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Autore: Birra fredda    03/12/2013    2 recensioni
“Dimmi Matt” disse.
“Brian Val... Val... oddio...”
Brian si mise a sedere. Matt era emozionato, quindi o Valary gli aveva detto di sì per il matrimonio o era uscita la nuova versione di Call Of Duty.
“Matthew, respira. Calmati, rimetti in ordine le idee, costruisci un discorso sensato nella testa e poi parla” continuò Brian mettendo il vivavoce per far sentire la conversazione anche agli altri che si erano raccolti attorno a lui, curiosi più che mai.
“Avanti Matt non tenerci sulle spine” lo esortò Jimmy. “Cos’è successo?”
“Valary è incinta.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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Brian si accese un’altra sigaretta, già la quarta da quando si era svegliato. Vide la figura minuta di quella ragazza, Denise, che scompariva dietro un edificio color grigio topo e poi si perse a osservare il vuoto.
Ricordava quel giorno: il giorno in cui aveva pensato seriamente che non gli interessava più vivere, il giorno in cui aveva tentato di uccidersi tagliandosi i polsi, il giorno in cui Zacky lo aveva lasciato per Gena.
 
***
“Dov’è Zack?”
“Boh, deve essersi svegliato presto, non l’ho visto per niente.”
Brian alzò un sopracciglio e allungò una mano verso i biscotti tenuti saldamente da Matt, quasi fossero un tesoro da custodire. Quella mattina si era svegliato male, aveva dormito poco e al suo risveglio non aveva trovato Zack al suo fianco nel lettone.
E quella sera ci sarebbe stata anche la festa a casa di Jimmy per il diploma della sorella. Festa organizzata dal batterista poiché la povera ragazza avrebbe solo voluto organizzare un pranzo in famiglia, e invece lui non gliel’aveva concesso perché dannazione sei diplomata e devi concederti una serata senza pensieri, e poi, sorellina cara, non puoi non offrirmi il tuo diploma come pretesto per organizzare una festa a casa.
“Per caso avete litigato?” chiese Matt dopo un po’, alzandosi da tavola per andare a mettere nella lavastoviglie la sua tazzina del caffè.
“No” rispose immediatamente Brian. “Ieri parlavamo di Gena e Michelle, di come fare per gestirle senza farci scoprire e per questo abbiamo un po’ discusso, ma... insomma, non abbiamo litigato. Perché avremmo dovuto?”
“Ma niente, tranquillo” divagò Matt. “Cioè” aggiunse un secondo dopo risiedendosi al fianco del chitarrista, “mi pare solo strano il fatto che sia uscito senza dire niente a nessuno e senza lasciare neanche un biglietto.”
“Hai provato a chiamarlo?”
“Ha lasciato il cellulare a casa.”
Brian strinse le labbra. Zack non aveva mai fatto una cosa del genere. Se si svegliava prima di tutti ed era di buonumore usciva di soppiatto a comprare i croissant per la colazione, al massimo, ma non era mai uscito di casa così.
“Buongiorno” tuonò Jimmy entrando in cucina con Johnny tenuto su una spalla come un sacco di patate.
“’Giorno” rispose Matt.
“Mettimi giù idiota” si lagnò Johnny mollando una gomitata contro la schiena del batterista, che non diede alcun segno di aver percepito la botta.
“Vee dorme ancora?” chiese Jimmy.
“No, è uscito. Senza dire niente a nessuno, senza lasciare un biglietto e senza portarsi dietro il telefono. Porca puttana” rispose svelto Brian lasciando trasparire tutto il suo nervosismo.
“Per caso avete litigato ieri sera o hai fatto una qualsiasi cosa che avrebbe potuto turbare il suo animo così sensibile?” domandò Johnny.
“No. O almeno non mi risulta” disse Synyster al culo di Christ.
Jimmy sospirò chinandosi per far scendere Johnny dalla sua spalla. “Ma dai Bri stai tranquillo” disse il più alto con una risatina dopo aver visto la faccia imbronciata del bassista, “sarà andato a fare rifornimento di cibo dato che stiamo andando avanti a biscotti e pizza surgelata.”
Brian non rispose, però si impose di credere alle parole di Jimmy. Sebbene il comportamento del chitarrista ritmico fosse alquanto strano, magari era semplicemente uscito e per caso non aveva avvisato nessuno e aveva dimenticato il cellulare sul divano.
