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Autore: paccia1D    02/12/2013    2 recensioni
Sento le sue mani sulla mia schiena , se solo prova a portarle più giù gli do un ceffone che arriva fino a New York . Mi guarda fisso negli occhi , non credevo che gli occhi scuri potessero diventare così affascinanti in una frazione di secondo , quel suo ciuffo scompigliato all’insù lo rendeva ancora più attraente . Sum ? Sum ? Sum ?! Che stai dicendo lui è quel cretino ed egoista di Malik , ha fatto piangere milioni di ragazze ! Perché tu devi diventare una delle tante ?
Quel suo modo prepotente di chiamarmi Horan mi ha sempre fatta impazzire , continuo a fissarlo nei suoi oscuri occhi marroni che sembrano catturare i miei verdi smeraldo . Non parliamo , non ridiamo , non sorridiamo . . . niente , rimaniamo a fissarci profondamente gli occhi . Beh si sa , “gli occhi sono lo specchio dell’anima”.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Summer-

Gioco con il braccialetto di mamma, regalato per natale, quando mi arriva una chiamata da Louis. Non cosa, ma il mio istinto era titubante nel rispondere, come se fosse un dovere non un piacere. “Amore” enuncio premendo il tasto verde, quando sento la porta della mensa sbattere e un leggero odore di sigaretta, ero sicura fosse Zayn.
Mi sentivo in colpa nell’aver pronunciato la parola “amore” davanti a lui, e il solo pensiero che mi avesse sentito mi spaventava. Basta Summer. Lui non si è per niente sentito in colpa nell’averti lasciato, e mettendosi con altre mille ragazze, perché tu si? Continuo a parlare con disinvoltura con il mio fidanzato, anche se non lo sto ascoltando, rispondo solo con degli “uhm”. Finalmente Lou capisce che la mia attenzione non è per lui in quel momento, così mi saluta dicendomi le fatidiche parole “ti amo”. Ingoio imbarazzata, non sarei mai riuscita a rispondere davanti ai suoi occhi che mi scrutavano da capo a piede. Mi feci forza e risposi con un “mi manchi lou, a dopo”. Questo lo pensavo davvero. Mi manca Louis Tomlinson. . .il mio migliore amico, non il mio fidanzato. Di lui sono a dir poco stufa, ho preso questa storia come una cazzata ma perché faccio sempre gli stessi errori, perché?
Appena pronuncio il suo nome per attaccare, Zayn spalanca gli occhi e contraendo la mascella, come se fosse arrabbiato. Continua a far finta di niente, fumando la sua amata sigaretta. Nonostante abbia attaccato il suo sguardo rimane fisso nei miei occhi, come se mi volesse dire qualcosa ma non ne ha il coraggio. Quando finalmente parla. Avrei preferito non lo facesse.
“Pft, fidanzata con Louis Tomlinson giuro ci avrei scommesso tutto, che eravate fatti l’uno per l’altra. . .” dice con quel sorrisetto arrogante, come se niente lo stupisse.
“Non è vero, non te lo aspettavi, mi metterei la mano sul fuoco Zayn” rispondo sicura di me.
“Beh allora ti stai bruciando cara Horan, che idiota. Sono stato dietro a te mentre tu sbavavi dalla mattina alla sera dietro quel gay. Sapevo che mi avevi tradito quel giorno, non mi stupisco di averci provato con un’altra.” Afferma sbuffando il moro.
Non ci credo che l’abbia detto, invece si, è tutto vero. La rabbia mi sale a mille tanto da dare uno schiaffo a Zayn Malik. Tutta la mensa sembra aver visto quella scena ed è rimasta a bocca aperta. Sembra che non sono abituati a vedere una ragazza tenere testa al ragazzo che si è portato a letto mezzo mondo fottendosene delle mille lacrime versate per lui, beh allora non conoscono Summer Horan.
Continua a guardare verso il basso, quando me ne stavo per andare, lasciandolo lì solo, sotto gli occhi di tutti, mi giro di scatto per chiudere in bellezza.
“Mi fai schifo, vergognati” concludo, fregandomene di tutto e tutti, come ha sempre fatto lui. D’altronde Zayn Malik è stato un perfetto maestro di strafottenza, ho imparato proprio bene. Mi dirigo verso la mia stanza, e più la voce si diffondeva più sentivo bisbigliare in tutto il college il mio nome. I giorni seguenti furono meravigliosi, senza Zayn fra i piedi. Per quanto fossi arrabbiata gli ho levato anche il saluto, non si merita niente di tutto ciò, neanche un pizzico di rispetto. Le voci non si sono placata, affatto. Una di queste afferma che il povero Malik dopo il mio arrivo non ha portato nessuna ragazza a casa, palle. L’ha detto lui stesso che è stato un coglione ad andare dietro a me, quindi stare in astinenza per me non ha per niente senso.
