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Autore: jas_    02/12/2013    13 recensioni
E lei aveva provato ad indossare meno camicie, a truccarsi un po’ di più e a prendersi meno sul serio, a tornare a casa tardi e bere birra al posto dell’acqua ma non era stato sufficiente. Avrebbe dovuto essere un’altra persona, se fosse stata un’altra persona Harry l’avrebbe guardata con occhi diversi, lei si sarebbe sentita più libera e meno imbarazzata sotto il suo sguardo intenso. Però lei era Juliet Hamilton, l’educata e studiosa Juliet Hamilton, lui invece era un ragazzo che illudeva suo padre, che indossava camicie con le maniche strappate e bandane in testa.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

 
 
 
Quando Juliet giunse davanti alla porta della casa corrispondente all'indirizzo datole da Zayn, il respiro era accelerato e la gola le bruciava per l'aria fredda che aveva respirato con tanta enfasi.
Bussò con decisione alla porta ma il ragazzo che le venne ad aprire non aveva i capelli ricci né tantomeno gli occhi verdi.
Juliet rimase per un attimo interdetta. «C'è Harry?» domandò poi.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, «chi lo cerca?»
«Sono Juliet.»
«Juliet!» esclamò lui, «entra pure! Io sono Liam, il suo coinquilino. E' un piacere conoscerti, non hai idea di quanto Harry mi abbia parlato di te.»
Juliet si sedette sul divano spinta da Liam che le aveva appoggiato una mano sulla schiena, «davvero?» chiese poco convinta.
Il ragazzo annuì deciso. «Certo. Ora non è in casa ma posso chiamarlo e dirgli che lo stai cercando.»
«No aspetta» lo bloccò Juliet, «non credo sia una buona idea.»
«Perché?»
«Beh...» Juliet abbassò lo sguardo leggermente in imbarazzo, «stasera dovevamo vederci ma io me ne sono completamente dimenticata e gli ho dato buca, sono venuta qui per chiedergli scusa. Sono dell'idea che certe cose bisogni farle di persona.»
Liam annuì, «allora adesso lo rintraccio con qualche bugia poi vediamo che fare» disse mentre si portava il cellulare all'orecchio.
Juliet attese con pazienza, Harry rispose quasi subito e Liam gli chiese dove fosse fingendo che si stesse deprimendo a casa da solo e che avesse voglia di "passare del tempo prezioso col suo coinquilino preferito".
«Avrei dovuto arrivarci da solo, è dove passa il 99% delle serate» proclamò il ragazzo una volta riattaccato e messo il cellulare nei jeans. Dopodichéé prese la giacca appoggiata su una sedia e guardò Juliet in attesa sul divano.
«Andiamo?»
 
 
 