La situazione cominciò a puzzare un po’ a tutti verso metà mattinata, quando di Zack non ancora si avevano notizie. Tra l’altro era anche l’ora in cui il secondo chitarrista cominciava, solitamente, ad animarsi per cucinare il pranzo e non vederlo in cucina che saltellava contento attorno ai fornelli con una pentola tra le mani era alquanto strano.
Brian era nervosissimo, se ne stava seduto sul gradino davanti la porta di casa fumando una sigaretta dietro l’altra mentre osservava Jimmy che, per non pensare, tosava l’erbetta del minuscolo giardino che avevano.
Matt all’una decise di cucinare un po’ di pasta e, dopo essersi quasi ustionato una mano scolando l’acqua, si ritrovò con i suoi amici a mangiare. C’era silenzio in cucina, un silenzio assurdo, un silenzio che in quella casa si poteva udire solo di notte se nessuno era sbronzo e se Zack e Brian non facevano l’amore, un silenzio che sembrava sfondare i timpani.
“Bri non mangi?” domandò il cantante dopo un po’, notando che l’amico stava solo giocherellando con la pasta nel piatto.
“Non ho fame.”
“Brian...” cercò di intromettersi Jimmy posando una mano sopra la spalla dell’altro.
“Quando torna giuro che gli faccio un occhio nero” sbottò Brian incazzato, incrociando le braccia al petto. “E non lo scopo per un mese. Giuro che camperò di seghe piuttosto che scoparmelo.”
Johnny non riuscì a trattenere una risatina dopo quell’ultima frase, ma una sberla sulla nuca da parte di Matt lo fece tacere.
Sebbene tutti fossero molto preoccupati, Johnny era quello più tranquillo. Era quello che aveva preso la scomparsa di Zack maggiormente alla leggera, pensava semplicemente che magari il chitarrista aveva avuto bisogno di starsene un po’ da solo e, con la dubbia intelligenza che si ritrovava, aveva dimenticato di avvisarli.
Rimasero in silenzio ancora a lungo. Johnny non spiccicò una parola sparecchiando la tavola e lo stesso fece Jimmy mettendo i piatti nella lavastoviglie. Nessuno disse nulla per un paio d’ore, rimasero tutti e quattro stesi sul divano a guardare un film scadente fino a che non sentirono il rumore dell’auto di Zack sul vialetto di casa.
“È tornato” disse Matt saltando in piedi come una molla e andando ad affacciarsi alla porta seguito dai suoi compagni.
Zacky scese lentamente dalla macchina, alzò lo sguardo sui suoi amici ammassati sull’uscio di casa e lo riportò subito a terra. Non sapeva se sentirsi un verme o risparmiarselo per quello che avrebbe fatto dopo.
Non fece in tempo a rientrare in casa che si ritrovò schiacciato contro il muro da un Brian furente di rabbia, con gli occhi lucidi e il fumo che usciva dal naso.
“Dove cazzo sei stato?” sibilò Synyster in faccia a Zack, tenendolo stretto per il girocollo della maglietta. “Hai idea di quanto siamo stati in pensiero? Sei sparito senza lasciare un fottuto messaggio, un post-it, niente! Tu...”
“Dobbiamo parlare” lo bloccò Zacky con un filo di voce.
Brian gli lanciò un’occhiata di fuoco ma non replicò, lo lasciò andare e andò ad appoggiarsi allo schienale della poltrona aspettando che gli altri li lasciassero soli e se ne andassero al piano di sopra.
“Dimmi” disse duramente Brian osservando l’altro con i pugni serrati lungo i fianchi.
“Io... insomma, lo sai che ho conosciuto Gena, che è simpatica, carina, molto dolce...” abbozzò Zack senza avere la forza di guardare Synyster negli occhi. “Cioè... lei mi piace un sacco ed io stavo pensando che noi due... pensavo che io e te non...”
Una prima lacrima solcò il viso di Vee, che si affrettò ad asciugarla con la manica della maglietta. Brian si indispettì, aveva capito, aveva colto tutto troppo in fretta.
“Mi stai lasciando?” sputò fuori.
Zacky alzò la testa e mosse un passo verso di lui. “Bri lo sai che ti amo” disse mentre nuove lacrime gli bagnavano le guance. “Ti amo da morire ma ho paura, voglio una relazione normale, voglio una ragazza...”
Brian rimase di sasso. Si stavano lasciando. Stavano insieme da quando erano ragazzi che stavano nella stessa classe di biologia e ora Zack lo stava lasciando. No.
No.
No.
No.
“Zack è uno scherzo?”
“Bri...”
Brian non rifletté, agì d’istinto, senza quasi pensare lucidamente a ciò che stava facendo. In un attimo si catapultò addosso a Zack e lo schiacciò contro il muro come aveva fatto poco prima.
