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Autore: Juliet97    03/12/2013    4 recensioni
Due anni. Due anni dallo scioglimento della band, nessuno ne sa il motivo, se non noi. Avevamo deciso di non dire nulla alle Fans per non provocare dolore, ma eravamo consapevoli che prima o poi, avrebbero scoperto tutto. Consapevoli anche del fatto che ci avrebbero odiato, ma noi, lo avevamo fatto per lui.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche l'Epifania era passata. 
Mamma aveva spedito a casa dei ragazzi uno di quei maglioni natalizi che solitamente le mamme stesse confezionano per i propri figli. Non ne ho mai messo uno, soprattutto se su di esso c'era ricamata una befana, proprio come quello che mi era arrivato quella mattina, a dir poco sgradevole.
I ragazzi non facevano altro che prendermi in giro incitandomi ad indossare quell'indumento verde con qualche filo di lana sfilato. Ho sempre odiato quei tipo di maglioni, pungono la pelle e provocano un prurito assurdo. Ricordo una volta di aver messo uno di quegli strani maglioni ad una cena di Natale, mi era stato regalato a mia nonna, lo indossai solo una volta. Quella sera la passai di nascosto a grattarmi ovunque, era davvero insopportabile come tessuto.
Lasciai perdere i ragazzi, volevo aiutarli a sistemare le loro stanze a partire da quella di Louis, che era un vero e proprio caos totale.

"Toglimi una curiosità! Da quanto non pulisci sto schifo?"

Alzò la sua mano sinistra iniziando a contare con le dita i giorni di cui non si era minimamente preoccupato di sistemarsi la stanza, ne uscì fuori un mese pieno. 
Non avrei osato minimamente immaginare cosa avevano combinato nella stanza di x-factor tutti e cinque insieme. Presi scopa e paletta iniziando a togliere le briciole di pane dal pavimenti, quel depravato mangiava la notte mentre stava al computer, nlla da dire, disordinati come pochi. 

"Hey, frena! Aiutami con questo scatolone Jess!"

Tirò giù dal suo armadio un enorme scatolone, evidentemente troppo pesante per aver richiesto il mio aiuto, così smisi con le faccende domestiche per qualche minuto e lo aiutai a prendere quello scatolone pieno di cose.
Più che cose, quelli erano ricordi. Tirò fuori vecchie foto di un paio di anni forse, e solo dopo pochi istanti mi accorsi della piccola lacrima che rigava il suo viso. Mi sentivo impotente, inutile. Lui piangeva, lui soffriva, ed io non me n'ero mai accorta, perché troppo occupata a pensare al fatto che lui non soffrisse, che lui fosse sempre felice, ma aveva ingannato tutti con quel sorriso fasullo. Aveva bisogno del suo migliore amico, e lui non c'era, era chissà dove a farsi le sue stupide scappatelle inutili, questa non glie l'avrei perdonata facilmente.
Iniziai a credere di essermi sbagliata su di lui, forse non lo conoscevo ancora così bene, o semplicemente, odiavo vederlo soffrire. Si inginocchiò per terra, facendo cadere la foto che teneva stretta a sé, la presi tra le mani e, inutile dire il magone che prese possesso di me in quel momento.
Era una sua foto con Harry, ai tempi di x-factor, due piccoli ragazzini desiderosi di realizzare i propri sogni, e ci erano riusciti prima che qualcosa glie li distruggesse.

"Io.. io non volevo che tutto questo finisse, Jess!"

Continuava poi, confabulando frasi senza senso.
Louis, il ragazzo dal cuore tenero, quel ragazzo sempre pieno di energia e voglia di vivere, per la prima volta, lo vidi crollare come un grattacielo in frantumi. Lo lasciai da solo, insieme a Niall, libero da me di sfogarsi con l'amico, di dire tutto ciò che per la mente gli passava. Io, invece, feci una cosa che da tempo non facevo, presi il telefono e chiamai quello che doveva essere il mio ragazzo, per avvisarlo che il suo migliore amico aveva bisogno di lui. 
Il telefono dava libero, ma dall'altro capo del telefono nessuna voce, nessuna persona, finché una voce femminile non mi rispose. Una voce dolce e calma. Mi tradiva? 
Ecco un'altra delle tante domande che in quel momento iniziò a frullarmi nel cervello, se così fosse, sarei uscita per sempre dalla sua vita, e dalla vita dei ragazzi.

"C'è Harry?"

