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Autore: grangerous    06/12/2013    5 recensioni
Seguito di Phoenix Song or, Hermione Granger and the HBP. Prima della morte di Dumbledore Hermione e Snape hanno lavorato insieme per un intero anno. Ora, invece, si trovano a dover affrontare degli incarichi molto diversi e complicati.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Phoenix Trilogy'
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Capitolo 5

NdT: Siamo già al quinto! I miei ringraziamenti a silviabella che mi ha aiutato come sempre per la beta, ma il grazie si centuplica per questo capitolo, particolarmente complesso. Non ringrazierò mai abbastanza grangerous per avermi fatto tradurre le sue storie, rileggendole in questo modo mi fa apprezzare alcuni passaggi che in inglese mi erano sembrati meno particolari.

Come sempre, i dialoghi sottolineati sono presi direttamente dai romanzi originali.

Anne London



Capitolo 5

Acting Alone



Severusss, che bello vederti.

Severus poteva dire, da come Voldemort pronunciava il suo nome allungando le sibilanti e dal giornale spiegazzato nella sua mano, che il Signore Oscuro era ben lontano dall'essere felice. Inclinò la testa in segno di rispetto. “Saluti, mio Signore,” disse.

Voldemort fece un gesto con la copia maltrattata della Gazzetta del Profeta. “Uno dei tuoi inestimabili colleghi ha pensato bene di abbassare i già deplorevoli standard del giornalismo magico.”

Miei colleghi? L'uso del pronome possessivo non prometteva bene. Severus sollevò educatamente un sopracciglio. “Mi par di capire che ti riferisci alla Barbona Burbage, mio Signore.”

Un lungo, significativo silenzio accolse la sua blanda arguzia. Finalmente il Signore Oscuro buttò indietro la testa e rise. Snape:1, Serpente: 0, notò irriverente Severus.

Burbage garbage,” fece eco Voldemort divertito. “Sapevo di poter contare su di te, caro Severus, per riportare le cose nella giusta prospettiva.”

Severus s'inchinò.

Siediti,” ordinò Voldemort, facendo apparire una sedia e posizionandola proprio alla sua sinistra. Alla destra del Signore Oscuro giaceva Nagini, arrotolata in grosse spire. Severus sedette.

Questo è un abominio,” iniziò Voldemort, facendo ancora una volta un gesto verso il giornale, “m'incoraggia solo ad andare avanti con il mio piano di eliminare ogni insegnante Nato Babbano da Hogwarts.”

Charity Burbage è un'idiota,” rispose Severus. “La sua visione dei Babbani è entusiastica quanto inaccurata, così come quella sostenuta da Arthur Weasley.”

Dovremo occuparci di lei,” dichiarò Voldemort, “come anche di Septima Vector.” Fece una pausa, con un lungo dito che tamburellava sul labbro in meditazione. “Una alla volta, direi,” concluse, “così che Nagini possa godersele completamente.” Voldemort si sporse in avanti con un piede e accarezzò gentilmente il corpo del serpente. “Tu, Severus, prenderai il posto di preside – così recentemente lasciato vuoto dal nostro defunto, compianto amico.”

Severus sentiva la compiaciuta felicità e l'implicito elogio che scaturivano dalle parole di Voldemort. Occluse ogni idea incriminante a proposito di Dumbledore, riempiendo di pensieri i libri della biblioteca immaginaria di Hogwarts nel suo cervello. Si concentrò sulla soddisfazione per aver giocato il suo ruolo in modo ammirabile: soddisfazione era ciò che Voldemort avrebbe sentito delle sue emozioni.

Per il posto di Babbanologia,” continuò Voldemort, “credo che Alecto possa essere un'apprezzabile candidata, e lascerebbe Amycus ad insegnare Arti Oscure.”

Il terrore scorse lungo la schiena di Severus come una piuma. I Carrow erano stupidi e brutali, come era loro congenito. Mentre per la posizione di Babbanologia non avrebbe sempre saputo cosa dire, Severus aveva avuto qualche speranza per quella di Arti Oscure. “Amycus?” chiese, attento a mantenere la voce più neutrale possibile.

Disapprovi, Severus?” Rispose Voldemort.

Severus alzò le spalle. “Il suo metodo manca di acume,” replicò. “Avevo pensato magari, Lucius?” Amycus Carrow non era un insegnante. Le sue capacità erano esaltate dai particolari effetti della Cruciatus: niente di più complicato di così. Lucius, almeno, sarebbe stato più interessato ad insegnare agli studenti, piuttosto che torturarli, e il suo talento per le Arti Oscure era formidabile.

No.Il diniego fu espresso con una nota di finalità. “Non voglio Lucius libero di placare le paure del suo figlio buono a nulla. Preferisco tenerlo qui sotto il mio controllo.”

