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Autore: L Change the World    06/12/2013    3 recensioni
[OzxGil] [GilxBreak] [Triangolo!]
Dopo aver nascosto troppo a lungo la loro tormentata storia d’amore, Gilbert e Oz sono ora una coppia di fatto, la cui unione ha gettato nell’indignazione gran parte della città, nonché le rispettive Casate Ducali, ora nemiche più che mai.
L’amore che l’uno prova per l’altro è un sentimento talmente forte e potente che niente potrebbe più ostacolare il loro vivere felici e liberi da ogni pensiero.
Ma c’è qualcuno che getterà un’ombra forse troppo grande su di loro, qualcuno che costringerà i due sfortunati amanti a fare i conti con il passato.
Gli antichi sentimenti possono rinascere, possono affievolirsi, possono lasciare ferite a volte profonde, ma non potranno mai scomparire del tutto...
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alice, Gilbert Nightray, Oz Vessalius, Un po' tutti, Xerxes Break
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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“Secondo me abbiamo esagerato un po’ con lo zucchero.” disse Gilbert, guardando perplesso all’interno del recipiente che aveva davanti e aspettando che Oz dicesse qualcosa. I due ragazzi, quella mattina, per cercare un po’ di tranquillità, avevano praticamente sfrattato i cuochi Rainsworth dalla loro amata cucina, scatenando una sorta di guerra civile tra servitori. Alla fine, trionfanti, avevano deciso di mettere alla prova le loro capacità culinarie pressoché nulle cimentandosi nella preparazione di biscotti, cosa che si stava rivelando molto divertente, dato il casino che avevano lasciato su tutti i tavoli a disposizione.

“No, secondo me è perfetto.” disse Oz annuendo.

“Ora lo assaggio.” Gilbert prese una punta di impasto con un dito e se lo mise in bocca.

“Ehi, anche io voglio assaggiare!” protestò Oz, facendo per prenderne un po’ anche lui.

“Aspetta.” disse Gilbert, affondando di nuovo il dito in quella sostanza dal colore indefinito e porgendoglielo al suo ragazzo. Non appena Oz aprì la bocca, però, con un gesto repentino Gilbert gli imbrattò gran parte del naso, facendolo trasalire.

“Tu...” mormorò il ragazzo, prendendo a sua volta una manciata di impasto e spalmandolo direttamente sulla faccia di Gilbert. Oz non fece in tempo nemmeno a ridere che, subito dopo, il suo ragazzo era tornato all’attacco, sferrandogli un pugno di farina addosso e portando il biondo a fare lo stesso, imbiancando quello che, fino a poco prima, era il solito completo nero di Gilbert.

“La mia giacca!” disse Gilbert indignato, ridendo e allargando le braccia per esaminare il danno “Era la mia preferita!”

“Ops!” disse Oz, saltandogli addosso da dietro le spalle per imbrattarlo ancora di più. Gilbert cercò di dimenarsi e di ripararsi dai continui attacchi del suo ragazzo, ma fu costretto a fermarsi quando sentì le labbra di Oz affondargli sul collo e riempirlo di piccoli e repentini baci. Le braccia del ragazzo gli cingevano le spalle, e Gilbert non esitò un istante: si girò e gli rubò un fugace bacio sulla bocca, che ben presto si trasformò in qualcosa di molto più lungo. Oz posò le sue mani poco sotto la sua schiena, attirandolo a sé e dischiudendo le sue labbra mentre le dita di Gilbert si andavano ad intrecciare tra i suoi capelli biondi ed estremamente morbidi.

“Direi che con lo zucchero ci abbiamo azzeccato.” gli sussurrò Gilbert all’orecchio, stampandogli un ultimo bacio sulla guancia e girandosi per proseguire con la preparazione. Entrambi si ricomposero e passarono a dare una forma ai loro biscotti, terminando nel giro di alcuni minuti e ammirando il loro lavoro con approvazione.

“Aspetta, ti do una mano.” disse Oz, aiutando il ragazzo ad infornare. Quando ebbero concluso, Gilbert si sedette sulla panca di legno vicina, lasciando che Oz si sdraiasse al suo fianco con la testa sulle sue gambe e giocherellando distrattamente con i suoi capelli.

“Sai, credo ancora di non piacere a tuo fratello.”

“Chi? Vincent?”

“Sì. Ogni volta che lo incontro, sembra che voglia uccidermi. E poi mi ha guardato in modo strano, la sera in cui sei tornato. Mi mette ansia.”

