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Autore: _The_Rabbit_Hole_    08/12/2013    0 recensioni
"Diego è un ragazzo incredibilmente bello e affascinante, ma deluso dal padre dalla più giovane età. Non ha mai ricevuto vere attenzioni se non materiali, e ora ha deciso di riprendersi la sua vita e di andare a inseguire i suoi sogni nell' Amsterdam del XI secolo."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo I- Safarafa c: Capitolo I.



"Hey! Sveglia bell'addormentato."
Sarah era sempre stata molto sicura di se, soprattutto in fatto di ragazzi. Erano sempre caduti tutti ai suoi piedi, e chi non giurerebbe eterna schiavitù alla dea greca Afrodite in carne e ossa (o meglio, tacchi e minigonna).  Nonostante si divertisse, per niente stanca dopo la pazza nottata appena trascorsa, quando aveva visto quel bel ragazzo dall'aria solitaria, affranta e sognante addormentato tra le sue stesse braccia, si era sentita il diritto di divertirsi.
Ancora,
ancora
e ancora, come solo lei era capace di fare.
Diego aprì gli occhi, e alla vista di quegli occhi blu lapislazzuli, che non permettevano al resto del mondo di apparire, fece un balzo. Mentre cercava di ricomporsi, non pote fare a meno di notare e seguire l'incrinatura di quella dolce bocca di fragola, in un sorriso birichino e divertito.
Sarah si divertiva, eccome se si divertiva. Aveva visto quella reazione, quell'espressione, quella ricerca disperata di parole sul volto di chi la incontrava per la prima volta in milioni di occasione, ma la facevano ancora impazzire.
"Fammi indovinare: moro, terribilmente bello, solitario, smarrito ma sognatore. Si, uno straniero all'inseguimento dei suoi sogni." Diagnosticò in fine Sarah.
Diego, appena ripreso dallo shock, restò ancora una volta interdetto: aveva colto nel segno.
Ma chi era quella ragazza, comparsa come un uragano nella sua vita, che sembrava conoscerlo meglio di chiunque altro, meglio di se stesso. Al termine dell'ennesimo, interminabile silenzio, Sarah lo prese per mano. "Andiamo."
"Dove?" Riuscì finalmente a sillabare Diego.
"Wow, hai anche tu una voce, ed è pure bella."
Diego arrossì e rise. Non rideva ed era così sereno e rilassato da... Forse non lo era mai stato, e questo era molto più che strano.
Come era possibile fare il sorriso più sincero della sua vita a un qualcuno appena conosciuto?
"Questa non l'avevo ancora sentita sai?" rispose in fine.
Sarah scoppiò a ridere e, continuando a trascinarlo per la manica, rispose:
"Non ho sempre vissuto qua, ma ho imparato a conoscerla e ad amarla: è diventata la mia città e voglio mostrarti il mio posto preferito, quello dove vado quando mi sento sola o ho voglia di prendermi una pausa."  Diego improvvisò un finto shock.
"Scusa, tu vorresti dirmi che una ragazza come te, si sente sola e depressa come uno qualunque di noi?"  Fece il ragazzo con un sorrisino maligno ma sincero, sinceramente felice, indicando con un gesto teatrale il resto delle persone che affollavano la strada.
Sarah, scoppiò a ridere e, dandogli una pacca sulla spalla disse: "Scemo! Non è così bello essere al mio posto, ti diverti, ma a volte vorresti sentire che qualcuno ti apprezza per qualcosa di più di un bel visino. E' bello riuscire a lasciare le persone senza fiato ma..."
Dopo qualche secondo di silenzio, che a Diego, sentendosi sciocco e nel pieno dell'imbarazzo sembrarono infiniti, Sarah tirò su col naso e continuò:  "Su dai! Smettila di fare lo stupido e cammina. Vedrai che ti piacerà."
Diego annuì e continuarono a camminare per il loro "nonsodove".
Continuarono a camminare in silenzio, persino Sarah non sapeva cosa dire ed era, si si poteva dire che era addirittura imbarazzata. La sua mente era affollata da tanti di quei pensieri.
Primo fra tutti c'era il sorriso di quel ragazzo.