Già, andava tutto alla grande, fin quando un cretino non ha liberato i mille lombrichi, ragni, scarafaggi che ci fossero nella sala di biologia, così siamo costrette a stare per due settimane fuori i dormitori. Meno male che ho un fratello.
Erano le due di notte quando ci hanno detto di preparare i bagagli. Ana è andata da Adam, Liza non ne ho la più pallida idea, è scomparsa da qualche giorno , e io? Io ho Niall.
Busso forte alla sua stanza, da dove provengono i lamenti di una ragazza, dopo la terza bussata gli striduli concludono e finalmente Niall mi apre. Tutta infreddolita dall’autunno Americano, mi stringo nelle spalle mentre mio fratello continua a fissare come per chiedermi “che vuoi rompi coglioni?”. Senza fare domande gli racconto tutto, quando da dietro la porta esce Liza totalmente nuda, coperta da un semplice lenzuolo a dir poco trasparente. Non ci posso credere, dovevo aspettarmelo. Fra qualche giorno Liza mi odierà a morte grazie a mio fratello, che cretino. Alzo gli occhi al cielo nel vedere i capelli della bellissima bionda tutti arruffati, peggio di una scarica elettrica. Aspetto che Niall si scosti per farmi finalmente entrare nella stanza.
“Summy non vedi ho ospiti” dice fissando con un sorrisetto da ebete la mia compagna di stanza che caccia una risata isterica, appoggiandosi al braccio di mio fratello stampandogli un bacio, “quindi sai da chi andare” continua.
“In realtà no!” rispondo stufa del comportamento infantile di Niall, “C’è Zayn, non fare la schizzinosa te lo sei portato a letto, dormire con lui non farà male a nessuno” conclude sbattendo la porta, lasciandomi a bocca aperta. Non ho intenzione, preferisco dormire fuori la porta. Ricominciano le urla insopportabili, così mi appoggio alla ringhiera della stanza 342. Mentre preparo il mio letto, fatto di sciarpe, un ragazzo apre la porta. E’ veramente carino. Mi invita ad entrare, titubante prendo la borsa e entro nella bellissima stanza. Sembrerebbe un bravo ragazzo, ma non mi fido, mai abbassare la guardia. Si presenta, dicendo che si chiama Samuel. Ha i capelli marrone scuro e occhi verdi quasi azzurri. E’ un bellissimo ragazzo ma non me la racconta giusta.
Questo inizia ad avvicinarsi sempre di più, sfiorandomi la gamba. Non mi arrabbio, come dice mamma queste persone bisogna prima assecondarle, per poi fuggire via. Fortunatamente suonano alla porta, e in meno di un secondo mi alzo per andare ad aprirla. Mi ritrovo Zayn davanti con occhi non stanchi nonostante l’orario. Mi prende per un polso senza dire niente, quando arriva Samuel che porre resistenza mettendosi davanti Zayn. Tutto incazzato gli urla che non devo fare la fine dell’ultima sua vittima, e subito dopo il moro affonda il suo pugno nella guancia del ragazzo. Rimango sconvolta dalla quantità di sangue che esce dal suo labbro inferiore. Anche se continuo ad avere gli occhi spalancati seguo Zayn nel suo dormitorio. Mi fa accomodare sulla poltrona, quando vedo una ragazza uscire dal suo bagno tutta scollata. Riesco a vedere da qui le sue tette, ci credo che Malik se la sia portata a letto. La ragazza da il suo numero a Zayn, e con disinvoltura abbandona l’appartamento. Subito dopo il ragazzo butta nel cestino il foglietto appena consegnato.
“Mi avevano detto che eri in astinenza non potevo crederci” dico ridendo
“Non è questo il problema, ma il fatto che tu sia entrata nella stanza di un completo sconosciuto che per lo più ha picchiato la sua fidanzata l’anno scorso, meno male che Niall mi ha chiamato, sennò domani ti avremmo trovato con un occhio nero” risponde Zayn, sconvolgendomi ancora di più.
“Prima di tutto non avevo bisogno di te me la sarei cavata e poi io che ne sapevo!” urlo facendo la faccia tosta. Non pensavo niente di quello che avevo detto, sapevo perfettamente che se non fosse per lui, in questo momento chissà che mi avrebbe fatto quel maniaco. Oramai Zayn abituato al mio orgoglio, sbuffa preparandosi un cicchetto.