'Qui' era Malfoy Manor, dove il Signore Oscuro continuava a risiedere. Se inizialmente Voldemort aveva manipolato Draco per punire Lucius per i suoi errori all'Ufficio Misteri, le parti erano ora invertite: Lucius – rilasciato recentemente da Azkaban – era stato punito per l'inadeguatezza di Draco di portare a termine il suo compito. Ad aggiungere insulto ad ingiuria, Voldemort aveva esteso le barriere anti-Materializzazione oltre il perimetro della proprietà. Affermando che era troppo sospetto per Lucius mostrare il suo viso immediatamente fuori dai cancelli di famiglia paterni, Voldemort lo teneva al sicuro nascosto dentro le mura del maniero: Lucius era effettivamente agli arresti domiciliari.

Lucius stava subendo la degradazione dalla posizione di favorito che una volta aveva cercato di mantenere ad ogni costo. Severus aveva persino osato sperare che, una volta liberato dalla venefica e soffocante condizione della continua presenza di Voldemort, il senso di auto preservazione ben sviluppato di Lucius potesse manifestarsi. Il suggerimento dello scambio di parti che Severus aveva piantato nella mente di Draco aveva dato i suoi frutti nelle azioni di Lucius.

Di fronte al brusco rifiuto del Signore Oscuro, Severus aveva lasciato appassire quella speranza senza ulteriori proteste. “Molto bene, mio Signore,” commento obbediente. Una volta, anni addietro, Lucius aveva agito per salvare Severus da una vita in prigione. Data l'opportunità, Severus avrebbe restituito il favore – non, tuttavia, al costo di perdere la guerra.



*



Severus si concentrò così intensamente sulla sua destinazione che il rumore della Materializzazione fu leggero – non più rumoroso del crack di un piccolo rametto. Subito si Disilluse e fece un brusco passo di lato. Rimase immobile, con i sensi allerta. Nulla si muoveva. Nessuno, sembrava, aveva notato il suo arrivo. Inconsciamente i suoi occhi si allontanarono verso il posto da cui, in altre circostanze, un gatto grigio soriano avrebbe osservato la sua apparizione. Quella sera il posto era vuoto.

Aggiungendo un incantesimo di Silenzio agli stivali, Severus si diresse verso i cancelli. Un successore al posto di Dumbledore doveva ancora essere nominato. Se tutto andava bene, significava che nessuno era stato in grado di cambiare le barriere del castello. Ovviamente, Hogwarts era l'ultimo posto in cui ci si aspettava di vedere Severus Snape, sospetto omicida, e questo sicuramente avrebbe giocato a suo favore. Ai cancelli i suoi sospetti si rivelarono giusti: il lucchetto si aprì al tocco della mano contro il freddo metallo.

Severus lasciò andare un sospiro di sollievo. Scivolò all'interno del terreno, tenendo i cancelli aperti il meno possibile, e con attenzione li richiuse dietro di sé. Una volta dentro si bloccò di nuovo, verificando che la sua presenza fosse rimasta nascosta.

Era strano intrufolarsi dentro Hogwarts – il posto dove aveva vissuto per così larga parte della sua vita – ma anche un sollievo. Come la visita alla casa dei genitori della Granger, le sue azioni erano una consolazione: fare fisicamente qualcosa per indebolire il Signore Oscuro rendeva le lunghe ore in compagnia dei Mangiamorte più facili da sopportare.

Severus si mosse sul terreno silenziosamente. Costeggiò il campo da Quidditch, scegliendo deliberatamente una strada diversa da quella che faceva di solito. Non aveva intenzione di entrare nel castello dalle sue stanze e puntò, invece, completamente verso l'ala opposta, dove passò per un'entrata di servizio raramente utilizzata. Anche lì le barriere lo lasciarono passare senza problemi. Una volta dentro raddoppiò la Disillusione e l'incantesimo di Silenzio – essere beccato nei corridoi era molto in basso nella sua lista di priorità.

Miracolosamente arrivò ai gargoyle fuori dall'ufficio del preside senza incontrare nessuno. Anche se erano le vacanze estive e tarda notte, aveva immaginato d'incontrare almeno uno dei fantasmi del castello, se non la stessa Minerva che si aggirava furtivamente. Con un'ultima occhiata in entrambe le direzioni, per essere sicuro che la via fosse libera, pose le labbra vicino all'orecchio del gargoyle.

Piperille,” sussurrò. Il gargoyle si spostò di lato accondiscendente e Severus salì sulla scala mobile, lasciandosi portare alla porta dell'ufficio. Ascoltò alla porta per pochi secondi prima di aprirla, poi entrò velocemente.

Al suo arrivo le torce si accesero immediatamente. La stanza, notò con sollievo, era vuota. Aveva l'aspetto di sempre, con due eccezioni: Fawkes era assente e un nuovo ritratto era appeso sopra la scrivania. Armandosi di coraggio, Severus fece cadere l'incantesimo di Disillusione.

L'occupante del ritratto si alzò in piedi, sporgendosi in avanti con le mani premute contro il piano del quadro. “Severus,” disse. “Sono felice di vederti.”

