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Autore: Shariel Lowely    01/12/2013    11 recensioni
Bella è una ragazza madre, di due splendidi gemelli.
Rosalie è sua sorella gemella, e l’aiuta con i piccoli.
Bella e Rose, si trasferiscono a New York dopo i vari avvenimenti avvenuti nelle loro vite.
Trasferitesi prima a Forks, dopo la morte della madre, le ragazze cercano di farsi una nuova vita, dei nuovi amici, e di passare più tempo con il loro padre.
Le cose vanno bene, per i primi anni.
Bella e Rose, tornano a sorridere, hanno tanti amici e due ragazzi.
Le cose si complicano quando Bella resta incinta e il suo ragazzo, Edward, le dice di non essere pronto
lasciando Bella sola ad affrontare tutto.
Da qui, abbandonano Forks e volano a New York, partendo di nuovo da zero, abbandonando tutto e tutti.
Ma cosa succederà quando una delle due sorelle incontrerà il proprio passato? Bella perdonerà Edward per averli abbandonati? Come cambieranno, ancora, le loro vite?
Non vi resta che scoprirlo ;)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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CAPITOLO#03


POV BELLA 

Un suono insistente mi ruba dalle braccia di morfeo, allungo il braccio per spegnere la sveglia ma mi rendo conto che non è la sveglia che suona, ma il mio cellulare.
Come ho fatto a confondere il suono della sveglia con Wake me up, la suoneria del mio cellulare, non lo so neanche io.
Prendo il cellulare e lo metto sotto il cuscino, la musica potrebbe far svegliare i bambini, e io non sono ancora sveglia del tutto. Aspetto che il cellulare smetta di suonare, appena sento silenzio, senza neanche guardare, lo metto in modalità silenzioso, e mi rituffo sotto le coperte.
E’ questione di pochi minuti, e il telefono di casa comincia a suonare. Porca miseria!
E’ cosi difficile capire che, se una persona non risponde al telefono, vuole essere lasciata in pace?
Mi alzo di corsa e controvoglia, mi precipito subito in salotto per rispondere al telefono, e uccidere l’essere che si è azzardato ad interrompere i miei sonni tranquilli.
« Pronto? » rispondo incazzata.
« Bella!!! Ti va di uscire oggi? » dall’altro capo del telefono, Nicole, urla come una pazza appena scappata dal manicomio. Ma perché devono scocciarmi sempre nel mio giorno libero?
Per carità adoro Nicole, è davvero una buona amica ed è sempre disponibile quando ho bisogno di aiuto ma non può scocciarmi nel mio giorno libero. Lo sa che preferisco passare il mio tempo in casa con i bambini, con cui passo poco tempo durante la settimana, per via del lavoro e dello studio.
Prendo un profondo respiro, non sapendo che fare. Non ho voglia di uscire ma non voglio neanche che Nicole ci resti male.
« Dai Bella, ti prego. Non ti farà male svagarti un po’ , e poi mi mancano i piccoli, porta anche loro. » non riesco a dirle di no, ma non sono sicura di voler portare i bambini fuori di casa con questo tempo. « Nicole, io uscirei volentieri credimi ma, nonostante non faccia più cosi freddo, temo per la salute dei bambini. Sono ancora così piccoli, non voglio che si ammalino. » le dico sincera, sperando che non si offenda. « E va bene, allora vengo io da voi, ti dispiace? » mi chiede con una nota di ironia, anche se so che temeva un no da parte mia. Nicole per quanto sia simpatica e solare, è anche abbastanza timida e a volte crede di essere troppo invadente, ma non è cosi.
Se potessi le farei conoscere Tanya, una cara amica che avevo a Forks, era un po’ pazza,le volevo bene, ma era anche troppo invadente.
« No Nicole, non c’è nessun problema. Anzi, mi tieni compagnia, per quanto mi diverta a stare con i piccoli, loro non capiscono mai un tubo quando parlo. » Dall’altro capo del telefono, sento la sua risata, ma poi la sento fermarsi di botto e urlare “idea!” « Nicole, capisco che ha volte sono più smemorata di un’ottantenne,ma questo non significa che sia sorda. Mi hai sfracassato un timpano! Dai spara, che idea ti è venuta? » le chiedo alzando gli occhi al cielo, aspettando e sperando che non se ne esca con un “andiamo ad un centro bellezza”, a me servirebbe davvero un centro benessere.
« Pensavo… »
« Oh cielo, allora la cosa è seria. Da quando in qua tu pensi Nicole? » le dico sfottendola e ridendo, mentre lei mi manda a fanculo in tanti modi possibili.