Lui era diverso da tutti gli altri. Con quei suoi modi dolci e spontanei si distingueva dalla massa. Dai dieci minuti prima che aprisse gli occhi a quel preciso istante in cui, spinta da non so quale forza misteriosa, gli prese la mano e la strinse forte nella sua, non aveva fatto che osservare tutte le sue più lievi caratteristiche, tutta la sua bellezza, nei minimi dettagli.
Non ci credeva neanche lei ma sapeva che qualcosa stava succedendo, qualcosa nel suo cuore si stava facendo spazio con la forza: era il sorriso di Diego.
Si sentiva la mano ribollire ma per nessuna ragione al mondo l'avrebbe lasciata.
Non ora.
Sperava mai.
Ancora nel silenzio, si fermarono di colpo. Erano giunti ad un capolinea: davanti a loro, il mondo.
"Wow." fece Diego, inclinando la testa prima da uno e poi dall'altro lato. Nel farlo, il suo tenero ciuffo oscillava con lui. Ogni cosa, in Diego era qualcosa di unico e bellissimo, dolce e spontaneo, capace di trasmettere emozioni anche al cuore più duro. Era capace di trasmettere amore, ed era quello che stava facendo provare a Sarah.
Proprio in quel momento, ogni cellula di quel corpo diafano non vedeva, non percepiva, non voleva altro che lui.
Sentiva il cuore batterle come mai prima d'ora, e le sue guance avvamparono per la prima volta. Era un qualcosa di inconcepibile per chiunque avesse parlato con lei almeno per un secondo, e infatti anche Diego se ne accorse.
A quel ragazzo smarrito della sera prima era successo il contrario. Nonostante anche lui fosse bello da perdere il fiato, non era mai stato sicuro di se.
Come si può credere in se stessi se nessuno, prima ha mai creduto in te?
Se nessuno ti ha mai spiegato quanto vali e spinto a sentirti un qualcosa di volare.
Lui era una perla incompresa, rara e bellissima, cresciuta tra i diamanti  ma sempre sentita bigiotteria.
E poi la sua mente, fino alla sera  prima, più smarrito di Dante nella selva,era libero.
Si sentiva leggero e sicuro di se, e sapeva che l'unico motivo era davanti ai suoi occhi: Sarah.
Nonostante fosse sempre stato la persona più dolce e romantica del mondo, non aveva mai creduto  alle stronzate  dei colpi di fulmine e amori a prima vista. Eppure, si rese conto di essersi innamorato e solo allora realizzò quello che doveva e voleva fare. L'unica certezza della sua vita era che voleva stare con quella ragazza e, nella speranza di essere ricambiato, si avvicino piano, e con i gesti più dolci  del mondo, la baciò.
Ora Sarah e Diego erano una sola persona: si erano completati.
Quella piccola e semplice combinazione di  azioni aveva innescato una reazione a catena. L'universo era diventato finito, ma non perché avesse smesso di espandersi,  ma semplicemente perché i loro ochhi, assieme erano capaci di vederde qualsiasi cosa. Il mondo era finalmente piccolo, leggero e senza problemi, perché insieme le loro spalle potevano sostenere tutto.
Loro erano diventati unici e perfetti.
Si erano perfezionati a vicenda.
I problemi di uno, annientati dall'altro, le paure di uno calmate dall'altro, i sogni di entrambi realizzati e resi possibili da quel piccolo pronome possessivo: "loro".
Lo sapevano, lo sentivano entrambi, erano sicuri che l'altro stesse pensando la stessa cosa.
Quando finalmente, le loro labbra si staccarono, loro rimasero così, fermi e immobili a guardarsi negli occhi.
Sarah era persa negli occhi di lui, come Diego era perso negli occhi di lei.
Sarah non riusciva ad uscire da quel labirinto di pagliuzze nere nel profondo abisso color cioccolato di quelli che andavano a comporre la più bella delle 7 meraviglie del mondo. Pensava che non ci fosse niente di più adatto di quegli occhi sul suo viso. Aveva sempre creduto di avere gli occhi più belli del mondo, ma si sbagliava. Non aveva ancora assaggiato il dolce cioccolato di quelle stelle.
In quell'istante, come una saetta, nel cielo buio dei suoi pensieri, Sarah chiese: "Ma riesci a dormire anche con la luce accesa?"
Diego rimase interdetto e senza dargli il tempo di rispondere Sarah continuò: " Perchè sei una stella... La più bella."
  
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