suo sterno.

Velocemente prese il telefono e rispose.

"Hermione" spiccò preoccupato, non riuscendo a nascondere l’inquietudine che ormai da giorni l’aveva attanagliato.

Purtroppo, invece della voce melodiosa della sua strega sentì una voce maschile, una voce tanto irritante quanto conosciuta che lo invitava a tornare a Londra.

"Malfoy, se non vuoi perderla torna a casa"

***

Harry Potter osservava la sua migliore amica studiare silenziosamente sul divano del loro soggiorno, convinto che neppure un bravo investigatore o strizzacervelli avrebbe mai potuto sospettare che in lei ci fosse qualcosa che non andava.

Forse non si sarebbe accorto nulla neppure lui, se non avesse visto Ron fare le valige e andar via di casa senza salutarla. Se non avesse scorto il calamaio con le pergamene che lei utilizzava per scrivere a Malfoy intonse da più di sette giorni. Se non l’avesse vista bere e flirtare con un paio di compagni dell’accademia o piangere in bagno credendo di non essere sentita.

La sua migliore amica si stava facendo male da sola e lui non poteva permetterlo.

Fu per questo che con la scusa di pagare il fattorino che portava il cinese frugò nella sua borsetta, prendendole il cellulare.

Malfoy non gli piaceva, ma dannazione, lo avevano capito anche i sassi che lui era quello giusto per lei.

***

Hermione era in bagno e si stava preparando per l’ennesima festa dell’accademia, quando l’occhio capitò su un tubetto colorato appoggiato sul mobiletto del bagno.

Il gel magico per capelli di Ron…

Una fitta di dolore la colpì al cuore.

Era stata colpa sua se Ron aveva dovuto lasciare l’appartamento che lui, lei e Harry dividevano da ormai un anno.

Sarebbe stata solamente colpa sua se quell’amicizia non si sarebbe più ricomposta.

Il pensiero andò alla gita a Hogsmeade di una settimana prima, quando tutto, fuori, ma soprattutto dentro di lei, iniziò lentamente a sgretolarsi.

Dopo dieci mesi aveva potuto nuovamente attraversare quelle stradine, respirare l’aria febbricitante che invadeva Hogsmeade nei giorni di libera uscita da Hogwarts.

Hogwarts…. quella che per anni era stata la sua seconda casa.

Da meno di un anno era una praticante dell’accademia Auror di Londra, piuttosto che una semplice studentessa, eppure sembrava che fossero passati secoli.

Harry aveva convinto lei e Ron ad accompagnarlo al villaggio per trascorrere una giornata insieme a Gaby che ancora frequentava Hogwarts.

Era stato piacevole riabbracciare la sua migliore amica, intrufolarsi nei negozietti del piccolo villaggio, bere una burrobirra da Madama Rosmerta, chiacchierare allegramente con i suoi amici più cari di vecchie ed emozionanti avventure.

Era stata una giornata splendida fino a quando Harry non aveva chiesto a Gaby di sposarlo.

***

Era quasi ora di cena, quando suonarono alla porta del piccolo appartamento. Fu Harry Potter che andò ad aprire l’uscio di casa, facendo accomodare il visitatore.

"Hermione è per te" dichiarò pacatamente, mentre invitava uno stanco e snervato Draco Malfoy a togliersi lo zaino dalle spalle e sedersi sul divano.

Da quel che aveva potuto capire dalle poche parole che si erano scambiati all’ingresso, il biondo non era riuscito a trovare nessuna passaporta per Londra e si era dovuto fare quasi l’intero viaggio alla maniera babbana.

Si stava ancora sforzando di avere una civile conversazione con Malfoy, quando Hermione raggiunse il salotto.

Lo sguardo della sua migliore amica, quando si trovò di fronte Draco, passò dallo sconvolto, all’emozionato e poi spaventato nel giro di un millesimo di secondo.

Harry comprese all'istante che avrebbe dovuto trovare un altro posto in cui passare la notte. Quell’incontro non sarebbe stato facile, né tanto meno veloce.

Dopo aver richiamato con la bacchetta la sua giacca, senza neppure cercare una scusa plausibile, si congedò dai due.

Quando furono soli, Hermione tra l’imbarazzato e l’intimidito si diresse verso la cucina, chiedendo al suo ospite se gradisse qualcosa da bere.

Draco, in meno di quattro passi, le fu subito dietro e la voltò con poco garbo per poterla guardare negli occhi.

"Non mi sono di certo fatto due giorni di viaggio per bere qualcosa. Voglio sapere cosa sta succedendo Hermione…"

Lei abbassò di colpo lo sguardo e stropicciandosi nervosamente le mani tentò d’iniziare un discorso dolorosamente difficile.