« Ah-Ah molto simpatica Marie, sto crepolando dalle risate. »
« Crepolando? E che cavolo significa? E non chiamarmi Marie, Cordelia!  » Cordelia è il suo secondo nome, quello che lei non dice a nessuno perché è orrendo. Beh non ha tutti i torti, ma mi chiedo cosa pensavano i suoi genitori quando le hanno dato questo nome. A me sembra più un nome da dare ad una vacca; quando glie lo dissi fece una faccia che solo a ricordarla mi fa scoppiare a ridere.
« Fanculo stronza! E comunque crepolando viene da crepolare, che a sua volta viene da crepo o crepare. E’ nel mio vocabolario, dovevi immaginarlo. » sto per risponderle, quando sento i bambini piangere.
« Nicole, qualsiasi cosa tu abbia in mente, va benissimo. Ora vado i bambini si sono svegliati e mi reclamano. Ti aspettiamo, bacione. » chiudo la chiamata senza darle tempo di rispondere e corro subito dai bambini. Ed inizia cosi la solita routine: li allatto, gli faccio fare il ruttino, cambio i pannolini,li rivesto e li metto nella carrozzina o sul tappettino dei giochi, di solito c’è Rose ad aiutarmi, ma sembra che dorma ancora.
Chissà a che ora è tornata, sempre se è tornata. Ieri sera è uscita con Emmett, e ricordo che quando eravamo ancora a Forks e uscivano, Rose non rispettava mai il coprifuoco e molte volte la coprivo.
Beh si, anch’io non rispettavo il coprifuoco di tanto in tanto, ma lei lo faceva sempre,e scommetto che anche questa volta è cosi. Per esserne certa, vado nella sua stanza, e infatti trovo il letto intatto.
Meglio per lei che dopo mi racconti i dettagli.
Ho giusto il tempo di sistemare la mia stanza e riordinare la cucina, che arriva Nicole con qualche busta troppo grossa, troppo piena per i miei gusti.
« Buongiorno amica, tutto bene? Dormito bene? Ho portato la colazione e qualche altra schifezza da mangiare per il resto della giornata. » continua a parlare senza degnarmi di un’occhiata e dirigendosi in cucina.
« Nicole, cos’è tutta questa roba? » le chiedo guardandola in modo truce.
« Hai detto che andava benissimo qualsiasi cosa avessi in mente! » ed ecco che mette su il suo broncio, degno di una bimba di quattro anni, a cui non sai resistere. L’ho fa apposta, sa che cedo.
Alzo gli occhi al cielo, divertita e esasperata, scuotendo la testa.
« E va bene, che hai organizzato per oggi? » le chiedo sorridendo e addolcendo il tono di voce, e infatti un sorriso di chi la sa lunga, compare sul suo volto.
« Niente di speciale, una semplice giornata tra donne. Chiacchieriamo, pranziamo, ci facciamo una bella maratona di film, spettegoliamo un po’, giochiamo e badiamo un po’ ai piccoli, stasera prepariamo una bella pizza, e qualche dolcetto, e magari ci raccontiamo qualche aneddoto delle cazzate che abbiamo fatto al liceo. Allora che ne pensi? » mi chiedo guardandomi impaziente.
« Tipo un pigiama party come se fossimo delle sedicenni con gli ormoni a palla? Perché no, sarà divertente! » emana un urlo di gioia e comincia a tirar fuori dalle buste tutto ciò che ha portato:
stecche di cioccolato di vari tipi, marshmallow, un barattolo enorme di nutella, tre bustoni di patatine alla paprika, caramelle gommose e poi gli ingredienti per fare la pizza e i dolci.
Si, se non metto su almeno 5chili questa volta, non li metto più.
Sistemiamo tutto nella dispensa prendendo solo due buste di caramelle gommose, e ci dirigiamo in salotto dove comincio a tirar fuori tutti i dvd, tra cui anche i film horror di Rosalie.
« Vediamo questi Bella, dai! » spero stia scherzando. Non vedrò mai quei film, a meno che io non voglia dormire per i prossimi mesi.
« Tu sei pazza! Neanche morta vedrò quei… quei… quei cosi! » dico urlando come una pazza isterica.
« Swan, non avrai mica paura? » mi chiede la stronza della mia quasi ex-amica, prendendomi in giro.
« Si cazzo! Ho una fottuta paura, va bene? E non intendo guardarli neanche morta. Stanotte sarò io quella che non dormirà. »
« Ma dai Bella! Saw non fa poi cosi paura, su su. Mia cugina è fissata con le cose horror, dovresti vedere che film vede e che libri legge… roba raccapricciante. » dice facendo una smorfia disgustata sui gusti di sua cugina. Lei e Rose forse andrebbero d’accordo.

