Capitolo 3 – Si salpa
Due
giorni dopo, Kaori e Ryo, accompagnati da Miki ed Umibozu, salirono sulla nave
da crociera che li avrebbe portati verso le Filippine. Il viaggio sarebbe durato
due settimane, ma Hirayama ed Hara, a detta degli informatori di Saeko, si
sarebbero incontrati già la seconda notte, perciò la detective aveva accordato
loro il resto del viaggio come vacanza a spese della Prefettura di Tokyo.
Ovviamente i quattro avevano accettato di buon grado, un po’ di riposo era
proprio quello che ci voleva dopo i burrascosi avvenimenti del mese prima con il
generale Croiz. Quello che era successo aveva cambiato indelebilmente le vite di
tutti e quattro gli amici ed essi avevano bisogno di lasciarsi tutto alle spalle
e riprendere con la loro vita.
D’altronde,
il gruppo di amici era già sulla buona strada e questo valeva in particolare per
Ryo e Kaori, che avevano appena iniziato una nuova fase della loro vita, la fase
della felicità finalmente trovata.
Raggiunte
le cabine a loro assegnate, Ryo e Umibozu proclamarono che avrebbero fatto un
giro della nave, mentre Kaori e Miki decisero di rimanere a disfare le valigie.
Le cabine erano arredate con molto gusto, ad ogni piano era assegnato un colore
e quello dove si trovavano le loro stanze, adiacenti, era quello dell’azzurro.
Era lo stesso piano su cui alloggiavano Hirayama e Hara, ognuno rispettivamente
ai due estremi del corridoio. Le camere del gruppo di sweeper erano invece al
centro, in modo da poter tenere d’occhio entrambi.
Mentre
Kaori disfaceva le valigie con l’aiuto di Miki, le raccontò di quello che era
successo la sera del suo appuntamento con Ryo.
-Allora
il nostro sweeper si è finalmente deciso a darsi una mossa! Era ora!- fu il
commento entusiasta dell’amica
-Eh
sì…- Kaori sorrise sognante –Le cose tra noi vanno a gonfie vele-
-E
dimmi…- le chiese maliziosa Miki –Siete arrivati anche alla fase successiva?-
L’altra
diventò color peonia.
-Ehm…no…-
-Beh,
con il guardaroba che ti sei portata il nostro Saeba non resisterà ancora per
molto-
Kaori
arrossì ancora di più, ma scoppiò a ridere assieme all’amica.
La nave
levò le ancore subito dopo il tramonto, avrebbero viaggiato fino ad Osaka, dove
la nave si sarebbe fermata per la notte, per poi ripartire la mattina dopo. I
quattro cenarono nell’elegante ristorante con ampie vetrate che offrivano una
magnifica vista sulla distesa oceanica e poi decisero di fare una passeggiata
sul ponte, chiacchierando allegramente. Inevitabilmente, però, il discorso finì
per cadere sul loro incarico.
-Per
sapere il momento esatto in cui Hirayama ed Hara si incontreranno dovremmo
mettere delle cimici nelle loro cabine- suggerì Ryo
-Già,
ma se dobbiamo dividerci per entrare nelle due stanze chi terrà d’occhio i
nostri amici?- replicò Umibozu
-Ehi,
voi due…- intervenne Miki –Non vi state dimenticando di noi due?- indicò lei e
Kaori –Conoscete due diversivi migliori?-
-Dovrete
solo tenerli d’occhio, non avvicinateli se non in caso di emergenza, ok?- disse
loro Ryo
-Agli
ordini, capo- gli fece l’occhiolino Kaori
-Ma
guarda te che partner che mi doveva capitare, osa anche prendermi in giro!-
scherzò lo sweeper
-Sarà
perché ormai comincia a perdere colpi, caro mio- intervenne Umibozu
-Senti
chi parla, non sono io quello che se va in giro tutto il giorno con un
grembiulino, Lucciolone!-
-Non
chiamarmi Lucciolone, deficiente!-
-E tu
non osare dirmi che perdo colpi, guarda che io ho 20 anni!-
-Sì,
certo, e io sono la regina d’Inghilterra!-
Le due
donne si guardarono sconsolate, mentre i due uomini continuarono a insultarsi e
a sbeffeggiarsi, con tutto il ristorante che li guardava come fossero due
alieni…
Quando
fu il momento di andare a letto, i quattro si divisero, ogni coppia ritirandosi
nella propria stanza. Kaori sentì che l’imbarazzo arrivava a sommergerla. Certo,
non era la prima volta che lei e Ryo dovevano dividere un letto, ma questa volta
era tutto diverso. Non avevano mai dormito insieme da quando erano una coppia.
Si
rinchiuse in bagno e fissò il suo riflesso nello specchio. Che cosa sarebbe
successo quella notte? Spostò lo sguardo sulla camicia da notte, anche quella
scelta da Miki ed Eriko. Era corta, sorretta da due sottili spalline ed
interamente di seta rosa chiaro. Era semplice, ma nello stesso tempo molto
provocante. Come avrebbe reagito Ryo vedendola con quella addosso? Lei lo
desiderava, desiderava Ryo con una forza che a volte la sorprendeva. Ma la sua
inesperienza e la sua timidezza le impedivano di essere più esplicita. Se lui
non avesse colto il messaggio, non avrebbe proprio saputo che altro
inventarsi…
La
indossò e si guardò allo specchio. Doveva ammettere che si vedeva molto
seducente con quella addosso. Facendo un profondo respiro, aprì la porta del
bagno e rientrò nella camera.