"Lo so che non ti ho più scritto Draco, ma avevo necessità di riflettere. Riflettere su me, su noi…" iniziò a dire flebilmente. "In questa settimana ho avuto modo di pensare a quello che provo e credo che sia giunto il tempo di mettere fine a questa sorta di ‘amicizia’ che è nata tra noi."

Hermione si sentiva insicura delle sue emozioni e delle sue stesse parole e di certo Draco non l’aiutava fissandola come se fosse stata una marziana.

"Perché?" sbottò lui astioso, continuando a tenerla ferma per le spalle.

Quando vide che lei tentennava, proseguì a toni sostenuti: "Ti rendi conto che quello che stai blaterando non ha nessun senso. Tu non puoi aver deciso di punto in bianco di troncare la nostra storia. Fino a una settimana fa, e correggimi se sbaglio, non avevamo problemi di sorta ed ora mi stai bellamente mettendo alla porta senza uno straccio di spiegazione. Se vuoi chiudere con me, va bene, ma credo di meritare almeno una risposta sincera."

"Perché?" ripeté più stanco, che arrabbiato, allontanandosi da lei di un passo.

Hermione dopo qualche secondo andò ad appoggiarsi ad uno sgabello della cucina e passandosi le mani sugli occhi, sospirò.

"Harry ha chiesto a me e a Ron di andare con lui a trovare Gaby a Hogwarts la settimana scorsa…" iniziò esitante.

"Sì, lo sapevo. Me l’avevi scritto nell’ultima lettera" confermò Draco, sempre più confuso e nervoso.

"Quel giorno Harry ha chiesto a Gaby di sposarlo, sai?!" riprese lei, aprendosi a un mezzo sorriso.

Quando Draco la vide sorridere, gli venne naturale imitarla. Lei era felice per i suoi amici e lui amava vederla felice.

"Immagino che Francia abbia detto di sì a Potty" si ritrovò a mormorare con convinzione.

"Sì, infatti. Si sposeranno la prossima primavera…" replicò Hermione più serena.

Malfoy che era rimasto in piedi a guardarla si avvicinò di nuovo a lei e prendendole una mano, domandò dolcemente: "Tesoro che sta succedendo?"

Hermione strinse forte la sua mano, prima di ritornare a posarsela in grembo.

"Ron mi ha baciata!" confessò, sganciando la bomba. "Qua…quando siamo tornati da Hogsmeade, quella sera, lui… lui ha detto di amarmi e mi ha baciata" continuò con una vocina flebile.

Draco scattò in piedi come una molla, prima di cominciare a imprecare contro l’ultimo dei Weesley. "Giuro che lo ammazzo. Io questa volta lo ammazzo davvero…" continuava a ripetere l’ex-slytherin, camminando avanti e indietro per la piccola cucina dell’appartamento.

"Draco…" provò a chiamarlo Hermione, inutilmente.

Quando il biondo parve calmarsi, la fronteggiò, fissandola con un misto di disprezzo e delusione.

"Mi stai scaricando per Lenticchia?" sbottò alterato. "Stai cercando di dirmi che non vuoi più stare con me, perché sei innamorata di lui?" continuò sempre più duro.

"Draco… senti…" provò a mormorare lei.

"Draco un cazzo!" urlò Malfoy, livido di rabbia. "Da quanto va avanti questa storia, eh?! Da quanto mi stai prendendo in giro? Sii sincera per una maledetta volta e dimmi da quanto stai con me, ma pensi a lui?" continuò a gridare, accecato dalla gelosia.

Hermione di fronte a quella scenata sbarrò gli occhi sconvolta.

Le lacrime cominciarono a cadere senza che potesse far nulla per fermarle.

"Io non ti ho mai preso in giro" affermò sicura. "Io non amo Ron! Voglio bene a lui come ne voglio a Harry, a Gaby, come a un fratello, devi credermi." continuò sulla difensiva.

Draco l’ascoltò sempre più confuso e irritabile. "Perché ci stiamo lasciando, allora?! Se tu non lo ami, spiegami perché non possiamo stare più insieme?"

"Perché… perché io ti amo davvero Draco" confessò Hermione stravolta.

***

Da Hogsmeade, si erano smaterializzati direttamente nel loro appartamento di Londra.

Avevano lasciato Harry e Gaby soli a godersi il loro momento, mentre loro avevano deciso di tornarsene a casa.

Si erano spaparanzati entrambi sull’enorme divano e avevano commentato felici e increduli la proposta del loro migliore amico, alla loro migliore amica.