Il pub in cui Liam l'aveva portata era lo stesso in cui era stata con Harry poche sere prima. Intravide subito il ragazzo seduto allo stesso tavolo, una birra tra le mani e Niall ed Agathe di fronte a lui.
Juliet si avvicinò decisa, solo quando fu ad un passo dalle spalle di Harry gli altri due ragazzi si accorsero della sua presenza ma lei intimò loro di fare silenzio portandosi l'indice davanti alle labbra.
Mosse un ulteriore passo verso Harry che ignaro di tutto continuava a parlare e con un movimento deciso gli coprì gli occhi con le mani.
«Ciao Harry» disse poi, camuffando la voce e rendendola un po' mascolina.
Niall scoppiò a ridere.
«Chi sei?»
Juliet non rispose, si abbassò verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia.
«Indovina» gli sussurrò poi all'orecchio.
«Ho riconosciuto il tuo profumo, Juliet» disse Harry, con fare scocciato.
La ragazza tolse le mani dagli occhi, «dai Harry» si lamentò, «non essere arrabbiato.»
«Ragazzi vi lasciamo un attimo soli, andiamo a salutare Liam» si intromise Agathe, indicando il ragazzo che era rimasto indietro a parlare con dei conoscenti.
«Devi esserti divertita molto con Louis...»
Juliet si sedette sulla sedia accanto a quella di Harry e si sporse leggermente verso di lui appoggiando una mano sulla sua gamba.
«Mi sono completamente dimenticata di quello che mi avevi detto, mi dispiace da morire. E Louis lo odio, pensavo ti fosse chiaro.»
«Ti ha tenuta impegnata a quanto pare» continuò Harry, evitando il contatto visivo con la ragazza.
Juliet sospirò pesantemente poi con la mano destra prese il viso del riccio tra le mani e lo alzò verso di lei, costringendolo a guardarla.
«Ascolta Harry, non so se siano i capelli che impediscono all'ossigeno di arrivarti al cervello o cos'altro. Questa è stata una giornata nera per me. Non vedo l'ora che Louis se ne vada e sì, ero impegnata con lui perché ho passato l’intera serata a subire le sue insopportabili frecciatine e ad insultarlo. Sono già abbastanza arrabbiata di mio senza che ti ci metti tu a fare l'offeso, non voglio litigare anche con una delle poche persone a cui voglio veramente bene.»
Harry si schiarì la voce, spiazzato dalle parole così dirette e sincere di Juliet.
«Posso abbracciarti?» domandò dopo alcuni istanti di silenzio.
La ragazza si lasciò andare ad un sorriso ed annuì, allargando poi le braccia e stringendo Harry a sé.
«Mi dispiace tantissimo» sussurrò sul suo collo.
«Non è tardi per rimediare, ti offro qualcosa.»
«Fammi indovinare: una birra?» Juliet rise.
Harry annuì senza staccarsi dall'abbraccio.
«Non mi piace molto» confessò la ragazza.
«Che ne dici di tequila, sale e limone?»
«Non l'ho mai bevuta.»
«È giunta l'ora di assaggiarla» proclamò Harry allontanandosi da Juliet per alzarsi ed andare a ordinare da bere.
Juliet non fece in tempo a voltarsi di nuovo verso il tavolo che Agathe le si sedette accanto.
«Cos'era quella cosa con Styles?»
«Un abbraccio?» rispose con ovvietà Juliet, leggermente confusa.
La bionda scosse con vigore la testa, «il modo in cui l'hai guardato mentre si allontanava dal tavolo: signorina, non me la racconti giusta!»
«Non so di cosa tu stia parlando.»
«Sareste una bella coppia, sai? Tu ed Harry...»
Juliet avvampò, «non credo» borbottò poi in imbarazzo.
Agathe le puntò un dito addosso, «allora ti piace!»
«Non è il ragazzo giusto per me.»
«Non hai risposto alla mai domanda.»
«Non me ne hai poste di domande, Agathe. E comunque tra me ed Harry non c'è niente, non credo succederà mai qualcosa tra noi due. Siamo solo due buoni amici» spiegò Juliet con apparente calma e distacco.
«Sai, a differenza di Harry sei molto brava a nascondere i tuoi sentimenti e stavo quasi per cascarci. Lui appena è arrivato qua si è lasciato andare ad una scenata di gelosia nei confronti di un certo Louis, del quale sono sicura mi parlerai dopo, tu invece ti mostri piuttosto indifferente ma sotto sotto Harry ti piace, ammettilo.»
«Senti Agathe, Harry è un bel ragazzo non lo nego, e mi trovo bene in sua compagnia ma non si può ottenere sempre ciò che si vuole.»
«Chissà perché ma ho la netta sensazione che c'entrino i tuoi genitori.»
Juliet stava per ribattere ma fu interrotta dall'arrivo di Harry. «Di cosa stavate parlando?» domandò questo, appoggiando due piattini con tequila, sale e limone sul tavolo.
«Di ragazzi...» rispose prontamente Agathe. «Vi lasciò brindare in tutta tranquillità, vado ad ascoltare gli interessantissimi discorsi di calcio tra Niall e Liam.»
Harry prese il posto della bionda ed avvicinò un piattino a Juliet.
«Stavate parlando di ragazzi?» domandò il riccio mentre metteva un po' di limone tra il pollice e l'indice della mano sinistra, Juliet si limitava a copiare le sue mosse.
«Sì...» disse soltanto.
«Che ragazzi?»
Harry prese un po' di sale e lo mise sopra il limone.
«Questo è un segreto» lo stuzzicò Juliet, sorridendo sorniona.
Harry alzò le spalle fingendosi disinteressato.
«Bene, ora lecca il sale e il limone sulla mano, bevi la tequila in un sorso e mangia il limone.»
Juliet fece come detto, sul suo palato sentì dei gusti contrastanti tra loro e la tequila le bruciò per alcuni istanti in gola prima che mangiasse velocemente il limone con la speranza che quella sensazione fastidiosa sparisse.
«Non male» osservò poi, appoggiando la scorza nel bicchiere.
«Facciamo un altro giro?»
«Non c'è fretta, la notte è giovane.»
 
