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Autore: Aireen    06/12/2013    5 recensioni
Rose/Scorpius.
Scorpius ha un segreto. Un enorme segreto. Uno di quei segreti in grado di condizionarti la vita, ma lui non è assolutamente intenzionato a rinunciare a nulla. Soprattutto ad una persona.
"Ma è cioccolata! E' naturale che ti piaccia!" Scorpius sorrise leggermente nell'udire quell'esclamazione indignata. Rose era estremamente carina quando qualcosa la irritava.
"Ecco, Rose: tu sei come la cioccolata." Se ne uscì con fare enigmatico, beandosi dell'espressione confusa sul viso della ragazza.
"Cosa intendi dire?"
"Beh, è naturale che tu mi piaccia!"
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chocolate&Love'
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Capitolo 6 ciocco
Aireen's corner: ed eccomi qui, in un orario un po' più tardo del solito, ad aggiornare "Cioccorane".
Questo capitolo mi ha lasciato un po' dubbiosa, ma spero comunque che voi lo troviate carino, se così può essere definito :(
Tuttavia, ho deciso di dedicarlo esclusivamente ai nostri due piccioncini e, per chi sa come e dove cercare, qui compaiono indizi mooolto importanti!
Dedico questo capitolo alle meravigliose ragazze che hanno commentato quello scorso: _Lola_99,  GiuliaChop, tonks_flamel, LeCriticone.

Spero di rileggervi!

Hot kisses, dangerous kisses

Due giorni, - per la precisione quarantotto ore, trentasei minuti e dieci secondi -. Ecco quanto tempo era passato da quando Scorpius Malfoy l'aveva baciata, bacio che le aveva fatto guadagnare una punizione, per la quale non desiderava esattamente ringraziarlo.
Tuttavia, fissando le fiamme che guizzavano vivaci nel camino della Sala Comune, Rose non riusciva a trovare un valido argomento che distraesse la sua mente dal rivivere a ripetizione quell'istante, che - involontariamente - continuava a definire perfetto, in cui Scorpius aveva posato le labbra sulle sue. E lei inoltre, non si era di certo staccata da quel bacio improvviso! Anzi, nonostante non avesse una grande esperienza in fatto di baci, era abbastanza convinta di avervi risposto e anche con parecchia convinzione. Poi, beh... poi era arrivato Sillypotts.
Rose era così immersa nei suoi pensieri che, quando si alzò per andare a prendere la borsa dei libri, decisa ad aprirne finalmente qualcuno (era un momento che aveva rimandato sin troppo a lungo), non vide la Dama Grigia venirle incontro e, inutile dirlo, la passò da parte a parte. La sensazione fu orribile: tutto il suo corpo era scosso da brividi e il fantasma non sembrava neppure troppo entusiasta di quello scontro sbadato, a giudicare dall'occhiataccia che le lanciò immediatamente dopo. Ma, superato il trauma, Rose capì che non rappresentava una scusa sufficietnte per rimandare ulteriormente il tema di Trasfigurazione e così, afferrata la borsa, si diresse lugubre verso un tavolo vicino alla finestra e si mise al lavoro.
<< Rose? >> Non era passata nemmeno mezzora e già qualcuno la disturbava. Ma, con la mente concentrata sul tema, l'informazione riguardante l'identità di quel qualcuno non raggiunse immediatamente il suo cervello; in effetti ci vollero parecchi secondi prima che il cervello di Rose fosse anche solo in grado di recepire qualcosa che non riguardasse la formula dell'Incantesimo Evanescente.
<< Sì? >> Borbottò distrattamente, gli occhi incollati alla pergamena.
<< Sillypotts mi ha detto di dirti che la nostra punizione è fissata per stasera. Dobbiamo farci trovare alle otto nella Sala d'Ingresso. >> La voce si era incrinata leggermente verso la fine della frase, ma il cervello di Rose era ancora da un'altra parte.
<< Non lo so... se posso. >> Un altro mormorio distratto da parte della ragazza mise al corrente il suo interlocutore della sua totale non partecipazione a quella sorta di conversazione.
