Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Urheber des Bosen    08/12/2013    2 recensioni
Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, solo o innamorato, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente.
Il problema è realizzare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto, fino in fondo dentro di sé.
Il problema è quando quello stesso fato t'impedisce di compiere il tuo destino.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ogni uomo uccide ciò che ama.
 Sasuke lo sapeva, aveva visto la sua famiglia distruggersi con sguardi e sorrisi assassini.
Questa è la vita, questa è l'umanità.
Camminava in cerca di qualcosa che non esistesse, forse voleva scomparire.
Non capiva perchè doveva continuare a vivere in un mondo che non lo capiva, che non capiva.
Si rendeva conto che la maggior parte delle persone avevano la possibilità di vivere felici in un oscura ignoranza, ma lui credeva di conoscere tutto, nei suoi occhi solo indifferenza e per tanto si adirava.
Non avrebbe mai potuto vivere felice credendo di esserlo.
 Con questa fastidiosa consapevolezza nello spirito, continuava a scorgere quel bianco neve che prepotentemente continuava ad occupare ogni parte della sua vista, il mondo sembrava felice, ignorava la sua sporcizia e sopratutto ignorava Sasuke.
Il giorno era alle porte, prepotente illuminava il volto dell'infelice.
Camminando, il giovane baciato dalla luce decise di accendersi una sigaretta.
Quest'ultime erano un buon calmante, almeno così era stato fino a dieci minuti prima.
 Tuttavia al primo tiro quell'ottuso moro si rese conto che semplicemente lo disgustava.
Forse non gli era mai piaciuto veramente, neanche se lo ricordava del perchè aveva iniziato.
Era stato molto tempo addietro, i suoi genitori erano accaniti fumatori ed era loro abitudine lasciare i pacchetti dinanzi a lui.
Una volta semplicemente la prese, nessuno gli disse niente, forse non lo videro, o più semplicemente non gli interessava.
Così da un giorno all'altro divenne un fumatore.
Forse il fumo non da piacere, non induce alla meditazione, semplicemente rende nebbia i pensieri.
Il fumatore crede di riuscire a far uscire il dolore ed il male con un semplice gesto.
  A quel punto Sasuke decise di provare qualcosa di nuovo, tanto per sentirsi un po' meno morto.
Sapeva dove vendevano quella "roba", non era un segreto per nessuno, nei vecchi quartieri di periferia tutti vedevano, erano solo ombre, ignorate persino dalla giustizia, che non li riteneva nemmeno degni di una punizione.
Forse era vero, il marciume non cambia.
Forse la legge aveva la consapevolezza che non ci sarebbe mai stata redenzione per quei giovani o vecchi sbandati e per tanto lasciavano stare quest'ultimi alla mercé del sistema, tanto prima o poi sarebbero crollati.
Distrutti dalla fame, dal dolore, dalla vita.
Immortali si credevano coloro che davano questo superbo giudizio, ignoravano che la morte arriva per tutti, anche per l'uomo dall'aria incorruttibile.
Come un grande Poeta disse:"Bisogna affrontarla, ma senza spocchia, senza urla ne bestemmie, a testa alta con la consapevolezza di poter essere inghiottito da un momento all'altro."
 Ad un tratto il giovane dallo sguardo annoiato si accostò ad un ragazzo dall'aria sconvolta :"Hai qualcosa?".
In quel momento il fanciullo dall'aria persa in chissà quale orrore, si rianimò:"Eh..si, ciao Sasuke non credevo che ti abbassassi a venire da queste parti"
Dalla risposta il moro parve seccato, ma non ci dette peso:"20".
Detto questo si strinsero la mano ed ognuno andò per la sua strada.
 Sasuke vide che la bustina era sporca di sangue.
Avrebbe potuto pensarci, forse fare qualcosa, ma non lo fece.
Continuò a camminare e si recò a casa ad inebriarsi con un sapore diverso da quello del pacchiano fumo di sigaretta.
Era divertente, sentiva , per la prima volta nitidamente di non sopportare nessuno.
 Li vedeva stupidi ed inutili, eppure avrebbe voluto esser parte di quell'inutilità e poi c'era quel fastidioso senso che non lo abbandonava, mai.
Mentre si godeva il suo acquisto, l'infelice posò lo sguardo sulle orribili statue che aveva distrutto.
I cocci erano stati tolti, nessuno le avrebbe aggiustate, forse ne sarebbero state comprate nuove o forse il vuoto sarebbe stato coperto da qualche altra cosa.
Per la prima volta dopo molto tempo Sasuke non cercò di darsi un tono, di vestirsi dì indifferenza, per la prima volta si donò ai ricordi.