Dopo mezzora di discussione, decidiamo finalmente di vedere “I passi dell’amore” uno dei miei film preferiti. Ogni volta piango come una disperata. Per non parlare quando rileggo il libro, mi commuovo solo leggendo il primo capitolo.
Metto i bambini alla mia sinistra nei seggiolini mentre Nicole si siede alla mia destra mettendo tra noi una ciotola dove ha messo le caramelle gommose.
« Bella, sei una persona che si commuove facilmente? » chiede Nicole, spezzando il silenzio che si era venuto a creare.
« Perché? » le chiedo, guardandola con occhi indagatori. « Maleducata. Non si risponde ad una domanda con una domanda. E comunque, credo che ti sfotterei a vita se ti vedessi piangere per un film » risponde, guardandomi con uno sguardo divertito.
« Non piangerò Nicole, tranquilla. Pensa per te, sarebbe brutto veder colare il tuo mascara. » le dico, facendo l’indifferente. Perché devo avere la lacrima facile? Non le darò questa soddisfazione.
« Facciamo una scommessa. » esordisce all’improvviso, mentre io alzo gli occhi al cielo. « Nicole, sta per cominciare il film fa silenzio! » cerco di farla star zitta, ma lei non desiste. « Chi versa una sola lacrima alla fine del film, pagherà una cena al McDonalds per due week-end consecutivi. » le stringo la mano per farle capire che accetto la scommessa, e poi ritorniamo al film, mentre cerco con tutta me stessa di non piangere.
Peccato che non sarebbe servito a nulla.


Alla fine del film stiamo entrambe piangendo, sapevo che non sarei riuscita a resistere troppo.
« Fanculo la scommessa e fanculo anche questo film. » sbotta Nicole, guardandosi allo specchio cercando di pulirsi il volto, dato che le lacrime hanno sciolto il mascara.
Scoppio a ridere guardando la sua faccia che è diventata simile ad un panda, mentre lei mi trucida con lo sguardo.
« Ridi Swan, ridi. Presto te la farò pagare. » dice continuando a guardarmi con sguardo omicida.
« Il latte detergente e i dischetti sono sopra la specchiera del bagno, cretina. » cosi dicendo mi alzo e recupero il cellulare che avevo messo in modalità silenzioso questa mattina.
Infatti trovo 7 chiamate perse e due messaggi. Sei chiamate sono di Rosalie e una è di un numero sconosciuto. Apro il primo messaggio:

Bella, stai ancora dormendo?
Scusa se non ti ho avvertita, sono con Emmett.
Ci sentiamo dopo, un bacio.