"Miseriaccia Mione, non riesco ancora a crederci. Harry si sposa. Per la barba di Merlino, il mio migliore amico ha deciso davvero di sposarsi…" aveva farneticato Ron, andando avanti a ripetere le stesse frasi per un quarto d’ora.

Anche per lei quella richiesta era stata una sorpresa, ma più che lo stupore, l’emozione predominante era di immensa gioia. Era davvero enormemente felice per i suoi amici.

"Questo è il segno che siamo diventati grandi Ron!" gli aveva detto lei ad un certo punto. "Non siamo più i bambini che amavano cacciarsi nei guai. Ora siamo adulti. Io e Harry presto finiremo gli studi, tu sei già entrato nel mondo del lavoro… tra qualche anno ci ritroveremmo tutti sposati, magari con dei figli…"

Era stato nel mezzo di questi ragionamenti, che Ron aveva iniziato a parlarle del passato e del futuro. Si era messo a ripercorrere la loro infanzia e adolescenza insieme. Le aveva ricordato di come tutti fossero convinti che il magico quartetto sarebbe rimasto sempre insieme.

Da qui al bacio e alla dichiarazione d’amore di Ron era stato tutto talmente veloce, che Hermione aveva faticato a crederci.

"Mia madre è sempre stata convinta che tu fossi la donna giusta per me e io credo che lei abbia sempre avuto ragione! Mione solo tu sei in grado di tenermi testa e di farmi rigare per il verso giusto. Solo tu riesci a capirmi davvero e a completarmi…" aveva iniziato a dirle Ron.

Intontita dall’effetto "dichiarazione d’amore" aveva risposto per pochi secondi al bacio, prima di allontanarsi immediatamente dall’amico.

Aveva provato a spiegargli che non erano compatibili, che tra loro non ci sarebbe mai potuto essere nient’altro che la meravigliosa amicizia che c’era sempre stata, ma purtroppo Ronald non riusciva davvero a farsene una ragione.

Dal parlare civilmente erano passati a litigare e a insultarsi.

"Non vuoi stare con me, perché sei innamorata di bianfuretto, vero?!" le aveva urlato Ron adirato. "Quando lo capirai che ti sta prendendo in giro. Quando capirai che per lui sei solo un passatempo. Un giocattolo come molti altri. Ti stai illudendo non lo capisci?!" era andato avanti a strepitare. "È da Hogwarts che vi frequentate e lui ti ha mai detto che ti ama? Ti ha mai detto chiaramente che sei la sua ragazza?"

Lei era rimasta ad ascoltarlo in silenzio, senza sapere cosa replicare. Era da un anno che lei e Draco si frequentavano, ma nessuno dei due aveva mai parlato di relazione, di amore, di coppia. Lui veniva spesso a trovarla a Londra, lei qualche volta andava a Bucarest, ma più che un rapporto basato sul sesso, non c’era molto tra loro.

"Non rispondi, perché sai che ho ragione. Cosa credi che Malfoy ti sia stato fedele per tutto questo tempo. Lui è là in Romania e chissà quanto se la spassa, mentre tu sei qui ad aspettare che magari un giorno lui ti dica le stesse romantiche frasi che Harry ha declamato a Gaby. Sei un illusa se pensi che per lui conti più di un’altra. Solo un’illusa!"

Weesley era andato avanti a umiliarla e avvilirla, finché lei non ce l’aveva fatta più ed era scappata in camera a piangere.

Ronald il giorno seguente aveva fatto le valigie ed era tornato dai suoi alla "tana", anche se ormai il danno era stato fatto e sembrava irreparabile.

Lei aveva continuato a rimuginare sulle parole del rosso che come un tarlo avevano cominciato a divorarle l’anima.

Lei era sempre stata innamorata di Draco, ma lui?

Lui stava bene con lei, era evidente, ma da questo a pensare che Draco provasse un sentimento forte e intenso come l’amore…

Hermione si era lasciata confondere dalle paure e l’unica soluzione che aveva trovato era stata quella di allontanarsi.

Il sogno era finito.

Il castello di carte era crollato.

E lei doveva cercare di rimettere insieme i pezzi della sua vita.

***

"Perché… perché io ti amo davvero Draco" confessò Hermione stravolta.

Draco l’aveva guardata stralunato ed era scoppiato a ridere. "Ripetilo!" aveva borbottato tra le risate.

Lei, in lacrime, l’aveva fulminato con lo sguardo, oltraggiata.

"Tu sei completamente pazza." aveva continuato l’ex-slytherin tra i singulti. "Mi stai lasciando, perché mi ami. Ma ti rendi minimamente conto dell’assurdità che stai pronunciando?"

