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Autore: Hermione Jean Granger    02/12/2013    6 recensioni
Cosa succede a Ron e Hermione se si mette a nevicare?
Hermione adora la neve... e adora Ron. E' il suo rosso in un mondo tutto bianco e luccicante di neve. Le premesse per la nascita di un nuovo amore ci sono tutte, nel contesto più magico e romantico che si possa immaginare! Buona lettura *-*
[Terza classificata al contest "We are always infinity" di Ginny Weasley in Potter]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Rosso passione e bianco neve.

Erano i primi di dicembre: a Hogwarts, come ogni inverno, faceva molto freddo.
I preparativi per il Natale non erano ancora cominciati, ma ormai una scintilla di aspettativa per le imminenti vacanze si era insinuata nei cuori degli studenti, che passavano i pomeriggi a ciondolare nelle rispettive sale comuni.

Hermione Granger chiuse il pesante volume che stava consultando e guardò fuori dalla finestra. Dalla biblioteca, poteva vedere tutto il castello e i dintorni.
A differenza degli altri giovani maghi, stava studiando come in ogni altro periodo dell'anno, ma anche lei aveva un desiderio: le sarebbe piaciuto che cominciasse a nevicare... La neve la affascinava e la rallegrava, le ricordava bei momenti passati con i suoi genitori, con Harry...e con Ron.
Eh sì, forse la neve le piaceva così tanto perché nel suo inconscio la associava al suo amico Ron Weasley, che sulla neve spiccava perché rosso di capelli, rosso di orecchie e rosso di passione.

Hermione arrossì. Era da un po' di tempo, ormai, che si era resa conto di provare qualcosa di più dell'amicizia per il più giovane dei fratelli Weasley, compagno di mille avventure, e questo la scombussolava: era un sentimento troppo intenso per essere controllato, ogni volta che lo vedeva cominciava a tremare, e a diventare rossa; ogni volta che pensava a lui, sentiva una morsa allo stomaco e il cuore le batteva così forte che temeva che nel castello l'avrebbero sentito tutti.

D'altra parte, non sapeva se il ragazzo ricambiasse il suo sentimento: Ron era così timido, anche se crescendo stava diventando più maturo, e per lei era impossibile capire se anche per lui i loro sguardi  prolungati, le loro conversazioni e i loro contatti fatti durare un po' di più del necessario, fossero indice di una semplice amicizia o di qualcosa di più.

La ragazza stava ancora sognando ad occhi aperti, quando, di colpo, accadde: soffici fiocchi bianchi cominciarono a cadere dal cielo terso, e a ricoprire il parco, le guglie del castello e la capanna di Hagrid, modellando un manto candido e vellutato.

Hermione si illuminò e decise di andare a godersi dal vivo quello spettacolo luccicante: andò nel suo dormitorio, lasciò lì i libri, si coprì bene ed uscì dal castello, con il volto sferzato dal vento gelido e dal nevischio.
 Cominciò a camminare piano, ammirando il paesaggio intorno a lei: Hogwarts era ricoperta di soffice neve candida, e i fiocchi giocavano a rincorrersi, mossi dal vento. Si scoprì a canticchiare.

Tutto quel bianco le comunicava una sensazione di pace e rilassatezza che provava rare volte: si sedette su una panchina, chiuse gli occhi e si abbandonò completamente, con un sorriso sereno stampato sulle labbra.

Era ignara di essere osservata: Ron, che stava tornando castello dopo aver fatto visita ad Hagrid, riconobbe da dietro i capelli castani e lucenti di lei, e il cuore cominciò a tremargli.

La sua Hermione era lì, su una panchina, da sola. C'era un posto libero accanto a lei. Se fosse stato più coraggioso, si sarebbe seduto vicino a lei. Se avesse potuto fare esattamente quello che avrebbe voluto, l'avrebbe attirata a sé e l'avrebbe baciata.