 
 
Era l'una passata, il pub non era poi così pieno come alcune ore prima.
Juliet era seduta sempre alla stessa sedia, Harry idem. Di fronte a loro Agathe e Liam finivano i loro drink e Niall si stava avvicinando al tavolo con in mano del whisky irlandese, una "bomba" a detta sua.
«Ragazzi dovete assaggiare!» esclamò con la voce più chiassosa del solito porgendo il bicchiere a Juliet.
La ragazza ne bevve un sorso, socchiuse gli occhi e storse la bocca mentre il drink le scorreva in gola lasciando una scia di bruciore.
«Cos'è questo schifo?» domandò Harry asciugandosi le labbra con la mano prima di passare il bicchiere a Liam.
Niall scosse la testa affranto. «Non capite niente!» si lamentò, sedendosi accanto ad Agathe.
Dopo alcuni minuti un cameriere si avvicinò al tavolo con un vassoio colmo di bicchieri.
«Chi ha ordinato ancora da bere?» domandò confuso Liam.
Juliet alzò la mano con imbarazzo sussurrando un "io" che non fu udito da nessuno a causa della musica.
«Hai capito!» esclamò Niall scoppiando a ridere, «la nostra dolce e innocua Juliet!»
«Mi sembrava giusto offrire un giro» osservò la ragazza, ancora leggermente stordita.
Agathe le sorrise rassicurante ed annuì convinta mentre prendeva dal vassoio un calice di birra. Liam e Niall fecero lo stesso, Harry prese un bicchiere per sé e porse quello contenente uno strano cocktail a Juliet. «Presumo che questo sia per te» osservò.
La ragazza annuì, Harry le si avvicinò lentamente al viso fino a quando le sue labbra non sfiorarono l'orecchio di Juliet.
«Credo che questa sia la famosa serata che ti avevo promesso» le sussurrò, provocandole dei piacevoli brividi lungo la schiena.
Juliet sentì l'alito del ragazzo che sapeva di alcol e tabacco e quando si allontanò leggermente da lui i suoi occhi verdi erano lucidi e le pupille dilatate. Rimasero in silenzio per alcuni istanti ad osservarsi fino a quando Liam non si schiarì la voce.
«A cosa brindiamo?» domandò.
«A noi!» esclamò Niall con trasporto, rischiando di perdere l'equilibrio dalla sedia.
«Ma è sempre la solita storia» si lamentò Agathe, appoggiando una mano sulla spalla del biondo cercando di impedirgli di cadere.
Harry scattò in piedi senza preoccuparsi di non far strisciare la sedia per terra ed alzò il calice al cielo. Si schiarì la voce con fare teatrale prima di iniziare a parlare.
«Io direi di brindare alla nostra amicizia, al divertimento e alle cazzate che si possono fare solo quando si ha vent'anni. Ai vestiti bruciati dalle sigarette, alla testa che gira per l'alcol, alle canzoni da discoteca orrende ma che si balla comunque, ai piedi che fanno male, ai graffiti sui muri, a questa serata che spero ci verrà in mente quando saremo vecchi e con i capelli grigi e penseremo ai "bei vecchi tempi".»
Harry abbassò lo sguardo per incontrare quello di Juliet che lo guardava divertita, le fece l'occhiolino mentre si rimetteva seduto, Niall e Liam che acclamavano.
«Bel discorso profondo, Styles» si congratulò lei, applaudendo un paio di volte le mani.
«Era riferito a te» le sussurrò lui, come se quello che le aveva appena detto fosse un segreto di cui andava fiero. «Spero che avrai un bel ricordo di me in futuro.»
Juliet sorrise. «Non ho fatto nemmeno la metà delle cose che hai elencato.»
«Come hai detto tu, la notte è ancora giovane.»
La mora annuì, «andiamo a ballare? Questa canzone fa schifo e direi che è un bel modo per cominciare.»
 
