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Autore: Lunny    02/12/2013    0 recensioni
Margot è una ragazza di 14 anni. Appena uscita dalle scuole medie e in cerca di uno svago prima del liceo, e punta tutto sull'estate. Durante l'estate incontrerà persone che entreranno nella sua vita e la cambieranno, ma non tutte saranno capaci di restare, creando un profondo abisso nella sua persona, già molto insicura. Amore, notti al mare, amici e pazzia, queste sono le parole che descrivono il capitolo precedente della sua futura avventura al Liceo Classico.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il giorno della partenza si crea una sorte di agitazione in tutta la casa, sia per chi deve partire, chi per chi no. Sarei partita con mia nonna e mio zio e dopo un paio di settimane sarebbe venuta anche mia madre, la quale avrebbe fatto tutta l’estate su e giù a causa dei turni di lavoro. Alla stazione i soliti riti del saluto, quelli che sono inutile, se fatti da una persone che ti rivedrà dopo pochi giorni. Partire con mia nonna portava due cose positive: la prima, non mi avrebbe fatto domande durante il tragitto in treno, la seconda era che il cibo non mancava mai, il contrario di quello che accadeva con mia madre! Una volta seduti e sistemati i bagagli, la scena rimane solo all’immaginazione! Adoro guardare per 5 ore fuori dal finestrino, e immaginarmi quello che il destino mi avrebbe potuto offrire. Per accompagnarmi nei miei pensieri c’erano sempre quelle due canzoni, quelle dell’estate precedente:’summer endless’ e un’altra con un titolo di cui non ho mai ricordato il nome. Ogni tanto buttavo l’occhio sui passeggeri, i quali erano ogni anno più strani. Ad esempio quello laggiù, sedile 89, con un giornale in mano, gli occhiali da vista, ma dormiva di tanto in tanto, oppure quella signora che da due ore mangiava lo stesso panino. Ma ci avevo fatto l’abitudine, ogni anno era la stessa storia. Mentre cercavo di cambiare canzone mi arrivò un messaggio da Chiara, una mia cara amica del Sud, con cui ho passato due estati fantastiche, ma con la quale non ci ho mai veramente legato. ‘Come va il viaggio?’ ‘Tutto bene, arrivo per le 19.00’ ‘Ok, ci vediamo a casa mia.’ ‘Ok’ Un sorriso mi si disegnava sempre sul viso, ogni volta che qualcuno mi inviava per primo un messaggio, era come dire ‘Guarda che anche io so cercarti, perché mi interesso ’. Dopo le 6 ore di viaggio, ero praticamente sfinita, ma quando viaggi con tua nonna, lo sei sempre meno di lei e per questo devi aiutarla, anche se a malapena di reggi in piedi. Io e mio zio ci eravamo presi la gran parte delle valigie, lasciando a Rosa, mia nonna, solo la sua borsa e il mio sacchetto del cibo, ormai vuoto. Avremmo dovuto aspettare ancora qualche minuti prima che l’autobus arrivasse, perciò mio zio aveva pensato di comprare un gelato, così da rinfrescarci e fare due passi. Il cielo era sempre splendido, con il sole sempre scoperto e le nuvole che avevano quasi paura ad avvicinarsi ad esso. Era molto diverso da Modena, lì il tempo varia, ma l’umidità è sempre presente, e questo non è affatto piacevole durante l’estate. Vicino a noi c’erano due cani randagi, i quali avevano molto più bisogno di noi del cibo. Provai a cercare qualcosa di abbastanza appetitoso all’interno del sacchetto del cibo. Trovai solo un panino, che avrei gradito mangiare per cena, considerando che era il mio pasto, ma decisi di darlo a quei due cani, insomma, potevo sempre mangiare un pezzo di pizza con Chiara. L’autobus ci portò davanti al portone di casa. Ero ansiosa. Come se quel maledetto portone rappresentasse il mio futuro. Aprire quello significava iniziare il mio destino, come potevo fermarlo? Avevo paura di essere cambiata in peggio, di non trovare amici ad aspettarmi, di non trovare delle persone speciali, di essere derisa per l’accento, di piangere per prese in giro, ma ormai ero lì, potevo forse andarmene? No.
  
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