“Hai preferito uno sconosciuto a me, renditi conto Summer” non l’avevo mai visto così serio e deluso. Avevo fatto una cazzata secolare. Aveva perfettamente ragione ma era troppo imbarazzante ammetterlo.
“Sai dopo tutto quello che mi hai detto, non meriti neanche il mio saluto” ribadisco fissandolo nei suoi occhi delusi.
“Ricorda piccolina, il saluto non si leva neanche al peggior nemico” che perle di saggezza che sa tirare Zayn, chissà da dove l’avrà letta questa. Alzo per l’ennesima volta gli occhi al cielo. Ma il fatto che mi aveva chiamata “piccolina” mi faceva piangere il cuore.
“Dai su andiamo a dormire” dice il moro porgendomi la mano, “io dormo qui” rispondo indicando il divano. Zayn inizia a ridere come un cretino, e non so il perché.
“Non puoi immaginare quello che ho fatto lì sopra, e saperlo ti farebbe schifare ancora di più da me, dai su dormirai nel mio letto, sei fidanzata, giuro che non ti toccherò”. Sembrava sincero. Ci penso su qualche secondo per poi accomodarmi sul meraviglioso letto. In quella stanza mi sarebbe aspettata una grandissima sorpresa. Tutte le pareti erano cosparse di foto. Foto con la famiglia, con i suoi amici, foto nostre. Quelle di quando stavamo ancora insieme, ma in particolare quella fatta dieci giorni prima di partire, di tutti noi sul divano alla “friends” che ricordi.
Senza dir niente ci mettiamo sotto le coperte, quando il mio istinto mi fa avvicinare all’orecchio di Zayn sussurrandogli “non ti schifo. . .per niente”. Il moro si gira fissandomi negli occhi per poi sussurrare “lo so”.















-Zayn-

Non ci credo che l’abbia veramente chiamato “amore”. Mi sento come se una freccia trafisse il mio stomaco, riducendolo in mille pezzettini. Non so con chi sta parlando, ma è una voce maschile. Da come parla al telefono, sento una voce scocciata. Finalmente attacca al telefono quando sento nominare “Louis”. Lì la rabbia ha preso il sopravvento su di me. Tutti andavano bene affianco a lei ma non Louis Tomlinson, lui proprio no. “Pft, fidanzata con Louis Tomlinson giuro ci avrei scommesso tutto, che eravate fatti l’uno per l’altra. . .” dico mascherando la mia sofferenza.
“Non è vero, non te lo aspettavi, mi metterei la mano sul fuoco Zayn” risponde sicura di me.
“Beh allora ti stai bruciando cara Horan, che idiota. Sono stato dietro a te mentre tu sbavavi dalla mattina alla sera dietro quel gay. Sapevo che mi avevi tradito quel giorno, non mi stupisco di averci provato con un’altra.” Affermo sbuffando.
Giuro, me lo dovevo aspettare, insomma chi conosce meglio di me Summer Horan. Mi aspettavo quello schiaffo, così cattivo da lasciarmi le cinque dita sulla guancia. Tutti osservano quella penosa scena di gelosia da parte mia. Pensavo che l’inferno fosse finito, fin quando Summer si gira e fissandomi negli occhi, mostrandomi che era cresciuta e che oramai niente e nessuno la spaventava, mi dice che le faccio schifo. Non so se tutti l’hanno sentito, ma per me è come se l’avesse urlato. Continuo a guardare come un coglione il pavimento pieno di sigarette spente.
Da quel giorno credo di non aver più visto per una decina di giorni Summer. Mi aveva privato addirittura del saluto. Mi sentivo una merda, o meglio lo ero diventato trattando malissimo l’unica ragazza che mi abbia reso felice. Vidi per diverse volte ragazzi che parlavano di lei vogliosi del suo corpo nudo sui loro luridi divani. Odio il fatto che la guardino, anche un solo pensiero perverso su di lei mi irritava, tanto da farmi fumare un intero pacchetto di sigarette. Un giorno schifoso, d’altronde come i precedenti, decido di provare. Passando per l’aula di biologia noto un recipiente con al loro interno tutti gli esseri più schifosi di questo mondo. Cosa avrebbe mandato Summer da me? Questa sarebbe stata un’idea perfetta. Titubante apro il recipiente facendo uscire i piccoli animaletti, informando la preside di aver trovato diversi lombrichi e ragni nel corridoio.