 
 
Erano le due di notte, la testa di Juliet girava e i suoi piedi penzolavano ad alcuni centimetri da terra. Due bicchieri vuoti erano abbandonati accanto al muro sul quale era seduta e la sua testa era appoggiata sulla spalla di Harry. Entrambi osservavano il vuoto davanti a loro, oltre la strada ormai deserta.
Niall ed Agathe erano andati a casa mezz'ora prima e Liam li aveva lasciati da soli con una scusa che Juliet nemmeno si ricordava.
«Credo che questa sia la serata più bella che abbia mai trascorso» osservò pensierosa. Harry si voltò a guardarla e sorrise, aprì la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse senza che alcun suono uscisse dalle sue labbra. Un goccia d'acqua cadde sulla mano di Juliet che alzò di scatto la testa al cielo. Era stato nuvoloso per tutto il giorno e doveva aspettarselo che sarebbe venuto a piovere.
«Dovremmo andare se non vogliamo prenderci un acquazzone» osservò Harry alzandosi e pulendosi i jeans.
Juliet rimase al suo posto, «che c'è, non ti sei mai bagnato, Styles?» gli domandò, con aria di sfida.
Harry si avvicinò leggermente barcollante alla ragazza arrestandosi soltanto quando le loro gambe si scontrarono e i loro nasi si sfiorarono.
«Io sì, e tu?»
Juliet colse il doppio senso nelle sue parole, se fosse stata completamente sobria avrebbe strabuzzato gli occhi sorpresa dalle parole del riccio ma in quel momento appoggiò la mano sul petto del ragazzo lasciato scoperto dalla camicia ormai completamente slacciata e cominciò a sfiorarglielo con i polpastrelli. Sorrise maliziosa quando si rese conto che gli era venuta la pelle d'oca.
«Hai capito la piccola e indifesa Juliet» osservò Harry, senza smettere di guardarla con gli occhi lucidi per il troppo alcol e non solo.
«Posso continuare» gli sussurrò lei, mordendosi un labbro.
Harry alzò le braccia in segno di resa, «fa' pure, sono tutto tuo.»
Juliet gli diede una spinta che lo fece barcollare leggermente indietro e si alzò in piedi a sua volta. Intanto la pioggia era diventata più insistente ma nessuno dei due sembrava farci caso.
«Devi guadagnartele le cose» lo sfidò, questa volta fu lei ad avvicinarsi fino a quando non riuscì a sentire l'alito di Harry che sapeva di birra e fumo sul viso.
«Dimmi cosa devo fare.»
«Canta.»
Harry inarcò le sopracciglia sorpreso che la sua richiesta fosse così semplice.
«Cosa devo cantare?»
«Canta quello che vuoi, canta per me.»
Harry si schiarì la voce ed annuì, «sono un po' ubriaco quindi non so quanto possa uscire bene.»
«Tu canta» lo interruppe nuovamente Juliet.
Harry rimase in silenzio per alcuni istanti e poi annuì a se stesso prima di cominciare a cantare.
Juliet riconobbe all'istante la canzone, era Isn't she lovely di Stevie Wonder.
Harry le prese la mano e con un gesto deciso l'attirò a sé facendo scontrare i loro corpi. Sorrise senza smettere di cantare ed appoggiò l'altra mano sul fianco di Juliet cominciando ad ondeggiare in un lento.
Juliet rise ma non si mosse da quella posizione nonostante l'acqua che le cadeva sugli occhi e i capelli appiccicati al viso che le pizzicavano la pelle.
Quando Harry smise di cantare i due continuarono a ballare indisturbati, il rumore della pioggia come melodia.
«Non avevo mai ballato sotto l'acqua» osservò Juliet sorridendo.
«Nemmeno io.»
Harry fece fare un giro su se stessa a Juliet e con una mossa inaspettata la spinse indietro facendole fare un casquet che tuttavia non durò molto a causa del precario equilibrio di entrambi.
Appoggiandole una mano sulla schiena Harry la fece alzare facendo quasi scontrare le loro fronti.
Sorrise soddisfatto della sua mossa e si avvicinò lentamente a Juliet. Socchiuse gli occhi pronto ad assaporare di nuovo le sue labbra, questa volta in maniera più approfondita ma li aprì di scatto quando si accorse che lei gli aveva appoggiato due dita sulla bocca.
La guardò sorpreso e deluso allo stesso tempo, lo sguardo di Juliet invece era indecifrabile, spento.
«Non rendiamo le cose più complicate di quanto già non siano.»
Harry rimase in silenzio per alcuni secondi e poi si staccò da lei facendo due passi indietro.
«Cosa c'è di complicato in un bacio, Juliet?»
«Non è "il bacio" ad essere complicato, e lo sai bene anche tu.»
Harry si passò una mano tra i capelli guardandosi in giro come se fosse alla ricerca di una risposta.
«Sono i tuoi genitori, Juliet. E non mi accettano, lo so. Allora perché tu sei qua? Perché sei uscita a cercarmi? Perché ti ostini a parlarmi, a scherzare con me, a bere con me, a ballare con me? Ad essere così dannatamente perfetta e provocante?»
Il tono del ragazzo si era alzato, nonostante il freddo della serata si sentiva le guance in calore. Era infuriato e Juliet non l'aveva mai visto così. Aprì la bocca per ribattere ma non sapeva cosa rispondergli, senza proferire parola gli voltò le spalle e se ne andò, lasciando Harry solo in mezzo alla strada.
 
