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Autore: Lucy_inthesky_withmagic    30/11/2013    2 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico su internet,spero che leggendola qualcuno possa appassionarsi,anche perchè ci ho davvero messo il cuore nello scriverla.
Dal testo:
"Si allontanò e io mi sedetti su una panchina lì vicino,in attesa del suo arrivo.
"Ciao Juliet" esclamò una voce alle mie spalle.
Sussultai.
C'era troppo silenzio,e quella voce lo aveva spezzato troppo velocemente,cosa che mi aveva spaventato parecchio.
Mi voltai e lo guardai negli occhi.
Non erano castani misti al verde."
...spero di avervi incuriosito con questa breve descrizione...Buona Lettura e Grazie Mille!:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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RACCONTA JOHN*
A quella frase pronunciata da George,tutti ci voltammo per capire a chi si riferisse con quello strano sorrisetto divertito
sulla faccia.
Dalle scale faceva capolino una Ragazza.
"V-va bene Geo,ma non vorrei disturbarvi.." rispose un po' in imbarazzo pronta a fare dietrofront da dov'era arrivata.
Evidentemente non si aspettava di trovarsi degli sconosciuti in casa,e noi certamente non ci aspettavamo quel genere di compagnia.
Più si avvicinava nella nostra direzione,più mi accorgevo della sua innata bellezza.
Era Alta,magra ma non troppo ed indossava solamente un paio di pantaloncini neri cortissimi,e una canottiera colorata legata
appena sopra la vita.Ciò che catturava maggiormente la nostra attenzione,erano i capelli color mogano che le arrivavano fino
ai fianchi,e che facevano da cornice ai meravigliosi occhi verdi che risaltavano ancora di più grazie alla pelle praticamente
diafana caratterizzata da  piccole lentiggini appena sotto gli occhi.
"Non ci disturbi affatto" annunciò Paul imbambolato dalla figura della ragazza.
George gli diede un piccolo pizzicotto e iniziò a ridere
"Vacci piano Paul!dovresti vedere la tua faccia!" 
A queste parole lei arrossì violentemente e voltò la testa di scatto nella direzione in cui mi trovavo,come se avesse sentito
il mio infinito bisogno di guardarla negli occhi anche solo per un attimo.
Fu in quell'istante che sentii il mio cuore mancare di un battito,e questo non era affatto da me.
Decisi di mascherare le mie emozioni come facevo di solito..Ero pur sempre John Lennon,Cazzo!Perciò mi feci avanti con un po' di arroganza e mi presentai.
"Piacere,Io sono John,John Winston Lennon...e tu sei?"
"Bellissima.." mi interruppe Paul fissandola assorto nei suoi occhi.
Lei arrossì ancora una volta,ma poi rise un po',e la sua risata mi scaldò il cuore.
"Juliet" mi sorrise e mi strinse la mano che le avevo offerto.Il fatto che si fosse presentata solo con il suo nome di battesimo
mi lasciava percepire la sua semplicità.
"Ed io Sono James Paul McCartney" ripetè la cortesia anche con lui.

"Ma tu puoi chiamarmi Paul" continuò ammiccando.
Colin stava per collassare.Probabilmente era la creatura più bella che avesse mai visto,come tutti noi del resto,e perciò 
fece un po' fatica a parlare razionalmente con lei davanti.Decisi di aiutarlo,perciò lo presentai:
"Lui è Colin,Colin Hanton ed è il batterista del nostro gruppo"
Lei gli sorrise dolcemente,il che fece quasi prendere un infarto al povero Colin,che in preda alla timidezza farfugliò una 
scusa per sfuggire a quella situazione e dopo qualche balbettio sparì dietro la porta lasciandosela persino aperta alle spalle.
Io,Paul e George scoppiammo a ridere contemporaneamente,mentre lei seriamente preoccupata ci chiese:
"è stata colpa mia?" lo disse con il viso triste,evidentemente si sentiva un po' troppo responsabile.
La guardammo sconvolti...davvero non sapeva dell'effetto che faceva sulla gente?Oppure fingeva di essere così innocente?
"Stai scherzando vero?" esclamò Paul anticipandomi
"No..Perchè dovrei?"
"Gli hai quasi fatto venire un infarto" e scoppiò a ridere.
"Ha una cotta per te Juls" intervenne George,spiegandole meglio la situazione
"Ma che dici Geo!Forse non stava bene davvero..."
"Certo Certo" le rispose ironicamente lui.
"Come mai hai una chitarra in mano?" le chiesi,tanto per cambiare discorso.
Lei si rivolse a George e poi parlò:
"Hem..Geo speravo di poter provare a suonare con te di nuovo,come il primo giorno,quando sono arrivata"disse un po' in imbarazzo
"Suoni?" le chiese Paul entusiasta
"Si,ma non sono molto brava..." esordì
"è Bravissima Infatti" aggiunse George "e sa anche cantare molto bene"
"Ci faccia sentire qualcosa allora Miss. Juliet...cosa aspetta?" intervenni io con la mia solita aria da deficiente.
Era un po' titubante al riguardo,ma George la incoraggiò e così piena di fiducia iniziò a suonare e a cantare:
"Oh, dirty Maggie Mae
They have taken her away
And she'll never walk
Down Lime Street anymore

