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Autore: Ila_97_1D    08/12/2013    2 recensioni
Per le tre ragazze italiane, grandi amiche, è finalmente giunto il momento di partire per L'Inghilterra, dove trascorrere le vacanze estive tanto attese.
Tutto è pronto, ma la destinazione non è più Londra.
Paola, Giada e Ilaria si ritroveranno in un piccolo paesino inglese di campagna, completamente diverso dalla vita di città a cui sono abituate.
Lì, troveranno però cinque ragazzi, tre dei quali faranno provare loro nuove avventure.
Tra amicizie, amori e litigi, quell'estate sarà un'esperienza indimenticabile.
La parte più bella di tutto ciò, è che a metà racconto, iniziano a succedere cose inaspettate. Vi lascio con la curiosità...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Niall pov.)


- Come hai detto che si chiama? - chiese Sophia afferrando l'enorme tazza fumante tra le mani, soffiandoci sopra con le labbra socchiuse.

- Giada. - ripetei un'ulteriore volta sillabando la parola.

- Scusami tanto cugino se ho osato chiedertelo. -. Sollevò gli occhi al cielo, maledicendo poi il té che, essendo ancora molto caldo, l'aveva scottata. Sogghignai alla vista di quella scena, non tanto per il dolore che si era procurata quanto per i suoi gesti buffi e impacciati che sin da piccolo mi avevano sempre fatto divertire.

- Vuoi che ti ci accompagni o ci vai da solo? - chiese seccata per la mia reazione, inarcando un sopracciglio.

- Dove? -. A dire il vero capii immediatamente la sua intenzione di mandarmi a 'fanculo.

- Quale parte non ti è chiara del concetto "ironia", Horan? -. La guardai con un sorriso malizioso, alzandomi dalla sedia per afferrare il piatto di biscotti a lei vicino.

Qualcuno però suonò il campanello e mi costrinsi a dominare sulla fame, anche se in realtà stavo già mordendo la pasta croccante e dolce.
Mi affrettai a raggiungere la porta d'ingresso, cercando di ingoiare ciò che avevo in bocca il più velocemente possibile.
Girai la maniglia color oro e un attimo dopo m'ingozzai. Era lì, con quelle gambe esili fasciate da un paio di calze nere, i Martens grigi, un lungo giubbotto che le arrivava alle ginocchia e le valigie che penzolavano lungo i fianchi.

- Giada? - le domandai incredulo appena riacquistai la voce.

- Ciao! Posso entrare? - chiese facendosi strada e sorpassandomi. Guardai nel vuoto, oltre la soglia ancora aperta, mentre la sua voce continuava a rimbombarmi nelle orecchie.

- Niall? - mi chiamò picchiettandomi sulla spalla, togliendomi dalle mani la maniglia della porta, che chiuse un attimo dopo.

- Che, che, che cosa ci fai a Londra? - domandai passandomi confuso una mano tra i capelli.

- Concludo la scuola qui. Come avevo detto quest'estate. Ricordi? - tamburellò un dito sulla tempia, guardandomi come se stesse parlando a un rintronato. Evidentemente la mia espressione era proprio da perfetto imbecille.

- S...si ricordo... - risposi con un diniego della testa. Del tutto incoerente. La vidi raggiungere la cucina e la seguii a ruota, ricordandomi della presenza di Sophia.

- Oh...ciao! - la salutò Giada, guardandomi corrugata per avere spiegazioni.

- Em...si. Giada, ti presento Sophia. Cugina, ti presento Giada. - gesticolai con le braccia da una parte all'altra, studiando i loro visi ma cercando di rimanere in disparte.

Vidi l'espressione della mia ragazza divenire più serena appena le dissi che io e Sophia avevamo un legame di parentela. Entrambe si sorrisero, presentandosi un'altra volta per stringenrsi la mano.

- Come mai qui? - le chiese mia cugina accennando un sorriso.

- Già, come mai qui? - ripetei. Non che non volessi stare con lei, ma volevo seriamente capire come, perché e quando avesse avuto questa improvvisa idea di raggiungermi.

- Beh, volevo stare con Niall... E concludere la scuola qui. -

- Dimmi che non sei s...-

- Scappata? Si. - concluse Giada al mio posto, facendomi affondare la testa tra le mani.

- Senti Niall, non preoccuparti. - mi si avvicinò, abbassandomi i palmi dal volto. - Ho già avvisato le mie amiche e parenti. Sanno tutto. -.

- E come l'hanno presa? -.

- Beh... Abbastanza bene...-. Si torturava le mani con fare nervoso, facendomi immediatamente intuire che stava mentendo.

- Abbastanza? - le sollevai il viso con un dito, costringendola a guardarmi.

- Okay... Abbiamo avuto una leggera discussione, ma vedrai che passerà tutto. - disse abbracciandomi.

- Dio mio, Giada...- sospirai rassegnato, notando mia cugina farmi l'occhiolino.


(Paola pov.)

Maledizione, faceva ancora troppo freddo per poter uscire senza i larghi maglioni di lana. La cartella pesava più del solito rispetto agli altri martedì mattina, ma uscivo sempre presto di casa per potermi godere il silenzio, in quel momento padrone delle strade di Milano. Misi le mani in tasca e affondai il viso all'interno del cappotto, desiderando che il sangue tornasse a circolare. Il cappello non scaldava le orecchie come doveva, e lo stesso i guanti che lasciavano le dita congelate. Camminando scorsi una coppia di giovani salutarsi con infinita tristezza, forse per andare a lavorare o forse stavo assistendo ad un addio.
Harry mi mancava. Come era strana la mia vita senza lui. Tutto era diverso, io stessa ero diversa senza lui. Sono sempre stata contro l'amore a distanza, forse proprio perché sono sempre la prima ad impazzire. Ma qual era il senso di questo nostro distacco? Non potevo abbracciarlo quando volevo, nè baciarlo o anche solo parlargli quando desideravo farlo.

