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Autore: Teddy_bear    07/12/2013    4 recensioni
Harmony Collins.
Cuore spezzato, rotto, distrutto, a pezzi, calpestato e frammentato.
Lacrime, sorrisi forzati, sofferenza.
Interiormente piena di dolore.
Clive Stokes.
Privo di sentimenti, distruttivo, adirato, inaffidabile, pericoloso.
Piacere, ghigni, malvagità.
Colui che provocava dolore.
Entrambi impauriti, stanchi, sperduti nel mondo.
"Amarti per sempre, non può esser sbagliato."
Genere: Dark, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Attesa.
Harmony Collins era una persona paziente. Molto paziente.
Per questo non sbuffò, neanche una volta, mentre aspettava il suo turno, per la seduta dallo psicologo.
Si mordicchiò leggermente il labbro inferiore, e guardò l'ora sull'orologio appeso alla parete bianca della sala d'attesa.
Mosse la gamba destra nervosamente, facendola tremare, e mise le sue mani gelide in tasca.
"Quindi gli ho detto che doveva svegliarsi, o sei un amico o sei qualcosa di più, non hai scelte, tesoro."
Harmony guardò davanti a sè, osservando la ragazza che aveva parlato, e fece una smorfia.
"E lui?" chiese l'amica, della ragazza, alla stessa.
"Ha detto che gli interesso. Insomma, si può resistere ad un fascino del genere?" domandò a sua volta la sconosciuta, indicandosi il volto truccato.
Harmony scosse leggermente la testa, cercando di non farsi notare.
Che vanitosa, pensò.
Eppure ci sarà stato un motivo per cui quella ragazza, piena di sè, attendeva il suo turno dallo psicologo.
"Per qualsiasi cosa, sai che puoi chiamarmi."
Il dottor John Walker fece capolino dalla porta bianca, sorridendo cordialmente ad un ragzzo sulla ventina.
"Alla prossima Drew, mi raccomando." disse salutandolo.
"Prego signorina Abbott, tocca a lei." aprì la porta, facendo accomodare l'amica della ragazza vanitosa.
"Mi aspetti, Megan?" chiese la ragazza, entrando nello studio.
"Sì." rispose l'altra in maniera sprezzante, mentre si limava le unghie perfette.
Harmony scosse nuovamente la testa, ed alzò gli occhi al cielo.
"Che genere di problema ha una ragazza come te? Oltre a quegli orrendi capelli, intendo." Harmony guardò di fronte a sè, in direzione della ragazza che le aveva rivolto la parola.
"Tu non sai quanto i miei capelli mi facciano soffrire, Megan." sospirò Harmony, facendo una smorfia.
"Come lo sia il mio nome?" chiese, l'altra, sbalordita.
Non può fare sul serio, pensò Harmony.
"Perchè la tua amica, prima, ti ha chiamata così." spiegò aggrondando le sopracciglia, la mora.
"Oh, già. Quindi che problemi hai?" domandò, nuovamente, l'altra.
"Non penso siano affari tuoi." rispose Harmony, tamburellando la gamba destra.
"Puoi smetterla con quel tic? Mi da il nervoso!" esclamò spazientita, Megan.
Harmony cessò di muovere la gamba e chiese scusa con lo sguardo, portando poi gli occhi alle sue scarpe.
"Guarda che puoi parlare, se vuoi." disse, ancora una volta, Megan.
"Devo entrare da uno strizzacervelli, dove racconterò tutto ciò che è successo nell'ultima settimana. Grazie lo stesso, ma voglio risparmiare fiato." controbattè Harmony, sentendosi gli occhi pizzicare.
Perchè, a lei, tutto questo?
"Come vuoi, ti avrei solo reso l'attesa meno noiosa." alzò le spalle Megan, soffiando sulle unghie.
"Non ho problemi ad aspettare." disse Harmony, rivolgendole il primo sorriso.