“Scherzi? Anche se non esterna molto i suoi sentimenti, so per certo che Vince non vuole assolutamente ucciderti. E poi, se suo fratello è felice, è felice anche lui.”

“Ah già, dimenticavo che ti venera come un dio.”

“Molto divertente.” disse Gilbert, scuotendo la testa e sorridendo “Non ti creare questi problemi, però, ok? E poi basta che piaci a me.”

Oz sorrise e lo guardò, fissandosi sui suoi occhi dorati per un tempo che gli sembrò infinito.

“Non puoi capire cosa dice. La gente, intendo.”

“Cioè?” fece Gilbert con aria preoccupata.

“Sono piccole cose, ma fanno male lo stesso.” mormorò Oz “Mia zia è venuta dicendo che secondo lei Sharon sarebbe stata perfetta per me, ma che purtroppo me l’ero lasciata sfuggire. Dicono che avrei potuto scegliere tra centinaia di altri ragazzi, ma che tra tutti ho preferito proprio un maledettissimo Nightray. Mi hanno perfino detto che è un peccato che nessuno erediterà mai i miei occhi verdi.”

“Oz...”

“Non abbiamo vinto noi, Gil... Hanno vinto loro. Abbiamo solo trovato un compromesso, ma non saremo mai del tutto accettati. Non dalla maggior parte, almeno. Siamo solamente un altro schifoso argomento di chiacchiere e pettegolezzi, ecco cosa siamo.”

“Non è vero.” disse Gilbert, carezzandogli la guancia “Ok, lo ammetto, a qualcuno non andiamo a genio, ma a noi che importa? Non lasciarti schiacciare da queste cose, Oz. Mai.”

Il ragazzo annuì, asciugandosi una lacrima che minacciava di uscire.

“Vieni qui.” gli disse Gilbert, facendolo alzare e avvicinandolo a sé con un braccio dietro le spalle “Voglio fare una scommessa.”

“... Mi devo preoccupare, Gil?”

“No, anzi. Facciamo così: se i biscotti vengono bene, tu accetti di uscire a cena con me, stasera.”

“È un... appuntamento?”

“Beh, non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento, no?”

“Ci sto.” disse Oz, sorridendo a mo’ di sfida “Ehm, Gil, non vorrei allarmarti, ma sento odore di bruciato.”

Oz per poco non cadde quando Gilbert si fiondò letteralmente sul forno.

“No, no, no!” gridò il ragazzo, tirando fuori con uno scatto il frutto di tanti sforzi “Voglio andare a cena con il mio fidanzato stasera!”

Oz rise mentre vedeva Gilbert armeggiare per sistemare i biscotti in modo decente su un piatto. Alla fine il ragazzo ne uscì vincitore, posando il piatto davanti a lui e respirando a fondo.

“A te l’onore.” gli disse, sedendosi a sua volta e guardandolo fisso. Oz prese un biscotto, ci soffiò sopra e ne prese un morso, restando con un’espressione impassibile dipinta sul volto “Allora?”

“Uhm...” mormorò Oz “Sai che c’è?”

“Cosa?”

“Accetto l’appuntamento e vengo a cena con te. Da soli.” il ragazzo sfoderò il suo tipico sorriso “Sono deliziosi, complimenti.”

Gilbert chiuse gli occhi e tirò un sospiro di sollievo prima di prendere a sua volta un biscotto e addentarlo soddisfatto.

                                                                                                  -

“Allora, sei pronto?” gridò Gilbert attraverso la porta della camera di Oz. Si era preparato circa due ore prima di partire, nella paura che avrebbe fatto tardi, ma alla fine era toccato a lui aspettare il suo ragazzo.

“Gil, hai sempre fretta! Aspetta tre secondi!”

Tre secondi sono diventati mezz’ora!” Gilbert sentì Oz sbuffare dall’altra parte, e non poté fare a meno di soffocare una risata. Quando finalmente la porta si aprì, Gilbert restò senza parole: Oz indossava forse il suo completo più sfavillante, verde come i suoi occhi, che lo rendeva bello come non mai.

“Wow.” riuscì a dire Gilbert dopo pochi secondi.

“Ehi, ricorda che siamo in ritardo. Per colpa mia, certo, ma siamo in ritardo.” disse Oz, prendendolo per la manica e conducendolo fuori dalla villa, direttamente dentro una delle carrozze messe a disposizione.