- Ora lo chiamo. - bisbigliai tra me e me quasi per convincermi. Non lo sentivo da settimane e quello era l'unico momento per cui approfittarne. Tirai fuori il cellulare dalla tasca dei jeans, sperando che quel poco di calore rimastomi in corpo mi avrebbe assistita per poter premere i tasti dello schermo touch.
Composi il numero, sedendomi su una panchina vicina ancora vuota.

- Pronto? - disse la sua voce roca e ancora assonnata.

- Harold! -. Un sorriso incontrollato comparve sulle mie labbra, mentre un'ennesima folata di vento mi fece lacrimare gli occhi.

- Piccola! Come stai? -

- Bene, ma fa freddo senza le tue braccia che mi scaldano. -. Mi rannicchiai per proteggere la pancia dalla temperatura esterna.
- Dove sei? - mi chiese quando sbattei i denti con gesti copiosi.

- Sono fuori, su una panchina. -. Mi avrebbe rimproverata, già lo sapevo.

- Sei pazza! Lì sono le sei di mattina! Torna a casa o prenderete freddo. - ordinò, come già sapevo avrebbe fatto. Ma lo amavo ancora di più quando si preoccupava per me.

- Quando verrai da me? Sto per impazzire qui. Giada è scappata da Niall e Ila, senza Liam, è la tristezza fatta a persona. Non so più come aiutarla. - dissi d'un fiato.

Sentii il suo sospiro amaro divenire sempre più leggero, finche il silenzio si impadronì della situazione.

- Purtroppo con il lavoro non potrò venire prima, e...-

- Quando? - lo interruppi rude.

- Paola... -

- Dimmi quando! -

- Ad Aprile. -. Fantastico, davvero fantastico. Avrei rivisto il mio ragazzo tra due mesi, che si aggiungevano a quelli precedenti da quando era tornato a Londra. Ma dopotutto non era colpa sua, il lavoro diventava importante dal momento che non aveva più nessuno che lo manteneva. Io invece vivevo ancora con mia zia, la vita era più facile.

- Mi prometti una cosa, Harry? -

- Tutto quello che vuoi. - rispose la sua voce roca.

- Promettimi che ci sentiremo più spesso. Ti prego. -

- Promesso. -. Poteva sembrare assurdo, ma mi sentii più sollevata.

- Ti amo. - mi disse.

- Anche io, tanto. -. Sorrisi anche se sapevo che non poteva vedermi, e posi fine alla chiamata. Ero stata davvero fortunata ad aver conosciuto Harry. Ricordo ancora quando l'estate scorsa gli occhi delle ragazze non se lo lasciavano sfuggire ogni volta che lo scorgevano. Beh, ne ero rimasta colpita anche io. Quelle costanti fossette ai lati della bocca, i denti bianchi e perfetti, i capelli folti e ricci che tirava sempre indietro con il gel, gli occhi verdi e infinitamente limpidi, le spalle ampie e muscolose, il corpo virile e perfetto... Inizialmente ero rimasta colpita soprattutto per le sue mani grandi che teneva spesso in tasca. Ma poi, conoscendolo, avevo potuto scoprire il suo lato romantico e protettivo. Era un bravo ragazzo e non avrei potuto desiderare di meglio.
Una fitta alla pancia mi fece piegare dal dolore, e strinsi i denti per cercare di non gemere dal male. A volte i calci della piccola erano davvero impetuosi.

- Sta bene, signorina? -. Una ragazza sui 20 anni si inginocchiò davanti a me con sguardo preoccupato.

- Si... Si. Mi fa solo un po' male la pancia. - cercai di sorridere ma non ci riuscii.

- Lasci che l'accompagni. -

- Oh, non si preoccupi. A volte Rebecca scalcia un po' più del dovuto, ma poi mi passa. - la rassicurai.

- Scalcia? -. Mi guardò confusa, arrivando poi a capire cosa intendessi dire.

- Quanti anni hai? - mi chiese sedendosi vicina. Ma chi era? Come mai tanto interesse nei miei confronti?

- Diciotto, lei? - chiesi guardandola con indifferenza.

- Ventidue. Ma... Non è un po' troppo presto per diventare madri? - insistette.

- Ma a lei cosa importa di quello che faccio o non faccio? -.

- Paola, ma non mi riconosci? -. Mi soffermai a guardarla ancora, cercando di ricordare chi fosse.

- Oh mio dio! - esclamai portandomi le mani alla bocca.



Ciao a tutte bellissime!
Chiedo scusa per il vergognoso ritardo e anche per il testo che non è modificato come nei capitoli precedenti. Il computer oggi ha deciso di farmi arrabbiare hahaha Lo modificherò appena si deciderà di ripigliarsi LOL
Comunque, che ve ne pare? Niall si è ritrovato Giada in casa e Paola si è ritrovata una ragazza che ha riconosciuto solo alla fine. Chi sarà? Bah...
Ora scappo che devo studiare nove pagine di storia :'( Finirà questa tortura? Save me, please.
Bacioni a tutte, vi voglio bene babes <3 <3 <3
 
  
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