Albus,” replicò Severus, inclinando la testa garbatamente. Si voltò di colpo e si diresse verso la credenza dov'era conservato normalmente il Pensatoio. Tirò fuori un enorme tomo dalla mensola bassa e, tenendola attentamente con entrambe le mani, lo portò alla scrivania del preside.

Severus,” disse di nuovo il ritratto di Albus, parlando da dietro rispetto a dov'era ora Severus. “Sta andando tutto secondo i piani?”

Severus fece una pausa nell'atto di aprire il vecchio libro. L'intero gruppo di precedenti presidi lo fissava dall'alto con interesse, aspettando avidamente una risposta. Raddrizzò la schiena, ma non si voltò. “Sono vivo per combattere un nuovo giorno, Albus. Tu, d'altro canto, non lo sei. Questo, almeno, è chiaro?”

E il ragazzo Malfoy?”

Draco,” replicò Severus, ponendo enfasi sul nome proprio, “sta bene.”

Ben fatto, Severus.” Il calore nel tono di Dumbledore fece poco per placare il suo interlocutore. “Sapevo di poter contare su di te.”

Se lo sapevi, avrebbe voluto chiedere, perché mi hai pregato? Severus aveva promesso di fare l'inimmaginabile. Aveva dato la sua parola solo per scoprire, alla fine, che Albus non era del tutto convinto che sarebbe andato fino in fondo. Voleva arrabbiarsi. Voleva urlare la verità emotiva del tradimento con tutta la sua voce. Ma non lo fece. Questo non è Albus, ricordò a sé stesso. É a malapena un suo eco, catturato in un sottile strato di vernice magica. Come al solito, Severus nascose le sue emozioni e cambiò argomento.

Albus,” commentò, “c'è un favore che puoi farmi.” Finalmente si voltò per guardare completamente il ritratto, notando l'espressione disponibile nel viso famigliare del quadro. “Avverti Charity e Septima: le loro vite sono in grande pericolo.”

Quindi,” replicò il simulacro di Albus, “Voldemort pianifica di rimpiazzare solo gli insegnanti Nati Babbani?”

Severus annuì in segno di conferma.

Chi li sostituirà?”

Alecto Carrow insegnerà Babbanologia,” la bocca di Severus si contorse amaramente, “che diventerà obbligatoria e verrà insegnata in accordo con il nuovo testo approvato. Il Signore Oscuro non vede nessun bisogno d'insegnare Aritmanzia sotto il nuovo ordine.”

Il preside sembrò pensieroso. “Diventerai preside?” Chiese.

Sembra possibile.”

E Difesa Contro le Arti Oscure?”

Severus esitò, solo per un secondo: “Amycus.”

Entrambi i Carrow?” Il biasimo nel tono di Dumbledore era inequivocabile.

Gli occhi di Severus si chiusero per un secondo. Poi girò la schiena verso il quadro e riportò la sua attenzione al libro sulla scrivania. “Sentiti libero si mandare qualcun altro a negoziare, se trovi i miei tentativi inadeguati,” commentò. Non ho intenzione di litigare con il suo ritratto, disse severamente a sé stesso.

Aprendo la copertina rigida del registro degli studenti, Severus andò avanti e indietro verso la sezione centrale, finché non trovò i registri degli studenti che avrebbero dovuto iniziare il settimo anno. L'anno di Granger, disse una piccola voce che schiacciò immediatamente. I maghi e le streghe adulti della Gran Bretagna avrebbero dovuto cavarsela da soli, ma Severus intendeva assicurarsi che i bambini e i giovani adulti non qualificati di Hogwarts fossero allontanati dal pericolo.

Spostando la sedia del preside, Severus si sedette e pescò diversi pezzi di pergamena, una penna e una bottiglietta d'inchiostro dalla tasca. Un semplice incantesimo avrebbe copiato i nomi rilevanti e gli indirizzi in pochi secondi; tuttavia, Severus era un uomo ricercato e anche troppo attento a lasciare la sua firma magica su niente che dovesse rimanere nelle mura del castello. A differenza delle guardie della prigione di Azkaban, le pietre di Hogwarts erano immuni persino al più potente Incantesimo Confundus.

Con attenzione e metodo, Severus iniziò a copiare la lista a mano, trascrivendo i nomi e l'indirizzo di tutti gli studenti Nati Babbani. I mezzosangue, così aveva compreso, sarebbero stati al sicuro. Il processo non prese troppo tempo visto che c'erano solo una mezza dozzina di studenti Nati Babbani in ogni anno. Quando arrivò a Jocelyn Smith esitò. Dopo un momento di considerazione, scrisse il suo nome in un foglio separato. Era il penultimo del suo anno e Severus copiò l'ultimo nella lista originale. Completò il processo dei i Nati Babbani con quelli in arrivo del primo.

