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Autore: Sarasonohrash    01/12/2013    2 recensioni
"Sei bellissima" riuscii a sentire quella voce e mi ripresi. Fu allora che li vidi.
I suoi occhi.
Quelli di un ragazzo che era meravigliato da ciò che aveva davanti.
Quelli di un ragazzo che sembrava aver visto un angelo.
Quelli di un ragazzo innamorato.
Solo allora capii. L'avevo già perso...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dear Diary 
26 Novembre 2013

Caro diario oggi è un giorno importante.
Oggi dopo anni,che cerco di convincere mia madre,andrò a Londra. Sono ormai maggiorennne e mia madre,finalmente,ha capito che deve lasciarmi vivere la  mia vita.
E' tutto pronto: le valigie sono chiuse sul letto e sto mettendo le ultime cose nel beautycase,quelle essenziali per il viaggio.
Una cosa che non ti ho detto è che,questo viaggio non sarà un viaggio di piacere e  mia  madre si è convinta a mandarmi  solo perchè io lì ci andrò a vivere per sempre.
Ti ricordi zio Albert? Quello di Londra che mi chiamava tutti i giorni?
Beh...una settimana fà è deceduto. Mi dispiace moltissimo ma,solo grazie alla sua morte hanno scoperto che nel testamaneto ha lasciato a me la sua casa di Holmes Chapel.
Non posso credere che sia morto,mi dispiace davvero tanto. Io e mio zio passavamo intere giornate al telefono e solo grazie a lui ho avuto modo di imparare bene la lingua inglese.
Da un lato però sono contenta che la ricca eredità di mio zio non sia andata in mano alla moglie,almeno non tutta.
Quella donna è una delle più cattive che esistano al mondo e dicono che sia stata lei a far morire il marito.
In ogni caso,per volere di mio zio Albert,la casa ora è mia e devo andarci ad abitare entro domani o la daranno alla moglie.
Partirò oggi pomeriggio alle 4 in punto,così riuscirò ad arrivare lì per la sera.
Ho un pò paura di entrare a far parte di questa mia nuova vita,questo nuovo posto che,per quanto conosciuto di nome,mi è del tutto sconosciuto.
Un'altra cosa che non ti ho detto è che andrò a frequentare a Londra la mia università di fotografia e spero di riuscire a fare amicizie almeno lì.
Beh...Ora devo proprio lasciarti,devo sistemare le ultime cose e cercare di convincere mia madre che andrà tutto bene.

Ti scrivo appena posso. Un bacio Lola.