La verità è che li odiava.
In loro non vedeva altro che dolore ed infelicità.
Poteva rivedere l'indifferenza, la toccava.
Quest'ultima era fredda e grigia,sembrava quegl'orribili palazzi che circondavano la sua città.
...
 
Forse Mussolini fu l'unico vero rivoluzionario italiano.
Questo pensava il vecchio, quando appese l'immagine del dittatore nel suo palazzo.
Era un genio, che gli altri volevano ammetterlo oppure no.
La storia da sempre la parola al vincitore, ma i fatti gridano.
Il popolo italiano aveva cambiato bandiera, come avrebbe cambiato un ristorante.
Mussolini aveva creato un sistema, aveva creato una sorta d'impero, aveva provato a  credere nel suo Paese.
Tuttavia la guerra finì ed il suo popolo si ritrovò a sputare sul suo cadavere.
Il vecchio dottore in qualche modo era stato escluso anche a causa delle sue idee, oltre a piccoli incidenti come l'aver dato dell'imbecille e del raccomandato al direttore, ma queste erano bazzecole.
La verità è che era stato emarginato dalla democrazia per aver espresso delle idee.
Era tutta una contraddizione.
La massa predicava cose che nemmeno conosceva.
La verità era che nella sua visione di giustizia la democrazia era sopravvalutata, il popolo era troppo stupido, ignorante e capra per capre davvero il significato.
Erano corruttibili, sciocchi.
Si era scocciato di venir deriso, insultato e così fece tutto quello che gli storici fanno dopo esser stati condannati.
Si ritirò con una bottiglia e un ghigno sulle labbra che affermava:"stupidi".
Naruto si svegliò a casa di Mussolini, non ricordava perfettamente cosa lo aveva portato in quel piccolo appartamento.
Mentre il biondo dall'aria persa cercava vaghe risposte negli oggetti, il medico si svegliò:"Come ti senti ragazzo?"
Aveva una voce possente, ma stanca, si vedeva che aveva sprecato molto tempo a donare parole all'aria:"Bene".
Sentito questo lo sguardo dell'anziano si addolcì:"Bene, così ti uccido io".
Il ragazzino rimase interdetto, per non dire sconvolto per quella risposta, insomma credeva che l'avesse salvato ed ora metteva in dubbio questo fatto all'apparenza oggettivo.
Mussolini continuò il suo discorso in piedi:"Ieri avresti potuto farti uccidere, invece di restare  impalato come un demente avresti dovuto urlare come qualsiasi essere con un briciolo di senso!, ma io ho sempre saputo che eri uno svitato ed il mio intuito non sbaglia mai".
"Credevo che nessuno mi avrebbe sentito".
Questa risposta era quasi una pugnalata, la verità fece intristire lo strambo signore, che però un attimo dopo tornò sui suoi passi:"Sciocchezze, io ad esempio ti avrei sentito, del resto come ho fatto salvandoti il deretano"
Deretano ma questo tizio era davvero un soggetto, questa fu la prima cosa che saltò nella mente di Naruto, che iniziò a ridere ripetendo infinite volte la parola.
"Cos'hai da ridere stolto! solo perchè il tuo vocabolario sarà striminzito come un menù per bambino non vuol dire che debba abbassarmi al tuo livello culturale".
La risposta non ebbe l'effetto sperato e fece ridere il giovane più forte.
Quest'ultimo però ad un tratto si ricordò del forte dolore che provava alla guance.
Toccandole sussurrò:"Sono tanto brutte?"
Il vecchio lo guardò con fare paterno:"Ma che stai dicendo?! cosa sei una femminuccia? le cicatrici sono medaglie, simboleggiano il valore in battaglia di un uomo, non vergognartene mai, ora..sarà meglio che tu vada".
Il biondo sorrise:"Grazie".
L'imbarazzo s'impadronì del volo di quel burbero signore, che aveva dimenticato il tocco gentile di questa parola.
Impacciato, come non gli capitava da tanto, :"..Non..non l'ho fatto per te, eh..ah si..l'ho fatto per non farti sporcare la facciata e perchè quegli schiamazzi mi davano fastidio, tutto qui, non farti strane idee"
Naruto sorrise all'imbranataggine di quell'uomo gentile:"Si vabbè..ci vediamo"
Forse voleva un amico, forse solo qualcuno con cui parlare.
Nessuno sapeva, ma Naruto da quel giorno andò spesso dal vecchio Mussolini.
L'uomo aveva ucciso ciò che amava,
e per tanto doveva morire.
Eppure tutti gli uomini uccidono ciò che amano.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Urheber des Bosen