Ryo,
nell’attesa, si era già coricato. Sapeva che Kaori doveva sentirsi in imbarazzo
per quella situazione e voleva fare qualcosa per tranquillizzarla. Ma, quando
sentì la porta del bagno aprirsi e si voltò, il suo cervello andò in totale
black out. Ok, era ufficiale. La sua socia lo voleva morto. Indossava
un’impalpabile e per niente castigata camicia da notte di seta. Le sottili
spalline lasciavano scoperta la pelle candida del collo e delle spalle e la
l’orlo le arrivava assai sopra il ginocchio, donando una magnifica visuale di
quelle lunghissime gambe. All’improvviso, Ryo si pentì di essersi coricato solo
in boxer, perché il suo amico là sotto stava già reagendo a quella sublime
visione. Dio, si era ripromesso di andarci piano con lei, ma Kaori di sicuro non
gli stava rendendo le cose facili!
La
guardò avvicinarsi al letto sentendo che la sua capacità di respirare era andata
improvvisamente in vacanza. Tuttavia, cercò di controllarsi. Saltarle addosso
non era proprio il metodo migliore per dimostrare quanto tenesse a lei e alla
loro storia. Quando Kaori fu al suo fianco, le sfiorò le labbra con le proprie e
le augurò la buonanotte. Poi chiuse gli occhi e cercò di non pensare al corpo
che giaceva accanto al suo.
Kaori
lo guardò mettersi a dormire e trattenne a stento un sospiro di esasperazione.
Neanche la camicia da notte era servita allo scopo. Ma cosa voleva, un invito
scritto?! O forse non la desiderava? Tutte le insicurezze di Kaori riemersero
come un fiume in piena. Possibile che Ryo la amasse, ma non provasse attrazione
per lei?
Possibile
che tutte le offese che le aveva rivolto in quegli anni avessero un fondo di
verità?
Lanciò
un’occhiata al suo volto addormentato, poi, delusa e amareggiata, si voltò e
chiuse gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.
La
mattina dopo, Kaori si svegliò per prima e si affrettò a farsi una doccia per
cercare di togliere i segni della notte agitata che aveva appena trascorso.
Quando uscì dal bagno, Ryo era sveglio e lei cercò di comportarsi con
naturalezza, ma poté vedere che il partner si era accorto che qualcosa la
turbava. Tuttavia, il lavoro li aspettava e non c’era tempo per parlare. Dopo
colazione, i quattro si recarono in piscina, dove sapevano di trovare Hirayama
ed Hara, che ovviamente si comportavano come se non si conoscessero per non
attirare l’attenzione. Mentre Ryo e Umibozu si avviavano verso le loro cabine,
Kaori e Miki si sdraiarono su dei lettini da cui potevano tenere d’occhio i due.
In caso di problemi, erano collegate con i due sweeper attraverso degli
auricolari e delle minuscole trasmittenti nascoste in due collane che le donne
portavano.
Kaori e
Miki chiacchieravano del più e del meno, come due amiche che si godevano il sole
per una bella abbronzatura. La barista vedeva che l’amica non era in gran forma,
ma finché avessero portato le ricetrasmittenti non poteva chiederle se c’era
qualcosa che non andava con Ryo, perciò rimandò a più tardi. Sembrava che tutto
filasse liscio, quando le due si accorsero che Hirayama si era diretto verso il
bar, ma, quando aveva messo mano alla tasca per pagare, si era accorto di non
avere il portafoglio. In quel momento si stava dirigendo verso l’interno della
nave, probabilmente per tornare nella sua cabina e prendere il portafoglio.
-Maledizione,
e adesso cosa facciamo?- esclamò Miki
-Che
succede?- la voce di Ryo arrivò attraverso gli auricolari
-Hirayama
sta tornando in cabina- rispose la barista
-Merda,
cercate di trattenerlo in qualche modo-
-E
come?-
-Ci
penso io- intervenne Kaori
Prima
che Miki o Ryo le chiedessero cosa avesse intenzione di fare, lei si era già
alzata, aveva afferrato il bicchiere con il suo succo d’ananas e si stava
dirigendo verso Hirayama. Arrivata a pochi passi da lui, fece finta di essere
intenta ad osservare l’oceano e “per caso” gli finì addosso, versandogli il
drink sulla camicia.
-Oh, ma
guardi cos’ho combinato!- esclamò con tono dispiaciuto –Mi dispiace moltissimo,
signore, è tutta colpa mia- si scusò con sguardo mortificato
Vedendo
quella bellissima rossa che lo guardava con occhi da cerbiatta, Hirayama
sorrise.
-Non fa
nulla, signorina. Cose che succedono- le disse gentile
-Ma le
ho bagnato tutta la camicia…Senta, perché non mi permette di offrirle un drink
per farmi perdonare?- gli chiese Kaori civettuola
-Sarà
un piacere per me- le rispose l’uomo con fare seducente