Studenti Nati Babbani,” scrisse in alto, “divisi dal più vecchio al più giovane. Sarebbe meglio se lavorassi per ordine inverso.” Arrotolando la pergamena la sigillò con la ceralacca che giaceva pronta sulla scrivania di Dumbledore. “Torvik Murk,” scrisse all'esterno, “Bulgaria.” Mise il pezzo di pergamena su cui aveva scritto il nome e indirizzo di Jocelyn dentro una tasca interna.

Alzandosi in piedi, Severus chiuse il pesante registro e lo portò nella credenza. Prendendo la pergamena, sigillata e indirizzata, si voltò per andarsene. Dedicò al ritratto di Albus una breve smorfia che, ad un osservatore attento, poteva sembrare un saluto.

Aspetta, Severus,” lo interruppe il quadro.

Severus si voltò con uno sguardo educatamente interrogativo sul viso.

C'è un'ulteriore missione che ho bisogno tu compia: devi dire a Voldemort la data esatta della partenza di Harry dalla casa dei suoi zii,” spiegò Dumbledore. “Non farlo solleverebbe dei sospetti quando Voldemort ti crede così bene informato. Tuttavia, dovresti impiantare l'idea dell'esca: quello assicurerebbe la salvezza di Harry. Prova con Mundungus Fletcher.” Severus doveva essere sembrato molto poco impressionato perché il ritratto continuò con aria di rimprovero. “E Severus, se dovessi essere costretto a prendere parte alla caccia, cerca di fare la tua parte in modo convincente... Conto su di te per rimanere nelle grazie di Lord Voldemort il più a lungo possibile, o Hogwarts sarà lasciata alla mercè dei Carrow.

Severus sentì un'ondata d'irritazione scorrere dentro di lui quando capì che non era stato lasciato un piano chiaro per far partire Potter dai Dursley. Con l'arrivo del diciassettesimo compleanno di Potter, il posto diventava più pericoloso e più una trappola mortale ogni minuto che passava. Non litigherò con un ritratto, ripeté a sé stesso. Sembrava – a discapito di Potter – che Dumbledore avesse ottenuto meno da Severus di quanto Severus aveva anticipato.

Molto bene,” replicò, “C'è qualcos'altro?”

No.”

Severus si voltò ancora per andarsene. Questa volta riuscì ad arrivare alla porta prima che Albus parlasse.

Buona fortuna, Severus.”

Severus non si sforzò di replicare. Si Disilluse, Silenziò gli stivali e avanzò lentamente verso la guferia. Una volta che la sua lista fu in volo verso Viktor Krum e la Bulgaria, si sentì un po' più calmo. Aveva fatto del suo meglio.

Attraversò il castello deserto e il terreno dirigendosi verso il punto di Materializzazione. Mundungus era un uomo difficile da trovare, ma Severus era una spia di talento: lo avrebbe scovato e c'erano pochi dubbi a riguardo.



*



Severus scelse la mattina presto come il momento migliore per trovare la famiglia Smith a casa. Diversi giorni erano passati da quando aveva copiato l'indirizzo di Jocelyn e spedito il resto a Krum: abbastanza tempo per Severus per trovare Mundungus e Confonderlo, abbastanza perché Charity Burbage fosse scovata e uccisa – malgrado il suo avvertimento a Dumbledore che non + aver fatto niente a riguardo – e abbastanza per informare Voldemort esattamente quando l'Ordine pianificava di liberare Potter.

Il piano di Dumbledore sembrava ridicolo e Severus non era proprio sicuro del perché avesse continuato a seguire gli ordini malamente concepiti datigli da un ritratto. Quindi, ci sarebbero stati diversi identici Potter con la Polisucco, ma era comunque un rischio terribile. Con un intera orda di Mangiamorte di guardia, c'era una possibilità molto reale che Potter potesse venire ucciso – per non parlare anche di qualunque altro membro dell'Ordine che poteva morire.

Come piano rivaleggiava con alcuni altri suggeriti da Dumbledore per completa idiozia, non ultimo la ridicola insistenza del vecchio che fosse Severus a informare Potter del suo cruciale bisogno di morire. Severus doveva agire quando Voldemort avrebbe messo Nagini sotto protezione magica – assumendo di vivere così a lungo e che Voldemort lo facesse in modo che si potesse notare ad occhio nudo. Quindi doveva trovare Potter – malgrado fosse tagliato fuori dall'Ordine e non avesse alcun modo per poter parlare con qualcuno di loro. E infine doveva convincere in qualche modo Potter a sacrificare la sua vita – dando per scontato che Potter potesse credergli, che non lo prendesse come un inganno del Signore Oscuro per assicurarsi la vittoria, e che Potter non lo uccidesse a vista. Nel complesso, un piano particolarmente idiota: la situazione lo lasciava con una sensazione di nauseante disperazione.

La realizzazione che entrambi i suoi capi erano pazzi rendeva comunque facile per Severus l'agire indipendentemente quando ne aveva la possibilità. Da qui, la sua presenza in vestiti babbani, in un tetro sobborgo dell'est di Londra in un martedì mattina presto. Per l'ultima volta controllò l'indirizzo nel foglio fra le mani.