La ragazza rispose semplicemente che stava dormendo in camera sua. Non le lasciai alcun messaggio da recapitare a lui, se avesse voluto davvero sentirmi mi avrebbe chiamata già da tempo, e invece non si era nemmeno degnato di sentire come stessero i suoi amici. Lui che li aveva sempre cercati, lui aveva pianto lacrime di gioia al loro ritorno. 
Uscii dalla casa dei ragazzi con il telefono in mano, indecisa se scrivergli uno dei miei soliti monologhi per messaggio, o se lasciar perdere come già da tempo stavo pensando. Il mio orgoglio, come al solito mi portò ad affrontare la cosa, quindi a scrivergli quel messaggio. 

'Non so dove tu sia e che cosa stia facendo, ma Louis ha bisogno di te. Dove sei Harry? Con chi sei? Torna, maledizione. Jess.'

Immaginavo che molto probabilmente non mi avrebbe risposto, quindi riportai il telefono dentro casa ed uscii nuovamente, volevo stare da sola a pensare, a chiarirmi le idee sui miei sentimenti.
Mi stesi sul prato del parco di Londra, dove una volta mi ci aveva portato Niall convinto di non essersi fatto perdonare abbastanza per avermi trattato male il giorno prima. Guardai le nuvole, pensando alla forma che potessero assumere muovendosi col vento, alle forme strambe che Niall avrebbe immaginato osservandole, e spontaneamente sorrisi. Sorrisi al ricordo del biondo nel vedere una nuvola, convinto avesse le sembianze di una lavatrice. 
Era così tremendamente bello stare con loro, la mia vita era cambiata totalmente da quando entrarono nella mia vita, loro me l'avevano resa migliore, solo grazie a loro avevo capito che nella vita non bisogna mai pensare negativo, ma sempre alle cose belle. Le cose belle però, sembrava stessero per svanire alla vista di Louis così distrutto, alla vista di Niall abbracciare l'amico completamente in lacrime e disperato, pieno di malinconia. 

"Perché piangi?"

Già, ero talmente immersa nei miei pensieri, a pensare alle nuvole e a Niall, che nemmeno mi resi conto degli occhi pieni di acqua salata, pronta ad uscire come di li a poco. 
Perché piango? Non posso sopportare di vedere le persone che amo, che mi circondano da mattina a sera, soffrire. Non riesco ad immaginarli nel baratro più oscuro e triste della loro vita. La lacrima cadde, cadendo di fianco all'orecchio, inumidendolo. La persona che poco prima mi parlò, era Ludmilla. Non la vedevo da un sacco di tempo, ero consapevole del suo odio nei miei confronti, non tentai più nemmeno di chiamarla per chiarire, non avrebbe voluto.

"Non ho nulla!"

Bugiarda e falsa, ecco cos'ero. 
Io in quel momento avevo tutto e niente. Mi mancava Harry e lui non si era preoccupato di chiamarmi e dirmi anche solo 'sto bene', i ragazzi anche se non lo davano a vedere, peggioravano il loro umore di volta in volta, stavano diventando sempre più freddi nei confronti di tutti, sempre più tristi e malinconici. Io assorbivo tutto, assorbivo la loro angoscia, i loro pianti, perché non potevo fare altro. 
Ludmilla si sedette di fianco a me, osservandomi. Con un solo sguardo, mi fece capire di poter parlare, che non era più arrabbiata come lo era qualche mese prima, e che di lei potevo ancora fidarmi. 
Mi alzai, con le gambe incrociate mettendomi di fronte a lei, e iniziai dal principio. Le parlai di Harry, della sua presunta fuga, di Niall e peppa pig -la fece ridere-, e di Louis, che ultimamente non faceva altro che scaricare la rabbia su chi gli stava intorno.
Sapevo della sua pazza voglia di conoscerli, ma non mi chiese nulla, mi incoraggiò solo a tornare a casa da loro e di stargli il più vicino possibile. 
Non le parlai di lui, non potevo. Un giorno forse, lo avrebbe scoperto, ma solo se fossero stati i ragazzi a dirlo. 
Tornai a casa dei ragazzi, contenta di aver parlato dopo tanto tempo con Ludmilla. Aprii la porta, prendendo per prima cosa il telefono per guardare se c'erano messaggi, ne trovai uno.

'Ti racconterò tutto, domani sono lì. Harry xx'

Qualche angelo la sopra aveva deciso di farlo tornare, finalmente. 
Non sapevo se esserne felice di questo, e dirlo ai ragazzi, o se tenerlo per me per paura di illuderli del suo ritorno. Cancellai i messaggi, visto che Niall si diverte a leggermi le cose quando non ho il telefono a portata di mano.

"Niall, Louis come sta?"


