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Autore: bra94    05/05/2008    5 recensioni
Goten, il mio unico vero amore, anche se non potremmo mai stare assieme per tre semplici motivi :
1) E’ fidanzato
2) Ha 15 anni più di me
3) Papà non lo accetterebbe mai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, Bra, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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per il totolo voglio sempre il vostro aiuto e  sepero che anche questo chappy vi piaccia !

Ps:  scusate il ritardo ma ci sarà sempre perchè questa fiction la sto scrivendo con l' aiuto di un beta hilarissj che ringrazio !

Mi  sveglio dopo solo tre ore di sonno. Sono le sei. Papà e mamma staranno per tornare; non gli piace restare molto nei motel, quindi, contraria alla mia volontà, mi stacco dall' uomo che mi è stato vicino tutta la notte. Goten dorme ancora. Sembra un angelo.
Mi dirigo verso l' armadio che si trova dall'altra parte della stanza, lo apro ed estraggo un vestito bianco. Lo indosso. Mi arriva fino ai piedi e sopra ci sono ricamate delle farfalle che volano di un colore azzurrino chiaro, il mio preferito. Lascio i capelli sciolti e mi avvicino al mio Raul Bova. Decido di svegliarlo; non voglio che papà lo trovi qui e in queste condizioni.
Si sveglia e fa per baciarmi, ma io mi tiro indietro. Finché non chiarisco le cose con papà non voglio illudermi oltre. Lui mi guarda, sconcertato.
"Sembri un angelo. Ma cosa ti prende oggi? Come mai non mi dai neanche un bacio? E' forse stata solo un illusione quella di ieri sera?" mi domanda alquanto deluso.
Non gli rispondo. Non voglio che sappia che non lo faccio per paura di papà. Mi giro dall'altra parte e mi avvio verso la porta quando lui mi blocca. E' già miracolosamente vestito, alto e bello come un dio greco. E' proprio vero che i ragazzi in queste cose sono più veloci! Mi spinge dolcemente verso la porta e mi blocca. Sta per baciarmi quando vede una mia lacrima scivolare giù lentamente. Noto il suo turbamento e non riesco a fare a meno di non nascondere il mio.
"Scusa, amore. Non volevo farti piangere. Cosa c'è che non va?" mi chiede deliziosamente spaesato.
"L'età." gli rispondo cupamente. "A mio padre posso anche provare a dirglielo che voglio stare con te e magari lo convinco pure, ma con il coraggio che ha ti denuncia per aver violentato una minorenne. Lo sai che ho 16 anni, vero? Oppure ti ammazza così non spreca neppure i soldi per la denuncia e il processo e... bè, io non voglio che ti accada questo per colpa mia." le parole sgorgano dalla mia bocca come un fiume in piena. Non posso tenergli tutto nascosto. Non a lui.
"Stai tranquilla. Non accadrà, te lo giuro." mi rassicura, come se ciò che ho appena detto non gli fosse sembrato tanto minaccioso.
Chiudiamo questo discorso per non rattristarci e andiamo al piano inferiore per fare colazione.
Alle nove di mattina arrivano i miei. Io e Trunks facciamo notare l'ospite poi mi avvicino a papà e gli schiocco un bacio sulla guancia, tanto per addolcirgli il cuore.
"Papà, ti devo parlare." gli sussurro dolcemente. Così facendo mi guadagno un sacco di punti.
"Fra cinque minuti nella gravity-room." mi ordina senza prestare attenzione al mio viso preoccupato. Sapevo fin dall'inizio che sarebbe stato inutile.
Goten mi guarda e capisce. Si alza e porta mia madre in cucina per parlarle. Spero che almeno lui abbia fortuna.
Poco dopo entro finalmente nella stanza gravitazionale di papà. Sono agitata. Molto agitata.
Parlare a mio padre è come parlare al muro. Puoi dire ciò che vuoi, sperando di essere ascoltata, ma il risultato è alquanto deludente. Inutile. La differenza sta nel fatto che un muro di cemento armato non potrà mai farti nel male... invece, Vegeta...
Sono decisa. Devo parlargli e dirgli tutto. Non posso aspettare; rischierei solo di farlo irritare ancora di più. Cammino decisa verso la massa muscolosa e imponente del Principe dei Sayan. Inchiodo i piedi al pavimento vedendolo marciare verso di me con la fronte corrugata. Iniziano a sudarmi le mani e a tremarmi le ginocchia. Ho paura che sappia. No, ti prego. No!
"E' un po’ difficile da spiegare..." inizia con fare autoritario, ma un pò incerto. "In poche parole, ieri sera ho scelto chi sarà il tuo futuro sposo”.
In quel momento il mondo sembra crollarmi addosso. So che mio padre è all'antica, ma così è troppo! Non voglio sposarmi... non voglio. Non per sua scelta. No.
"Chi?" domando con un filo di voce per la gola arsa. Estremamente arsa.
"L'unico che è riuscito a battermi. C-17 secondo." (lo contrassegno con un 2 C-17-2)
"Papà, ha il doppio della mia età! e poi..." cerco di controbattere sapendo perfettamente quanto inutile sia il mio tentativo di dissuaderlo dalla sua decisione.
"Lui ha un anno più di te." mi corregge con un tono che non ammette repliche. "Non è c-17 ( lo contrassegno con un 1 C-17-1 ), quello smidollato, io ti sto parlando del secondo. Quello creato da Gelo e Myu all' inferno. Non è ancora del tutto buono, ma sono sicuro che con te lo diventerà."