Il palazzo era visibilmente in rovina, così tanto che i jeans logori di Severus e la giacca di pelle sembravano perfettamente intonati all'ambiente, e aveva dovuto fare dodici piani di scale a piedi perché l'ascensore non funzionava. Appartamento 1215. Era arrivato. Severus sollevò il pugno e bussò bruscamente alla porta.

Le mura erano così sottili che poteva chiaramente sentire la conversazione che i suoi colpi avevano fatto iniziare.

Chi diavolo è?” Urlò una voce di uomo.

Jocelyn!” Urlò una donna. “Vai a vedere alla porta.”

Severus sentì il cuore alleggerirsi quando udì che era a casa, anche se ebbe un tracollo nell'istante in cui vide il suo viso. La porta si aprì sferragliando, per quanto la catena lo permetteva, e un sottile frammento del viso e del corpo di Jocelyn apparvero nell'apertura. Aveva dimenticato quanto abbandonata e infelice fosse apparsa la prima volta quando era arrivata ad Hogwarts: il suo aspetto era tornato indietro all'improvviso.

Sembrava sbalordita di vederlo e i suoi occhi si allargarono per la sorpresa. Per un lungo momento nessuno dei due parlò.

Jocelyn!” Urlò la stessa donna di prima. “Chi è?”

Jocelyn,” si avventurò Severus il più gentilmente possibile, “posso entrare?”

Jocelyn deglutì pesantemente e chiuse la porta. Gli occhi di Severus si chiusero per tornare spalancati quando sentì il suono della catena grattare nel suo alloggiamento. Pochi secondi dopo Jocelyn aprì la porta e si spostò per farlo entrare.

Grazie.”

Jocelyn non disse niente. Sbatté la porta e la chiuse a chiave, poi mise la catena. Con un cenno della testa fece un gesto verso lo stretto corridoio da cui venivano le voci e presumibilmente la cucina. Severus alzò una mano perché andasse avanti, poi la seguì lungo il corridoio. Jocelyn era vestita con un pigiama che era almeno di una taglia più piccolo, le gambe e i polsi uscivano in modo strano dai pantaloni e dalle maniche. Era scalza. La tenuta la faceva apparire più piccola dei suoi dodici anni.

Questa casa, pensò Severus amaramente, non è posto per un bambino.

Jocelyn? Chi era?” Severus riconobbe la donna come la madre di Jocelyn dalle sue numerose incursioni nei ricordi della ragazzina.

Signora Smith,disse in modo mellifluo, porgendo la mano per farsela stringere, “sono il professor Snape: insegno alla scuola di Jocelyn.”

La mano rimase tra loro, completamente ignorata. Gli occhi della signora Smith erano spalancati e urlò dietro di sé senza allontanare gli occhi dal suo viso. “Jake! Vieni qui! Ora!”

Che cazzo c'è?” Mormorò una voce maschile dalla stanza vicina. Il commento fu seguito dal rumore di qualcuno che scendeva dal letto e indossava dei vestiti.

Cos'hai fatto?” Sibilò la madre di Jocelyn alla ragazza. Jocelyn sussultò leggermente, ma non disse nulla.

La differenza tra la casa di Jocelyn e quella della Granger era desolante.

Jake apparve nella porta, allacciando la cintura e sistemando i jeans mentre arrivava. Severus giudicò che non poteva essere più vecchio di 25 anni, la madre forse aveva qualche anno di più. La camicia di Jake rimase aperta, rivelando un petto leggermente muscoloso e un tatuaggio abbastanza decente di una motocicletta: sembrava uno che aveva passato molto del suo tempo libero ad allenarsi in palestra. “Chi cazzo sei tu?” Chiese aggressivo, puntando il mento verso Snape.

Professor Severus Snape, sono un insegnante della scuola di Jocelyn.”

Non è più la sua scuola, proprio no. Scusa per averti disturbato. Meglio che vai.”

La madre di Jocelyn stava annuendo alle parole di Jake. Severus si voltò verso Jocelyn. Sembrava cupa, con gli occhi fissi sullo spazio vuoto tra i tre adulti.

Jocelyn,” chiese Severus, sollevato quando lei guardò verso di lui, “qual è la tua opinione sulla faccenda?”

Jake interruppe prima che lei potesse rispondere. “C'entra niente lei con sta cosa. Dove va a scuola lo decide sua mamma.” Attraversò la stanza verso la ragazzina. Jocelyn rimase ferma, ma ancora una volta sussultò.

Temo che ti sbagli a riguardo,” replicò Severus. “La decisione è di Jocelyn quanto di chiunque altro.”

Il piccolo mostro,” sibilò Jake, l'attenzione focalizzata sulla ragazzina, “chiuderà quella cazzo di bocca se dirà cosa va bene per lei.” Sollevò la mano sinistra, pronto a schiaffeggiarla.

