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Autore: Fantasia2000    08/12/2013    4 recensioni
La guerra è finita, Voldemort è morto...ma con lui anche Harry e l'Ordine! Ginny si ritrova sola,senza amici ed ad accudire una mini New Generetor. Ma una lettera sconvolgerà il corso degli eventi, Ginny e i suoi bambini si ritroveranno in un universo alternativo dove la guerra imperversa ancora, dove Harry, i Malandrini e gran parte dell'Ordine sono vivi ma loro sono morti: come reagiranno i coniugi Potter ad un ricongiungimento? Come saranno i Malandrini, ancora e sempre, uniti? Ma soprattutto, come farà Ginny a tenere dodici magici, scatenati e malandrini bambini lontani dai guai?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, James/Lily, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Una Magica Dozzina

Capitolo 7
Ti andrebbe una passeggiata, Hug?

–Dillo–
–No–
–Dillo–
–No–
–Dillo!– il ginocchio premette più forte sulla schiena del bambino.
–Mi rifiuto!–
–DILLO!– Anche la faccia del bambino si ritrovò schiacciata sul pavimento di pietra, e il peso della bambina sopra di lui diventò così forte che probabilmente gli fece seriamente male.
–Lefemminesonofortieintelligenticomeimsmsmsmsmsss–
–Non si è capito niente, dillo più forte!–
–Lefemminesonofortieintelligenticomeimaschi– con la coda dell’occhio la bambina vide dei movimenti sulla porta.
–Scandisci bene le parole Black!– continuò imperterrita.
–Le femmine sono forti e intelligenti come i maschi!– Aveva quasi urlato, ma finalmente la bambina si alzò soddisfatta, riassettò la gonna e lo guardò dall’alto in basso, sorridendo.
–Era così difficile?– disse, poi si girò verso la porta e guardò i nuovi arrivati, con il sorriso che vacillava, anche se il bambino non poteva vederla.
–Mamma! Già di ritorno?– la donna dai lunghi capelli neri la guardò, in un misto di rabbia, incredulità ed esasperazione.
–Li-Cathy! Si può sapere cosa stai facendo?E dov’è tuo fratello?–
–Aiutavo Orion, mamma, e A-Malcom è in bagno, anche se penso che si sia perso è un po’ che è uscito e- –
–Che cosa vuol dire che aiutavi Orion?–
–Bhe, lo aiutavo a mettere da parte sciocche convinzioni che prima o poi l’avrebbero fatto incappare in una Orcovolante–
–Cathy, non è tuo dovere impartire lezioni ai bambini della tua età, chiedi subito scusa ad Orion!–
–Scusa Orion, per averti reso la vita migliore!–l’ultima parte l’aveva sussurrata cosicché l’aveva udita solo il diretto interessato.
Orion fece una ficcola smorfia e Lily si trattenne da fargli la linguaccia.
–Scuse accettate Budrock– rispose a malavoglia dopo che l’insistente sguardo dei suoi genitori aveva pesato su di lui per un po’.
Un ragazzino dai capelli neri solitamente scompigliati si fiondò nella stanza e fece una brusca frenata davanti al gruppo Potter-Black che costituivano gli adulti.
–Avete già finito?– disse –Pensavo ci avreste messo di p-ehm, cosa ci fa Orion per terra?– il bambino si tirò su velocemente mentre Ginny prendeva una colorazione purpurea –Perchè tu hai lasciato tua sorella da sola, ecco perchè!– disse arrabbiata.
–Cos- C-Cathy, è colpa tua?– chiese Albus, Lily incrociò le braccia e alzò il mentino –Non è colpa mia se Black è un maschilista–
–Questo non ti dà il diritto di sedertici sopra!– scoppiò sua madre.


