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Autore: _Becky    02/12/2013    1 recensioni
Barcellona,Spagna.
Mezza città ha un idolo: Pablo Fuentes.
Fortissimo,umile e intelligente,così lo definisce Marisol: ragazza diciottenne appassionata del calcio proprio grazie a lui. Sogna di incontrarlo un giorno,anche se non ne è completamente certa.
Ma cosa succederebbe se lo incontrasse per davvero,e si scontrasse con l'arrogante e presuntuoso fratellino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO SEDICI


Quel giorno uscii dalla classe con la consapevolezza che non avrei visto Andrés nemmeno nel pomeriggio e sospirai sconsolata, ma era questa la vita di un giocatore, soprattutto di colui che un giorno sarebbe arrivato nella prima squadra. Mi aggiustai la borsa sulla spalla e salutai Ben, aprendo la borsa per recuperare ipod e cuffiette. Alzai per un attimo lo sguardo, guardandomi intorno perché qualcuno mi stava spingendo, però non riuscii a vedere chi fosse stato; in compenso guardai dritto davanti a me e notai il perché di tanta fretta: Andrés era fermo fuori scuola.
Sorrisi spontaneamente e riposi di nuovo ciò che avevo preso nella borsa, richiudendola poi. Iniziai a camminare ma mentre lo facevo il sorriso mi si spense lentamente dalle labbra. Se fossi andata li e lo avrei baciato o semplicemente abbracciato, i ragazzi e le ragazze dell’istituto avrebbero iniziato a rendermi la vita difficile, con le continue domande e complimenti per il ragazzo che avevo e sinceramente non lo volevo. Ero sempre stata invisibile agli occhi di tutti, passavo sempre inosservata, ero una ragazza che voleva normalità e se mi fossi avvicinata ad Andrés non l’avrei mai avuta. Il mio inconscio mi ricordò, però, che già tutti sapevano tutto e la mia mente ritornò a qualche giorno prima e a quel mattino stesso, in cui tutti mi avevano guardata ammirati e sperai vivamente che non fosse per il bacio che i giornali avevano simpaticamente messo in prima pagina.
Presi un bel respiro e ricominciai a camminare. Andrés mi vide e liberandosi non so bene come dalla folla mi venne incontro.
“Ciao!” gli dissi, una volta vicina e senza ensare a coloro li intorno che ci guardavano, gli gettai le braccia al collo.
Andrés mi strinse a sua volta e quando ci staccammo la domanda mi venne spontanea: “Ma non eri agli allentamenti a sgobbare, tu?”
Sorrise.
“Si, però il mister ha detto che per oggi poteva bastare così, quindi mi sono fatto una doccia veloce e sono venuto qui.”
Le guance mi si dipinsero di rosso e sorrisi come la più stupida del reame.
“Sono..felice” riuscii a balbettare, imbarazzata e lui mi sorrise, allungando una mano per farmi una carezza.
Rimasi un attimo imbambolata, senza saper bene cosa fare e guardando la folla che era ancora li. Andrés si accorse del mio imbarazzo e così fece scivolare la sua mano nella mia.
“Ti accompagno a casa.” Disse e quando ci girammo per raggiungere l’auto li vicino fece un saluto con la mano ai ragazzini li intorno e loro, ammirati, ricambiarono e poi iniziarono ad andarsene.
Il percorso fino a casa fu piacevole, parlando del più e del meno, mentre quando parcheggiò davanti casa mia fu, per me, un po’ più imbarazzante.
Lui ancora una volta si accorse del mio disagio e scoppiò a ridere.
“Cosa c’è?!”
“Niente, è che sei proprio buffa!”
“Grazie tante!” risposi offesa e misi il broncio.
Andrés si sporse e mi abbracciò.
“Sei buffa, però in modo positivo!” borbottò dandomi un bacio sulla tempia.
La rabbia scemò nuovamente, come quando ogni volta ero con lui.
Si staccò un poco e mise alcune ciocche di capelli che mi erano sfuggite dietro l’orecchio, rimanendo con gli occhi sul mio viso.
Si avvicinò ancora e posò le sue labbra sulle mie, quello che avrei voluto fare io ma non lo avevo fatto per vergogna.
Senza pensarci gli circondai il collo con le braccia e risposi al bacio, pensando ancora una volta che tutto quello non poteva essere reale.
Ci staccammo guardandoci ancora un po’ negli occhi, poi sorridemmo.
“Ci sentiamo dopo” gli dissi e scesi dalla macchina, guardandolo dal portone di casa mentre si allontanava.
Entrai in casa sospirando, poi preparai un panino, visto che Daniel sarebbe tornato verso le 18:00 dal lavoro. Studiai un po’ e dopo aver lasciato un biglietto sul tavolo, dove informavo mio fratello che sarei andata da Greta uscii di nuovo.