Non lo farei, se fossi in te,” puntualizzò Severus. Persino qualcuno che non lo aveva mai incontrato prima avrebbe riconosciuto il tono mortale nella voce.

O cosa?” ghignò Jake. “Mi fermi tu?”

Severus si mosse prima che la mano di Jake si scontrasse con Jocelyn. Prima che l'arrogante giovane delinquente potesse capire cosa stava succedendo, il suo corpo venne sbattuto contro il muro. La mano sinistra di Severus si scontrò contro la sua gola. Severus era almeno quindici centimetri più alto e stava usando la sua altezza per incombere minacciosamente. Aveva preso la bacchetta e premeva la punta contro l'interno del polso di Jake, trascinandolo sul muro finché Jake rimase fermo con un braccio allargato all'altezza della spalla. Malgrado si dimenasse, Severus lo aveva bloccato contro il muro. Era bloccato dov'era, incapace di spostarsi.

La madre di Jocelyn stava urlando, ma Severus la Silenziò con un movimento della bacchetta.

Muovendosi con gran precisione, Severus puntò la bacchetta contro l'interno del braccio di Jake, tagliando la camicia dal polso fino all'interno del gomito. Il tessuto si spalancò, esponendo la pelle pallida dell'avambraccio. Premendo la bacchetta contro la pelle esposta Severus aggrottò la fronte. Dalla punta della bacchetta uscirono dei filamenti d'inchiostro, che si torcevano e scrivevano uno sopra l'altro mentre formavano un elaborato tatuaggio con una scrittura raffinata, completo di riccioli decorativi. “Picchio i bambini,” diceva.

Severus fece un passo indietro, con la testa piegata su un lato per apprezzare meglio il suo lavoro, lasciando Jake attaccato al muro.

Un anno e un giorno,” commentò con tono di conversazione, spezzando l'innaturale silenzio che il suo incantesimo aveva ottenuto. “Questo è quanto durerà il tatuaggio. A meno che ovviamente,” aggiunse, “tu non lo faccia di nuovo. In quel caso rimarrà per tutta la vita.”

Le labbra di Jake erano tirate tanto da mostrare i denti, in un esagerato ostentazione di terrore. Gli occhi scattavano avanti e indietro, da Severus al suo braccio.

Severus riportò la sua attenzione alla madre di Jocelyn che indietreggiò.

Per la sua sicurezza,” la informò, “Jocelyn deve lasciare questa casa. Non potrà tornare per il prossimo anno o più. Ho il suo permesso?” Sollevò la bacchetta per rilasciarla dell'incantesimo che l'aveva resa muta, anche se mantenne quello che teneva buono Jake.

Finalmente,” urlò.

Severus digrignò i denti. “Non meriti una figlia come Jocelyn,” replicò.

Hai ragione, signore,” rispose la madre. “Vorrei non fosse mai nata.”

Severus stesso sentì le parole come un colpo fisico: poteva solo immaginare quanto terribili fossero per Jocelyn. Si voltò verso di lei. “Jocelyn,” chiese, con la voce che ribolliva e che a malapena conteneva l'ira, “sto per portarti via. Ti dispiacerebbe molto se non vedessi più questa donna?”

Jocelyn era pallida, persino per una con la sua carnagione, con gli occhi azzurri enormi sul viso. Lentamente guardò da sua madre a Severus, poi di nuovo indietro.

Non le farò del male,” sussurrò Severus. “Andremo solo via.”

Risolutamente Jocelyn annuì il suo permesso.

Severus registrò un rabbioso lampo di trionfo nel petto. “'Jocelyn Claire Smith non è mia figlia',” recitò per la madre. “Forza, ripeti,” l'incalzò, tenendo la bacchetta verso di lei, puntandola come una daga.

Esitante, ma con aria di sfida, lei gli fece eco: “Jocelyn Claire Smith non è mia figlia.”

Lei ha figli, professor Snape?” Le parole del dr. Terry Granger nel corridoio riecheggiarono nella sua mente.

Dillo di nuovo,” le disse, ringhiando verso la madre di Jocelyn.

Jocelyn Claire Smith non è mia figlia.” C'era una dura sfumatura di rabbia nella sua voce.

È incredibile... impossibile da descrivere. Quando tieni stretto qualcosa di così prezioso, così fragile, e affronti questa responsabilità...”

Ancora una volta.”

La terza volta lo disse di fretta, il nervosismo evidente, “Jocelyn Claire Smith non è mia figlia!”

La bacchetta si accese di una luce rosso sangue che proiettò ombre da far accapponare la pelle per pochi secondi, poi la luce iniziò a svanire.

La signora Smith – non più la madre di Jocelyn – annaspò, “Co-cos'è successo?”

Jocelyn Claire Smith,” Severus sogghignò, irritato oltre misura dalla sua stupidità, “non è tua figlia.”

E capisci che farai qualunque cosa, qualunque cosa per tenerli al sicuro.”

