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Autore: moni93    30/11/2013    2 recensioni
Sisifo del Sagittario.
Tutti i lettori di Lost Canvas lo conoscono solo come guerriero, eroe pronto a sacrificarsi per i suoi compagni. Ma chi era prima di diventare un cavaliere d’oro? Qual era il suo rapporto con il fratello, con Regulus e Sasha?
Il fulcro di ogni vicenda sarà Ilias, perchè, a mio parere, è stato il punto di riferimento di Sisifo durante tutta la sua vita. In ogni capitolo, analizzerò un diverso aspetto della vita del cavaliere del Sagittario, partendo dal rapporto col fratello, fino ai legami stretti con quelle che diventeranno persone insostituibili per la sua vita.
E voi? Siete pronti a conoscere l’uomo, che si celava dietro le vestigia dorate del Sagittario?
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Personaggi Lost Canvas, Sisifo di Sagitter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CERCANDO ME STESSO... O FORSE TE


 

All your insicurities

All your dirty laundry

Never made me blink one time

 

Tenevo la testa bassa e non osavo alzarla.

“Sisifo.”

Il corpo si rifiutava di reagire, come se non fossi più padrone di me, come se tutti quegli anni di allenamenti, valsi ad apprendere che un sottoposto deve sempre obbedire fedelmente agli ordini, non fossero serviti a nulla.

“Sisifo.”

Mi sentivo di nuovo un bambino. Non che a quindici anni mi sentissi adulto, ma credevo di aver superato la fase in cui ignoravo i comandi di mio fratello per mero dispetto. Facevo tutto questo, nella sciocca speranza che i suoi occhi non vedessero i miei. Le mie fiere iridi celesti identiche alle sue, ma che, al momento, sentivo ricolme unicamente di risentimento e vergona.

“Sisifo, guardami.”

La sua voce non si era alzata, né alterata, nemmeno per un istante. Era rimasta esattamente come sempre, pacata, quasi atona. Vuota.

Mi venne da piangere e, quindi, strinsi i pugni con rabbia, imponendomi di resistere, di non mostrare nuovamente il peggio di me. Non di fronte a Ilias.

“Non ha detto nulla da quando l’ho convocato. Forse, è il caso che vi lasci soli.”

“Non credo sia necessario.”

Lo credevo anch’io.

Con o senza Gran Sacerdote, non avrei avuto la forza di svelare il mio sguardo... non avrei avuto la forza di fare nulla. Volevo semplicemente rimanere lì, solo, isolato, distante per una volta dagli sguardi di tutti.

“Insisto.”

Nel passarmi accanto alla pelle una severa brezza antica, avvertii una leggera carezza sulla nuca, come a volermi rassicurare, sebbene flebilmente. Per qualche strana ragione, pensai che quel gesto avrei tanto voluto riceverlo da mio fratello, non da Sage.

Rimasti soli in quell’immensa sala, mi sentii ancor più sperduto e solo. Eppure, sebbene fosse ciò che più desideravo, non riuscivo a scrollarmi di dosso l’opprimente sguardo indagatore di mio fratello.

Ilias ripeté il suo ordine, senza nemmeno tentare di raggiungermi chinandosi e scrutando, così, il mio viso celato dalla folta frangia. Rimase, invece, in piedi di fronte a me, severo e impassibile come un generale dinnanzi ad un suo sottoposto.

“Sisifo, guardami.”

Non seppi come, né perchè, ma il mio corpo obbedì.

“Cosa è successo?”

“È tutta colpa tua.”

Quasi non lo lasciai terminare di parlare. Tanto, sapevo già ciò che voleva sapere e non esitai a dirglielo. Inoltre, mi resi conto di non essere più in grado di sopportare la sua voce, quella sua voce che aveva assunto col passare degli anni, ma che sapevo non appartenergli in realtà. Per questo mi sentii ferito, tanto più quando notai che le mie parole, tanto maleducate ed irrispettose, non lo avevano turbarono minimamente.

“Quelli...” iniziai, ma subito m’interruppi, ricordando il volto di quei ragazzi e il motivo per cui mi trovavo nella stanza privata del Gran Sacerdote.

D’un tratto mi sentii uno stupido, un ragazzino inutile e presuntuoso, nemmeno in grado di imporsi un minimo di autocontrollo, ma non m’importava, perchè sentivo di essere nel giusto... in parte.

“Quelli parlavano male di te.”

Pronunciai quelle parole a fatica, sentendo un forte groppo alla gola. Presto, giunsero anche le lacrime, desiderate eppure d’intralcio in quella situazione. Volevo piangere, per sfogarmi e liberarmi una buona volta di tutto il male e la frustrazione che mi opprimeva il petto e lo stomaco da giorni, ormai. Però dovevo andare avanti, portare a termine quel discorso, sebbene con voce tremante e flebile.

“Dicevano che sei strano, se non pazzo. Perchè non parli mai con nessuno, se non col vento o la terra. E... e che non sei degno dell’armatura che porti!!”

Aspettai una predica, uno schiaffo, anche un’occhiata torva mi sarebbe andata bene. Sapevo che Ilias non era tipo da certe cose, non lo era mai stato, men che meno lo era divenuto col tempo. Eppure, ci sperai con tutto me stesso. Perchè, se mi avesse picchiato o sgridato, almeno...

Nonostante le lacrime m’impedissero di vedere, sapevo che lui era sempre lì, impassibile.

“Non devi ascoltare la loro voce, ma devi...” incominciò con voce neutra, ma quello per me fu troppo.

