Garage
Time
Tutto
il buonumore accumulato è svanito in un soffio. In questo momento sono in piena
crisi di nervi. Ma come si fa, dico io? Come si fa a sopportare questo strazio?
Occorre sapere che mio fratello, Sam, visto che ha tutto lo spazio possibile
dal collo in su occupato dal cervello, manca di altre parti anatomiche
fondamentali, come i vari elementi di un orecchio, e il buongusto, la decenza…
Fa
parte di una band amatoriale da più di due anni, i Papa Boyz. Cioè. I Papa
Boyz. Vi rendete conto? A parte il nome, questo gruppo di sfigati fa proprio
schifo. Ma schifo schifo. Non lo schifo che fanno i Jonas Brothers o Justin
Bieber ad un metallaro. Fanno schifissimo. E suonano ogni santo pomeriggio
sotto la mia stanza.
Dio,
perché, Dio, perché mi fai questo?
Quel
rimbecillito di mio fratello suona il flauto. Il flauto! Non ho altro da
aggiungere.
Con
lui ci sono altri quattro cerebrolesi; il vocalist, un tappo di quattordici anni
che canta come Britney Spears; il tastierista, che sembra un maiale e con
quelle dita porcelline schiaccia tre tasti al posto di uno; il chitarrista, che
avrà sì e no undici anni e la chitarra pesa più di lui (però è bravino) e il
batterista, che ha l’età di mio fratello (quindici anni) ma sembra averne
almeno il doppio, ed è un pusher pluribocciato. Che cacchio di gruppo di malati
mentali. E suonassero rock! Suonano robaccia commerciale, canzoncine pop...
porca pupazza. Preferisco andare a lavorare, piuttosto che ascoltare ancora un
minuto di questo strazio.
La
Mater e il suo uomo hanno aperto un ristorante. “La Mucca Rosa”.
Si capisce
infine da dove arrivi la creatività di Sam.
È
due isolati più a nord, quindi vado a piedi. Mi piace camminare. Sia con la
musica, e potrei andare avanti per ore, ma anche senza niente, ascoltando i
suoni che mi circondano. Certo, qui si sente solo il traffico e l’isteria
collettiva, a differenza del mio vecchio paese. Cazzo, mi manca tantissimo. Ovviamente
quando stavo là mi lamentavo in continuazione. Sia per la totale mancanza di
qualsivoglia forma di intrattenimento, sia perché gli esseri viventi presenti
erano pressoché inutili al mio svago, visto che i bipedi avevano tutti superato
abbondantemente i cent’anni, e i quadrupedi non potevano intrattenere un
discorso coerente. Alla fin fine però, il paragone non esiste. Le passeggiate in mezzo alla natura e i suoi suoni qui
non si trovano.
“Biagioooooo,
ciaoooo!”
“Ciao
Principessa! Qual buon vento! Non dirmi che hai voglia di lavorare!”
“Ha!
Spiritoso!”
“Ciao
tesoro! Sei venuta a darci una mano?”
“Ciao, mamma… penso di sì. O meglio, a casa ci sono i Papa Boyz e sono senza un
soldo, quindi questo è il mio unico rifugio…”
“Buahahaha
lo sapevo che era per i Papaz!”
“Vado
di là allora”
“Lucerto,
Principessa!”
Il
mio grembiule è rosa. A parte questo, lavorare qui non mi dispiace, è quasi divertente.
Che poi un vero lavoro non è. È solo sfruttamento bello e buono. Non mi danno
un centesimo! Biagio, quel sadico, dice che ho vitto e alloggio gratis, e
meglio di così… Mi sembra d’essere un’estranea e non una figlia! Che cattivi!