Stava guardando il loro programma preferito, da solo.
Solitamente quel programma lo fa ridere a crepa pelle, viste le sciocchezze che fanno, ma in quel momento non c'era persona più seria di lui, non muoveva neanche un muscolo, sembrava quasi di pietra, tanto da non sentire nemmeno la domanda che gli porsi qualche attimo prima. Louis non stava sicuramente bene, non ebbi proprio risposta. Salii al piano di sopra sperando di non disturbarlo troppo, e lo trovai lì, dove lo avevo lasciato. Steso sul suo letto con un braccio sulla fronte, a guardare il soffitto. Osservai il punto fissato da lui, e notai che sul soffitto c'era appesa una foto del gruppo, in formato piuttosto grande. Continuava a fissarla, come se intorno a lui non ci fosse niente, nemmeno il letto sotto di esso. Sembrava come se attorno a lui ci fosse il nero, lui, e quella foto di loro, dove ridevano insieme. 

"Quella è stata l'ultima foto che abbiamo fatto prima della fine!"

Si accorse della mia presenza senza guardarmi.
In quel momento capii del perché l'aveva appesa proprio sul soffitto, perché l'avrebbe sempre osservata, ogni volta che si sarebbe sentito solo, come in quel momento. Lui però non era solo come credeva. C'ero io -anche se non ero Harry-, c'era Niall, e chissà, forse quel depravato si sarebbe deciso davvero a tornare definitivamente a casa.  
Presi coraggio, e andai a sedermi vicino a lui, ancora intento con lo sguardo su quella foto sopra di lui, e gli accarezzai la guancia. Volevo che sapesse che io c'ero, in qualunque momento lui avesse avuto bisogno, io ci ci sarei stata, sempre. Mi stesi affianco a lui, come mi fece segno lui. 

"Jess.. mi abbracci? Ti prego.."

Pronunciò quelle parole come se fosse sul punto di piangere, per l'ennesima volta quel giorno. Non me lo feci ripetere due volte, lo abbracciai stretto a me, sentendo le sue braccia stringermi i fianchi, e appoggiando la testa sul mio petto. Cercai di tranquillizzarlo accarezzando i suoi capelli castani, profumavano di cocco, come ogni volta che si faceva la doccia -tutti i giorni-. 

"Lou.. posso rivedere la foto con te e Harry?"

Puntò il suo dito indice in un punto, sul comodino. Sembrava non volesse più staccarsi da me, non che la cosa mi dispiacesse, ma non sarei riuscita ad allungarmi per prendere la foto, così lo feci alzare un attimo, prendendo quel quadretto. 

 

 
Erano davvero piccoli, lui diciotto anni e lui sedici. Due ragazzini. 
Posai nuovamente quella foto sul comodino, e tornai ad accarezzare i capelli di Louis, che si addormentò poco dopo. Mi dispiaceva muoverlo da quella posizione, cosi rimasi li con lui, finché non mi addormentai anche io, entrambi senza cena, come Niall. Strano Niall che non mangia, vero? Lui anche nelle situazioni più critiche mangia, anzi, mangia il doppio per non pensare troppo. 

Il rumore del mio telefono al piano di sotto mi svegliò dai miei sogni, non trovando Louis al mio fianco. Mi alzai pensando di trovarlo giù a preparare la colazione, ma inciampai in qualcosa, nella gamba di Louis. Durante la notte dev'essere caduto dal letto nel muoversi, ed effettivamente quel letto era troppo piccolo per due. Lo lasciai li per terra per rispondere al telefono, non guardai nemmeno il nome e risposi.

"Jess? Sono Harry, mi apriresti la porta? Non ho più le chiavi!"

Disse l'ultima frase con pizzico di ironia, che inizialmente nemmeno capii. Corsi alla porta ad aprirgli, e lo trovai lì, come qualche mese prima, ma con una cosa nei capelli differente. Aveva una specie di bandana arrotolata, chiamiamola così, che gli teneva i ciuffi ribelli che gl cadevano sugli occhi. 
Il sorriso non era cambiato, i suoi occhi erano forse più felici rispetto all'ultima volta che lo avevo visto, sembrava non essere molto preoccupato della situazione che regnava in quella casa.  Mi scostai per farlo entrare, inondandomi le narici del suo profumo, come ogni volta. quel profumo che mi dava voglia di prenderlo e abbracciarlo senza mai lasciarlo andare, quel profumo che ogni volta impregnava i vestiti. Non resistetti, e appena si girò mi buttai fra le sue braccia allacciando le mie intorno alla sua vita. Mi abbracciò di rimando, sussurrandomi un 'sono qui, piccola' all'orecchio.

