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Autore: mrmorrigan    30/11/2013    0 recensioni
[...] Timide parole si fecero largo tra i singhiozzi e risuonarono nel silenzio: "Che cos'è, nonna?"
L'anziana donna era immersa nei pensieri, preda delle memorie del passato. Sorrideva e accarezzava la scatola di legno come se fosse un tesoro di valore inestimabile. [...]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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II.
 

Il sole freddo irrompeva nella stanza illuminando i mobili e i due bambini, intenti a giocare. Sara era seduta sul tappeto morbido, di un colore mogano intonato con il piccolo armadio e un'antica scrivania che apparteneva al nonno. Giocava con una bambola di pezza, regalo del Natale precedente, mentre Marco era seduto al vecchio scrittoio e stava svolgendo alcuni compiti di italiano. All'improvviso la sua penna smise di scrivere, ma nell'astuccio non ce n'era una di riserva, così aprì un cassetto della scrivania e frugò tra scartoffie, elastici e matite. Contrariamente alle sue aspettative, quello che trovò fu un piccolo portagioie in legno intagliato. Lo prese con entrambe le mani e se lo portò davanti mettendo da parte i compiti delle vacanze. Accarezzò il profilo in rilievo e la serratura di ferro nero. Provò a sollevare il coperchio e, allo scatto metallico, anche sua sorella si avvicinò.

«Che cos'è?» chiese con la sua vocina infantile.

«Una scatola, non lo vedi?» rispose il fratello seccato.

«Che c'è dentro?» incalzò la sorella. Nessuna risposta soddisfò la sua curiosità, finché delle buste non vennero prese tra le mani del ragazzo e sfogliate.

«Lettere..» disse in un soffio più per se stesso che per Sara.

«Di chi sono?» tornò lei all'attacco come tipicamente facevano le donne combattive di quella famiglia. Purtroppo il fratello si infiammò subito e chiuse furioso il piccolo scrigno con un secondo grido metallico.

«Non lo so, Sara! Smettila di fare domande, sei noiosa!» le urlò irritato facendola indietreggiare spaventata alla vista della sedia spinta via d'impeto.

«Sei cattivo! Ti odio!» gridò lei di rimando, scoppiando a piangere.

In quel momento la nonna entrò in camera preoccupata. «Che succede qui?» e corse ad abbracciare la nipotina in lacrime.

«Marco non mi fa vedere la scatola!» protestò Sara.

«Quale scatola?» domandò la nonna perplessa.

«Nessuna scatola. Non sono affari nostri, non posso fargliela vedere. Non ho guardato dentro nemmeno io, nonna. Lo giuro!» si giustificò immediatamente Marco.

«Fammi vedere.» ordinò la nonna con voce calma. Il nipote aveva già riposto la scatola al suo posto da quando l'anziana aveva fatto irruzione nella stanza. Aprì il cassetto della scrivania, tirò fuori l'oggetto e lo porse alla donna che si sedette su uno dei due letti e lo appoggiò sulle gambe.

Sara aveva smesso di piangere, ora era scossa solamente da piccoli singulti. Timide parole si fecero largo tra i singhiozzi e risuonarono nel silenzio: «Che cos'è, nonna?» ripeté la domanda l'innocente vocina curiosa.

L'anziana donna era immersa nei pensieri, preda delle memorie del passato. Sorrideva e accarezzava la scatola di legno scuro come se fosse un tesoro dal valore inestimabile. Alzò la testa candida e lasciò correre lo sguardo della mente per meandri lontani. Nei suoi occhi brillava una luce giovane.

  
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