Ma dai, sul serio sorellina? Non l’avevo immaginato. Apro il secondo, sempre di Rose e sembra preoccupata:

Bella mi ha chiamata papà, dice che non rispondi al cellulare.
Probabilmente stai ancora dormendo, appena sveglia chiamalo ;)
Bacione a più tardi.

Rispondo velocemente al messaggio di Rose, e poi chiamo papà, che risponde al terzo squillo.
Non stiamo molto al telefono perché gli ho detto che c’è Nicole, infatti mi dice solo se volevamo andare alla festa a sorpresa che avevano organizzato per Sue, la sua compagna, e che la faremmo davvero felice se ci fossimo. Gli ho detto che ne avrei parlato con Rose e l’avrei fatto sapere.
Chiudo la chiamata e torno da Nicole sta giocando con Renèe, mentre il mio ometto dorme felice.
« Allora, cosa ti va per pranzo? » le dico andandole alle spalle, facendola leggermente sobbalzare.
« Nulla Swan. “Tipo un pigiama party come se fossimo delle sedicenni con gli ormoni a palla?” » dice, imitando la mia voce « quindi, mangeremo solo schifezze. Non farà male mangiare solo dolciumi per una volta. »
« Ok, hai vinto. » prendiamo varie stecche di cioccolato e andiamo in salotto a chiacchierare come delle vecchie comare.
Inutile dire che ci stiamo divertendo tantissimo a raccontare episodi della nostra infanzia e della nostra adolescenza.
« Al terzo anno di liceo, ero innamorata pazza del ragazzo più figo della scuola. Una mia compagna dice in continuazione che dovevo dichiararmi e un giorno, sedute al tavolo della mensa, sbottai “Si vado da lui e gli dico Peter ti amo!” e sai lui dov’era? Dietro di me con il suo migliore amico.
Da allora cercavo di evitarlo, inutile dire che volevo seppellire la mia testa nel cesso della scuola! » scoppiai a ridere, mentre lei si portava teatralmente una mano sul cuore mormorando varie cavolate.
« Io ricordo che Rose fece una gran figura di merda quando eravamo ancora a Miami. Le piaceva un tipo, non era il più figo della scuola ma era comunque nella cerchia dei popolari. Non ricordo perché era incavolata, forse per un compito andato male, ma stavamo andando al nostro solito tavolo a mensa, dove ci aspettavano i nostri amici. Eri cosi presa a maledire chi sa chi, che non guardò chi stava davanti a lei. Si scontrò con un ragazzo e gli verso tutto il contenuto del vassoio! Il povero malcapitato non era altri che Byron,il ragazzo che le piaceva; le polpette gli finirono proprio in testa. Rose da allora si tenne alla larga da lui e dal resto del popolo maschile, fin quando non incontrò Emmett. » scoppiamo entrambe a ridere fino a quando, esauste, non riprendiamo fiato.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, finchè Nicole non mi rivolge una domanda che avrei voluto davvero evitare.
« Emmett è il fratello del padre dei bambini, vero? » mi agito un po’ senza sapere se devo risponderle o meno. Non che Nicole possa andare a spifferare a qualcuno i fatti miei, ma sono io che non ho voglia di parlarne.
Le ferite si stanno rimarginando pian piano, ma faranno sempre male. So anche che non posso tenermi tutto dentro.
Ho provato a sfogarmi con Rosalie, ma è spesso difficile dirle ciò che sento, come mi sono sentita quando mi hanno voltato le spalle. La metterei comunque tra due fuochi, per quanto Emm sia arrabbiato con lui e non gli rivolge la parola, resterà sempre suo fratello, prima o poi faranno pace.
« Bella…scusami non dovevo chiedertelo. Se non vuoi rispondermi non farlo, lo capisco. » esordisce Nicole, stappandomi dai miei pensieri.
« No, anzi. Avrei bisogno di parlarne davvero con qualcuno che non sia mia sorella. E’ difficile, fa male, ma non posso tenermi tutto dentro. Impazzirei prima o poi. » le dissi evitando il suo sguardo.
Allunga un braccio e prende la mia mano nella sua, stringendomela leggermente come per dire “io ci sono se hai bisogno”. Prendo un profondo respiro e rispondo alla sua domanda.
« Si. Emmett è il fratello di E-Edward. Il padre dei piccoli. » non credevo che sarei riuscita a pronunciare il suo nome senza scoppiare a piangere.
« Ti va di dirmi cos’è successo tra voi? Solo se vuoi non sentirti obbligata. » mi dice con dolcezza, abbracciandomi e accarezzandomi la testa come una mamma alla sua bambina.
Annuisco e riprendo a parlare.
« Io e Edward, ci siamo conosciuti quando noi ci siamo trasferiti a Forks da nostro padre, dopo la morte di mia madre. I miei erano separati da quando io e Rose avevamo sei anni.
Arrivate nella nuova scuola abbiamo conosciuto prima Angela, Lauren e…Alice. » pronuncio il suo nome con un sospiro. Alice mi manca tanto, quanto vorrei poterla sentire ancora.
« Alice stava con Riley, il cugino di Edward e Emmett. E’ cosi che ci siamo conosciuti, tramite Alice.