 
 
Juliet arrivò a casa venti minuti dopo, grazie alla camminata la sbornia le era leggermente passata ma i piedi erano doloranti.
Arrampicarsi sull'albero fu una vera e propria impresa, anche se avesse voluto entrare dalla porta non avrebbe potuto in quanto aveva dimenticato le chiavi a casa. Passò l'intero quarto d'ora che ci impiegò a raggiungere il balcone di casa sua ad insultare Harry per la sua poca comprensione. Se fosse stata solo un pelo più ubriaca da non pensare alle conseguenze lo avrebbe sicuramente baciato. Quel ragazzo era affascinante, bello, simpatico, divertente e infondo le piaceva ma se era difficile portare avanti un'amicizia di nascosto, una relazione sarebbe stata impensabile. Non le andava di mentire ai suoi genitori più di quanto non stesse già facendo, era convinta che prima o poi la verità sarebbe uscita a galla e sarebbe stato meno grave nascondere un amico che un fidanzato.
Quando Juliet riuscì a scavalcare la ringhiera e mettere i piedi sul balcone tirò un sospiro di sollievo. Stando attenta a non fare rumore aprì la finestra che aveva lasciato accostata, spostò le tende ed entrò nel buio della sua stanza. Raggiunse a tastoni il comodino ed accese la bajour. Dovette trattenersi dal gridare quando scorse una figura sdraiata comodamente sul letto.
Louis si mise seduto e guardò l'orologio con aria di superiorità.
«Tre e venti di mattina, non male Hamilton. Cosa dirai ai tuoi genitori?»


 

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Eccomi qua con un nuovo capitolo decisamente più lungo rispetto agli standard!
Ci sono un bel po' di colpi di scena, Juliet che diventa sempre più trasgressiva, le dichiarazioni inaspettate di Harry, il palo che si prende e alla fine Louis che crea ulteriori problemi come se non ce ne fossero già abbastanza!
Ho in mente questo capitolo da prima che iniziassi a scrivere la storia, infatti la serata si ispira alla canzone "Good old days" dei The Script per la quale avevo un'ossessione verso il mese di maggio. Diciamo che ascoltandola ho avuto in mente queste scene ed attorno ad esse ho costruito tutta la trama della storia. Come mi hanno fatto notare oggi, ho una mente un po' contorta e non vi chiedo di capirmi ahahaha
Vi consiglio di ascoltarla perché è davvero bellissima e rende tantissimo la situazione del pub! :D
Riguardo la storia in generale, qualcuno si è lamentato che sta procedendo a rilento, se vi sto annoiando mi dispiace e spero che queste sorprese vi abbiano fatto tornare la voglia di leggere. Vi avverto che i colpi di scena non sono ancora finiti! ahaha
Grazie mille per le recensioni che mi lasciate, per avere la storia tra le preferite-seguite-ricordate e me tra gli autori preferiti!
Alla prossima,
Jas

 

   
 
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