***


Dopo quell’episodio la mamma le aveva fatto una lunga ramanzina a casa, anche se in effetti non l’aveva ascoltata molto, pensava ad Orion, mentre sua madre tentava di spaccarle i timpani, che non aveva fratelli, né cugini o amici della sua età, ad Orion che era cresciuto con dei genitori, dei padrini e degli zii che lo coccolavano, ad Orion che aveva spalancato gli occhi quando l’aveva visto, che non sapeva relazionarsi con lei.
Si artieggiò il viso e guardò i suoi cugini giocare nel nel parco.
Chissà se anche Albus era rimasto turbato dalla loro visita? Sicuramente sì, ma non per i suoi stessi motivi, l’aveva visto fissare i volti stanchi degli adulti e trattenersi vicino ad Orion solo per poter osservare i Potter.
In effetti era stranita anche lei per la somiglianza con loro, nonna Lily aveva proprio i suoi stessi capelli, e papà era identico ad Al, tuttavia la visita ad Hogwarts…
–Lily! Scorp mi ha detto che mi volevi–
Le persone che chiaccheravano, i grandi spazi, la fugace vista di Hogsmade…
–Sì, mi chiedevo…–
Le avevano risvegliato un desiderio…
–Ti andrebbe una passeggiata, Hug?–
Un desiderio di libertà.
–Certo, mi vuoi parlare di qualcosa?–
E, tale futura Grifondoro quale era...
–Intendo fuori, in paese–
Non poteva che assecondarlo.
Suo cugino si immobilizzò, spalancò gli occhi scandalizzato e iniziò a balbettare frasi sconnesse in protesta.
–Eddai Hug, voglio lasciare questa prigione per qualche oretta!–
Finalmente suo cugino mise a posto le idee, prese un bel respiro e iniziò a parlare con un tono così deciso e senza esitazioni che Lily quasi non lo riconobbe.
–Lily, questa è la cosa più stupida, sconsiderata e incosciente che tu abbia mai programmato di fare, e compresa anche quella volta che volevi buttarti giù dalle scale a chiocciola con il vassoio dei dolci, e alla fine di quelle scale c’era subito una parete! Ti rendi conto di quanto sia pericoloso uscire fuori senza neanche un adulto, né una bacchetta e nessun altro modo per difenderci nel mezzo di una guerra?–
–Ci porteremo dietro Sirius!– tentò lei, il volto del rosso rimase impassibile –E Remus!– aggiunse.
–Remus non sarebbe mai così pazzo da seguirci– replicò l’altro.
–E va bene, solo Sirius– acconsentì lei.
– Nemmeno Sirius, sebbene non sia un campione di coscienza, è così irresponsabile, si metterebbe ad abbaiare per avvertire gli altri– continuò Hugo.
–Smettila di fare il bacchettone Hug, mi sembri Rose! E poi usciremo in un sobborgo babano, che ci potrebbe accadere?–
–Potrebbero scambiarci per vagabondi e sbatterci in prigione!– capitombolò lui.
–È ridicolo Hug, diremo che siamo figli di una signora che si è appena trasferita– disse con tono ovvio lei.
–E con l’aspetto che mi dici?–
–A parte che non ci sarà nessuno che potrà riconoscerci, ma per sicurezza-–
–Mi stà a parlare di sicurezza lei!–
–Per sicurezza ho imparato a farlo da sola, e posso schiarirti i capelli e toglierti le lentiggini–
Hugo era evidentemente sorpreso –Oh– disse –Davvero? No! E una cosa stupida e insensata, perchè dovremmo uscire poi?–
–Per visitare il paesino qui vicino, che ci costa Hug? È troppo tempo che sono chiusa qui!–
–…mi rifiuto–
–E allora andrò da sola–
–E allora io lo dirò agli altri!–
–E allora io ti chiuderò in una camera e la silenzierò!–
–…non ci riusciresti!–
–Vogliamo provare? Sono diventata molto più forte dall’ultima volta che abbiamo fatto la lotta–
–…Lily…è davvero una pessima idea…– la pregò con una vocina.
Lily lo guardò duramente e girò i tacchi, dirigendosi verso la porta dei cancelli principali, perchè tutti gli altri erano a giocare al campetto o lì intorno.
Dopo qualche secondo sentì le scarpe di Hugo scricchiolare sul selciato, ma doveva essere davvero combattuto, perchè ci aveva messo un paio di secondi più del solito a raggiungerla.