Si girò lontano da lei, verso Jocelyn, ignorando Jake che rimaneva magicamente incollato al muro. Si abbassò, così che il suo viso fosse allo stesso livello del suo. “Prendi la tua bacchetta e qualunque altra cosa vuoi portare con te. Poi andremo via.” Lei non si mosse. Le lacrime fecero capolino nei suoi occhi. “Jocelyn?” Chiese, sporgendosi in avanti e prendendola per il braccio.

La bocca fece una smorfia e, invece di rispondere, cercò nella tasca e tirò fuori i pezzi della sua bacchetta. Era spezzata in due. Severus deglutì, il pomo d'Adamo che faceva dolorosamente su e giù. “Chi ti ha fatto questo?” Sussurrò. Le labbra di lei si assottigliarono mentre guardava verso Jake. “C'è qualcos'altro che vuoi portare con te?” Lei scosse la testa. “Libri? Vestiti?”

Spariti.” Erano le prime parole che pronunciava da quando era arrivato e lo colpirono sul vivo.

Andiamocene di qui,” replicò, tendendole le braccia. Jocelyn fece un passo verso di lui e gli avvolse le braccia intorno al collo. Quando la sollevò mentre si alzava in piedi, lei avvolse le gambe strette contro la vita. Severus diede un'ultima occhiata ai due adulti che si stavano lasciando dietro. Il nuovo tatuaggio di Jake sembrava proprio fatto bene da lontano. Sollevando la bacchetta impostò l'incantesimo che teneva il giovane uomo bloccato al muro in modo che terminasse dieci minuti dopo che se ne fossero andati. Quindi, senza un'altra parola, si Smaterializzò portando via Jocelyn.



*



Pochi secondi dopo, riapparvero in una strada deserta della Londra Babbana, non lontano dal Paiolo Magico. Severus posò Jocelyn a terra gentilmente.

Rimani ferma,” le disse, puntando la bacchetta su di lei e trasfigurando il pigiama troppo piccolo in un più confortevole vestito. Quindi si dedicò ai suoi stessi vestiti, trasfigurando il completo Babbano nei suo tradizionale nero. Mentre lo faceva, la sua mente correva. Non si era aspettato che a Jocelyn potesse servire una nuova bacchetta e, nell'attuale situazione, questa si rivelava una difficoltà molto grossa: con Ollivander chiuso nei sotterranei di Malfoy Manor, e Severus un criminale ricercato, non poteva semplicemente andare a Diagon Alley e comprarne una nuova. Jocelyn aveva anche bisogno di vestiti perché quelli trasfigurati andavano bene solo per emergenza. Dato ciò, riusciva a vedere una sola soluzione.

Siediti,” le ordinò all'improvviso, prendendola per le spalle e facendola arretrare di diversi passi, finché non la fece sedere in una cassa di legno da frutta. Una volta seduta si accovacciò davanti a lei. “Stiamo per visitare Diagon Alley,” la informò, “ma è imperativo che nessuno mi riconosca. Sono stato chiaro?”

Lei rispose con una domanda delle sue: “È vero che ha ucciso Dumbledore?”

Severus esitò. “Sì.” Jocelyn lo fissò senza sbattere le palpebre. “Ricorda questo,” le ordinò, con voce dura, ma tranquilla. “Una volta fatto giuramento di fedeltà a qualcuno, Jocelyn, perdi il controllo di alcuni elementi della tua vita.”

Non era sicuro di quale risposta stesse aspettando, ma sicuramente non che lei si sporgesse in avanti e prendesse saldamente uno dei suoi tanti bottoni.

Va bene,” replicò calma. “Grazie per essere stato onesto. Se nessuno deve riconoscerla a Diagon Alley, come devo chiamarla?”

Se e quando mi rivelerò a qualcuno, chiamami professor Snape. Di fronte agli estranei, tuttavia,” disse Severus, la sua stessa voce che sembrava grave alle sue stesse orecchie, “chiamami papà. Sono stato chiaro?”

Jocelyn sorrise, sembrando adesso la vecchia se stessa più di quanto mai lo era sembrata da quando aveva aperto la porta. “Perfettamente, papà,” affermò.

Severus dimostrò la contentezza con un sopracciglio alzato.

E capisci che farai qualunque cosa, qualunque cosa per tenerli al sicuro...”

Mi servono un po' dei tuoi capelli,” la informò, allungando una mano. Obbediente lei staccò una delle sue ciocche biondo pallido e la pose nel suo palmo. Cercando in una tasca interna, Severus tirò fuori una fiala di Plurisucco e fece cadere i suoi capelli dentro. Frizzò per un secondo, cambiando diversi colori prima di fermarsi su un chiaro azzurro cielo.

Severus ne ingoiò metà. Il processo era simile alla Polisucco, ma piuttosto che operare un cambiamento fisico che lo lasciava uguale a Jocelyn, la Plurisucco cambiava i connotati in un'approssimazione dei suoi senza cambiarne sesso, altezza o struttura base fisica. Come risultato appariva come se fosse suo padre – con capelli biondi, occhi azzurri e un naso molto, molto più piccolo.