All’inizio eravamo semplici amici, ci salutavamo con un buongiorno o un buonasera e di tanto in tanto ci scambiavamo due parole. Avevo legato molto di più con suo fratello, all’inizio.
Una week-end andammo tutti a Seattle, c’era il concerto dei Coldplay, avevamo ottenuti i biglietti tramite altri conoscenti e ci siamo andati. Era una delle band preferite mie e di Edward.
Avevamo molte cose in comune, forse è per questo che andavamo anche molto d’accordo, era raro che litigassimo.
Da Seattle a Forks ci sono quattro ore di viaggio in auto, per questo passammo la notte in una villetta sul mare che appartiene ai genitori di Edward. Io quella notte non riuscivo a dormire e neanche lui, cosi ci siamo fatti compagnia e abbiamo parlato fino al mattino, come mai successe prima di allora.
Infatti i nostri rapporti cambiarono, stavamo molto spesso insieme e quando le coppiette ci obbligavano ad uscire con loro, noi ci tenevamo compagnia a vicenda. Io pian piano mi stavo innamorando di lui, ma avevo paura. Stavo passando un brutto periodo causato dalla morte di mia madre, il cambiamento di città, avevo lasciato tutta la mia vita a Miami per cominciarne una nuova, in una piccola cittadina dimenticata da Dio. Avevo paura che lui non ricambiasse, avevo paura di soffrire ancora. Tutto cambiò il 16 novembre » un sorrisetto compare sul mio volto. Un sorriso malinconico.
« Pioveva a dirotto. Forks è conosciuta soprattutto perché piove 364 giorni all’anno, su 365.
Rose era da Lauren e io in casa da sola, papà era a lavoro. Lui venne da me tutto bagnato, non glie ne fregava nulla se si beccava una polmonite. Doveva fare prima una cosa di vitale importanza, a detta sua. Mi disse che mi amava e che non riusciva neanche a capire come e quando fosse successo.
Io ero già innamorata di lui, quindi le cose furono semplici.
Mentirei se ti dicessi che quei tre anni a Forks non sono stati i più belli. Ero felice, davvero.
Non mi mancava nulla, a parte la mia mamma. Avevo una sorella fantastica, un padre che amavo e amo tantissimo, dei grandi amici, Emmett che era il mio fratellone, una matrigna stupenda, i genitori del mio ragazzo erano davvero meravigliosi e l’uomo dei miei sogni.
Ma tutto cambiò un giorno di marzo. Mi ero resa conto che avevo un ritardo, e cosi con l’aiuto di Sue, la compagna di mio padre, feci delle analisi e scoprii che ero incinta.
Avevo paura, avevamo appena iniziato il college e stavamo per avere un bambino. Chi non avrebbe avuto paura al posto mio? Poi mi dissi che non ero sola che avevo la mia famiglia e che io e lui insieme c’è l’avremmo fatta. Non sapevo quando mi sbagliassi. Quando glie lo dissi, sai cosa mi rispose? “Non sono pronto Bella,abbiamo solo 19 anni. Io…io voglio prima realizzare i miei sogni!”  infuriata lo mandai al diavolo e gli dissi che non doveva preoccuparsi di nulla e che io e il bambino non saremmo stati d’intralcio ai suoi sogni. Il giorno dopo, insieme a Rose, lasciai Forks e tutta la mia vita. di nuovo. » ormai piangevo a dirotto tra le braccia di Nicole, che continuava a stringermi e a cullarmi, restando in silenzio, forse a trovare le parole giuste per confortarmi.
« Mi dispiace tantissimo Bella. Io… non riesco davvero a capire. Capisco che un bambino comporta grandi sacrifici, ma è sempre una gioia.  Nonostante tutto un bimbo non è mai una cosa brutta. Forse c’era dell’altro sotto, non lo so. Ma non lo comprendo e non comprendo te.
Perché sei andata via da Forks? Dovevi restare Bella, dovevi restare e sbattergli in faccia tutto. Dovevi andare in giro con i bambini, farlo soffrire, impedirgli di avvicinarsi a loro! » Ora Nicole si sta incazzando, lo capisco. Ma lei non riesce a capire me.
« Perché non volevo costringerlo a stare con noi se non voleva Nicole! E perché… faceva male, tanto male. Io mi sono sentita persa! Se credi che Edward sia stato l’unico a voltarmi le spalle, ti sbagli di grosso.  Sua madre, anche se non accettava la sua scelta, è rimasta dalla sua parte, non se ne è fregata nulla del bambino che portavo dentro di me! Mio padre voleva ammazzarlo, era una situazione ingestibile per me, non avrei retto molto, e avevo paura che tanto stress potesse farci male. » Nicole sta zitta, non parla più ma continua a stringermi mentre io continuo a piangere, come una cretina, per persone che non meritano neanche una lacrima da parte mia.
Restiamo cosi, finchè non sento gli occhi farsi pesanti, è solo un sussurro ma lo sento
« Io ci sarò per te. Per qualsiasi cosa ci sono, da adesso in poi niente più segreti tra noi. » oh Nicole. Se solo sapessi la piccola parte che ho omesso della storia. Spero tu mi perdonerai un giorno, per non avertelo detto. Con questi pensieri cado in un sonno profondo.