***
La donna dai capelli neri prese un grande respiro nell’umida aria mattutina e aprì lentamente le porte di ferro del cimitero che cigolarono rumorosamente sui cardini, scivolò dentro con passi felpati, attutiti dall’erba che era cresciuta su quello che un tempo era stato un sentiero di ghiaia, e si avviò verso il centro del cimitero.
Tutta quella tensione era sciocca, si costrinse a rilassare le spalle e a camminare normalmente, mentre gli occhi vagavano per il camposanto sprofondato nella nebbia.
Iniziando a distinguere una grande figura accelerò il passo, ma quando fu davanti alla spaventosa statua tentennò qualche istante.
Se lo poteva immaginare, legato lì, con gli occhi spalancati dalla paura.
Ebbe voglia di distruggere la statua di polverizzarla, di cancellarla dalle faccia della terra, ma non poteva.
Puntò il lungo bastoncino verso al terra e qella si sollevò, più di 2 metri di terra si sollevarono e andarono a posarsi lì accanto, poi in fondo alla fossa si udì un rmore di porta sbattuta e Ginny restò a guardare le ossa bianche, prima di appiccarci fuoco.
Restò lì finchè tutto non fu ridotto in cenere, con gli occhi illuminati dalle fiamme e il volto serio, poi fece evanescere il tutto e rimise la terra a posto, facendo il possibile perchè non si notasse la differenza.
Ma Lui l’avrebbe notata di certo.

***


–Continuo a pensare che sia una pessima idea–
Il campanello del negozio di tecnologie babbane tintinnò, lasciando entrare un corrucciato bambino biondo e una sorridente bambina mora.
–Perchè siamo venuti qui comunque?– chiese il bambino.
–Per comprare una videocamera– rispose lei.
–Una video-che?–
–Una videocamera, voglio fare un video a tutta la famiglia–
–Mi sembra la nascita di un’altra pessima idea–
Il negoziante li stava guardando scocciato da un po’ così Lily si accostò al bancone e mise su una faccina meravigliata e sorridente (il che non era molto difficile), e si rivolse a lui con una voce più infantile del solito: –Mi scusi, avete una videocamera semplice semplice?–
–Certo– disse il commesso, disponibile –La volete digitale? Vi servirebbe il computer– i bambini gli rivolsero una sguardo vaquo e confuso,poi Lily disse –No, no, ne vorremmo uno con le cassette– rispose, il negoziante borbottò che era un modello molto vecchio e che doveva controllare in magazzino e sparì.
–Che cos’è un computer?– chiese sottovoce Hugo.
–Non ne ho idea– rispose Lily sempre sottovoce.

Dopo aver acquistato la telecamera i due bambini trotterellarono, o si trascinarono, un po’ per il sobborgo inglese, osservando le vetrine, quando, tornando da una piccola pasticceria dove avevano fatto merenda, si inoltrarono in una “scorciatoia” per tornare a casa.
–Complimenti Lily Potter, un altro fantastico colpo di genio, no sul serio, non solo usciamo da casa senza permesso, ma andiamo anche nell’unico vicolo buio in tutto il villaggio!–
–Sai Hugo, ho paura che tua sorella ti abbia spruzzato un po’ del suo veleno nel pudding mattutino–
–Bè sarebbe un bene! Se non ci fossi io a fermarti tu saresti una furia impazzita!–
Le risate di Lily si spensero e lei si fermò di colpo, e Hugo sbatté contro di lei.
–Che c’è?– chiese con un filo di paura.
Il biondo si sporse da sopra alla spalla dell’altra e scorse una figura maschile nell’ombra che, lentamente, si stava dirigendo verso di loro.
–Cosa ci fanno due bambini soli? È quasi il tramonto– disse con una voce strana.
Hugo prese a tremare, aveva una brutta, bruttissima sensazione.


***


–Silente!– urlò una voce femminile.
–Silente!– Albus aveva sentito spesso voci come quella, in tanti anni di guerra, era la voce di una donna, di una madre disperata, di mille madri disperate.
–Professor Silente!–
La porta si spalancò e i pochi presenti videro una pallida donna scarmigliata che vagava frettolosamente lo sguardo nella stanza, era arrivata proprio nel mezzo di una riunione ristretta, riservata solo ai membri più anziani, appena trovò Albus si diresse verso di lui con passo deciso, ignorando tutti gli sguardi curiosi puntati su di lei.
–Cosa è successo mia cara?– chiese il professore.
–M-mia figlia Silente, hanno preso la mia bambina!– disse lei.
Alcune donne presenti si coprirono le mani con la bocca, altre esibirono un’espressione triste.
–Devi aiutarmi Silente, non la posso lasciare nelle loro mani!– il suo viso era rigato di lacrime e aveva un’espressione implorante.
Albus la guardò serio per qualche istante e temette davvero che rifiutasse che lasciasse morire la sua bambina per salvaguardare le vite dei membri dell’Ordine, e si coprì a pensare che effettivamente sarebbe stata la cosa più razionale, più giusta.
Silente sospirò pesantemente e inspirò per risponderle.