Hermione che aveva smesso di piangere, lo guardava sempre più disorientata.

Rimasero a fissarsi in silenzio per un tempo che parve infinito, finché Draco non ruppe quella quiete, avvicinandosi e sorridendole maliziosamente.

"Davvero mi ami? È la prima volta che te lo sento dire…" le sussurrò, cingendole le braccia attorno alla vita.

Hermione arrossì imbarazzata e distolse lo sguardo dal suo.

"Questo non cambia le cose!" brontolò, cercando di mantenere un minimo d’orgoglio.

Lui per tutta risposta se la schiacciò addosso di più, stringendola forte.

"Ah! E neppure se adesso ti baciassi, cambierebbero le cose? No, perché devi sapere che ho una tremenda voglia di fare mie queste meravigliose labbra che hanno appena affermato di amarmi" le sussurrò suadente.

"Draco smettila!" mormorò la brunetta, cercando di allontanarlo. "Non ti autorizzo a prenderti gioco delle mie parole, né tanto meno dei miei sentimenti!" continuò seria, alzando gli occhi per incontrare quelli accattivanti dell’altro.

Malfoy fece un lungo sospiro, prima di prenderla in braccio e smaterializzarsi con lei sul divano.

"Parliamo dai…" aggiunse qualche secondo dopo, continuando a tenersela stretta tra le braccia.

Hermione dopo qualche protesta per la posizione, si rassegnò a rimanere docile nell’abbraccio del biondo.

"Di cosa ha esattamente paura la mia piccola guerriera?" le domandò lui, accarezzandole il viso. "Temi che un giorno mi possa stancare di te e lasciarti? Temi che in un prossimo futuro io ti chieda di scegliere tra me e la tua carriera di auror? Hai paura che io non voglia più tornare a Londra? Dimmi per quale motivo dovremmo buttar via un rapporto stupendo come il nostro?"

La strega ascoltava quelle parole sempre più rapita.

Draco parlava di loro come una vera coppia.

Parlava di futuro, come se davvero avessero un futuro.

La guardava come se davvero lei fosse stata la sua donna, la sua unica donna.

"Draco, ma anche tu mi ami?" domandò, come se il sole avesse cominciato a fare capolino nella nebbia che affollava i suoi pensieri.

Malfoy a quella domanda le donò un sorriso dolcissimo, prima di replicare: "Dopo un anno che stiamo insieme, ne dubiti ancora?"

Le guance di Hermione si imporporarono di vergogna.

"Io… io pensavo che… che… Tu non l’hai mai detto. Io non sapevo cos’ero per te. Io pensavo di essere un’amica. Andavamo a letto insieme, però… tu non… io credevo…"

Hermione non riuscì a continuare quel buffo discorso fatto di balbettii e confusione, perché Draco la baciò.

Fu un lento e lunghissimo bacio.

Non un bacio passionale come ce n’erano stati nelle loro notti infuocate, non un bacio disperato come ce n’erano stati nei momenti di paura e difficoltà, ma soltanto uno sfiorarsi, assaggiarsi, incontrarsi come succede a chi sa di appartenersi reciprocamente.

Quando il bacio si dovette interrompere lei e Draco rimasero abbracciati vicini a sorridersi e scambiarsi tenerezze.

Fu il biondo dopo un po’ a irrigidirsi ed interrompere quel momento idilliaco.

"Quindi secondo il tuo contorto discorso di prima, tu eri convinta che io fossi solo un amico?! Un amante?!"

"Beh, sì!" confermò Hermione con naturalezza.

"Quindi oltre a Weesley… c’è… c’è stato qualcun altro?" domandò lui seriamente preoccupato.

Fu il turno per Hermione di scoppiare a ridere divertita.

"No, tranquillo, la tua testolina aristocratica potrà tranquillamente attraversare tutte le porte, anche quelle più basse. Sei molto fortunato Draco Malfoy che la tua fidanzata sia una monogama convinta, anche quando non è formalmente impegnata!"

Draco si lasciò andare in un sospiro di sollievo, prima di riprendere a baciare la sua fidanzata.


Ragazzi, ragazze… ce l’ho fatta! Finalmente siamo arrivati all’ultimo capitolo. Insomma non è proprio l’ultimo, perché manca l’epilogo, ma il più è stato fatto.

Spero vivamente che questa storia vi sia piaciuta e spero di avervi fatto un po’ sognare.

Ovviamente ringrazio tutti quelli che hanno recensito… anche chi l’ha fatto solo per dirmi di muovermi a postare. ^_^

Mando un super abbraccio a tutti e vi esorto a lasciarmi un commentino…

Alla prossima.

Sempre Vostra

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