 

 

Eccomi qui, finalmente ci sono riuscita.
Lo so, faccio schifo, dovevo aggiornare molto tempo fa e invece pubblico il capitolo il 1 dicembre.
E’ inutile che inventi scuse, sono stata presa da molte cose: sono stata male, studio, gli amici, le serieTv, il libro “Gabriel’s inferno” di cui ho appena cominciato il secondo.
Ci tengo a precisare che fuori da questo fantastico mondo VIRTUALE ho una vita, non posso sempre stare attaccata al pc come se fosse la mia unica ragione di vita, io cercherò di aggiornare il prima possibile ma voi per favore non stressatemi già da domani a chiedermi quando aggiornerò, per favore.
Tornando alla storia…
Allora che dire? In questo capitolo vediamo l’amicizia tra Bella e Nicole, e qualche piccola rivelazione su ciò che è successo a Bella. Vedremo che succederà nei prossimi capitoli.
Secondo voi? Sono aperti i sondaggi XD
Bella e Rose torneranno a Forks per il compleanno di Sue? Tra Rose e Emm tutto filerà liscio ora? E Nicole?
Sparate tutto ciò che volete, giuro che se posso, rispondo alle vostre domande u,u
Ringrazio come sempre mia moglia Jess e la mia amante Angela, per esserci sempre... la mia vita non sarebbe nulla senza di loro! *-*
 So facendo troppo la sdolcinata, meglio se me ne vado u,u

Vi ricordo il mio gruppo, in caso volete farci un salto: Loving,Living and Dreaming...
E il mio profilo FB in caso vogliate aggiungermi tra gli amici o chiedermi qualcosa in privato: Shariel Lowely 

Un bacione e alla prossima ;) (si spera presto)


SharielLowely

   
 
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