"Andate a quel paese!"
"Lo psicologo Maslow ha creato una piramide chiamata “La piramide dei bisogni o la piramide di Maslow”, questa piramide è divisa in due parti “i bisogni di mancanza” e “i bisogni di crescita”, quest’ultimi non possono esistere se non esistono i bisogni di mancanza. Tra i bisogni di mancanza c’è il bisogno di appartenenza e di amore, tra i bisogni di crescita c’è il bisogno estetico, quello che ci fa sentire belli e tutto il resto. Ora tutto questo è per dire che se noi non siamo amati non ci sentiremo mai belli, per questo quando qualcuno che amiamo ci dice che siamo belli, anche se noi non lo pensiamo, in quel momento improvvisamente ci sentiamo bellissimi."
Emily ascoltava attentamente la professoressa di psicologia parlare.La prof era solo una ragazzina di 19 anni. Era affascinata dai suoi modi di fare o semplicemente dai suoi pensieri.
"Credi di essere tutto solo, credi di essere l’unica persona al mondo a sentirsi in questo modo. Non lo sei.Al liceo va bene essere diversi. E a poco a poco, più ti allontani dalle medie e dal liceo, più te ne rendi conto. Nel mondo reale, se hai qualcosa di diverso in te, sei fortunato. Non è una maledizione. Non rendete il liceo il vostro tutto. Perchè se il liceo è tutto in quel momento, avete una lunga vita da vivere, e mi piace pensare che gli anni migliori della mia vita siano ancora davanti a me."
La professoressa finì di parlare e la campanella suonò subito dopo.
Emily fu la prima ad alzarsi e uscire dal aula. Si sentiva maledettamente fragile quel giorno. Posò lo zaino nel armadietto e,invece di andare a mensa, scese in biblioteca.
Quando entrò vide solo poche persone.La maggior parte erano secchioni che facevano ricerche o che avvantaggiavano i compiti,la bibliotecaria sistemava gli ultimi libri lasciati dagli studenti sul tavolo e solo due persone stavano leggendo libri non riguardanti la scuola. Emily andò a cercare fra gli scaffali alcuni libri interessanti da leggere. Il primo che la colpì leggendo la trama fu: "Looking for Alaska"
Si sedette sul divanetto vicino alla finestra e aprì il libro. Da fuori si sentiva il rumore delle goccie di pioggia cadere sull'asfalto.
Tre ore dopo tutti gli studenti tornarono a casa stanchi. Emi uscì dalla scuola e si fermò davanti alla fermata del autobus. Una donna anziana sedeva vicino a lei. Ogni tanto guardava la ragazza e sorrideva.
Quando arrivò il pullman,la ragazza dette il posto alla signora che la ringraziò. Anne, una sua compagna di scuola, la salutò e incominciò a raccontargli degli ultimi anni passati insieme. Ogni volta che faceva battutine,Emily rideva falsamente per non fargli capire che erano frasi stupide quelle che raccontava. Quando Anne scese dal Bus la ragazza sospirò.
La vecchietta di prima gli si avvicinò e le disse:
“Le riconosco le ragazze come te,che prima ridono fino alle lacrime,scherzano e giocano..e poi si fermano a fissare il vuoto,per un po..lo fissano e pensano,pensano sempre ma nessuno se ne rende conto,pensano e quando gli occhi stanno per colmarsi di lacrime,riprendono a ridere.”
Emi abbassò il viso non riuscendo a capire come la signora avesse capito tutto.
Una fermata dopo la ragazza scese dal pullman con molti pensieri in testa. Quandò aprì la porta di casa non sentì nemmeno un rumore o una parola così andò in cucina. Un fogliettino giallo era attaccato al frigo e diceva:
"Non tornerò stasera. Ci vediamo domani tesoro..Baci,mamma"
Dopo aver accartocciato il foglietto,Emily si andò a cambiare e uscì di nuovo da casa.
Le foglie svolazzavano qua e la per la strada. Gli alberi ormai spogli ondulavano per via del vento molto forte. Quando la ragazza vide un negozio di elettronica si fermò a guardare le televisioni nella vetrina. Una tv trasmetteva dei cartoni e invece,nell'altra,parlavano di una nuova band: Gli One Direction.
Emi aveva sentito parlare di questi ragazzi famosi ma non gliene era mai importato di conoscerli.
Continuò a camminare per il marciapiede a passo svelto fino ad arrivare davanti ad una panetteria.
Quando entrò un profumo di fritto la persuase. Ordinò una filetta di pane e uscendo inciampò sul tappetino.
La risata acuta della commessa la fece arrabbiare non poco.SI girò e, alzando il dito medio, disse: "Ma vaffanculo!"
Mentre stava tornando a casa una folla di ragazzine di circa tredici anni la fece cadere. Di nuovo. Le guardò correre per tutta la piazza. E anche qua un "andate a quel paese" non mancò. SI rialzò maledicendo mentalmente il giorno in cui sua madre l'aveva messa in vita. SI sentivano ancora le urla di quelle ragazze pazze.
Riprese a camminare il piu lentamente possibile prendendo strade secondarie. La porta secondaria di una casa si aprì mentre Emily stava per superarla e dopo poco la ragazza si trovò per terra. La terza caduta del giorno e,in piu,ora aveva anche un bernoccolo in fronte per colpa di un coglione che gli aveva sbattuto la porta in faccia.
"Scusa,scusa,scusa! Non volevo,lo giuro" Disse un ragazzo che le ricordava fottutamente qualcuno.
"Ehi, aspetta! Tu sei quel ragazzo che mi è venuto addosso ieri al bar!" Ulrò la ragazza infuriata rialzandosi per la terza volta da terra.
"Mi dispiace, scusa. Io sono Liam" Si presentò il ragazzo porgendogli la mano.
" E io sono stufa di cadere per oggi" Rispose Emily scansando la mano di Liam