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Autore: unfuocoinquestocuore    08/12/2013    0 recensioni
Fino all'anno scorso non provavo emozioni.
Ridevo, scherzavo, saltavo ovunque.
Sono sempre stata una ragazza solare e piena di energia, con le proprie debolezze, debolezze che cercava di nascondere anche a se stessa.
I miei amici mi chiamavano 'terremoto' e se lo facevano, un motivo doveva esserci.
Iniziai a frequentare il parco del mio paese.
In quel parco c'erano ragazzi che fumavano e ogni tanto, quando ci andavo il sabato sera, aveva in una mano una birra e in un'altra mano una canna che si passavano a vicenda.
Io sapevo controllarmi però. Ero cresciuta bene, con una famiglia come la mia è impossibile non farlo.
Nonostante tutto continuavo a frequentare la Parrocchia.
Lì conobbi un ragazzo.
Per me era come un fratello.
Fin quando le cose non cambiarono.
La mia vita cambiò completamente.
Io cambiai completamente.
Forse un mostro, forse un angelo, davvero non saprei.
Io mi chiamo Sonia e questa è la mia storia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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04 Novembre 2012.

Era domenica, e come sempre avevo la messa delle 10:00 con i bambini.
La sveglia suonò alle 9:20.
Fiondai la testa nella testa nel cuscino, come se volessi nascondermi, poi contai fino a tre... poi mi alzai.
Andai in bagno, mi guardai allo specchio. Ennesimo giorno dove non provavo niente, ma sorridevo.
Mi guardavo nello specchio e mi sorridevo, senza un motivo.
Mi lavai, mi vestii e mi truccai.
Urlai dall'entrata 'MAMMA VADO IN PIAZZA' e sentii mamma che rispondeva come sempre 'NON FARE TARDI AMORE'.
Arrivai in piazza, salutai tutti i miei amici e ci dirigemmo in Chiesa.
Iniziò la messa e dopo un'ora finì.
Andammo tutti dietro al campetto, e come la stupida orgogliosa demente, quale sono, non salutai Giancarlo.
Mentre ero impegnata a fare la lotta con FrancescoPaolo, mi chiamò Miriana.
— Sonia, ti va di parlare un po' con me?
— certo, Miri. Andiamo sopra.
Salimmo, e ci sedemmo sulle scale della canonica.
— dimmi, Mì. le dissi sorridendo.
— Sai, vero, di piacere a Giancarlo?
Feci un sospiro, già avevo iniziato a pensare a lui ogni fottuto minuto della mia giornata, adesso parlarne anche con le altre persone mi faceva sentire... strana. Non potevo e volevo dire ciò che provavo, nonostante provassi ad autoconvincermi di non provare niente.
— si, me lo ha detto.
— e ne ha parlato anche con me, perché stava scoppiando. Smettila di fare la cogliona, Sonia.
— Miri, è complicato. Lui è... grande.
— E quindi, So'? Anch'io ho quattordici anni e sto con uno di venti e sto troppo bene.
— Non la pensiamo allo stesso modo. Per me l'età conta. La gente...
— Ma quale gente, So'? Quale gente? Ma andiamo ti conosco da un anno e non hai mai pensato a te.
Non risposi. Abbassai gli occhi.
Miriana si alzò e scese giù. Mi lasciò lì da sola.
Credevo di averla fatta arrabbiare, perché entrambe sapevamo che aveva ragione.
Dopo due minuti salii Giancarlo.
— Cosa devi dirmi? mi disse con aria ferita, con una sigaretta in mano.
Non mi guardavo.
Spalancai gli occhi.
— Niente. risposi... il che era vero, o forse no...
Lui si girò e annuì.
Lo afferrai per il gomito.
— Giancarlo, ascolta... tu.. sei davvero un bel ragazzo, e mi fai stare davvero bene, dico sul serio. Ma... cazzo hai vent'anni.
— e quindi, So'? Oh, andiamo, ci sono persone che hanno addirittura dieci anni di differenza e...
— cazzo, Gianca', io non sono le altre persone. Io sono Sonia, e potrei essere tua sorella per la differenza d'età.
Afferrò il mio viso tra le mani, e mi tirò a sè, baciandomi.
Cercai di respinderlo, ma quella presa era troppo forte, e... mi piaceva.
Mi lasciai andare ed arrivò.
Arrivò il bacio più bello della mia vita.
Le nostre lingue che giocavano a rincorrersi e le nostre mani che si intrecciavano... era tutto perfetto.
Si allontanò, e sempre tenendomi il viso tra le mani mi guardò e mi disse — credo di amarti.
Tutto ciò che riuscii a fare fu abbracciarlo forte.
  
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