<< E' una punizione, Rose. Ecco, io non credo che tu possa rifiutarti. >> Finalmente Rose alzò lo sguardo e quando vide chi era a starle davanti assunse un'espressione talmente buffa che Scorpius non potè evitare di lasciarsi sfuggire un mezzo sorriso. Così, con gli occhi chiari spalancati, i capelli arruffati e resi crespi dall'umidità di quella giornata autunnale e le guance rosee, gli sembrava comunque qualcosa di meraviglioso. Nonostante fosse chiaramente in disordine ed esasperata dal lungo tema di Trasfigurazione che avrebbe dovuto svolgere, per lui era bella, bella come nient'altro al mondo. Più bella del Quidditch. Addirittura più bella del Quidditch.
<< Oh, beh... già! >> E arrossendo in modo spropositato, dalle sue labbra sfuggì un risolino nervoso, per il quale si sarebbe volentieri flagellata lì, in Sala Comune, davanti a tutti i suoi compagni. No, magari davanti a Scorpius no, pensò lanciandogli un'occhiata fugace e percependo il viso infiammarsi ulteriormente.
<< Allora ci vediamo lì, d'accordo? A dopo. >> E poi, contro ogni possibile previsione, Scorpius si chinò verso di lei e sfiorò la sua guancia con un tocco leggero delle labbra. Rose si sentì rabbrividdire per la seconda volta nel giro di un'ora, ma dovette ammettere che quei brividi erano tutta un'altra cosa.
Scorpius si avviò verso l'uscita della Sala Comune e Rose si scoprì a fissarne la schiena con aria sognante - altra cosa per cui avrebbe dovuto flagellarsi -, per poi avvertire una fitta di panico che le fece stringere lo stomaco. Come diamine avrebbe dovuto comportarsi quella sera, dopo quello che era successo? Oh, no... non era brava a conversare e arrossire contemporaneamente. Avrebbe balbettato, si sarebbe resa ridicola e poi sarebbe stata costretta a suicidarsi. I suoi genitori non l'avrebbero presa bene.

<< Non capisco perchè fai quella faccia! Insomma, una punizione se la beccano tutti prima o poi e inoltre sarai con Scorpius, sola, e lui ti piace. >> Dominique aveva assunto un'aria professionale e, nonostante Rose non le avesse detto nulla del bacio, aveva la strana sensazione che lei sapesse.
<< Ho detto che è gradevole. Ecco, sì, gradevole! >> Le sue orecchie, però, l'avevano già tradita, assumendo un'inconfondibile tonalità purpurea.
<< Sei adorabile. >> Commentò Dominique, dandole un paio di buffetti sulla guancia.
<< Smettila. >>
<< I vostri bambini saranno bellissimi.>>
<< Bambini? >>
<< Come pensi che sarà il tuo abito da sposa? >>
<< Dominique! >> Esclamò Rose, ancora più rossa. Non avrebbe mai ammesso, nemmeno a costo della vita, la sensazione di piacere che l'aveva pervasa al solo pensiero di un piccoletto dagli inconfodibili capelli biondi.
Albus, che le ascoltava con discrezione da un paio di minuti, finse di vomitare nel suo piatto e si beccò uno schiaffo scherzoso da parte di Dominique. Ma, notò Rose, non espresse alcuna preoccupazione riguardo il fatto che tra lei e Scorpius potesse esserci qualcosa; d'altronde, quella non era l'unica cosa a destare sospetto. A distanza di due giorni, nè Rose, nè Dominique, erano riuscite a cavargli una sola parola su quello che lui e l'amico stavano combinando e, stranamente, Albus non aveva ancora manifestato nemmeno un segno di fastidio riguardo il fatto che le due si fossero appropriate della sua adorata Mappa.Era come se quella serata, per lui, non ci fosse stata. Inoltre, cosa ancora più sospetta, Scorpius non era sceso a cena: che fosse andato nella Stanza delle Necessità?