"Perché? Perché tutto questo tempo Harry? Perché?"

Le lacrime iniziarono a scendere involontariamente, e nonostante lui cercasse di asciugarle, loro scendevano imperterrite, forse per la gioia di averlo ancora lì con me, o forse per la tristezza, perché mi era mancato tanto. 
Sapevo ormai delle sue scappatelle, come sempre detto dai ragazzi, ma non così lunghe. 

"Vi spiegherò tutto, c'è tempo!"

No che non c'era tempo, i suoi amici erano caduto in na totale depressione, e lui invece se ne stava li tranquillo appollaiato sul divano senza muovere un dito, senza preoccuparsi di chiedere come stavano i suoi amici -fratelli-. 
Non sopportavo e non avrei mai sopportato il suo lato così menefreghista. Ero talmente arrabbiata e furiosa, che non mi accorsi della sagoma di Louis affianco a me, osservare il suo amico intento a guardare la tele. Gridai il nome di Harry, forse rompendo i timpani alla persona di fianco a me, che sembrava non rendersene conto, continuava a guardare avanti a se con sguardo perso, o forse incredulo. 

"Lou! Jess mi ha detto che non stai bene! Come va, amico?"

Amico? Adesso tutto d'un tratto si ricorda che Louis è suo amico? 
Sarei scoppiata da un momento all'altro, se non si fosse tolto quel sorriso dalla sua enorme faccia da cazzo che si ritrovava in quel momento. 
Louis, al contrario mio gli corse incontro, abbracciandolo. 

"Lou, sono qui adesso!"



Niall non era ancora a conoscenza del ritorno di Harry, li lasciai soli a parlare tra loro per andare a svegliare il biondo, pur sapendo che sarebbe stata un impresa difficile fargli aprire gli occhi. Nemmeno le cannonate lo avrebbero svegliato. 
Scossi il suo corpo chiamandolo ripetutamente ogni tre per due e, come temevo, non riuscivo a svegliarlo. Adottai il classico metodo che avrebbe adottato lui con me, salii in piedi sul suo letto e iniziai a saltare canticchiando la canzone del buongiorno. Mugolava frasi insensate, ero sicura del suo odio ne miei confronti in quel momento. 

"Harry è giù, svegliati biondo!"

Si alzò in men che non si dica, era in mutande. 
Si infilò dei pantaloncini velocemente ed uscii dalla stanza, sentendo i sui passi da elefante sulle scale, rimbombare per tutto il piano superiore. Qualche giorno quel piano sarebbe caduto se non avessero usato più cautela. 
Mi affacciai sulle scale per vedere cosa stavano facendo, e per la prima volta dopo un po' di tempo li vidi ridere, tutti e tre insieme, come una volta. Parlavano dell'ultimo ragazzo che mancava all'appello.

"Sei stato tutto questo tempo via, per cercare lui? Spero tu almeno lo abbia trovato!"

Niall biascicò un po' perplesso e confuso per l'affermazione di Harry.

"Si, l'ho trovato! Abbiamo parlato e, appena se la sentirà, tornera anche lui ragazzi!"

Si abbracciarono tutti e tre insieme, come se avessero finalmente trovato il prezioso tesoro della caccia, quel gioco palesemente inutile. Io però, avevo ancora quella vocina stridurla che mi tormentava nelle orecchie, quella voce che sentii al posto di quella di Harry il giorno prima al telefono. Volevo sapere chi diavolo era, ma non volevo disturbarli in quel momento così felice per loro, così presi la mia borsa e me ne andai. Prima che aprissi la porta, sentii un tonfo provenire dalla parte del salone, così corsi a vedere cosa fosse successo, ma mi pentii. Harry e Louis si erano semplicemente buttati sul divano, e poi caduti. 
Tutto, sarebbe tornato come prima. 

 

 
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Eccccomi qui, col mio quattordicesimo capitolo.
Ricapitolando tutto, Louis sta poco bene,
inizia a sentire la mancanza di Harry, ma in particolare
del suo amico venuto a mancare.
Harry nel frattempo si mette in contatto con Jess, 
dicendole che sarebbe tornato, e difatti.
I due ragazzi, contenti del ritorno dell'amico
finiscono per fare festa insieme nel salone.
Questo è tutto, al prossimo capito c:



 

ps. Tempo fa qualcuna mi aveva chisto la foto di come immaginavo Niall, avendolo descritto coi capelli castani (anche se ora è tornato biondo, come ho scritto nel capitolo precedente), ed eccola qui c:
  
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