Sospiro e stringo i denti per non piangere. Se c’è una cosa che ho sicuramente ereditato da mio padre è l’orgoglio.
Parlargli di Goten a questo punto sarebbe stato inutile. Non l'avrei comunque smosso di un millimetro dalla sua decisione. Tuttavia, non avrei mai e poi mai sposato quell'essere disgustoso che non era nemmeno... aspetta un attimo...
"Papà, lo sai vero che C-17-2 non è umano?" faccio notare con leggero disappunto. Forse c'era ancora una possibilità.
"Nemmeno noi lo siamo, Bra." mi risponde a tono "Fortunatamente!" aggiunge poi alzando gli occhi al cielo. Sono sicura che stesse ancora disprezzando gli umani.
"Ne sono consapevole, papà, ma vedi..." e qui sorrido, compiaciuta del mio movente "quello che tu hai nominato come mio futuro sposo è un robot, non una persona in carne e, di conseguenza, non sperare su di me per dei discendenti della razza Sayan che tu ammiri tanto." conclusi con enfasi. Quando volevo ero davvero brava come avvocato!

Con mio sconcerto però, anche lui sorrise. "Dimentichi che il Drago Shenron l'ha reso umano lasciandogli, tuttavia, i suoi poteri. Ha estratto la malvagità di quei due scienziati dastrapazzi dal suo cuore e gli ha permesso di vivere sulla Terra sotto la nostra vigilanza."
Maledizione!
Ecco che se ne va in fumo un'altra mia teoria...
"Come vedi, Bra, non c'è motivo perchè tu non debba sposarlo. Dopotutto, ho tenuto anche conto del suo aspetto fisico non del tutto trascurabile, per la tua felicità." 
Certo... per la mia felicità...
So di non poter essere mai felice con C-17-2. Come potevo essere entusiasta di sposarlo quando solo poche ore prima Goten mi aveva portata alla stelle?
Ma questo ovviamente non potevo dirlo a mio padre...
Ricacciai indietro le lacrime e alzai il mento. Orgoglio, solo questo. Orgoglio. 
"Non accetto le tue condizioni, papà." risposi scandendo le parole per essere chiara.

Per una volta, non gliela darò vinta.
"Come?" la sua espressione incredula mi fa quasi più paura di una imminente sfuriata.
"Ho... ho detto che non sposerò C-17-2." balbetto mantenendo il contatto visivo con gli occhi più temibili di tutto l'Universo. Se non altro, me la sto cavando bene.
La sua espressione passa dallo sconcerto al ghigno. Quando Vegeta ride c'è solo da aver paura e, in effetti, m'intimorisce alquanto.
"E... e poi... non potrai avere degli eredi.” Dico e subito vedo la preoccupazione impossessarsi del volto di mio padre.
“Che intendi dire?” mi domanda.
“C-17-2 è un robot, ricordi?” gli rammento, convinta che quel particolare lo induca a cambiare
idea. 
“Anche volendo, non potrò mai avere figli...”
Il sorriso torna a delineare le sue labbra.
“Il Drago Shenron lo ha umanizzato quando ha deciso di rabbonirsi, te ne sei dimenticata?”