***


Il cancelletto di ferro battuto si chiuse silenziosamente e Lily esibì un sorrisetto soddisfatto, erano al cancello laterale rispetto alla facciata della casa, che era più vicino al campo di Quiddich rispetto agli altri, ma si erano persi, ed erano finiti nella parte sbagliata, e, non potendo andare verso il fronte perchè lì Scamander stava inseguendo qualcosa che i comuni mortali non potevano evidentemente vedere, erano entrati il più velocemente possibile.
–Non dovresti essere felice per una cosa del genere– disse Hugo, nuovamente rosso, rimettendo su il broncio che se n’era andato durante l’uscita.
–Siamo al sicuro no? È andato tutto bene, tu non sei felice?– chiese la rossa, era contenta che la sua uscita fosse andata a buon fine e sorrideva così tanto che le facevano male le guance.
–Sì, certo, tutto bene, stava per venirmi un’infarto con quel pofisiotto babbano–
–Si dice poliziotto Hug, e comunque era solo preoccupato per noi, ha detto che “stava solo facendo il suo dovere”, no?– Lily rise ,correndo verso il campo di Quiddich, e Hug la seguì, come sempre, con il fiato un po’ corto.
–PLUFFA!– gridò una voce, una lucida palla rossa fischiò sopra a Lily, andando fin sopra la cancellata e ricadendo nel campo oltre la strada.
–La prendo io!– disse Lily e si fiondò nuovamente verso il cancelletto.
Attraversò la strada e si gettò nel campo d’erba, infuocato per il tramonto, e si piegò per riprendere la pluffa.
Improvvisamente ci fu ombra.
Lily si alzò lentamente, col cuore che batteva forte e sentì distintamente la voce femminile e stridule che le parlava all’orecchio, dietro di lei.
–Ma che bella bambina che abbiamo qui–

–NO!Lily! Torna qui!– Victorie corse verso di lei, ma fu troppo lenta, Lily aveva già attraversato la strada e Hugo arrancava dietro di lei, ma prima che anche lui potesse uscire Rose, arrivata lì con una scopa, chiuse il cancello di scatto.
–Rose!– esclamò Hugo.
–Fermo lì Hugo! Non provare a muoverti– rispose con voce dura sua sorella.
Tutti i bambini stavano correndo verso di loro, ma si immobilizzarono quando delle figure nere apparvero intorno a quella di Lily.
–Rose, apri questa porta!– gridò Hugo.
–Rose!– la rossa era impassibile e guardava sua cugina artigliata alle spalle da una donna riccioluta.
–Rose!–gridò ancora il maghetto.
–Non posso Hugo è inutile, non servirebbe a niente il nostro intervento!– un paio di lacrime rotolarono sulle guance.
–APRI!APRI!–
Lily scomparve con un guizzo nero, e Hugo cadde sulle ginocchia.
–No…–

















AUTHOR’S SPACE

Sono tornata!E dopo un capitolo leeeento ritorno con un po’ d’azione! Ora potete tirarmi in testa i colpi di scena.In questo capitolo manca un po’ Harry, ma vi assicuro che non faceva niente di eccitante, perlopiù rimuginava su cose che per essere narrate necessiterebbero del raiting arancione (sangue,urla e grida!!!).
Mi per i sicuri obrobri grammaticali, per l’ingiustificato e tremendo ritardo e per il mio pessimo stile di scrittura che migliorerò quanto prima (per ora se volete darmi una copia dei capitoli piena di segnacci rossi potete farlo).
Vi aspetto per la prossima volta (che non tarderà ad arrivare viste le benedette e imminenti vacanze) con zia Bellatrix che tortura un po’ di gente.
Buon Natale
Fanny



  
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