Oh, the judge she guilty found her
Of robbing the homeward bounder
Dirty no good robbin' Maggie Mae

It's the part of Liverpool
That she returned me to
Two pound ten a week
That was my pay"
Quando terminò la canzone,mi vennero in mente moltissimi ricordi.
Quella era una delle prime canzoni che Mia madre mi aveva insegnato a suonare con la chitarra e mi sorprendeva che una
straniera ne conoscesse il testo e gli accordi.Lei era morta nel luglio di quell'anno e a causa di quella ragazza ora il suo
ricordo tornava più vivo che mai nella mia testa.
"Ma sei bravissima Juliet!" la elogiò Paul
"Non è Nulla di così speciale infondo" lo contraddisse lei.
Mi piaceva il fatto che avesse sempre da ridire su qualunque cosa,forse perchè mi ricordava qualcuno,o forse perchè significava che possedeva una personalità molto forte,ma
dolce allo stesso tempo e lo si notava dal fatto che restava composta anche quando voleva far valere le proprie idee,al contrario di quello che facevo io.
Era strano l'effetto che mi provocava sulla pelle quella sconosciuta,eppure mi sembrava abbastanza familiare...
                ***
RACCONTA JULIET**
Mi aveva fatto veramente piacere conoscere quei tre ragazzi,anche se il terzo era fuggito a gambe levate perchè
probabilmente non gli piacevo oppure Dio solo sa cosa gli fosse preso.
Il giorno dopo,domenica 20,andai a casa di Mary per studiare un po' e portarmi avanti con il programma che i miei compagni avevano già svolto in precedenza.
Riuscimmo a finire in tempo per le 19:00,dopodichè George mi venne a prendere con la sua bicicletta,un po' mal ridotta,ma che
a parere suo era "un mezzo validissimo per andare in giro sulle strade della vecchia Liverpool",ma colei che stava seduta sul manubrio non ne pensava la stessa cosa.
La mattina seguente facemmo un po' tardi a causa di Geo che non riusciva a riprendersi dal giorno prima,infondo non sapevo
cosa avessero fatto lui e Michael e tanto meno volevo saperlo!
Corremmo per arrivare alla fermata dell'autobus,e per poco non lo perdemmo seriamente,ma riuscimmo a salire in tempo e 
l'autista guidò direttamente verso l'istituto senza fare soste,che di solito faceva ogni mattina per permettere di salire anche gli altri studenti.
Restava ancora un po' di tempo prima dell'inizio delle lezioni,perciò solitamente gli studenti attendevano il suono della 
campanella restando in cortile a chiacchierare o a fumare.
Io e George attaccammo subito discorso con i nostri compagni di classe,che erano nel pieno di una discussione che aveva come
tema centrale la musica Skiffle.
Sentii qualcosa,o meglio qualcuno, cingermi la vita con una mano e con l'altra tapparmi gli occhi.
Mi allarmai seriamente:poteva essere qualunque esemplare di pervertito per quanto mi riguardava,però non mi preoccupai più
di tanto.Se quel qualcuno avesse avuto brutte intenzioni gli altri avrebbero di certo reagito.
"Lo sai chi sono io?"una voce suadente irruppe nei miei pensieri.
"Credi che se lo sapessi starei qui a far nulla?" dissi esasperata con ancora la sua mano sugli occhi.
"Ma come?Sono così insignificante per te che ti sei già dimenticata della mia esistenza?" rise per la mia risposta e poi scostò la mano dai miei occhi.Quella voce l'avevo già sentita,era molto familiare e nella mia testa iniziavano a scorrere le figure di tutte le persone da me conosciute in quella città.
Mi girai molto lentamente e mi trovai quel ragazzo,Paul,davanti che mi sorrideva gentile.
"Ciao Paul" lo salutai
"Almeno ricordi come mi chiamo!" rise.
"Non puoi biasimarmi,ti ho conosciuto soltanto sabato!" replicai io in mia difesa e poi risi insieme a lui.
"Infondo hai un minimo di ragione" acconsentì.
"Ah bhe..grazie!" risi.
"Di niente!"
"Come mai sei qui?" gli chiesi poi curiosa.Lui mi fissò negli occhi ed io arrossii violentemente,distogliendo lo sguardo da lui e 
posandolo sul grigiore intenso dell'asfalto.
"Io ci studio qui! A quanto pare dopo anni di monotonia e noia,questo istituto ha finalmente qualcosa di veramente bello"
Disse con un tono ammaliatore,mi fece l'occhiolino ed io di tutta risposta riuscii a balbettare soltanto qualcosa di indefinito senza dire realmente nulla.Lui rise,ma quella risata fu interrotta dal suono della campanella. Finalmente!! Se fossi rimasta un altro istante da sola con lui
sarei cascata a terra svenuta!
