Iniziarono a dividersi,alcuni andarono vero le stanze, rimanendo in attesa nei corridoi, mentre gli altri stavano andando verso la sala macchine ,dove un gruppetto di persone stava lavorando per mettere a posto i motori che inspiegabilmente avevano smesso di funzionare, ignari che si avvicinavano sempre di più a loro.
Al’improvviso quattro flash illuminarono interamente i quattro corridoi che davano alle camere e tutti gli zombi che si trovavano li, si girarono verso la luce e da ogni uno di quei bagliori, ne usci una di noi quattro, pronte al combattimento e in breve sterminammo tutti gli zombi di guardia alle stanze.
Dopo aver ucciso tutte quelle flotte di zombi che si erano risvegliate ci riunimmo nel’atrio principale dalla quale partivano le scale e gli ascensori per i corridoi delle camere, appena riunite ci abbracciammo e decidemmo il luogo dove riunire gli eventuali sopravvissuti, separandoci di nuovo per radunare i superstiti di quell'attacco, ridividendoci i piani e le stanze da controllare, fino a quando non li avessimo ritrovati tutti e riportati in salvo in due enormi camere comunicanti che stavano al primo piano.
Ad ogni porta che aprivamo trovavamo sempre gruppetti di persone che tremanti chiedevano aiuto, riunendoli prima tutti in una camera,dopo aver controllato tutte le stanze ritornammo indietro e dopo averli recuperati tutti ritornammo nel luogo stabilito.
Quando arrivammo nelle due stanze alcuni passeggeri ci dissero
Quindi decidemmo di separarci di nuovo, dicendo
Quando arrivarono alle cucine, c’era già una battaglia in corso e l’accoglienza non fu una delle migliori, infatti, il capitano confondendo Emily per uno zombi tentò di colpirla, mancando completamente la mira, andando a conficcare quel lungo trinciante contro la porta andando a incastrarsi.
Dopo quel colpo andato a vuoto, si ritirò e notando che non erano degli zombi, le disse con tono supplichevole
Dopo uno scontro che duro solo pochi minuti ne uscirono vittoriose, e quelli che erano rimasti vivi, furono felici che qualcuno li stesse cercando, aiutandoli in quello scontro salvandoli e dopo averli riuniti, decisero di portarli insieme con gli altri nelle due camere.
Mentre io e Keyra andammo a controllare nella sala macchine per controllare come procedevano i lavori di ricostruzione dei motori, nel vago tentativo di far ripartire quella nave.
Quando arrivammo alla sala macchina la situazione era veramente critica, infatti gli zombi erano arrivati per primi massacrando tutti gli uomini intenti nelle riparazioni, diventando zombi anche loro.
Il locale quindi, era di fatto pienissima di zombi,che erano rimasti in attesa di altre vittime, come se avessero capito le nostre intenzioni e quindi, per evitare che si disperdessero per la nave causando altre vittime, decidemmo di chiuderli dentro in attesa di un idea migliore.
Decidemmo quindi di tornare alle camere dove ci aspettavano anche le nostre compagne che preoccupatissime per il nostro ritardo, passando prima dalla stanza in cui il capitano teneva sia l’esplosivo sia i fuochi artificiali che sarebbero serviti alla fine della festa,non appena arrivammo ci sgridarono per l’incoscienza dimostrata.
Dopo quella sceneggiata, spiegammo alle nostre compagne
Poi ci scambiammo uno sguardo d’intesa, avevamo capito in un istante che cosa dovevamo fare, l’unica cosa che potevamo fare per evitare un’invasione di zombi era distruggere l’itera nave facendola esplodere con i fuochi artificiali che avevamo trovato.
Intanto che Emily e Wendy iniziavano i preparativi per la partenza,calando in acqua i canotti dopo averli assicurati con una fune, facendo iniziare a scendere gli altri passeggeri, mentre, io e Keyra appiccavamo l’esplosivo partendo dalla sala macchine, su tutta la struttura della nave fino ad arrivare,nella sala da pranzo dove le nostre amiche avevano finito l’evacuazione.
Ma nel’entrare Keyra senti i lamenti di un bambino, si avvicino al mobiletto del bar e quando lo aprì, vide un bimbetto che scalciare allegramente, la mia amica gli sorrise, lo prese in braccio me lo mostro dicendo
Uscimmo e le nostre amiche ci sgridarono
Infatti mancavamo solo noi quattro e quando scendemmo anche noi, quando ci fummo allontanati di una trentina di metri, accesi il detonatore con il timer impostato a tre minuti, alle nostre spalle sentimmo una fortissima esplosione e quando ci girammo per vedere la nave che affondava tra le fiamme.
In torno a noi sorgeva il sole e per farci trovare decidemmo di fare esplodere alcuni fuochi artificiali, passava il tempo e nessuno di dei sopravvissuti emise un fiato forse perché fossero sconvolti o stanchi o per il semplice fatto che non sapevano cosa dire.
Dopo parecchie ore di attesa, quando ormai, stavamo finendo i fuochi artificiali , notammo in lontananza una nave che si avvicinava.
Dopo un’altra mezzoretta arrivarono i soccorsi, che ci fecero salire a bordo dandoci delle coperte, dell’acqua e del cibo che ci portarono al porto dove inseguito, avrebbero controllato sulla lista passeggeri per segnalare i dispersi alle famiglie.
Solo quando fummo sicure che fossero in salvo aprimmo un varco luminoso ed entrammo, sparendo così nello stupore e nella gratitudine di tutte le persone che avevamo salvato, ma non avevamo ancora finito dovevamo lasciare il piccolo Sherlock.
Keyra che si stava affezionando al piccolo decise di lasciarlo nella casa di una famiglia inglese, dove sapeva che era morta la figlia minore per una brutta malattia, lasciando l’intera famiglia nello sconforto.
Quando arrivammo era notte inoltrata la mia amica suono alla porta, le luci si accesero in tutta la casa, lasciò il piccolo che si era addormentato sulla porta e tornò a nascondersi insieme a noi in un cespuglio,appena in tempo perché subito dopo la porta si aprì e una donna, con una lunga vestaglia, che appena vide il piccolo lo abbracciò teneramente rientrando in casa, con il bimbo.
Solo quando fummo sicure che nessuno ci vedesse aprimmo di nuovo il varco luminoso e sparimmo.