Continuo a scrivere frasi sul banco, facendo disegnini senza senso e gusto artistico.
Qui, nelle ultime file, sono fortunatamente da sola.
Riguardo il banco e leggo varie scritte tra qui il disegno – non mio ovviamente - di un fiore arancione. Avevo dei colori a cera nell’astuccio e così ieri ho disegnato una tastiera su questo banco, quasi per ricordare da dove vengo e cosa vorrei vare in realtà.
Guardo questi tasti finti e noto la piccola scritta che ho fatto su cinque tasti: Maria.
Il mio nome sembra essere perfetto sopra i tasti, come se ogni pianoforte avesse davvero il mio nome inciso sopra
E ora, mentre scrivo, ripenso alla prima volta che le piccole dita della mia mano hanno suonato, quasi per gioco, il pianoforte a casa di una amica di mia madre; ricordo la luce soffusa e gialla, l’odore di quella casa, il colore rossiccio del pianoforte e i granelli di polvere che svolazzavano nel fascio di luce della vecchia lampada verde al lato dello strumento.
Se dipendesse da me, vivrei solo così, solo di musica. Cantare, suonare tutto il giorno, lavorare con la musica.
Sto pensando davvero a cosa fare della mia vita anche perché sono ad un bivio: da una parte vorrei prendere l’università come tutti e studiare la storia degli antichi, i miti. Forse prenderei Arte o Lettere, non so.
Dall’altra vorrei viaggiare, andare a vivere fuori, all’estero con la musica a riempire le mie giornate.
Vorrei emozionare almeno un po’ le persone che mi sono vicine, fargli provare ciò che provo io ogni volta che canto o suono.
Ma io sono insicura.
Principalmente credo sia questo l’ostacolo principale.
Sono la prima che si blocca, che si chiude al mondo.
Sono tremendamente autocritica, senza un minimo senso di obiettività verso me stessa. Sono la prima che si distrugge, facendo in mille pezzi i sogni che ho.
Perché una persona dovrebbe volersi così male?
A dire il vero non lo so.
Probabilmente dovrei lasciare perdere i sogni vani e pensare davvero alle cose serie. Dovrei lasciare tutto e vivere come una persona normale, perché non sono adatta per questo.
Ma c’è quel chiodo fisso, quel martellare continuo.
Un pensiero che ogni volta fa capolino dalla mia testa, che picchietta costantemente come un metronomo.
E se invece fossi in grado?
Se fossi una persona destinata a fare grandi cose?
Se fossi una di quelle persone destinate a far emozionare gli altri?
Si dice che ognuno abbia dei doni, dei talenti da far fruttare. E se per me fosse questo?
Come farei a capirlo?
Come mi accorgerei che questa è la mia strada? Come troverei il mio posto nel mondo?
Ma io, ho davvero un posto nel mondo?
La prof ci ha appena richiamato all’ordine. Legge un verso e parla delle illusioni.
Forse aveva ragione Leopardi, che non bisogna credere alle illusioni.
Però le illusioni a volte ci rendono migliori , ci fanno andare avanti.
E io? E io che farò?
Cosa diventerò?
Davvero non lo so.
L’unica cosa di cui sono certa è che nella mia vita voglio la musica, in qualunque sua forma.
“I’m here but i don’t know who I am.”
Sfogo perché avevo bisogno di scrivere e mettere un po’ in ordine il mio caos mentale.
Sblocco perché mi ha aiutato a ricominciare a scrivere dopo un periodo decisamente lungo di non pubblicazione.
Spero trasmetta quello che ho dentro :)