Clive Stokes, al contrario, odiava attendere.
"Merda, quanto ci vuole?" chiese a sè stesso, guardandosi in giro.
Si trovava in un vicolo, lugubre ed oscuro, ad aspettare l'arrivo di Anderson.
"Hey amico, scusa se ci ho messo tanto." l'amico si diresse, verso Clive, correndo.
"Dove cazzo eri? La prossima volta torni a casa a calci nel culo." affermò, arrabbiato, il moro.
"Harmony Isabeau Collins." ribattè, Anderson.
"Come hai detto?" domandò, l'altro.
"Si chiama Harmony Isabeau Collins, e questo è il fascicolo che Drew ha rubato dal suo psicologo." affermò, con fare sicuro, Anderson.
"Non voglio sapere come avete fatto. Ma, davvero, ottimo lavoro." Clive si passò la lingua tra le labbra, e si affrettò a strappare la pila di fogli, contenuta in una sorta di raccoglitore, dalle mani del suo amico.
"Hai letto ciò che c'è scritto?" domandò poi.
"No, certo che no." negò immediatamente, l'altro.
"Perfetto. Hai portato la roba, comunque? Ti aspettavo per questo." disse.
"No, Clive. O faccio una cosa, o ne faccio un'altra. Te la porto domani, promesso."
"Sarà utile." affermò Clive, incamminandosi.
"Dove vai?" chiese l'amico.
"A leggere questo malloppo in un luogo più tranquillo." rispose il moro, dirigendosi verso quella che era la sua residenza.

"Allora Harmony, com'è andata la settimana?" le domandò cordialmente lo psicologo.
"Bene." rispose, semplicemente, lei.
"Non mentirmi." disse John, mentre scriveva.
"I ricordi non spariscono, dottore." constatò, tristemente, Harmony.
"Come ben sai, Harmony, non possono sparire. Devi solo superarli ed imparare a conviverci." disse lui.
"Ma son talmente dolorosi. Come posso fare? Andare avanti a pillole tutta la vita? Lei sa cos'è già successo, a causa di questo."
"Certo che lo so, Harmony. Ma perchè non provi a pensare alle cose che ti rendono felice?" chiese il dottore.
"Perchè nulla mi rende felice." rispose la ragazza.
"Finchè continuerai a chiuderti a riccio ed a trovare conforto nelle compresse, prescritte dal tuo medico, certo che nulla ti renderà felice. Ma c'è un qualcosa che desideri?" le chiese.
"Morire." rispose lei, malinconicamente.
"Che non sia così drastico? Coraggio, Harmony, lo so che c'è."
Harmony riflette un momento, mordicchiandosi un'unghia, poi parlò.
"Può sembrare stupido, ma mi piacerebbe incontrare l'amore. Quello vero, capisce? Quello che invade la tua anima, che ricuce tutte le tue cicatrici, e che ti spoglia dalle tue paure ed insicurezze, facendoti persino amare ciò che sei, sebbene tu provi disgusto verso te stessa. Il punto sa qual è? Io non credo nell'amore. E sono impaurita dall'idea di potermi, un giorno, innamorare." spegò ella.
"Philophobia." sussurrò il dottor Walker.
"Come?" domandò Harmony.
"Soffri di philophobia. Paura di innamorarsi, o di amare. Ma è del tutto normale, considerando ciò che ti è successo."
John si sistemò meglio gli occhiali sul naso, cercando il fascicolo della ragazza nell'armadio.
"Ma dov'è finito?!" si chiese, lui, allarmandosi.
"Tutto bene?" domandò, la mora, confusa.
"Emh, non trovo più il tuo fascicolo. Eppure era qui, ne sono certo." disse, lo psicologo, indicando un punto dell'armadio.
"Avevo scritto a matita che soffri di philophobia, perchè lo sospettavo, ma non ne ero sicuro. Ed ora dovevo ricalcarlo a penna." spiegò poi, passandosi una mano tra i capelli bianchi.
"E' un male se non lo trova, e l'avesse preso qualcuno, vero?" chiese, Harmony, mordendosi il labbro inferiore.
"No, Harmony. Non è un male, è molto di più." rispose Walker.
"Spero che sia da qualche parte, e che non l'abbia rubato qualcuno." aggiunse poi, sussurrandolo.

