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Autore: Nona    06/12/2013    0 recensioni
Le avventure dolceamare di una normalissima e sfigatissima ragazza, dovute a un giro di vite radicale, che la porterà a scontri con Barbie, incontri con Teppisti, ristoranti rosa.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Garage Time

Garage Time

 

 

Tutto il buonumore accumulato è svanito in un soffio. In questo momento sono in piena crisi di nervi. Ma come si fa, dico io? Come si fa a sopportare questo strazio? Occorre sapere che mio fratello, Sam, visto che ha tutto lo spazio possibile dal collo in su occupato dal cervello, manca di altre parti anatomiche fondamentali, come i vari elementi di un orecchio, e il buongusto, la decenza…
Fa parte di una band amatoriale da più di due anni, i Papa Boyz. Cioè. I Papa Boyz. Vi rendete conto? A parte il nome, questo gruppo di sfigati fa proprio schifo. Ma schifo schifo. Non lo schifo che fanno i Jonas Brothers o Justin Bieber ad un metallaro. Fanno schifissimo. E suonano ogni santo pomeriggio sotto la mia stanza.
Dio, perché, Dio, perché mi fai questo?
Quel rimbecillito di mio fratello suona il flauto. Il flauto! Non ho altro da aggiungere.
Con lui ci sono altri quattro cerebrolesi; il vocalist, un tappo di quattordici anni che canta come Britney Spears; il tastierista, che sembra un maiale e con quelle dita porcelline schiaccia tre tasti al posto di uno; il chitarrista, che avrà sì e no undici anni e la chitarra pesa più di lui (però è bravino) e il batterista, che ha l’età di mio fratello (quindici anni) ma sembra averne almeno il doppio, ed è un pusher pluribocciato. Che cacchio di gruppo di malati mentali. E suonassero rock! Suonano robaccia commerciale, canzoncine pop... porca pupazza. Preferisco andare a lavorare, piuttosto che ascoltare ancora un minuto di questo strazio.
La Mater e il suo uomo hanno aperto un ristorante. “La Mucca Rosa”.
Si capisce infine da dove arrivi la creatività di Sam.
È due isolati più a nord, quindi vado a piedi. Mi piace camminare. Sia con la musica, e potrei andare avanti per ore, ma anche senza niente, ascoltando i suoni che mi circondano. Certo, qui si sente solo il traffico e l’isteria collettiva, a differenza del mio vecchio paese. Cazzo, mi manca tantissimo. Ovviamente quando stavo là mi lamentavo in continuazione. Sia per la totale mancanza di qualsivoglia forma di intrattenimento, sia perché gli esseri viventi presenti erano pressoché inutili al mio svago, visto che i bipedi avevano tutti superato abbondantemente i cent’anni, e i quadrupedi non potevano intrattenere un discorso coerente. Alla fin fine però, il paragone non esiste. Le passeggiate in mezzo alla natura e i suoi suoni qui non si trovano.

“Biagioooooo, ciaoooo!”
“Ciao Principessa! Qual buon vento! Non dirmi che hai voglia di lavorare!”
“Ha! Spiritoso!”
“Ciao tesoro! Sei venuta a darci una mano?”
“Ciao, mamma… penso di sì. O meglio, a casa ci sono i Papa Boyz e sono senza un soldo, quindi questo è il mio unico rifugio…”
“Buahahaha lo sapevo che era per i Papaz!”
“Vado di là allora”
“Lucerto, Principessa!”

Il mio grembiule è rosa. A parte questo, lavorare qui non mi dispiace, è quasi divertente. Che poi un vero lavoro non è. È solo sfruttamento bello e buono. Non mi danno un centesimo! Biagio, quel sadico, dice che ho vitto e alloggio gratis, e meglio di così… Mi sembra d’essere un’estranea e non una figlia! Che cattivi!

  
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