<< Sono le otto, imbranata. Corri o farai tardi! >> Alle parole della cugina Rose posò lo sguardo sul suo orologio, rendendosi conto che effettivamente rischiava di arrivare in ritardo. E Sillypotts non ne sarebbe stato molto felice.
In gran fretta, Rose si coprì con il pesante mantello e si diresse verso la Sala d'Ingresso, schivando un eccitato Pix che, nascosto dietro le porte della Sala Grande, si divertiva a svuotare calamai d'inchiostro in testa a chiunque fosse di passaggio.
Raggiunta la sua meta, si sentì il cuore balzarle in gola, notando la figura alta di Scorpius e quella tozza e grassoccia di Sillypotts, attenderla di fronte al grande portone di accesso alla scuola.
<< Ce l'abbiamo fatta, Signorina Weasley. >> Sibilò il professore con perfidia, lanciandole uno sguardo di puro odio, che Rose non esitò a contraccambiare.
Così, si avviarono in silenzio all'esterno, nel vasto parco di Hogwarts, illuminato solo dalle fioche luci delle stelle e dalla luna che, quella sera, era a tre quarti.
<< Ora, non pensiate che questa sia una scusa per passare altro tempo a scambiarvi disgustose effusioni, voi due! Aiuterete Hagrid a ritrovare uno Snaso che si è nascosto nell'orto delle zucche e sarete sorvegliati a vista. Ho fatto presente al nostro Guardiacaccia che questa è tutt'altro che una visita di piacere, statene sicuri. >> Quando Sillypotts pronunciò la parola "effusioni", entrambi si sentirono avvampare e Rose si accorse che Scorpius continuava a lanciarle rapide occhiate, cercando di non farsi notare.
Percorsero il resto del tragitto fino alla capanna di Hagrid nel più totale silenzio e, una volta arrivati, trovarono l'enorme Rubeus ad attenderli sulla porta, con il solito vecchio pastrano a proteggerlo dall'aria pungente della sera.
Ci vollero ben quindici minuti prima che Sillypotts decidesse di aver fornito ad Hagrid informazioni sufficienti a lasciargli il comando di quella che secondo lui doveva essere una punizione un po' troppo simile a dei lavori forzati e prima che Hagrid lo convincesse che quei due si sarebbero spezzati la schiena nell'estenuante ricerca.
<< Eh, Rosie, a quel tipetto non ci piaci proprio, credo. Vabbè, meno male che vi ha mandati da me. Ora, scusate se vi lascio a cercare da soli, ma io sono a preparare una lezione. Vi tengo d'occhio dalla finestra.>> Gli sorrise bonario, e con una falcata che equivaleva ad almeno quattro passi dei due ragazzi tornò all'interno, lasciando la porta aperta, in caso avessero avuto bisogno.
Ora erano soli, soli per davvero, e Rose non ricordava di essersi mai sentita così in imbarazzo in vita sua. 
<< Ehm... andiamo nell'orto, allora? >> Scorpius fu il primo a parlare e la ragazza apprezzò molto il fatto che fosse stato lui a prendere l'iniziativa, perchè si sentiva come se avesse la bocca cucita da un incantesimo infrangibile. Dunque, si limitò ad annuire, senza guardarlo negli occhi, e a seguirlo mentre si avviava verso il lato opposto della capanna, dove una dozzina di zucche quasi più alte di loro crescevano rapide, in attesa di Halloween.
Passarono uno o due minuti prima che uno dei due si azzardasse a parlare di nuovo: se ne stavano lì, impalati, a guardarsi di sfuggita, facendo ben attenzione a distogliere lo sguardo quando questi si incontravano, sentendosi sempre più stupidi ogni secondo che passava.
<< Potremmo usare il mio orologio per attirarlo. >> Fu la proposta di Rose a rompere quell'imbarazzante silenzio, con un'audacia di cui si sorprese persino lei stessa. Nel frattempo Scorpius aveva alzato lo sguardo su di lei, come se non la stesse fissando fino a pochi istanti prima, passandosi una mano tra i capelli, come se volesse darsi un tono.