La stessa sera, venne indetto verso le due di notte l’ordine di sgomberare i dormitori. Sapevo perfettamente che sarebbe venuta da me, perché il mio carissimo fratello in questo momento starà scopando con la sua compagna di stanza Liza. Bella scelta. Il tempo iniziava a passare, quando finalmente mi arriva una chiamata di Niall, dove diceva di aver cacciato Summer e di farla dormire nella mia stanza. Oramai spaventato mi avvio verso il corridoio di Niall, iniziando a bussare a tutti i dormitori nelle sue vicinanze.
Nessuno sapeva niente di Summer, quando finalmente busso alla stanza di Samuel. Uno dei ragazzi più temuti del college, avendo picchiato la sua ultima ragazza anche se non fosse stato denunciato inquietava tutti. Conoscendo quella cerca guai di Summer, mi fiondo sulla sua porta, e come previsto mi apre la ragazza dagli occhi verde speranza.
Tutti incazzato poiché aveva preferito un maniaco a me, la prendo per un polso trascinandola verso il mio appartamento. Samuel si mette davanti i miei piedi.
“Zayn lascia Summer o chiamo la sicurezza”, senza pensarci su, tiro un cazzotto sulla sua immacolata guancia oramai cosparsa di sangue. Finalmente riesco a portare Horan al sicuro. Come previsto nel piano, volevo vedere se si sarebbe sentita in imbarazzo nel vedere una ragazza uscire dal mio bagno, ma niente, non sembrava mostrare interesse, anzi, era anche scherzosa. “Mi avevano detto che eri in astinenza non potevo crederci” dice ridendo
“Non è questo il problema, ma il fatto che tu sia entrata nella stanza di un completo sconosciuto che per lo più ha picchiato la sua fidanzata l’anno scorso, meno male che Niall mi ha chiamato, sennò domani ti avremmo trovato con un occhio nero” rispondo sbattendole in faccia la verità.
“Prima di tutto non avevo bisogno di te me la sarei cavata e poi io che ne sapevo!” urla sparando cazzate a raffica. Ridacchio sotto i baffi, sembrava in realtà più uno sbuffo, non ci potevo credere. Sono abituato al suo orgoglio del cazzo, che ho sempre odiato, così decido di berci su. Faccio un sorso profondo quando finalmente le dico cosa penso veramente, mostrandole la mia delusione nei suoi confronti.
“Hai preferito uno sconosciuto a me, renditi conto Summer” dico infastidito ripensando di averla trovata nell’alloggio di Samuel. “Sai dopo tutto quello che mi hai detto, non meriti neanche il mio saluto” dice fissandomi per bene negli occhi, come se giustificasse il suo comportamento da bambina.
“Ricorda piccolina, il saluto non si leva neanche al peggior nemico” le ricordo. Sapevo perfettamente che quando la chiamavo “piccola” la rendevo a dir poco felice, così finalmente notai un lieve sorriso nascere sul suo viso.
“Dai su andiamo a dormire” dico porgendole la mano, “io dormo qui” risponde indicando il divano. Inizio a ridere, nel pensare alle mille ragazze che hanno dormito lì sopra con me.
“Non puoi immaginare quello che ho fatto lì sopra, e saperlo ti farebbe schifare ancora di più da me, dai su dormirai nel mio letto, sei fidanzata, giuro che non ti toccherò”. Non ci avrei provato con Summer, ma il fatto che mi schifasse e che io l’avessi ammesso con tanta disinvoltura mi rendeva triste, tanto da mostrare un sorriso falso. Ci pensò su qualche secondo, si voleva far desiderare, e ci riusciva benissimo. Nessuna ragazza aveva mai dormito nella mia stanza. E’ molto speciale per me anche perché ci sono tutti i miei più belli ricordi, fra cui anche Summer. Sembra sbalordita dalla bellezza della mia camera, rivedo nel suo sguardo quello di Niall. Quando l’ha vista anche lui è rimasto a bocca aperta, facendomi i complimenti per la bellissima idea. Chiedere dei complimenti sarebbe stato troppo da Summer Horan, infatti non me li fece. Senza dir niente ci mettiamo sotto le coperte, quando la ragazza dagli occhi color speranze mi sussurra all’orecchio “non ti schifo. . .per niente”. Mi giro fissandola negli occhi per poi sussurrare “lo so”. Restai tutta la notte sveglio, ad osservarla. Se qualcuno mi avesse visto si sarebbe spaventato. E’ così bella quando dorme. Mi era mancata. Quando inspiegabilmente si avvicina. . .
  
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