“Io non devo fare proprio nulla!!” urlai, balzando in piedi e fronteggiando finalmente il mio eroe... e il mio più oscuro nemico  “Io non dovrei difenderti!! Tu sei il fratello maggiore, dovresti essere tu a fare questo per me... dovresti essere abbastanza forte da difenderti da solo e smentire tutte quelle stupide voci sul tuo, sul nostro conto! E poi... dovresti anche picchiarmi o sgridarmi quando sbaglio, perchè almeno così...”

Quasi non riuscii a finire, da tanto ero sconvolto e scosso dalle lacrime e dalla paura di ciò che, di lì a poco, sarebbe accaduto.

“Almeno così, ti sentirei vicino...”

Non riuscii più ad aggiungere altro. Ero sfinito, esausto come dopo un duro allenamento, con le gambe tremanti e il volto ricoperto di lacrime, anziché di sudore. E fragile, come mai lo ero stato.

Come temetti, Ilias non fece nulla.

Non subito.

“Sai perchè desidero così tanto che tu impari ad ascoltare il suono della natura?” mi disse, mentre a fatica tentavo di respirare nuovamente con regolarità.

Lo vidi sospirare e, per un istante, intravidi una profonda tristezza nel suo impassibile sguardo celeste. Fece un passo avanti.

“Perchè, in tal modo, quando io non ci sarò più...”

Si chinò, avvicinandosi a me e premendo una mano sul mio petto, all’altezza del cuore.

“Per te, sarà come se non me ne fossi mai andato. Perchè sarò ovunque tu mi vorrai. Magari non sentirai la mia voce o non mi percepirai con la vista, ma se chiuderai gli occhi, riuscirai a vedermi. E saprai quello che voglio dirti.”

Prima di lasciarmi, mi salutò come non faceva da anni e come non si sarebbe mai più permesso di fare, per proteggere il nostro onore di guerrieri votati unicamente ad Athena.

Lasciò che la sua mano, lenta, la stessa che fino a poco prima mi premeva sul cuore, si posasse sulla mia testa. Più intensa di una carezza e più profonda di mille parole. Restammo lì, in silenzio, per quelli che furono gli istanti più lunghi e intensi della mia giovane vita.

Quasi con dolore si separò da me, e lo sentii allontanarsi.

Più tardi, mi avrebbe di certo ordinato di scusarmi con quegli apprendisti e di dedicarmi agli allenamenti con ancor più perizia e intensità. Tuttavia, ora sapevo che Ilias mi capiva, sapeva ciò che si agitava nella mia anima, perchè era anche la sua paura.

Portai una mano al cuore e seppi che, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, mio fratello sarebbe sempre stato accanto a me.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Ciao a tutti! =)

Ebbene sì, sono tornata e con la ferma decisione di portare avanti questa fic per almeno altri quattro capitoli! Per cui, mille grazie a Bayern Moni, Katsuko sama e Creamy Lisa per avermi recensita e avermi fatto così credere in questa mia piccola idea. Spero di non deludervi in questo, come nei prossimi capitoli! ^^

Stavolta, ho deciso di improntare il capitolo su un tema più delicato e che, a mio avviso, interessa tanto Sisifo quanto tutti i fratelli minori. Premetto che non ho letto il Gaiden di Sisifo, ma mi sono capitate sotto agli occhi un paio di scan (tra cui quelle di questi due capitoli), che mi hanno portata a fare questo genere di riflessioni.

Se nel primo capitolo avevamo di fronte un Sisifo giovane, ancora bambino, che intraprendeva i primi allenamenti per seguire le orme del fratello (perfetto e pieno unicamente di luce, per i suoi ingenui ed infantili occhi), in questo abbiamo invece un ragazzo più cresciuto, ma ancora molto giovane. L’adolescenza è uno dei periodi più difficili della vita (quale non lo è? Però, nell’adolescenza abbiamo l’aggravante del fatto che siamo sì, più maturi, ma ancora troppo legati all’infanzia, ergo, ci si crede al centro del mondo e non si riesce a capire quello che passa per la testa degli altri; non sempre, non del tutto, ma succede), e anche Sisifo non ne è immune.

La sua paura più grande?

Ma quella di tutti noi fratelli minori: essere considerati inutili o di poco conto dai fratelli maggiori!

Sembra una sciocchezza, ma per Sisifo questa cosa è intensificata dal fatto che Ilias è un uomo molto singolare e taciturno. A me piace pensare che non sia sempre stato così, che all’inizio fosse una persona più aperta e disponibile (quantomeno col fratellino), ma che col tempo sia cambiato. Un po’ per quello che ha vissuto in quanto cavaliere e un po’ anche perchè ora, il suo piccolo fratello, sta crescendo e sta aspirando al suo stesso grado. Di conseguenza, cambia drasticamente il loro rapporto, ma mentre Ilias fa questo nel tentativo di proteggere Sisifo, questi vede il suo atteggiamento come un handicap per il fratello e una dimostrazione del fatto che egli, in realtà, non gli voglia più bene.

Oltre a ciò, c’è da aggiungere un’altra grossa paura: quella di perdere il proprio fratello. Siccome Sisifo ora è cosciente dei rischi che si corrono diventando cavaliere, sa anche che Ilias potrebbe non tornare un giorno e, di conseguenza, teme che possa morire senza sapere ciò che si agita dentro di lui.

Insomma, per farla breve, quello che Sisifo vorrebbe urlare è semplicemente “Rivoglio il mio fratellone!”. (ringrazio Tsubaki3 per il riassunto! xD)

E tutto questo è nato per la visione di un paio d’immagini... va beeeneeee, io non sono normale! xD

Dopo questa lunga spiegazione alla Freud, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi auguro che continuerete a seguirmi. Darò il massimo come sempre!

Un bacione a tutti,

Moni =)

 

Ps: La canzone è “Unconditionally” di Katy Perry.

   
 
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