<< Sì, hai ragione. Lo terrò io, sai non vorrei che ti mordesse, a volte lo fanno. >> E in uno slancio di cavalleria - e di coraggio - si avvicinò a Rose, le prese con delicatezza il polso tra le mani gelide e la liberò dall'orologio, senza darle modo di replicare. Pensava forse che non fosse in grado di difendersi?
<< So come evitare che mi morda. >> Esordì, accarezzando la punta della bacchetta che le spuntava da una tasca della veste.
<< Ma io non voglio che tu debba evitarlo. >> Replicò lui, guardandola dritta negli occhi per la prima volta quella sera, con una semplicità tale da lasciarla senza parole.
Proprio in quel momento un pallido raggio di luna gli illuminò il volto, e Rose notò con sorpresa quanto sembrasse malato: il suo viso appariva scavato e due occhiaie violacee circondavano gli occhi grigi. Un'ondata di preoccupazione le invase immediatamente il petto... il suo aspetto poco sano era in qualche modo collegato alla Stanza delle Necessità?
Tuttavia, mentre lei era persa tra i suoi pensieri, Scorpius, ignaro di ciò che le passava per la testa, aveva appoggiato l'orologio al centro dell'orto e si era seduto a qualche centimetro di distanza da esso.
<< Rose, potresti passarmi una di quelle scatole di legno? Ci serve qualcosa per catturarlo. >> Il sorriso gentile che le rivolse fece fare al suo cuore un paio di piroette, giravolte e quant'altro si possa leggere su un romanzo rosa. Sentendosi stranamente accaldata, in quella serata che calda non era per nulla, voltò le spalle a Scorpius e fece quanto le aveva chiesto.
<< Okay, ora aspettiamo. >> Mormorò il ragazzo, afferrando la scatola che Rose gli porgeva e facendole segno di sedersi accanto a lui.
Trovandoglisi nuovamente così vicino, lei non potè fare a meno di notare che oltre a sembrare malato, sembrava anche estremamente debole: il suo fisico era sempre stato asciutto, ma mai smunto. Ora, però, sembrava pelle e ossa e Rose si sentì stringere il cuore in una morsa di tenerezza: qualcosa non andava per davvero.
Passarono una decina di minuti in totale silenzio, silenzio interrotto solo dalla voce di Hagrid che chiedeva loro se avessero bisogno di aiuto, durante i quale potè concedersi di osservarlo con accuratezza: il suo sguardo sembrava perso nel vuoto, aveva un'aria molto triste, testimoniata anche dal modo in cui stava seduto, con la schiena un po' curva e gli occhi rivolti verso il basso.
La contemplazione di Rose fu interrotta da un rumore improvviso. Qualcosa si avvicinava a loro molto velocemente, sotto uno spesso cumulo di terra e, prima che  fosse in grado di dire "ah", Scorpius era già pronto, con la scatola sollevata e lo sguardo attento a cogliere ogni minimo dettaglio.
Fu questione di un attimo: il cumulo di terra raggiunse il punto in cui l'orologio era stato appoggiato e lo Snaso che vi si nascondeva sotto uscì alla scoperto, veloce com un fulmine, ma non abbastanza... Scorpius lo aveva afferrato per la coda e sigillato dentro il contenitore di legno, in quello che a Rose parve meno di un secondo.
<< Beh, non ho dovuto fare molto, io. >> Bisbigliò imbarazzata, stringendosi nelle spalle, mentre una folata di vento li faceva rabbrividire entrambi.
<< Me la sono cercata! >> Replicò Scorpius con un sorriso stiracchiato, mentre si avviavano verso la porta della capanna, per restituire ad Hagrid lo Snaso fuggiasco prima che rimanesse a corto d'aria.
<< Bravi, avette fatto in un attimo. Due maghi coi fiocchi, ecco cosa siete voi due! Ce lo dico sempre a tua madre, Rosie, che sei identica spiccicata a lei! E...>> A questa affermazione seguì un momento di imbarazzante silenzio: Hagrid si era probabilmente reso conto che avrebbe dovuo aggiungere qualcosa anche sul padre di Scorpius, con cui non era esattamente in buoni rapporti.
