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Autore: holls    02/12/2013    7 recensioni
Mary Sullivan è la classica ragazza perfetta: è bravissima, è bellissima e, soprattutto, è terribilmente odiosa.
Susy Carlsson è la classica ragazza normale: voti mediocri, né bella né brutta e, soprattutto, odia Mary Sullivan.
Ma cosa potrebbe accadere se le due si ritrovassero insieme per una ricerca di scienze? Mary Sullivan sarà davvero così perfetta come sembra?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. La gioia di Mary Sullivan

 

Alla fine, ho preso la mia decisione. Ho capito a quale compleanno non potevo assolutamente mancare.
Ecco perché mi trovo qui, seduta intorno a un tavolo, con una tazza di cioccolata calda in mano. E gli immancabili capitelli simil-corinzi a farci da cornice.
Mary indica un’aiuola davanti a noi.
« E quelle sono viole. Ho chiesto a Tom di piantarle in modo che formassero un cuore. Però si vede solo dall’alto! »
Bevo un sorso di cioccolata, dopodiché rizzo il capo per curiosare.
« Quando farà un po’ più caldo, sarò proprio curiosa di farmi un giro in questo bel giardino! »
Eh già, perché io e Mary siamo due grandi pigrone e freddolose, e preferiamo rimanere qui sotto la veranda, ammirando il giardino da lontano.
Guardo Mary sorridere felice. Forse non ha mai raccontato a nessuno del suo giardino.
Voglio sorprenderla; così, mentre non guarda, tiro fuori un piccolo pacchettino, dal sacchetto che ho in mano. Lo avvicino a lei che, quando si gira e lo nota, rimane a bocca aperta.
« Buon compleanno, Mary! »
Lei lo afferra famelica, lo accarezza, lo guarda da più angolazioni, se lo mangia con gli occhi. Tira via il fiocco che lo racchiude senza esitazione, stacca lo scotch con cui ho chiuso il pacchetto e ne tira fuori il contenuto.
Sul suo viso c’è un sorriso a mezz’asta, che non sa se richiudersi o aprirsi del tutto. Tiene la scatolina sul palmo della mano, come se volesse goderne ogni attimo, imprimerlo nella memoria perché non sfugga.
Poi, finalmente, solleva il coperchio. Il sorriso si apre del tutto, e così anche il mio. Con due dita afferra il contenuto della scatola, poi si aiuta con l’altra mano per goderselo al meglio.
« Susy è… è bellissimo! »
« Ho pensato a un regalo che ci tenesse unite. Però forse è un po’ banale… »
« Susy, non dire sciocchezze! È meraviglioso! Voglio indossarlo subito. Ma io quale devo tenere? »
Mi avvicino verso la sua mano e le rubo il pezzo incriminato.
« Tu terrai la S, mentre io terrò la M. È come se ci scambiassimo un pezzetto del nostro cuore! »
Mary continua a studiarlo sognante, accarezzandone ogni millimetro col pollice.
« Lo custodirò gelosamente, Susy. »
La guardo ancora mentre custodisce quel ciondolo come un tesoro, e intanto sbircio l’ora. Non me ne sono accorta, ma si è già fatto tardi.
« Devi andare, Susy? »
Abbasso lo sguardo, imbarazzata. Sento che questo pomeriggio non è abbastanza per riscattarmi di tutto il male che le ho fatto.
Mi viene un’idea.
« Mary, senti… Che ne diresti se io, insomma, rimanessi a dormire qui? »
La vedo alzarsi di scatto dalla sedia, mollando il ciondolo sul tavolo, e fare il giro, finché non è davanti a me. Mi butta le braccia al collo, stringendole forte.
« Sono così felice, Susy! »
Anche io sono felice, Mary. Felice di averti strappato un sorriso in un periodo così orribile. Vorrei dirglielo, ma le parole non mi escono. E allora le sorrido, e in quella smorfia ci siamo dette già tutto.
 