Si alzò in piedi e allungò la mano. “Andiamo, piccola.” Con un sorriso lei obbedì.

Al Paiolo le ordinò una colazione decente e la tormentò finché non spazzolò anche l'ultimo boccone. Da Madama Malkin, le comprò diversi tipi di vestiti e insisté perché prendesse anche un'intera provvista di biancheria. Jocelyn si atteggiò a piccola-figlia-di-papà in ogni posto e nessuno sano di mente avrebbe sospettato che fosse Severus Snape nel ruolo dell'indulgente padre.

Finalmente, preso un altro sorso fortificante di Plurisucco, Severus decise che era arrivato il momento di entrare di nascosto dentro al Ministero. Passarono dall'ingresso dei visitatori e Severus, Confuse furtivamente la guardia che aspettava di controllare le loro bacchette: fu quasi troppo facile. Severus conosceva la strada abbastanza bene e gli ci vollero pochi minuti per trovare l'ufficio di Runcorn. La fortuna continuò a essere dalla loro perché Runcorn non era impegnato.

Posso aiutarla?” Chiese irritabile, guardando lo sconosciuto visitatore biondo.

Albert,” rispose Severus in modo mellifluo, chiudendo la porta e lanciando un Muffliato per precauzione. Una volta entrati, lasciò la mano di Jocelyn e sollevò la manica per rivelare il Marchio Nero. “Malgrado il mio aspetto sono Severus Snape.”

Severus!” L'uomo bardato replicò immediatamente, con il tono più accogliente possibile. “Chi è la tua giovane amica?”

Lei è Jocelyn Smith: le serve una bacchetta.”

Le sopracciglia di Runcorn si unirono. “Jocelyn Smith?” Chiese, sembrando dubbioso. “Non è per caso...” Runcorn spostò il peso da un piede all'altro. “È solo che, ehm, conosco gli Smith e non ricordo di aver mai incontrato... Ho delle istruzioni molto severe per chi deve aver accesso alla riserva di Ollivander.” Severus ricopriva una posizione così prestigiosa nella cerchia di Voldemort che Runcorn era riluttante a contraddirlo, eppure l'uomo era abbastanza intelligente da pensare di avere il diritto di prendere un po' d'iniziativa, piuttosto che seguire ordini alla cieca. Avrebbe dovuto cambiare atteggiamento se sperava di prendere il Marchio Nero.

Severus abbassò una mano e sollevò una ciocca dei capelli biondo pallido di Jocelyn, facendoli passare sulle dita e voltandoli verso la luce. “È un colore tanto distintivo,” meditò. “Lo vedi raramente questa sfumatura di biondo, vero Albert?”

Runcorn si gelò, le rotelle delle sue facoltà mentali che chiaramente funzionavano appena.

Severus si spinse un po' più in là. “Eppure, mi sembra di ricordare... sì, ho visto questo particolare colore abbastanza di recente.” Andiamo Albert, pensò urgentemente in silenzio. La reputazione piuttosto immeritata di Lucius come donnaiolo era così ben pubblicizzata che i suggerimenti che Severus stava avanzando non richiedevano un miracolo di logica deduttiva.

Finalmente ci arrivò. “Come se la cava Lucius in questo periodo?” Chiese Runcorn mellifluo.

Severus sorrise. “Dedica le sue energie all'intrattenimento del nostro Signore,” replicò.

Cosa facciamo per la bacchetta, allora?” Chiese Runcorn, rivolgendosi a Jocelyn in un imbarazzante tono da zio.

Il sorriso di Severus si allargò.



*



Riuscirono ad uscire dal Ministero solo una mezzora più tardi, con un'ottima bacchetta. Severus aveva pensato di mandare Jocelyn in Bulgaria alla prima occasione, ma il successo della sua messinscena con Runcorn gli aveva dato un'idea migliore. Se Severus avesse giocato bene le sue carte, avrebbe potuto tenere Jocelyn al sicuro sotto gli occhi del Signore Oscuro. E Draco era la prima persona con cui aveva bisogno di parlare. Prendendo Jocelyn fermamente per mano Materializzò entrambi a Spinner's End.

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Disincanto294: quando non crollo cerco di pubblicare alla mezzanotte: sono impegnata spesso la mattina presto e non sempre mi è possibile farlo prima di uscire. Ti ringrazio ancora per essere tornata a rileggere in italiano; se noti qualcosa che ti è sembrato diverso nella lettura inglese fammi sapere (così come chiunque altro stesse provando le due letture), così da correggere eventuali errori. Grazie ancora ^_^

Titinina: Sei fortunata, se sei ancora sveglia lo leggi subito. Anche a me è piaciuto come Hermione ha tenuto testa all'Ordine (e sono contenta non l'abbia fatto in calzoncini ;)). E sì, ora Ron ed Hermione passeranno più tempo insieme... La pianto qua sennò spoilero troppo ;-P

Anne

  
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