“Dimmi che stai scherzando!” gridò con la voce rotta. “Come puoi lasciarmi per una sciacquetta idiota come Gena?!”
“Non urlare...”
“Non urlare?!” si incazzò maggiormente Brian, alzando ulteriormente il tono di voce e rafforzando la presa sulla maglietta dell’altro.
“Mi stai facendo male...” si lamentò Zack, che si sentiva soffocare per via della stretta dannatamente troppo serrata delle mani di Brian attorno al girocollo della sua maglietta.
Uno schiaffo. Un ceffone il pieno viso e la consapevolezza, da parte di Zack, che gli sarebbe rimasto il segno rosso.
“Questo faceva male?” gli chiese rabbioso Brian con le lacrime agli occhi. “Eh?! O ne vuoi altri?” continuò.
Zacky non fece in tempo a ripararsi, che un nuovo ceffone lo colpì, lasciandolo senza fiato. Poi Brian lo lasciò libero, fece un passo indietro e tornò a colpirlo con un manrovescio che lo fece cadere a terra.
“Rispondimi cazzo” gli urlò mentre le lacrime cominciando a rigargli il viso e Zack, nonostante il dolore non riuscì a non sentirsi in colpa, vedendolo piangere a causa sua. “Ti sto facendo del male?”
“Sì!” gridò Zacky a sua volta, alzandosi faticosamente in piedi.
“Tu me ne stai facendo di più, stronzo” urlò istericamente il più grande, senza dargli il tempo di restare in piedi ancora per molto, mollandogli una ginocchiata nello stomaco.
Zack rimase a terra a farsi picchiare da Brian senza fiatare, solo cercando di ripararsi il viso. Rimase immobile a subire i calci nella pancia e i pugni sulle braccia fino a che non sentì i passi dei suoi amici lungo le scale.
“Brian ma che cazzo fai?!”
“Vieni via di lì!”
Brian gli sferrò un ultimo calcio di punta nella pancia, prima di essere allontanato da Zack per mano di Matt e Jimmy.
“Lasciatemi andare” urlò, dimenandosi come un pazzo per cercare di districarsi dalla presa salda dei suoi amici.
Johnny si occupò di Zack. Lo aiutò a mettersi seduto, lo abbracciò e lo accarezzò lasciandolo singhiozzare sulla sua spalla mentre osservavano insieme Brian che veniva immobilizzato a terra dagli altri due.
“Ma che cazzo ti è saltato in mente?!” strepitò Matt schiacciando una guancia del primo chitarrista contro il pavimento e tenendogli i capelli stretti in una morsa ferrea.
“Vaffanculo, lasciatemi” controbatté Brian, cercando di liberare i polsi che erano bloccati dietro la schiena dalle mani di Jimmy e continuando ad agitarsi convulsamente al suolo. Non si rese quasi conto di quanto la presa di Matt tra la sua chioma fosse forte e se fosse stato solo un po’ più lucido forse si sarebbe acconto del dolore.
“Cos’è successo?” chiese il Rev, lottando contro Brian, lasciando vagare lo sguardo da Zack che singhiozzava tra le braccia ossute di Johnny a Brian steso al suolo.
“Mi ha lasciato per quella troia, per la biondina stupida” singhiozzò Brian senza perdere il tono di voce elevato. “Dimmi che non mi ami, se davvero vuoi lasciarmi” schiamazzò poi muovendo convulsamente la testa sotto la presa di Matt per cercare lo sguardo di Zacky. “Dimmi che ami lei e non me.”
“Brian...” mugolò quest’ultimo, portandosi le mani al viso che sentiva andare in fiamme per via degli schiaffi ricevuti.
“Dillo!”
“Lascialo in pace” lo rimbeccò Matt con voce autoritaria. “E basta fare il coglione: alzati e smettila di agitarti, andiamo a fare due passi.”
Brian decise che era meglio non far arrabbiare M. Shadows in quel momento. Benché avesse solo voglia di prendere di nuovo a sberle Zack, si impose di restare calmo mentre Matt e Jimmy lo lasciavano lentamente andare e lo aiutavano a rimettersi in piedi per poi accompagnarlo fuori.













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Giornata di merda: capitolo di merda.
Sarà che oggi mi è arrivata una pallonata sull'anulare destro e adesso non riesco più a muoverlo, sarà che mi manca da morire l'ansia pre-concerto e mi mancano tutte le persone conosciute durante il mese di novembre nel gelo di Milano, ma oggi proprio non è giornata. Mi sono seduta davanti al mio computer ed è saltato fuori questo capitolo.
Mi dispiace se è troppo duro, ma oggi va così.
Spero che a voi, comunque, piaccia almeno un minimo di più di quanto non piaccia a me.

Un abbraccio,
Echelon_Sun

 
  
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