Entrammo in classe,ma non riuscivo a concentrarmi sulle lezioni.In testa avevo soltanto la figura di Paul che mi guardava con
quei occhi così particolari da non riuscire nemmeno a definirne il colore.
Erano castani con delle sfumature verdi che facevano da cornice al nero delle pupille.
Era così bello....
"Juliet?" sussultai un attimo,poi mi girai e notai George al mio fianco che mi guardava un po' preoccupato.
"S-si Geo?" risposi con più naturalezza possibile.
"Stai attenta Ok?"
Rimasi un po' stupita...a cosa dovevo stare attenta?
"Hem...certo..ma.. a cosa?" risposi io confusa
"A tutto! Ho visto qui come attiri l'attenzione dei ragazzi anche senza volerlo,perciò promettimi che starai attenta!"
"Te lo prometto George,anche se non è vero niente."
Lasciò cadere il discorso,ormai aveva capito che non aveva speranza contro la mia testardaggine,che veniva fuori ogni volta 
che non mi trovavo d'accordo sulle opinioni altrui.
L'ora dopo era l'ultima,e a causa della mancanza di un professore,ci avevano portato nel cortile della scuola per svolgere le
solite attività motorie.
Quel giorno avevano organizzato una partita di pallavolo,sport nel quale ero molto brava e anche avvantaggiata dalla mia altezza superiore di un po' a quella delle altre ragazze della mia classe.
La partita fu molto emozionante.
Non pensavo che in Inghilterra avrei avuto la possibilità di tenere un pallone fra le mani,ma tutta questa semplicità mi ammaliava e mi faceva innamorare sempre di più di Liverpool.
Anche l'ultima ora passò,ancora più in fretta delle altre,portandosi dietro come colonna sonora i sospiri degli studenti che 
non vedevano l'ora di tornare a casa ed uscire da "quell'inferno" o "Giungla" ,come molti definivano l'istituto.
Uscii con Mary nel cortile Chiacchierando della lezione che era appena finita,poi lei mi salutò e s'incamminò verso casa,mentre io aspettai George che stava parlando con Michael e gli altri.
"Juliet!" sentii chiamarmi e mi girai.
"Ri-Ciao Paul" dissi e gli sorrisi portandomi automaticamente una ciocca dei capelli dietro l'orecchio.
"Com'è andata oggi?"
"Bene direi...anche se è stata una giornata un po' noiosa" gli risposi.Non potevo di certo dirgli che ero fra le nuvole a causa sua.
"Per me è stata abbastanza stressante"mi disse e imitò il gesto di passarsi la mano sulla fronte per cacciar via il sudore.
Io risi e poco dopo la sua risata sovrastò la mia,ma subito si fusero,creando un'armonia che si riusciva a respirare persino nell'aria.
"Posso accompagnarti a casa?" mi chiese poi.
Quella domanda mi lasciò un po' spiazzata.Non me l'aspettavo proprio,e sinceramente temevo un po' di restare da sola con lui.
"Mi dispiace Paul,ma sto aspettando George.." fortunatamente trovai la scusa giusta nel momento giusto.
"Se ne farà una ragione su!" mi pregò e i suoi occhi si illuminarono.
Era bellissimo.I capelli neri erano perfettamente ordinati e i suoi occhi e le sue labbra erano tese in una smorfia di tristezza e dolcezza insieme.
Aspettava una risposta,e di certo non una negativa.
Avrei scommesso qualunque cosa che non esistesse ragazza o essere vivente che avesse detto di no a quegli occhi,e io non volevo
di certo rappresentare lo strappo alla regola!
"Va bene" acconsentii sospirando e lui scoppiò in un sorriso compiaciuto.
"Vado ad avvisare George e arrivo,mi raccomando non scappare perchè tanto ti riprendo subito" mi disse e mi fece l'occhiolino
Ingoiai la saliva che avevo in gola facendo uno strano rumore,dopodichè le mani iniziarono a muoversi nervose.
Paul Si allontanò e io mi sedetti su una panchina lì vicino,in attesa del suo arrivo.
"Ciao Juliet" sussultai.
C'era troppo silenzio,e quella voce lo aveva spezzato troppo velocemente,cosa che mi aveva spaventato parecchio.
Mi voltai e lo guardai negli occhi.
Non erano castani misti al verde.

 

 

--->Spazio Autrice:

Scusate per il ritardo con il quale ho aggiornato la storia!Sono imperdonabile...

Comunque da come avrete letto avrete capito che la nostra Juliet è un po' tra le nuvole...il perchè lo avrete immaginato!Voglio avvisarvi che anche negli altri capitoli che seguiranno non mancheranno i differenti punti di vista...Spero che vi sia piaciuto!^^

Se volete potete anche darmi alcune dritte tramite le recensioni...

Peace and Love <3

-Lucy!

  
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