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Autore: Agaphantus    01/12/2013    0 recensioni
Gli occhi si aprirono di scatto. L'invadente odore del sale le impregnava la pelle, le sue mani erano rugose, Dio mio! Era in mare! Cominciò ad agitarsi, a sbracciare respirando sempre più affannosamente, sino a rendersi conto che era a riva. La sabbia soffice aveva già cancellato le tracce del suo passaggio e lei era finalmente pronta a scrivere qualcosa, una storia vera, che andava raccontata e che nessuno poteva conoscere, tranne lei.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5.
UN ALTRO INCONTRO
 
Gli occhi si aprirono di scatto. L'invadente odore del sale le impregnava la pelle, le sue mani erano rugose, Dio mio! Era in mare! Cominciò ad agitarsi, a sbracciare respirando sempre più affannosamente,sino a rendersi conto che era a riva. La sabbia soffice aveva già cancellato le tracce del suo passaggio e lei era finalmente pronta a scrivere qualcosa, una storia vera, che andava raccontata e che nessuno poteva conoscere, tranne lei.
 
Ormai era pomeriggio inoltrato e le sue lunghe dita picchiettavano nervosamente sulla tastiera del portatile. Doveva sbrigarsi, finire la storia subito, prima che le parole esatte della giovane, momentaneamente impresse nel suo cervello, sparissero o venissero in qualche modo alterate dalla sua memoria. Stava vivendo un' esperienza al limite della follia, scrivendo una storia altrettanto surreale: un suicidio causato da un galeotto colpo di fulmine. Quale giovane sana di mente sarebbe arrivata a tanto?
Ma l'importante non era questo. Ciò che contava era rianimare quell'esperienza, farla conoscere al pubblico, non poteva andare in pasto ai pesci.
 
Quella notte Viola era irrequieta. Aveva scritto una storia, sì, ma era breve, come un'esperienza lasciata a metà. Aveva rubato un ricordo o sognato un racconto delirante?
Eppure aveva avvertito ogni sentimento di quella ragazza, malgrado non avesse idea di chi fosse.
Decise di passeggiare sulla spiaggia: magari camminare le avrebbe riattivato quella parte razionale del cervello che ormai pareva la avesse abbandonata.
L'acqua era nera, come la pece, come l'inchiostro. Non poteva evvicinarsi ad una tale presenza inquietante ,perciò scappò, doveva allontanrsi dal mare. Sentì la sabbia sotto i piedi, poi i sassi, poi la roccia.
Era sulli scogli, le gambe pericolosamente a penzoloni. La pervase l'estasi della brezza marina e, come un'onda, un sussurro le inondava già le orecchie, entrava del profondo della sua psiche:
"Io dovevo averla. Dovevo avere quella catenina. Dovevo"
  
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