“È strano come primo appuntamento.” fece Oz dopo un po’, guardando il paesaggio notturno della città attraverso la tendina “Di solito si esce insieme la prima volta per conoscersi.”

“Quindi dici che tutto questo sia inutile?”

“No.” disse Oz, sorridendo allegro “Mi piace da impazzire.”

Quando scesero, Gilbert precedette Oz, facendolo scendere e girare dall’altra parte “Ok, chiudi gli occhi.”

“Cosa?!”

“Fai quello che ti dico.”

“Ok.” Oz abbassò le palpebre, lasciandosi guidare attraverso la strada. All’improvviso, sentì un leggero vociare, e il suo corpo fu invaso da un calore intenso tipico degli spazi chiusi ed accoglienti.

“Dove mi porti?”

“Sssh.” Dopo aver svoltato quelli che a Oz sembrarono un paio di angoli, le voci cominciarono ad affievolirsi fino a scomparire quasi del tutto. “Ecco, ora puoi aprire.”

Nel momento stesso in cui Oz aprì gli occhi, il respiro gli si mozzò in gola. La stanza era piccola ed intima, con un tavolo nel mezzo decorato con motivi semplici e con una candela rosso scarlatto che ne illuminava la tovaglia rigorosamente bianca e immacolata. Ma ciò che sconvolse di più Oz fu che le pareti erano scomparse, sostituite da ampie vetrate che lasciavano ammirare una vista meravigliosa della città di notte, sormontata da una splendida luna piena che illuminava il cielo scuro. I giochi di luce proveniente dalle finestre, dalle strade ancora pullulanti di gente, la vitalità notturna di Reveille, le miriadi di carrozze che svoltavano gli angoli, la familiarità delle piccole case del centro erano uno spettacolo che difficilmente Oz avrebbe rivisto.

“Allora, che te ne pare?” chiese Gilbert, e si ritenne soddisfatto quando Oz si girò verso di lui e lo baciò.

“Grazie.” sussurrò Oz, sorridendogli. I due ragazzi presero così posto, ordinando ciò che volevano e levandosi lo sfizio di prendere anche una bottiglia di champagne alla fine.
“Vacci piano tu.” disse Oz, versandone una quantità minima nel bicchiere di Gilbert “Non voglio rincorrerti per la città mentre te ne vai in giro dicendo cose senza senso” E a baciare gente a buffo avrebbe voluto dire Oz, ma si trattenne quando vide il suo ragazzo arrossire visibilmente e abbassare lo sguardo.

“A noi due, allora.” disse Gilbert, alzando il bicchiere.

“A noi due.”

Quando ebbero finito, entrambi si alzarono e Oz si piantò ancora una volta davanti alla vetrata, percependo una leggera brezza fredda e godendosi la città ormai rimasta vuota e illuminata soltanto dalla bianca luce della luna. Gilbert lo abbracciò da dietro, ponendogli le mani sul petto e poggiando una guancia contro la sua.

“Il Sigillo?”

“Si è mosso, Gil...” Oz si girò lentamente verso di lui, ma il suo sguardo era tutt’altro che triste mentre la sua bocca si piegava in un sorriso. Gilbert lo guardò fisso negli occhi, dopodiché posò le sue labbra su quelle del suo ragazzo, baciandolo dolcemente. Restarono abbracciati, il petto di Gilbert  che si alzava e si riabbassava contro quello di Oz percependone il calore, il suo respiro contro il suo orecchio, gli occhi chiusi come per fasi cullare da quel momento.

“Ti amo tanto, Gil.” disse Oz con voce rotta.

“Sei felice?”

“Sono felice.” Oz annuì e, alzando la testa, prese il volto di Gilbert tra le sue mani e lo baciò ancora.

Gli aveva chiesto tante volte se era felice, e lui aveva sempre risposto di sì anche se non era del tutto vero. Ma quella sera, in quel preciso istante, Oz seppe di essere felice, felice davvero.



- Angolo autrice -

Ok, è finita. Ancora non ci credo, ma è finita.

Dico solo che è stato divertentissimo scrivere una fan fiction così lunga, sinceramente non credevo che ne sarei stata capace. Ci sono state delle parti in cui non mi ritengo del tutto soddisfatta ma, diamine, è stato stupendo scrivere sulla mia OTP per eccellenza *-*

Sembra il discorso di un attore che ha appena vinto un Oscar, ma vabbé...

Anyway, grazie per aver letto quest’aborto questa fan fic! Spero di non avervi annoiato :3

Tanto love

L
  
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