Rose tossicchiò, forse un po' troppo a lungo per essere credibile, ma parve riscuotere il mezzogigante dal momentaneo mutismo.
<< Ora potete andarci su al castello. Credo che non avete problemi se tornate. Qui è tutto fatto! >> Li congedò con un sorriso e un invito a prendere il tè uno dei giorni successivi e così due ragazzi si ritrovarono sulla via del ritorno appena un'ora più tardi di quando erano usciti.
<< Diciamo che poteva andare molto peggio! >> Esordì Scorpius, in uno stoico tentativo di assumere un tono leggero e scanzonato.
<< Già, siamo stati fortunati. >> Rose tentò un sorriso, ma le parve di avere la faccia paralizzata in una sorta di mostruosa espressione psichedelica e rinunciò in fretta.
<< Sillypotts ti detesta proprio, eh! Ma cosa gli hai fatto? >> L'argomento Sillypotts consentì loro di abbandonare l'imbarazzo e si fecero strada verso il castello decantando le "lodi" dell'insegnante e ridendo di cuore quando uno dei due si cimentava in appassionate imitazioni di quell'omuncolo dalla fama non troppo nobile.
<< E quando fa quella sorta di sorriso? Ha i denti gialli, sembrano marci... mi fa venire voglia di vomitare! >> Scorpius sorrise, inebetito, di fronte all'espressione di disgusto di Rose. Era carina anche così, non poteva farci nulla.
Da Sillypotts passarono al Quidditch (erano compagni di squadra dall'anno precedente) e dal Quidditch ad argomenti più seri, come le loro famiglie.
<< Mio padre non è contento di me, credo. Cerca di non darlo a vedere, di essere "incoraggiante", suppongo, ma si vede che da me avrebbe voluto ben altro. >> Scorpius aveva uno sguardo così triste che, prima di rendersi anche solo conto di ciò che stava facendo, la mano di Rose andò a cingergli le spalle. Poi, la ragazza si alzò in punta di piedi e gli lasciò un' appena percepibile bacio sulla guancia.
Scorpius la guardava con un'aria stolidamente stupita e Rose si sentì avvampare per l'ennesima volta in quella lunghissima giornata, ma prima che potesse voltarsi e correre a seppellirsi, Scorpius l'aveva afferrata per i fianchi - non con poi tanta delicatezza - e aveva posato le labbra sulle sue.
Fu un bacio diverso, un bacio un po' rude e un bacio segreto, nascosto dall'oscurità crescente, con le sole stelle come testimoni e una luna perlacea che sembrava prendersi gioco di loro, illuminandoli con i suoi raggi per poi ritrarli nuovamente, lontani dalle loro figure.
I due, non accennavano a separarsi e, mentre lingue denti si scontravano , le mani esploravano e cercavano lembi di pelle scoperta e, quelle di Scorpius in particolare, si introdussero sotto il pesante maglione di Rose, trovando ciò che cercavano: mille brividi le percorsero la schiena, mentre lui la accarezzava con delicatezza all'altezza dei fianchi, per poi risalire - con lentezza straziante - fino al bordo del reggiseno.
Fu allora che Rose si accorse che qualcosa non andava: in un momento di lucidità, forse dovuto al fatto che le mani di Scorpius avevano smesso di toccarla in quel modo, fu orrendamene consapevole dei forti tremori che scuotevano il corpo del ragazzo. Si separò dalla sua stretta, ormai decisamente debole, e lo osservò preoccupata, notando come sembrasse ancora più pallido di prima e il sudore che gli ricopriva la fronte con goccioline salate simili a tante piccole perle.
Era febbricitante.
<< Scorpius? Che ti succede? >> Chiese, cercando di mascherare il panico.
<< Io, s-sto bene, non... >> Ma prima ancora che potesse concludere la frase, i suoi occhi si fecero bianchi e, prima che Rose potesse realizzare cosa stava per accadere, Scorpius cadde a terra, privo di sensi.
Rose adesso era sola davvero. In una serata scura. Paralizzata dall'orrore.
  
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