Greta aveva bisogno di comprare dei vestiti e quindi l’accompagnai in centro a fare degli acquisti e verso le 20:00 tornammo a casa.
Quando entrai notai che la casa era buia, tranne per la tv accesa nel salotto e Daniel che era steso sul divano.
“Ciao Dani” lo salutai, liberandomi della giacca e della borsa nell’ingresso, accendendo poi la luce.
La risposta non arrivò e pensai che stesse solo dormendo.
Mi avvicinai e quando gli fui di fronte, capii che non stava dormendo, ma tra le mani aveva un giornale vecchio di quasi un mese.
“Che fai?” chiesi, sedendomi di fianco a lui e prendendo il giornale, sfogliando le pagine e soffermandomi sulla terza.
Daniel si mise a sedere ed io trattenni il fiato: la foto mia e di Andrés mentre ci baciavamo.
Lo guardai e lui mi restituì uno sguardo severo.
“Daniel io..”
“Dimmi, quando me lo avresti detto?” domandò, la voce fredda.
“Vedi, io sap-“
“E come un cretino io ero l’unico a non saperne niente.”
“Te lo avrei detto, te lo giuro!”
“Non è questo il problema principale!” urlò.
“E qual è il problema allora?”
“E’ lui il problema.”
Trattenni di nuovo il fiato.
“Cos’ha che non va?”  la voce mi uscì flebile.
“Mi sembra che ne avessimo già parlato qualche settimana fa, Marisol. Hai dimenticato?”
“No Daniel, non l’ho dimenticato, ma l’ho conosciuto meglio,”
“Ah si? E come? Baciandolo davanti a tutti i giornalisti?!” urlò. “Ma ti rendi conto che non è come dici tu? Ti rendi conto che lui è uno famoso, il fratello del grande ‘Pablo Fuentes’ d’altronde? Ti rendi conto che vuole solo una notte?!”
Deglutii. “E’ un mese e una settimana che stiamo insieme e lui non ha mai sfiorato nemmeno l’argomento.”
“Non importa Marisol! Non lo ha fatto perché vuole prima che entri nelle tue grazie, poi verrà naturale ciò che lui vuole!”
Mi alzai parandomi di fronte a lui.
“Mi stai dando della puttana? Eh? Rispondi!” urlai furiosa.
Si alzò anche lui.
“Non ti sto dando della poco di buono, Marisol, ma quello li è un gran furbo! Sa rigirare le persone a modo suo e ottenere quello che vuole!”
“Ti stai sbagliando Daniel. Non ti permetto di parlare così del mio ragazzo.”
Si passò una mano fra i capelli.
“Il tuo ragazzo…” ripetè. “Li vedi anche tu gli articoli su di lui! Non puoi essere raggirata così!”
“Non mi ha raggirata! E si, li ho visti gli articoli sui giornali, ma più di un mese fa!”
Fece un lungo respiro tentando di calmarsi.
“Tu sei la prossima, Marisol. Ti spezzerà il cuore.”
“Non lo farà.” Esclamai tranquilla.
“Dio, Marisol, ma fai davvero?”
A quel punto le lacrime non tardarono ad arrivare.
Mio fratello non si fidava del mio ragazzo, ma soprattutto, mio fratello non si fidava di me.
Il cellulare squillò proprio in quel momento e quando constatai che fosse Andrés risposi.
“Sto venendo sotto casa tua, esci un attimo, devo dirti una cosa importantissima. Non sai quanto sono felice!”
Ma quella felicità io non la condividevo, infatti gli risposi un semplice ok e riattaccai.
Recuperai giacca e borsa e aprii la porta, pronta ad andar via.
“Dove vai?” domandò Daniel.
“Lontano da te.” Risposi.
 
Andrés arrivò qualche minuto dopo e quando scese dall’auto gli gettai le braccia al collo, iniziando a piangere.
“Hey, cos’è successo?”
“Portami via di qui!”
“Che..?”
“Per favore!” lo supplicai.
Andrés annuì e quando ci sistemammo in macchina partì.
Mi domandò più volte cosa fosse successo ma le sue domande restarono senza risposta.
Parcheggiò l’auto e quando scese lo seguii, entrando in un palazzo, percorrendo un corridoio e prendendo l’ascensore; uscimmo, ritrovandoci davanti una porta in legno e capii che fosse casa sua.
L’appartamento era grandissimo e mi guardai intorno spaesata.
Mi fece fare un veloce giro per vedere la casa e poi, una volta liberatoci delle giacche, ci sedemmo sul divano davanti ad una tv grandissima a schermo piatto.
“Ehi.” Mi accarezzò la guancia. “Mi dici cos’è successo?”
“Ho litigato con Daniel.”
Un’altra lacrima mi sfuggì e Andrés l’asciugò con il pollice.
Mi avvicinò a lui e mi prese fra le braccia, posandomi un bacio sulla testa.
“E sei sicura che la cosa migliore per risolvere sia stata scappare?”
