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Autore: MileyDestinyCyrus99    02/12/2013    1 recensioni
Lessi la scritta.
“Se non vivi per qualcosa,morirai per niente ” dissi io
“Si, mi sembra la cosa più vera che io abbia mai sentito.” disse lui fiero.
“E’ una bellissima frase.” dissi io continuando a guardare il carattere in cui era stato scritto il tatuaggio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Madrid. Anno 2037.
Immaginate di svegliarvi di soprassalto e di trovarvi nel buio più completo e in un luogo sconosciuto. Io mi sentivo proprio così quando entravo nel “ring” per una nuova battaglia. Anche se avevo già combattuto, ogni volta era diversa. Mi passi sul petto una fascia elastica bianca e la legai il più stretto possibile. Mi misi la tuta di battaglia e mi legai i capelli in una crocchia bassa e il più possibile schiacciata. Poi mi misi la maschera nera. Non potevo permettermi di farmi riconoscere, non potevo permettermi che tutti notassero chi ero. Ero pronta. Spinsi il portone ed entrai nella sala buia illuminata da una sola luce sul soffitto. Mi feci largo tra la folla.
Un ragazzo, mi vide e alzò il pugno in aria e iniziò a urlare.
“Arena, Arena, Arena…” urlò.
Tutte le persone si girarono verso di me e anche loro imitarono il ragazzo, alzarono il pugno e urlarono. “Arena..” Le urla erano sempre più forti. Io mi diressi al centro del ring che era stato fatto all’ultimo minuto delimitato da delle sedie. Un uomo salì su una delle sedie e fece segno alle persone di smettere. Il silenzio che ci fu dopo, fu come un secchio d’acqua che ti rovesciano addosso.
Freddo e inaspettato.

“Ragazzi, buoni… Chi è il prossimo, in lista.??” disse l’uomo alzando la voce.
Dal silenzio si passò ad un lieve mormorio.
“Nessuno che si fa avanti??” ripeté l’uomo sulla sedia, mentre guardava verso il basso tutta la folla.
In un attimo, la gente si divise in due lasciando aperto un corridoio che portava al ring, proprio davanti a me.
Una ragazza con un coda bionda platino, più alta di me, con un top e dei pantaloni con le borchie si mise davanti a me.
“Una sfidante.. bene. Pubblico, lo chiedo a voi, chi vincerà questa volta??” chiese l’uomo urlando.
Il pubblico ci mise neanche tre secondi e senza dubbio gridò in coro.
“Arena.”
La ragazza continuava a guardarmi in faccia, stringendosi le mani in pugni  e scrocchiandosi le dita.
Mi guardò e fece una smorfia.
Io mantenei lo sguardo, ma non feci niente dovevo mantenere la concentrazione.
Dovevo capire dove erano i suoi punti deboli, per poterla battere.
“Che la sfida inizi!! Le regole sono chiare??” chiese l’uomo guardandoci.
Io annuì.
“Si, chiare.” disse la ragazza non togliendo neanche per un secondo lo sguardo da me.
Sentì un fischio e la ragazza mi tirò un pugno con la mano destra, io lo schivai spostandomi alla mia sinistra e il pugno della ragazza girò a vuoto, io ne approfittai per tirarle un calcio nella schiena, che la fece cadere in avanti sulle ginocchia e con la schiena inarcata.
Io mi fermai dietro di lei e aspettai che si rialzasse.
Lei lo fece e con dei saltelli,mi tirò un pugno che mi colpì nello stomaco.
Io mi piegai in due e la ragazza mi girò attorno e mi tirò un calcio nella parte dietro delle gambe facendomi finire coricata a pancia in giù.
Sentì il piede della ragazza sulla mia schiena, il suo peso che mi schiacciava al terreno, poi la ragazza mise entrambi i piedi sul di me all’altezza del fondoschiena e mi fece inarcare la schiena tirandomi su per la maglia, mentre con tutta la forza mi teneva attaccata al terreno.
Io con le mani libere le affermai le caviglie, lei tolse la mani dalla mia maglia appena sentì il mio tocco.
Io con tutta la forza che avevo nelle braccia, cercai di toglierla dalla mia schiena, ma solamente con le braccia non ce la feci, così unì i piedi e le tirai un calcio sul fianco.
Lei cadde e si tolse da me, io mi rialzai così velocemente che la trovai ancora stordita dal colpo.
Così la colpì con un pugno in pieno viso.
Sentì sulle mie nocche il suo sangue.
Lei cadde per terra e picchiò la testa.
Io mi guardai intorno, tutti si stavano sporgendo per vedere se la ragazza riuscisse ad alzarsi.
Erano tutti con il fiato in sospeso, sembrava che l’unica che respirava, cioè affannava, ero io in quella stanza ricca di persone.
La ragazza cercò di rialzarsi e io le tirai un calcio, lei rifinì a terra e alzò le mani per arrendersi.
Appena fece quel piccolo gesto, il fischio risuonò e io le persone iniziarono a urlare.
Alcune nella sala si stavano disperando mettendosi le mani nei capelli, altre invece esultavano.
Un gruppo di persone davanti a me, alzò il pugno e gridò.
“Arena!!”
Io mi fermai a guardarli.
Provavo disgusto, orrore verso di loro che mi acclamavano.
Perché io ero diventata, ero stata soprannominata Arena, per tutte le battaglie che avevo vinto.
Ma soprattutto provavo disprezzo verso di me che mi ero ridotta a essere un oggetto sul quale scommettere.




Note dell'autrice:
Salve a tutti ragazze/i, questa è la mia prima storia che posto su questo sito.
Forse vi sembrerà una storia come le tante, ma io spero di no.
Mi è venuta in mente durante un'ora di Latino a scuola, hahaha.
Comunque non mi dilungo troppo, spero di avervi accattivato almeno un pochino e il prossimo capitolo sarà molto più lungo. 
Ultima cosa... RECENSITE. 
xoxo#me.
  





 
  
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