Chiusi il diario e lo riposi in una delle borse che sarebbero rimaste più a portata di mano lungo il tragitto.
Ero emozionata all'idea di andare a Londra,di frequentare lì l'università e di diventare una cittadina inglese,con il thè alle 5 e il raffinato stile di vita.
"Amore sei pronta? Sono le tre,ti conviene andare o non arriverai in tempo!" mia madre urlava come una pazza pur stando solo a due stanze di distanza dalla mia. 
Urli a parte,aveva ragione dovevo dirigermi all'areoporto di Capodichino,vicino Napoli, ci avremmo messo almeno mezz'ora per arrivarci ,se vogliamo escludere il traffico.
Iniziai a portare le migliaia di valigie vicino la porta e mio fratello,che era appoggiato vicino all'uscio,le guardava ad una ad uno con aria stupita "non penso che ci entrino tutte in macchina...ne sono circa 20 Lola!" Tom,si sedette su una delle mie valigie,quella più rigida e sbuffò divertito.
" Tommo alzati! Me l'ammacchi!" era un ragazzo molto muscoloso,aveva degli occhi castani che cambiavano colore ,diventando più chiari o più scuri,a seconda del sole. Era bellissimo.
Lui mi dice sempre che se non fosse stato mio fratello,probabilmente,mi sarei innamorata di lui . Era vero.
"Tom! Evita di perdere tempo e inizia a caricare la macchina se arriva tardi e perde il volo me la prendo con te!" mia madre iniziò a urlare isterica contro mio fratello,lui storse il muso "mamma stai tranquilla,ci manca un ora!" prese ben tre valigie in una sola volta e le portò in macchina.
Quella partenza aveva stressato molto sia me che mia madre. Dopo tutto quando ci hanno dato notizia della morte di zio Albert siamo rimaste malissimo. Zio era il fratello di mia madre,per questo io avevo un legame speciale con lui, per lei è stato un lutto tremendo sapere che era morto,nonostante la sua età si iniziava a far sentire.
" Ci ha lasciato che aveva solo 77 anni" continuava a ripetere mia madre. Il fatto era che,zio soffriva di cuore e,infatti,era stato proprio un infarto a decidere la sua fine. In ogni caso quando ci hanno chiamato,dando la notizia del testamento,mia madre ha iniziato ad urlare per telefono che la sua adorata piccolina non poteva allontanarsi da lei. 
"E' forte come lo era tuo padre..." mia madre si era ormai avvicinata a me e mi infilava alcuni medicinali nella borsa che avevo a tracollo, "lui è sempre stato come papà" cercai di consolarla.
Mio padre ci aveva lasciato quando io avevo solo 10 anni e mio fratello 13.
Mia madre dal giorno del funerale era sempre stata molto protettiva nei nostri confronti e noi,abbiamo sempre evitato di fargli pensare la nostra esistenza.
L'incidente di nostro padre ci aveva cambiati un pò tutti.
Io diventai più matura,mi trovai a crescere troppo in fretta per prendermi cura sia di me che di mia madre che non era riuscita a riprendersi subito e cadde in depressione per i primi tre mesi.
Mio fratello Tommo fu quello che cambiò di più. A 17 anni iniziò a saltare la scuola per andare a fare danni con dei bulletti che aveva conosciuto nell'istituto. 
Dopo la terza volta che lo portarono a casa ,per aver fatto scattare l'ennesimo incendio nel parco,mia madre lo chiuse a casa per un mese.
Quando,finalmente potè uscire alla libertà,disse che voleva lavorare ,che a scuola non voleva andarci più e mia madre non riuscì ad obbiettare.
Quel mese a casa era stato un continuo litigio tra mia madre depressa e mio fratello ribelle,il fatto che lui avesse preso una posizione e una decisione cosi drastica ci fece capire che era ciò che voleva davvero.
Sentii mia madre sbuffare e poi abbracciarmi "penso che farà freddo lì,siamo a novembre dopo tutto..."si tolse la sciarpa che aveva al collo e la mise attorno al mio. Era la sua sciarpa rossa preferita,sapevo che me la stava dando per farmi avere un ricordo costante di lei. Aveva paura che la dimenticassi e a quel pensiero cosi ingenuo non potetti fare altro che sorridere. 
 "Ora vai a mamma,chiamami quando arrivi! Mi raccomando,non dare troppa confidenza agli estranei.." mi diede un bacio sulla guancia mentre io alzavo gli occhi al cielo "lo farò,ti voglio bene mamma!" uscii dalla porta con l'ultima valigia e un vento di fine novembre mi invase " Tommo questa è l'ultima" mio fratello con un riflesso prese la valigia.
"Bene visto che è tutto pronto possiamo anche andare!Sali in macchina sorellina"io seguii il suo ordine e mi andai a mettere seduta nel calore della macchina strapiena. Prima di partire guardai per l'ultima volta quella figura in pigiamone invernale e vestaglia che era sull'arco della porta e mi guardava con le lacrime agli occhi,sapevo che si era promessa di non piangere ma l'avrebbe fatto comunque una volta che io sarei stata fuori dalla sua portata visiva.
Arrivammo all'aereoporto e mio fratello fece venire un fattorino per prendere tutte le mie valigie "sai sorellina,mi mancherò la tua brutta faccia in giro per casa" mi sorrise,io e lui non riuscivamo ad essere sdolcinati se non mettevamo qualche insulto in una frase,"invece a me non mancherà la tua puzza che lasciavi in giro,dopo la palestra!" lui rise e mi abbracciò,respirai per l'ultima volta quella "puzza" perchè sapevo mi sarebbe mancata.
"Prometti che fai la brava e che mi scrivi tutti i giorni,come fai con il tuo diario?" restai leggermente scossa da quell'ultima fase,non sapevo che lui fosse a conoscenza del mio diario,probabilmente,l'aveva anche letto come ogni fratellone ficcanaso sa fare. Eppure in quel momento,non mi importava.
"Devo andare Tommo ,mi mancherai..." il fatto che non abbia risposto alla sua domanda gli fece subito capire che avrei mantenuto quella promessa.
Lasciò la presa e fui libera di andare. Seguii il fattorino,lanciando a mio fratello uno guardo ogni due secondi finchè mi fosse possibile.Non pensavo che lui e mamma mi sarebbero mancati cosi tanto ma,dopo tutto,stavo lasciando a Napoli la mia vita.
Dopo circa venti minuti ci fecero salire sull'aereo ed io mandai un breve messaggio a Tom.

Destinatario : Tommo 
" Pronti,partenza,viaaa"


Riuscii a mandarlo giusto in tempo ,prima che la voce dell'hostes avertisse che era ora di spegnere i cellulari.