Maledizione!
“Non creerà più problemi.” Dice, infine, chiudendo la conversazione.
No, dannazione, no! Mai e poi mai l’avrei sposato. L’unico che aspira a quel posto è...
“Goten!” urlo disperata.
Vedo Vegeta corrucciarsi a quel nome e fissarmi come volesse incenerirmi.
“Cosa diavolo centra lui?” mi domanda.
“Lui... lui...” balbetto senza riuscire a spiccicare altro.
“Rispondi, Bra!” mi ordina e, quasi sull’orlo delle lacrime, sputo ogni cosa.
“Papà, lui è il mio ragazzo... Se c’è qualcuno che devo sposare... bè, quello è lui.”
Non l’avessi mai detto. Non faccio nemmeno in tempo a sbattere le palpebre che mio padre vola oltre la porta della Gravity Room. Dopo pochi secondi di totale smarrimento, sento un tonfo provenire dal piano superiore e la paura s’impossessa di tutti i miei sensi.
“Goten...” mormoro rabbrividendo.
Senza pensarci ancora, esco dalla stanza e corro su per le scale rischiando d’inciampare più volte. Non riesco neanche ad usare i miei poteri tanto sono terrorizzata.
Quando arrivo al piano di sopra mi sento quasi svenire. Vedo mia madre appoggiata al tavolo, in cucina, con la testa posata stancamente sul legno.
Quando si accorge di me, alza il capo e mi guarda con dispiacere.
“Oh, Bra...” sussurra, ma io stento a sentirla. La mia attenzione è attirata dal solco profondo della parete adiacente alla porta d’ingresso; noto che è spalancata.
Senza che me ne accorgo, le mie gambe corrono al di fuori della sala ed esco in giardino.
“Goten!” grido vedendo la sua stupenda figura stagliarsi in contrasto con il plumbeo cielo.
A pochi metri sento mio padre minacciarlo.
“Non ti azzardare mai più ad avvicinarti a mia figlia, incosciente incapace!”
Non ho più neanche la forza di trattenere le lacrime; le lascio scorrere sul mio viso, stancamente.
Goten è indeciso sul da farsi. Sente l’ira di Vegeta, poi fissa me quasi risentito. Vedo la sua indecisione e quasi prego che se ne vada perché non volevo assistere allo sfacelo che avrebbe causato il Principe di Sayan.
“Vattene e se ti vedo girare ancora qui intorno non sarò ancora così magnanimo!” lo ammonisce.

Va’ via, amore mio. Va’...
“Goten... io ti...” non riesco a parlare. Tutto ciò che in quel momento avrei voluto dirgli per rassicurarlo, lo celavo nel cuore.
Ancora un secondo. Mi guarda. Quella lontananza non m’impedisce di notare il luccichio dei suoi occhi, come, sono sicura, non impedisce a lui di vedere il mio.
Si volta e vola via, lontano da mio padre. Lontano da me.
Le ginocchia mi cedono perché, tremanti, non sarebbero riuscite a sopportare ancora un momento il mio dolce peso. Mi lascio cadere sull’erba fresca e do sfogo a tutto il mio dolore.
Da tempo avevo sognato di poter dire quella frase. “Goten è il mio ragazzo.” Da troppo tempo. E ora, come un fulmine a ciel sereno, il mio sogno appena iniziato volgeva già al termine.

Grazie a : sgt  grazie per il consiglio per questo giro ho scelto il tuo titolo e spero che mi aiuterai anche la prossima volta !

monicar92 : grazie di seguirmi e come ragazza ho scelto pan dato che me la ha consigliata  anche un altra !

gokussola4ever : all' inizio era una storia di un chappy e quindi avevi ragione a pensarlo ma poi ho deciso di farci sopra una fiction !

_desi_ : ecco il continuo della storia e grazie per avermi consigliato pan !

  
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