Clive Stokes raggiunse quella che era la sua abitazione velocemente. Aprì la porta scassata con una chiave arrugginita, per poi richiudersela alle spalle.
Si guardò attorno, osservando il suo squallido monolocale: le pareti di un bianco sbiadito, che andava sul giallognolo, e piene di muffa, i mobili vecchi e polverosi, l'inconfondibile odore di topi e delle feci di quest'ultimi, il letto disfatto con delle lenzuola che non venivano cambiate da mesi, il bagno sporco ed il piano cottura incrostato.
"Bleah, ci vuole una ripulita." disse a sè stesso, nonostante fosse consapevole che quel luogo sarebbe rimasto così ancora a lungo.
Quel luogo sarebbe rimasto così, fino all'arrivo di una ragazza.
Fino all'arrivo di quella ragazza: Harmony Collins.
Clive buttò il fascicolo, contenente tanti fogli stropicciati, sul piccolo tavolo della cucina.
Aprì il frigorifero, e si prese una birra. Si sedette poi, osservando quella sorta di raccoglitore, con una piccola scritta, su una linguetta laterale: 'Harmony Isabeau Collins', di fronte a sè.
Aprire o non aprire.
Si rigirò tra le mani la bottiglia di vetro, indeciso sul da farsi. Aveva quasi... Paura? Da quando, Clive Stokes, temeva qualcosa?
Sobbalzò, quando il suo telefono, mezzo distrutto, prese a squillare.
Sbuffò, premendo il tasto, della cornetta verde, a sinistra e rispose.
"Pronto." rispose scocciato.
"Clive, nel solito posto. Ora." disse una voce mascolina dall'altro capo del telefono.
"Ho capito. Arrivo."
Riattaccò, senza aggiungere altro. Ripose la birra nel frigorifero e si diresse verso la porta.
Contemplò, un'ultima volta, la pila di fogli, ancora sul tavolo, prima di andarsene.
"Sarà per un'altra volta, piccola Harmony." sussurrò.

Harmony tornò a casa, buttando le chiavi sul tavolo della cucina.
Estrasse dalla tasca del suo cappotto il cellulare, notando i messaggi e le chiamate perse da parte di Dana ed Elizabeth.
Si affrettò a comporre una risposta per le sue amiche, mentre pensava alle parole dello psicologo: 'No, Harmony. Non è un male, è molto di più.'.
Improvvisamente, il suo telefono squillò, ricevendo una chiamata proprio da John Walker.
"Harmony, ho delle brutte notizie." disse, appena la ragazza rispose.
"Oh no." sussurrò lei.
"Non ho trovato il tuo fascicolo, nonostante l'abbia cercato ovunque, ed a questo punto, l'unico che può averlo preso è Drew, un mio paziente." spiegò l'uomo.
"Come?" chiese, Harmony, non capendo.
"Mi sono distratto un attimo, per rispondere al telefono, solo quando c'era Drew a fare la seduta." sospirò "E, se l'ha preso lui, non è in buone mani." proseguì, concludendo.
"Mi sta spaventando." ammise lei, sentendo l'ansia invaderle lo stomaco.
"Si risolverà tutto, vedrai." cercò di confortarla, lo psicologo.
"Lo spero, dottore." disse lei.

Harmony Collins e Clive Stokes.
La paura di amare ed il timore di esser amati.
Harmony Collins incomincò ad amare, senza rendersene conto.
Clive Stokes accettò, con piacere, l'esser amato, senza rendersene conto.
Harmony Collins diventò l'inspiegabile sogno di Clive Stokes.
Clive Stokes diventò l'incubo più bello di Harmony Collins.
E, da ciò, non vollero mai svegliarsi.

Spazio autrice:
sì, non sono morta. Perciò ecco a voi il nuovo capitolo di "Fear of our love.".
Allora, devo dirvi qualcosina xD. Iniziamo.
1) io non sto bene, perciò, se il capitolo fa schifo, non è colpa mia.
2) non so se il raiting continuerà ad esser arancione, ci sono dei concetti un po'.. Così insomma.
3) questo capitolo è di passaggio.
5) scusatemi se è corto.
6) lo so che fa schifo.
7) Harmony ha uno psicologo (John Walker) ed un medico (Joseph Barrett).
Bom, ho finito ehehe.

GRAZIE MILLE A VOI, INVECE, CHE SIETE SEMPRE TROPPO TENERE :3.
Vi adoro, sul serio. Vi sposo (?) xD.
Va beh, lascio la parola a voi, che siete sempre le mie lettrici dolciose :).
Crediti banner (sei fantastica, lo giuro): ask.fm/Andrescrive.
A proposito di ask.. Qui c'è il mio:
http://ask.fm/Teddy_bear_efp riempitemi di domande, se non avete nulla da fare :D.
Ciao belle! Alla prossima!
Bacioni x.









 
   
 
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