Caro diario sono sull'aereo,ho lasciato alle mie spalle mia madre e mio fratello. Sono un pò giù di morale perchè non sò quando li rivedrò, probabilmente, a Natale. Parlando proprio di questo è quasi alle porte,ci manca solo un mese. Non sò come sarà la casa ,ma spero abbastanza grande per mettere un bel albero di Natale ed addobbarla come solo io sono capace di fare. Sai che sono stata sempre io ad addobbare l'albero a casa,prima con mio padre e poi da sola,mi mancherà vedere la faccia di Tommo quando tornava e vedeva tutte quelle luci da per tutto,anche nella sua camera attorno alla porta dove c'era il suo "adorabile" cartello: "chi entra muore".
Devo smetterla di essere malinconica,dopotutto loro possono sempre venirmi a trovare o io posso andare da loro quando ho voglia. Non sto morendo,sto solo partendo.
Ora cerco di riposare,fra due ore l'aereo arriverà a Londra. 
Buon viaggio a me e come ho scritto a mio fratello  " pronti,partenza,via".


Posai nuovamente il diario nella borsa sul sedile accanto al mio,stranamente,vuoto. Presi la macchia fotografica e inizia a scattare una foto al cielo pieno di nuvole bianche che era sotto di me.
Avevo intenzione di scattare molte foto per ricordarmi tutto.
Ancora con la macchina fotografica in mano,presi il mio mp4 e mi lasciai trasportare dalle parole di "mirror" di Justin Timberlake.