***
 
Lo sapevo! Questo letto è super morbido! E questi cuscini in seta, potrei morirci! Addio mondo crudele, me ne vado con questi cuscini deliziosi!
Sì, be’, dicevamo?
Ah, sì.
Sono nel letto di Mary. È così morbido! Così comodo! E se salti non cigola! Mica come il mio, che dopo un po’ senti pure le molle che si ribellano.
Mary mi ha prestato uno dei suoi pigiami, e non sto a descrivere quanto sia morbido e comodo. Riesco a usare solo queste due parole, lo so, ma tutto ciò che è in questa stanza è assolutamente paradisiaco!
In questa semi-oscurità, riesco a scorgere appena il viso di Mary, che però appare piuttosto divertita per il mio bizzarro interessamento. Mica capita tutti i giorni di sentirsi una principessa!
« Mi piace tantissimo questo letto! Come sei fortunata, Mary! »
Lei non risponde e, probabilmente, continua a godersi la mia faccia buffa. Ma, mentre ridacchio, mi interrompe.
« Posso raccontarti un segreto, Susy? »
Smetto di dimenarmi nel letto e mi metto sul fianco, verso di lei.
« Un segreto? Va bene. »
Sento che lei si avvicina. Si sistema nel letto, più vicino a me che può.
« Sapevo già di mio padre. Lo so da due anni. I miei continuano a far finta di essere una famiglia perfetta, ma in realtà mia madre vive altrove già da un anno e mezzo. »
Mary fa una pausa. Sospira. Poi riprende.
« Odio la nuova compagna di mio padre. Si è già portata via la mia famiglia, non voglio che mi porti via anche lui. Non so cosa fare. »
La sua voce trema. Mi afferra una mano, portandola verso di sé.
« Non voglio rimanere sola, Susy. »
E poi le vedo. Intravedo il riverbero della luce sulle sue lacrime; le vedo solcarle il viso, bagnarle la punta del naso e cascare, poi, su quel cuscino da principessa.
Stringo la sua mano, e poi stringo lei. I suoi singhiozzi mi scuotono e l’abbraccio ancora più forte, come per contenerli.
« Vorrei tanto un’amica, Susy. »
Le accarezzo i capelli, scostandole due ciocche dal viso, rimaste attaccate alla sua guancia rigata.
« Non sei sola, Mary. Ci sono io. »
I suoi singhiozzi crescono. Prova a calmarli, poi tira su col naso.
« Davvero vorresti essere mia amica? »
« Ma certo, Mary. »
Ci stringiamo ancora, e lei continua a piangere, ma poco alla volta si calma. Si asciuga le lacrime con il lenzuolo, scatenando l’ilarità di entrambe, che si traduce in una risata appena abbozzata.
« Sei la mia prima amica, Susy. »
« Anche tu per me. »
Ed è vero. Di certo, non considero quelle stupide come amiche. Chi ha trattato male Mary, non può essere mia amica.
« E Monica e Lara? Loro non sono tue amiche? »
Scuoto il capo.
« Non dopo quello che ti hanno fatto. »
Mary mi stringe la mano. Mi guarda sorridente, e io ricambio. Continua a fissarmi, finché non parla.
« Hai già dato il tuo primo bacio, Susy? »
Che domanda è, così all’improvviso? Arrossisco, lo sento! Sapendo tutte le esperienze che ha già avuto Mary, mi sento tanto in imbarazzo. Ma, in fondo, posso anche risponderle sinceramente.
« In realtà, no. Com’è? »
Lei ridacchia, lascia la mia mano e abbraccia il cuscino.
« Secondo segreto: in realtà non ho ancora baciato nessuno. »
Non ci posso credere! Ma com’è possibile? E tutte quelle voci, quei racconti?
Mary sembra percepire il mio disappunto e mi sorride.
« Sono tutte voci stupide, quelle. Ma la cosa buffa è che le ho messe in giro io. »
« Perché? »
« Quando sono arrivata alle superiori, ancora una volta, ero circondata da pupazzi che non mi parlavano. Non erano peluche, ma persone, ma era la stessa cosa. Volevo tanto che quei pupazzi prendessero vita e mi parlassero. Volevo attirare la loro attenzione, e così ho messo in giro quelle voci. Sono accorsi a frotte, sono diventata popolare… Ma ho attirato solo stupidi, persone a cui non importava niente di me. »
Osservo Mary, e vedo una ragazza tanto sola. Una ragazza che tende la mano al mondo, sperando che qualcuno l’afferri. Finora, nessuno aveva preso la sua mano, lasciandola nell’oblio della solitudine.
« Sapevo che quell’amicizia che mi davano non era sincera, ma ho preferito così. Ero talmente affamata d’amore da non avere la pazienza di aspettare la persona giusta… l’amica giusta. Grazie, Susy. Grazie di essere qui, in questo letto, con me. Grazie di essere mia amica. »
La mia risposta è un sorriso. Un sorriso grande, aperto e sincero. Lei si stringe a me, e io a lei.
« Ti voglio bene, Susy. »
Non pensavo che lo avrei mai sentito uscire dalla sua bocca, né avrei mai pensato di ricambiare questo sentimento così sinceramente e intensamente.
« Anche io, Mary. »
Il tarlo della curiosità, però, mi rode. C’è una domanda sciocca che vorrei fare a Mary, ma non ne ho il coraggio. In fondo, però, in questa atmosfera rilassata, posso anche provare.
« Hai anche un terzo segreto? »
Lei scoppia a ridere, ma la sua voce non mi sembra più stridula come un tempo. Anzi, la trovo dolce e a tratti melodica. Mi piace molto ascoltarla.
« Sì, Susy. E ora te lo dirò. Mi piace un ragazzo. »
Vengo subito divorata dalla curiosità.
« Chi è? Ma non sei fidanzata con Mark? »
« Mark è solo uno sciocco. Vuole da me solo una cosa, e non importa che ti dica quale. Il ragazzo che mi piace è un altro. Sta nella classe accanto alla nostra. È alto, con gli occhi scuri e poi è tanto timido. Ho provato a parlargli, qualche volta, ma era sempre imbarazzato. »
« Perché non provi a parlargli nuovamente ora? »
Mary sbuffa.
« Dopo quello che è accaduto, non mi considererà di certo. »
« Se è un ragazzo intelligente, vorrà conoscerti, ne sono certa. »
La sua risposta è un mugugno incomprensibile.
Vedo la testa di Mary sprofondare nel cuscino. I suoi occhi sono chiusi, le sue labbra sono piegate in un sorriso. Io faccio altrettanto, sistemandomi sul mio cuscino da principessa.
« Buonanotte, Mary. »
« Saremo amiche per sempre. »
La sua voce è un sussurro. Sbadiglio. Poi mi poso nuovamente sul guanciale e sussurro anch’io per non svegliarla.
« Certo che saremo amiche per sempre. Cosa può separarci, ora? »
E, con questa promessa, chiudo gli occhi anch’io.
   
 
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