Ma come poteva farlo? Come poteva pensare di piacere a lei, quel concentrato di pura bellezza, lealtà e coraggio? L'intelligenza di lei era il suo orgoglio; il suo amore per lei, la sua dannazione.

Perché si era innamorato? Perché proprio questo gli era successo: si era innamorato della sua migliore amica. Perché?

Vide il sorriso di lei, e un'altra domanda affiorò nella sua mente: perché non se n'era innamorato prima? Come aveva potuto non perdersi prima in quegli occhi meravigliosi e sinceri? Era nei guai, e in guai seri. Lei non l'avrebbe mai ricambiato e lui doveva lasciar perdere.

Ron stava per girarsi e tornare indietro, quando si sentì chiamare, quasi sommessamente, da una voce un po' tremante: "Ron".

Hermione, nella sua beatitudine, aveva sentito dei rumori dietro di lei, si era girata e aveva visto un maglione rosso inconfondibile, dei capelli ancora più inconfondibili, e soprattutto due occhi azzurri e lucenti, in quel momento velati dalla tristezza (o si stava sbagliando?).
Avrebbe guardato volentieri quegli occhi per tutto il resto della sua vita.

Il nome di lui le era scappato dalle labbra quasi involontariamente, e ora i due ragazzi si stavano fissando, uno più imbarazzato dell'altra.

Alla fine, molto lentamente, Ron si andò a sedere vicino a lei.

Silenzio.

La neve continuava a scendere, ricoprendo ora anche i due ragazzi, che rimuginavano e arrossivano per lo stesso motivo... ma che non lo sapevano.

Silenzio.

Poi, due voci parlarono contemporaneamente: "Hermione, io..." "Ron, ascolta...".

Entrambi si zittirono.

Silenzio.

Le mani di Hermione stavano congelando: non aveva pensato a portare con sé i guanti, e ora le sentiva tremare, anche se non sapeva se la colpa fosse del freddo o dell'emozione.

In un attimo, le mani di Ron furono sulle sue e le strinsero.

Il ragazzo assunse un'espressione terrorizzata: il suo era stato un gesto di impulso, e se lei l'avesse guardato male e poi garbatamente avesse allontanato le mani?

Ma lei non fece nulla di tutto ciò. Lei strinse le mani calde di lui ancora più forte.

Silenzio.

I due ragazzi si guardarono.

Arrossirono.

Silenzio.

Le mani intrecciate, i volti in fiamme, la neve intorno a loro.

"Ti amo".

Chi l'aveva detto tra i due?
Entrambi. Insieme.

Ed entrambi si voltarono, stupefatti; i loro occhi si trovarono, pieni di domande e di risposte. E di amore.
Le mani di Hermione lasciarono quelle di Ron per prendere il suo viso e avvicinarlo sempre di più; quelle di Ron salirono ad accarezzare con dolcezza i capelli di lei.

Sorridevano, emozionati, protendendosi l'uno verso l'altra.

Ron voleva contemplare quel viso così bello e acceso di emozione, ma poi il bacio ebbe la meglio e dovette chiudere gli occhi.

Le sue labbra trovarono quelle di Hermione, fresche e dolci.
Le sfiorarono, prima con delicatezza, poi le premettero con passione, mentre lei faceva scorrere le sue dita tra i capelli fulvi di lui e si avvicinava sempre di più, fino quasi a salirgli in braccio.

Se ci fosse stato qualcun altro oltre a loro due, avrebbe visto due ragazzi coperti di neve che si baciavano come se dal contatto delle loro labbra dipendesse la loro stessa vita.
Ma non c'era nessun altro, e così i due ragazzi continuarono a baciarsi, felici ed increduli, incuranti di essere una macchia scarlatta in un immensa distesa argentea.

Le orecchie di lui erano rosse.
Gli occhi di lei erano sfavillanti.

E quello fu, forse, il miglior bacio tra la neve di tutti i tempi.
  
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