Mi diede un altro piccolo bacio sulla testa e potei sentire il battito del suo cuore aumentare.
“No, non lo sono per niente. Ma avevo bisogno di allontanarmi per un po’.”
“Vuoi stare qui stanotte?”
“Si.” Risposi sicura.
“Okay, però promettimi che manderai un sms a tuo fratello dicendogli che sei qui.”
“Devo proprio?”
“Si.”
“Okay..” risposi, accoccolandomi meglio sul suo petto.
“E promettimi anche che domani tornerai a casa e andrai a parlargli.”
“Questo non posso promettertelo.”
“Marisol!”
“Andrés, non sai nemmeno la causa della litigata.”
“Qualunque cosa sia, anche se riguardasse me, voglio che tu ci chiarisca. Siete pur sempre fratelli.”
“Non c’entra, mi ha fatto male sentire quelle parole.”
“Ti capisco, ma n-“
“Tu non puoi capire Andrés. Nessuno ti ha mai fatto sentire come se  non fossi in grado di gestire la tua vita.”
“In verità si..”
Alzai la testa per guardarlo. “Davvero? Chi?”
Sorrise e “Tu”, rispose. “Parecchie volte.” Aggiunse.
Risi e lui con me, perché sapevo che lo stava facendo per alleggerire l’atmosfera.
Il suo cellulare squillò e con la mano libera lo prese dalla tasca e rispose.
“Ciao Nacho. Si. No, non posso. Perché sono con Marisol.. Smettila, idiota! Okay..Grazie. Ciao.”
Riuscii a cogliere poco e niente da quella conversazione ma non me ne importò.
“Ti saluta Nacho.”
“Quando lo vedi ricambia” ridacchiai.
Guardò l’orologio sul polso, poi disse: “E’ ora di andare a letto.”
Lo guardai male e lui scoppiò a ridere.
“Ma sei sempre in malafede tu?”
Ridacchiai e sentii sollevarmi. Andrés mi stava portando in braccio.
Mi adagiò sul suo letto e aprì l’armadio.
“Mi sa che non ho un pigiama da donna.” Ridacchiò. “Ma qualche mia maglia dovrebbe andarti.”
Ne prese una grigia.
“Vai prima tu o prima io?” chiese indicando il bagno.
“Io.”
Feci una doccia e mi vestii con la stessa biancheria di prima, pulita e poi andò Andrés.
Mentre lui era in bagno mi sistemai sotto le coperte del lettone e mi ritrovai a pensare a quante donne ci avessero dormito e iniziai a sentirmi a disagio, le parole di Daniel che ancora mi rimbombavano nella testa.
Sentii il letto cigolare e vidi Andrés che si stava sistemando sotto le coperte, con addosso solo il pigiama di sotto, quindi a dorso nudo, ma feci finta di non vedere il suo fisico scolpito.
Gli sorrisi rotolando su un fianco, trovandomi di fronte a lui.
Allungò una mano e mi accarezzò la guancia.
“Cosa c’è, Marisol?”
“Pensavo a quante donne siano state nel tuo letto.”
Seguì un istante di silenzio e poi la sua risata invase la camera.
“Beh, che c’è da ridere?”
“Diciamo che non mi piace consumare nel mio letto. Almenochè non sia la donna che amo.”
Rimasi per qualche secondo a pensare su quella frase.
“E..Quante..” balbettai deglutendo, senza riuscire a formulare la domanda.
“Nessuna.” Mi rispose intuendo la domanda, poi si avvicinò e mi baciò la fronte.
Sorrisi spontaneamente e mi accoccolai meglio sul suo petto, circondandogli la schiena col braccio.
Mi strinse più forte a sé, come se volesse proteggermi.
“Buonanotte Mari”
Sorrisi di nuovo e mi abbandonai nelle braccia di Morfeo.
 



Hola! E dopo due mesi sono di nuovo qui. Mi scuso per questo ritardo, anche se so che è completamente inutile. Diciamo che è dovuto un po’ a tutto. La scuola, lo studio, gli impegni e soprattutto la mancata ispirazione che non ho provveduto a far ritornare, ma a quanto pare mi è tornata da sola! (:
Beh, lascio analizzare a voi il capitolo, ditemi se vi è piaciuto o meno, io, personalmente adoro Andrés ‘psicologo’ xD, mi fa una tenerezza assurda e poi fa capire di non fare di tutta l’erba un fascio, anche un ragazzo che sembra il peggior degli stronzi può nascondere il suo lato umano, soprattutto quando tiene ad una persona. Con questo, mi dileguo. Spero di aggiornare al più presto.
Ah, prima di sparire, volevo chiedervi un grosso favore: potete leggere la mia nuova os: 'A boulevard of broken dreams' ? E’ importantissima per me e mi piacerebbe ricevere qualche parere.
Grazie ancora, a voi che ci siete sempre e ai nuovi lettori.
Un bacio. 
  
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