Quando arrivai a Londra era ormai sera,il sole stava emandando gli ultimi raggi di sole e questo era un momento perfetto per una foto.
Il fattorino stava mettendo le mie valigie in un taxi e io lo ringrazai dandogli la mancia. Sotto gli occhi increduli del tassista mi misi in macchina e "dove la devo accompagnare signorina?" ebbe la forza di domandarmi con un inglese maledettamente perfetto,"Holmes Chapel" gli dissi senza aggiungere altro.
Il freddo si sentiva anche oltre le fessure della porta,la neve cadeva a fiocchi leggeri ma non continui,vedere la neve per me era una esperienza unica nonchè rara. Iniziai a scattare foto al parorama invernale attorno. 
Ero a Londra, ne potevo respirare l'aria,si vedeva in ogni angolo della città;le cabine rosse ,gli autobus a doppio piano dello stesso colore, il big ben , le strade piene di negozi addobbati già per Natale. Mi sentivo a casa,anche se, ne ero lontana chilomentri.
Il taxi frenò all'inizio di una strada dove il cartello segnava un " Welcome to Holmes Chapel". Quando uscii il buon uomo mi diede una mano a scaricare le valigie,quando le vidi tutte a terra mi accorsi che erano veramente tante. Pensavo al modo per portarle lungo la piccola stradina in salita,troppo stretta per una macchina. Pagai il tassista e presi più borse possibili,quell'idea però venne contrastata dalla sub-norme pesantezza di sole tre valigie, e le lasciai cadere a terra di scatto . Mi sedetti sulla valigia dove,poche ore prima,si era seduto Tommo.
Pensando proprio a lui decisi di chiamarlo,presi il cellulare e chiamai "Tommo" e la foto che vi era vicino con la sua graziosa faccia.
" Sorellina sei arrivata a Londra?" la voce di mio fratello era sollevata ,contenta della mia chiamata,contenta di sentirmi. "in realtà sono già ad Holmes...ho un problema..non sò come...beh ecco... portare le valigie a casa" una risata malvagia invase il telefono "te l'avevo detto che erano troppe!" sbuffai mentre lui continuò a ridere e iniziai ad urlare per sovrastare la sua risata " scemo! Al posto di ridere metti in moto il cervello,per una volta, e trova una soluzione!" il silenzio totale invase la cornetta, se non fosse stato il suo respiro ad invaderla a scatti regolari,avrei pensato che Tommo mi avesse staccato il telefono in faccia.
"Se vuoi chiamo Carlo..."disse infine lui dopo lunga meditazione.
Ma certo Carlo! Mio cugino,il figlio di zio Albert,abitava nella casa vicino alla "mia","certo è un idea geniale! Chiamalo in fretta perchè è sera, sono da sola e in mezzo ad una strada deserta" lui accennò una risatina "tranquilla sorellina,ti ricordo che non sei più a Napoli...Ora lo chiamo aspetta,arriverà tra poco!"concluse così la conversazione ed io rimasi di nuovo sola,sapevo che,fortunatamente,mio fratello sarebbe arrivato presto.
Poco dopo una macchina nera con finestrini scuri,simile ad un 4x4, arrivò alla fine della strada. Mi alzai di scatto pensando fosse Carlo ma quando si abbassò il finestrino,un ragazzo con i capelli ricci ed occhi verdi intensi ,si sporse verso il lato del passeggero.
"Ciao straniera,perchè sei in mezzo alla strada? Ti sei persa?"sorrise con disinvoltura come se non fossi una sconosciuta," no in realtà sto aspettando una persona. Sono la nipote di Albert!" lui abbassò la testa per guardarmi meglio e "quindi tu saresti Lola?" io annuii  e lui sorrise " Albert mi parlava sempre di te quando venivo qui per le vacanze..."la sua voce rauca e rassicurante,accostata al suo accento inglese davvero perfetto ,era molto malinconica nel pronunciare il nome di mio zio "ah,tu non abiti qui?" mi guardò strano come se quella frase doveva sembrare una domanda retorica.
" No..." mi accennò prima di guardare nel finestrino "Benvenuta ad Holmes Chapel,Lola" mi fece cenno con la mano,alzò il finestrino e ripartì.
Guardai quella macchia andare via mentre un'altra mi raggiunse pochi secondi dopo " Lola,Lola!" sentii uscire da quella macchina. Era mia cugino " ehy Carlo!" lui scese per abbracciarmi "con chi parlavi?" disse mentre prendeva veloce le valigie e le poneva nella sua monovolume bianca.
" Un tipo che conosceva zio Albert e il mio nome..." lui alzò il sopraciglio fermandosi un attimo poi " Ah certo! Hazza!" esclamò battendosi la mano sulla fronte "Hazza?" dissi avvicinandomi a lui.
"E' il tuo vicino di casa dal lato sinistro,sua madre Anne era molto amico di mio padre e lui è cresciuto con Hazza" mi spiegò mentre entrava in macchina, io per non perdere un filo della spiegazione lo imitai veloce,
"lui ha detto di non abitare qui" dissi confusa,lui mi guardò un secondo e poi mise in moto ancora con quel sorrisetto divertito. 
" Strano che tu non lo conosca! E' famoso in praticamente tutto il mondo!" storsi il muso a quella frase,se lo fosse stato l'avrei visto da qualche parte sicuramente "no mi spiace non lo conosco..." arrivammo subito a destinazione. Le nostre case erano vicine a dove il tassista mi aveva fermato ,fortunatamente. 
Uscii emozionata e curiosa di vedere la casa. Era simile a tutte le altre attorno: una villa a due piani con un tetto blu e mura bianche,ma aveva una cosa che la differenziava dalle altre. Il cancelletto dell'entrata era rosso.
"E' membro di una band..." continuava a spiegare Carlo mentre scaricava veloce la macchina,io mi avvicinai per aiutarlo"come si chiama questa band?" chiesi curiosa,visto che insisteva a farmela capire.
"One direction.." solo a quel nome mi illuminai .
La stanza della mia amica Luna,strapiena di poster con questo nome segnato sopra,5 ragazzi tra cui anche il riccio.
Quel piccolo flash-back mi fece sorridere,perchè mi ricordavo la faccia spaventata che facevo quando mi trovavo tutti gli occhi a dosso e mi immaginavo allo stesso tempo la faccia che avrebbe fatto Luna quando avesse scoperto che io avevo conosciuto il suo riccio inglese.
"Ah si! La mia amica è una sua grande fan.." lui scoppiò a ridere "beh penso che vorrà ammazzarti quando lo saprà!" poi si scavò nelle tasche "queste sono le chiavi Lola,quella rossa è del cancelletto e l'altra della porta,spero ti piaccia!"mi porse le chiavi e io restai a guardarle per un pò.
"Ora devo proprio andare! Tocca a me prendermi cura di Lucy oggi.." Lucy era la sua piccola figlioletta di tre anni,in quel momento capii la sua fretta " se hai bisogno chiama pure!" si recò verso la macchina poi si picchiò di nuovo sulla testa come prima e tornò vicino a me "dimenticavo..." prese una lettera dalla tasca e me la porse " benvenuta ad Holmes Chapel" mi disse prima di correre alla macchina e parccheggiarla nel garage nella casa al mio fianco.
La frase di mio cugino mi suonò con la voce del ragazzo di poco prima. La stessa frase,persone diverse. Voce rauca ed occhi verdi incastonati nei miei castani scuro in pieno contrasto,mi passarono davanti come un flash.
Rabbrividii.
Presi le chiavi ed aprii il cancelletto,mi recai verso casa.
Ero nella città dei miei sogni.
Aprii la porta, ero a casa.
Salve a tutti! Questa è la mia prima storia pubblica,spero vi piaccia! Ci vediamo al prossimo capitolo,ricco di sorprese :D Un saluto.
  
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